sabato 24 settembre 2022

LE PROVE DEL GRAFENE NEI VACCINI: IL PIANO PER UNO STERMINIO DI MASSA

 


Le prove del grafene nei vaccini: il piano per uno sterminio di massa

di Cesare Sacchetti

La storia del grafene nei sieri, impropriamente chiamati “vaccini”, è una storia proibita, occultata dalla cappa mediatica. Troppe sconvolgenti le conclusioni e troppo devastanti le conseguenze per coloro che hanno permesso che tali farmaci fossero distribuiti.

Tutto iniziò lo scorso anno quando il biologo spagnolo, il professor Pablo Campra dell’Università d’Almeria, rivelò i clamorosi risultati delle sue analisi sul vaccino Pfizer.

Il verdetto del microscopio parlò piuttosto chiaro. Nel siero c’era solo e soltanto una sostanza altamente tossica per il nostro organismo, il grafene.

A distanza di un anno da quelle sconcertanti conclusioni, giunge un’altra ricerca eseguita dalla dottoressa indiana Poormina Wagh. Prima che si mettano in moto le rotative delle menzogne mediatiche, è indispensabile precisare che la dottoressa Wagh ha un curriculum esteso nei rami della virologia e della immunologia.

La scienziata vanta due dottorati di ricerca in questi due campi presso l’università britannica della London School of Hygiene & Tropical Medicine e le sue pubblicazioni sono tutte visibili presso il sito Research Gate. L’immunologa indiana ha anche collaborato con l’ospedale pediatrico di Cincinnati. Si tratta di una scienziata a tutti gli effetti, ma ciò non impedirà ai professionisti della disinformazione di screditare la sua reputazione.

La dottoressa Wagh ha deciso di eseguire questa ricerca sul grafene nei sieri perché vuole cercare di far arrivare al grande pubblico la verità taciuta dai media saldamente prostrati al culto del vaccino.

Assieme ad un gruppo di ricercatori di tutto il mondo ha eseguito delle analisi su 2305 campioni di sieri di dodici differenti marche di vaccino. Nella lista ci sono le marche dei vaccini più distribuiti negli Stati Uniti e in Europa Occidentale quali Pfizer, Moderna, Astrazeneca e Johnson & Johnson. Ci sono anche vaccini cinesi come il Novavax e altri vaccini cubani.

Non risulta esserci il vaccino russo Sputnik sviluppato dall’istituto Gamaleya e quindi questo porta ad escludere che la Russia abbia messo nel suo preparato le sostanze che invece sono state trovate negli altri sieri.

Le conclusioni di questa ricerca così estesa sono concordanti e inquietanti al tempo stesso. Nulla di quanto dichiarato nei famigerati bugiardini risulta essere vero. Nei sieri Pfizer e Moderna non c’è né l’mRNA né la cosiddetta proteina Spike mentre in quelli di Astrazeneca e J&J non c’è l’adenovirus che avrebbe dovuto in teoria esserci.

In ogni singolo farmaco sono stati riscontrati ingredienti quali acqua, idrossido di alluminio, nano particelle metalliche e nano particelle di ossido di grafene.

Questi ingredienti non sono un composto che serve a prevenire un eventuale “contagio” del cosiddetto “COVID-19”.

Appare del tutto evidente che sono sostanze tossiche per il nostro organismo quali il grafene e l’idrossido di alluminio.

Una volta che questo composto entra nell’organismo di una persona inizia a fare il suo “lavoro”, che non è altro che quello di deteriorare il sistema immunitario di chi riceve il siero.

La dottoressa Wagh è piuttosto inequivocabile nelle sue conclusioni. Questi “vaccini” sono stati distribuiti come parte di un programma per giungere “ad un massiccio depopolamento”.

Non appare esserci altro scopo considerati gli ingredienti utilizzati per sviluppare questi farmaci.

Stanno poi emergendo al tempo stesso altri elementi che sembrano confermare le conclusioni di queste analisi di laboratorio.

