15 MAGGIO 2016
Un giovane venne da me. Era pronto a rinunciare al mondo e,
subito dopo aver fatto tutti i preparativi necessari, si sarebbe votato
all’ascetismo. Era felicissimo, perché i suoi preparativi erano pressoché terminati.
Udite le sue parole, iniziai a ridere e gli dissi: “Ho
sentito parlare di preparativi per affrontare il mondo, cosa sono questi
preparativi per rinunciarvi? È forse necessario pianificare e fare preparativi
anche per rinunciare? E questa rinuncia, così ben pianificata, potrà mai essere
una vera rinuncia? Non è forse un’estensione della mente mondana?
Il mondo e la rinuncia non possono coesistere nella stessa
mente. Una mente mondana non potrà mai essere una mente che rinuncia ai piaceri
del mondo. Il passaggio dal mondo alla rinuncia non può verificarsi senza una
radicale rivoluzione nella mente; e questa rivoluzione fondamentale è di per sé
rinuncia. La via della ricerca interiore non è un semplice cambiarsi d’abito,
né è un cambio di nome o di abitazione. È un cambio di prospettiva, è un totale
mutamento della mente, una trasformazione del sé. Perché accada questa
rivoluzione, i modelli d’azione che nel mondo hanno successo qui non
funzionano. I calcoli e le strategie del mondo non solo sono inutili, sono
addirittura un ostacolo per quella rivoluzione. Così come le regole dei sogni
non funzionano quando si è svegli, allo stesso modo le verità del mondo non
continuano a essere tali nel mondo della ricerca spirituale. Dopotutto, la
ricerca del Vero implica svegliarsi dal mondo dei sogni”.
A quel punto mi fermai e guardai quel giovane. Sembrava
addolorato; forse avevo dato uno scossone ai suoi preparativi, mentre lui era
venuto da me con ben altre aspettative. Senza dire nulla, si avviò verso
l’uscita; al che gli dissi: “Senti, ascolta ancora una storia...”.
C’era una volta un santo di nome Ajar Kaiwan. Un uomo andò
da lui nel cuore della notte e gli disse: “O benedetto, ho fatto voto di
rinunciare a tutti i piaceri di questo mondo mortale. Ho deciso di spezzare
ogni legame con questo mondo”.
Se io fossi stato là, gli avrei detto: “O stolto, colui che
fa un qualsiasi voto è un debole, e chiunque decida di rinunciare non lo fa
mai! E se anche qualcuno rinuncia, resta aggrappato all’idea di aver
rinunciato: la vera rinuncia non è mai una risoluzione della mente ignorante; è
un processo naturale di chi ha compreso”.
Ma io non ero presente, c’era Kaiwan che disse a quella
persona: “Hai fatto la scelta giusta”.
Quell’uomo si sentì gratificato e se ne andò. Dopo qualche
giorno tornò, e disse: “Sto preparando il mio materasso e i miei vestiti, non
appena avrò raccolto le mie cose, diventerò un monaco”.
Ma questa volta, perfino Kaiwan non poté dire che il suo modo
di pensare era giusto; gli disse: “Amico mio, solo rinunciando a tutto ciò che
si è accumulato, qualcuno diventa un monaco; tu, invece, ti stai preoccupando
di raccogliere qualcosa! Vattene, torna al tuo mondo. Ancora non sei nella
condizione che permette di fare una rinuncia”.
Osho Crea il tuo destino
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