E’ il caso dell’imbalsamatore americano Richard Hirshman. Hirshman conosce il suo mestiere molto bene, da più di 20 anni. L’imbalsamatore ha raccontato al quotidiano americano “The Epoch Times” che nei cadaveri che ha avuto modo di trattare negli ultimi mesi ha riscontrato la presenza di una sostanza che né lui nei suoi colleghi hanno “mai visto” nel corso della loro carriera.

Si tratta di “tessuti fibrosi bianchi” e ciò lascia pensare che potrebbe esserci qualche collegamento con le sostanze messe nei sieri, in particolar modo il grafene.

Il grafene può essere infatti sia di colore nero sia di colore bianco. Ma questa non è l’unica prova che avalla le conclusioni di Campra e della Wagh.

Proprio in Italia è stata condotta una ricerca da tre medici chirurgi, il dottor Franco Giovannini, il dottor Benzi Cipelli e il dottor Pisano, sul sangue delle persone che si sono sottoposte alla vaccinazione.

Anche in questo caso i risultati sono stati a dir poco sconvolgenti. Nella relazione che i tre medici hanno preparato viene riportato che nel sangue dei vaccinati ci “sono evidenti inclusioni presumibilmente grafeniche in mezzo a globuli rossi fortemente conglobati attorno alle particelle esogene.”

Saremmo in presenza di una mutazione vera e propria del sangue dei vaccinati che ha una composizione e caratteristiche diverse da quello normale di chi non ha invece ricevuto il siero.

Il mancato isolamento del virus

Un altro aspetto fondamentale approfondito dalla scienziata indiana è quello che riguarda l’isolamento del coronavirus. L’isolamento è il principio della “emergenza” dal momento che senza di esso non si può determinare o meno l’esistenza di un virus.

La dottoressa Wash ha chiesto al Centro per la prevenzione e la cura delle malattie degli Stati Uniti, il famoso CDC, di fornire un campione isolato e purificato del virus, ma non c’è stato nulla da fare. Il CDC non è stato in grado di assecondate tale richiesta. Il virus isolato non appare.

Altri ancora hanno provato a chiedere prova dell’isolamento del virus come ha fatto la ricercatrice canadese, Christine Massey, che ha aperto un sito dedicato all’argomento nel quale mostra tutte le sue lettere alle differenti istituzioni sanitarie internazionali.

La Massey ha scritto alle autorità sanitarie canadesi, britanniche, americane ed europee ma nessuna di queste quando gli è stato chiesto di produrre un campione del virus isolato ha saputo darle una prova dell’isolamento del cosiddetto COVID-19.

A questo punto, è d’obbligo un interrogativo. Ci si chiede quali vaccini per prevenire il “contagio” contro il COVID-19 abbiano potuto sviluppare le case farmaceutiche se fino ad oggi il virus chiamato COVID-19 non risulta nemmeno essere stato isolato?

Ugur Sahin, il co-fondatore di BionTech, ha rivelato che il vaccino Pfizer fu concepito nel giro di poche ore a gennaio del 2020.

Ma un vaccino non si sviluppa di certo in poche ore e richiede anni di ricerche e diversi test. Soprattutto c’è da considerare un altro aspetto. In quel periodo ancora non c’era un vero e proprio panico “pandemico”. L’OMS non aveva nemmeno fatto la sua dichiarazione formale di “stato pandemico” che avverrà solamente l’11 marzo del 2020.

Ciò porta ad una unica conclusione. I “grandi” gruppi farmaceutici erano già all’opera prima per preparare questi sieri e le analisi di Pablo Campra e Poormina Wagh rivelano come lo scopo non fosse certo quello di migliorare o tutelare la salute pubblica.

Lo scopo non era altro che quello annunciato da Bill Gates nel 2010 ad una conferenza della serie TEDx.

Fu in quell’occasione che Gates disse che per ciò che riguarda la riduzione della popolazione mondiale “se fosse stato fatto un buon lavoro con i vaccini” tale numero avrebbe potuto essere ridotto del 10/15%.

E quindi si spiegano perfettamente gli investimenti milionari che il fondatore di Microsoft, l’uomo dei vaccini, ha fatto negli scorsi anni in questo campo.

Fu sempre Gates ad annunciare nel 2018, due anni prima dell’inizio della “emergenza COVID”, che il mondo avrebbe dovuto prepararsi ad un evento pandemico come se avesse dovuto “affrontare una guerra”.

La cosiddetta “pandemia” dunque non è mai stata tale. Si è trattato di una operazione studiata a tavolino e preparata meticolosamente per giungere alla società che uomini come Gates e i membri del club di Davos avevano in mente.

In questa società distopica, il numero della popolazione mondiale deve essere ridotto per essere conforme ai canoni della filosofia neomalthusiana sulla quale si fonda l’ideologia globalista.

L’esistenza stessa dell’uomo viene vista come una “minaccia” dai vertici di questi poteri che si connotano per il loro feroce odio nei confronti dell’umanità intera, considera alla stregua di un ammasso di “mangiatori inutili”, l’espressione coniata dal club di Roma finanziato dalla famiglia Rockefeller.

E in questa storia troviamo sempre questi nomi. Bill Gates, Rockefeller, Klaus Schwab e Jacques Attali. Troviamo i nomi di coloro che hanno concepito questo mondo.

Nessun placebo nei vaccini

C’è poi un altro mito da sfatare diffuso da alcuni disinformatori, ovvero quello che siano stati inseriti dei placebo nei vari lotti vaccinali. Nulla di tutto ciò è vero come ha spiegato la scienziata indiana nella sua relazione. Se alcuni vaccinati non avvertono per ora sintomi negativi è dovuto solo al fatto che in alcuni sieri la quantità di grafene è lievemente inferiore a quella riscontrata in altri.

La distribuzione di un siero con più o meno grafene rientra in quella che si può definire come una perversa roulette russa nella quale alcuni “fortunati” evitano patologie sull’immediato ma nessuno di questi scamperà ai gravi effetti collaterali nel lungo periodo.

La dottoressa Wagh spiega che l’aspettativa di vita di chi ha ricevuto tali sostanze anche in quantitativi minori rispetto ad altri si accorcia mediamente “dai 10 ai 15 anni”.

L’ulteriore somministrazione di seconde, terze o quarte dosi serve soltanto ad accelerare il processo di progressivo decadimento dell’organismo. Tante più dosi entrano nei nostri corpi, tanto più essi vengono definitivamente compromessi da quelli che non possono essere che definiti come veleni per la nostra salute.

In tutto questo sconcertante disegno per attentare alla salute pubblica, l’unica nota “positiva” sembra essere quella che riguardano gli effetti collaterali dei sierati che, secondo la dottoressa Wagh, non possono essere trasmessi a coloro che non hanno fatto il siero.

L’organismo prova comunque ad espellere una parte delle sostanze tossiche che ha ricevuto ma quando queste escono dal corpo sono inerti e non possono arrecare danni a chi si trova a contatto con i sierati.

Queste sono dunque le verità che scienziati indipendenti stanno cercando di far arrivare al pubblico e che non sono riusciti ancora a trasmettere ad un ampio numero di persone.

Molti vaccinati ancora probabilmente ignorano che sono stati ingannati e frodati da un sistema che aveva detto loro che tali sieri erano sicuri.

Ed è quindi giunto il momento delle domande a coloro che in Italia hanno attuato la campagna vaccinale. È necessario chiedere conto di quanto accaduto ai governi Conte e Draghi che hanno promosso questi vaccini e hanno costretto le persone a ricevere nel loro corpo tali sostanze attraverso obblighi vaccinali e certificati verdi.

Gli italiani sono stati sottoposti ad una somministrazione di massa che i fatti esposti hanno rivelato essere null’altro che un deliberato tentativo di ridurre la popolazione italiana.

C’è da chiedere conto anche all’AIFA che ha autorizzato la distribuzione di questi micidiali preparati.

C’è da chiedere conto ai responsabili di quello che è stato un attentato alla salute pubblica degli italiani senza precedenti.

Il sangue di chi ha perduto e sta perdendo la vita in questa strage attende giustizia.

https://www.lacrunadellago.net/le-prove-del-grafene-nei-vaccini-il-piano-per-uno-sterminio-di-massa/

sabato 17 settembre 2022

BLACK SEED (SEMI DI CUMINO) – UN RIMEDIO NATURALE UTILIZZATO DA SECOLI

 



Questo seme umile, ma immensamente potente, uccide l’MRSA, cura il corpo avvelenato dall’arma chimica, stimola la rigenerazione delle cellule beta morenti all’interno del pancreas del diabetico, eppure troppo pochi sanno che esiste.

Ieri abbiamo ricevuto una lettera di uno dei nostri lettori che ha contratto un’infezione da stafilococco  dopo essere stato iniettato con un “vaccino” Pfizer. Come abbiamo notato, le infezioni da stafilococco possono causare diverse malattie infettive in vari tessuti del corpo, ad esempio foruncoli, impetigine, cellulite, sindrome da shock tossico e MRSA.

Lo Staphylococcus aureus resistente alla meticillina (“MRSA”) è un tipo di batterio Stafilococco resistente a diversi tipi di antibiotici. I Black seeds – un rimedio naturale da una piccola pianta con fiori viola, blu e bianchi chiamata Nigella sativa – ha attività antibatterica contro gli isolati clinici di MRSA. 

E in vari studi sugli animali, l’applicazione topica di olio di semi neri ha contribuito ad accelerare il processo di guarigione delle ferite. Ma non finisce qui. Come evidenzia l’articolo qui sotto, il seme nero è un rimedio per diverse condizioni.

Quanto segue si riferisce al seme, ma ci sono anche benefici per la salute derivanti dall’uso dell’olio di semi neri. Per scoprire i potenziali benefici per la salute dell’utilizzo dell’olio di semi neri, leggi ” Buono per la tua pelle e altro: 8 benefici dell’olio di semi di cumino nero ” originariamente pubblicato da Natural News.

Fonte dell’articolo: Black Seed – ‘Il rimedio per tutto tranne la morte’ ©2013 GreenMedInfo LLC. Questo lavoro è riprodotto e distribuito con il permesso di GreenMedInfo LLC. Se vuoi saperne di più su GreenMedInfo, iscriviti alla newsletter QUI .

Dichiarazione di non responsabilità: questo articolo non ha lo scopo di fornire consulenza medica, diagnosi o trattamento.

Benefici del seme nero

I semi della pianta da fiore annuale,  Nigella Sativa , sono apprezzati per le loro proprietà curative da tempo immemorabile. Sebbene sia spesso indicato tra le culture di lingua inglese come coriandolo romano, sesamo nero, cumino nero e semi di cipolla, oggi è conosciuto principalmente come black seed, che è almeno una descrizione accurata del suo aspetto fisico. La prima testimonianza della sua coltivazione e uso viene dall’antico Egitto.

L’olio di semi neri, infatti, è stato trovato nella tomba del faraone egiziano Tutankhamon, risalente a circa 3.300 anni fa. [i]  Nelle culture arabe, il cumino nero è conosciuto come Habbatul barakah, che significa “seme della benedizione”. Si ritiene inoltre che il profeta islamico Maometto abbia detto che è ” un rimedio per tutte le malattie tranne la morte “.

Benefici del Black Seed

Molti dei benefici per la salute tradizionalmente attribuiti al cumino nero sono stati completamente confermati nella letteratura biomedica. Infatti, dal 1964, sono stati  pubblicati 656 studi peer-reviewed che fanno riferimento ad esso .

GreenMedInfo ha indicizzato ricerche salienti, disponibili per la visualizzazione sulla loro  pagina Black Seed  ( Nigella Sativa ), su oltre 40 condizioni di salute che possono trarre beneficio dall’uso dell’erba, comprese oltre 20 distinte azioni farmacologiche che esprime, come:

Analgesico (uccisione del dolore)

Antibatterico

Antinfiammatorio

Anti-ulcera

Anti-colinergico

Antimicotico

Anti-ipertensivo

Antiossidante

Antispasmodico

Antivirale

Broncodilatatore

Inibitore della gluconeogenesi (antidiabetico)

Epatoprotettivo (protettivo del fegato)

Ipotensivo

Sensibilizzante all’insulina

Induttore di interferone

Antagonista dei leucotrieni

Renoprotettivo (protettivo del rene)

Fattore di necrosi tumorale inibitore alfa

Queste 30 azioni farmacologiche sono solo un sottoinsieme di un numero molto più ampio di proprietà benefiche intrinseche al seme nero. Sebbene sia notevole che questo seme abbia la capacità di modulare positivamente così tanti diversi percorsi biologici, questo è in realtà un evento piuttosto comune tra i medicinali vegetali tradizionali.

Il seme nero è stato studiato per condizioni di salute molto specifiche. Alcune delle applicazioni più interessanti includono:

Diabete di tipo 2:  due grammi di semi neri al giorno hanno comportato una riduzione della glicemia a digiuno, una diminuzione della resistenza all’insulina, un aumento della funzione delle cellule beta e una riduzione dell’emoglobina glicosilata (HbA1c) nei soggetti umani. [ii]

Infezione da Helicobacter Pylori:  i semi neri possiedono un anti-H clinicamente utile. pylori, paragonabile alla terapia di tripla eradicazione. [iii]

Epilessia:  i semi neri erano tradizionalmente noti per avere proprietà anticonvulsive. Uno studio del 2007 su bambini epilettici, le cui condizioni erano refrattarie al trattamento farmacologico convenzionale, ha scoperto che un estratto di acqua riduceva significativamente l’attività convulsiva. [iv]

Alta pressione sanguigna:  l’uso quotidiano di 100 e 200 mg di estratto di semi neri, due volte al giorno, per 2 mesi, ha dimostrato di avere un effetto ipotensivo nei pazienti con ipertensione lieve. [v]

Asma:  il timochinone, uno dei principali costituenti attivi della Nigella sativa (cumino nero), è superiore al farmaco fluticasone in un modello animale di asma. [vi]  Un altro studio, questa volta su soggetti umani, ha scoperto che estratti di acqua bollita di semi neri hanno un effetto antiasmatico relativamente potente sulle vie aeree asmatiche. [vii]

Tonsillofaringite acuta:  caratterizzata da infiammazione tonsillare o faringea (es. soggetti. [viii]

Lesioni da armi chimiche:  uno studio umano randomizzato e controllato con placebo su pazienti feriti da armi chimiche ha rilevato che estratti di acqua bollita di semi neri riducono i sintomi respiratori, il respiro sibilante al torace e i valori dei test di funzionalità polmonare, oltre a ridurre la necessità di un trattamento farmacologico. [ix]

Cancro al colon:  studi cellulari hanno scoperto che l’estratto di semi neri si confronta favorevolmente con l’agente chemio 5-fluorouracile nella soppressione della crescita del cancro del colon, ma con un profilo di sicurezza molto più elevato. [x]  La ricerca sugli animali ha scoperto che l’olio di semi neri ha effetti inibitori significativi contro il cancro del colon nei ratti, senza effetti collaterali osservabili. [xi]

MRSA:  il seme nero ha attività antibatterica contro gli isolati clinici di Staphylococcus aureus resistente alla meticillina . [xii]

Dipendenza/astinenza da oppiacei:  uno studio su 35 tossicodipendenti da oppiacei ha scoperto che i semi neri rappresentano una terapia efficace nel trattamento a lungo termine della dipendenza da oppiacei. [xiii]

A volte viene in mente il riferimento biblico alla “fede grande quanto un seme di senape che muove montagne” in relazione a sostanze naturali come i semi neri. Dopo tutto, i semi non contengono in sé la stessa speranza di sopravvivenza dell’intera specie che li ha generati? Questo stato super saturo del seme, in cui la vita si condensa in un frammento olografico intensamente miniaturizzato di se stessa, promettendo la formazione di mondi futuri al suo interno, è l’emblema stesso dell’immenso e immortale potere della vita. 

Se comprendiamo la vera natura del seme, quanta vita (passata, presente e futura) è racchiusa al suo interno, non sembrerà così inverosimile che sia in grado di conquistare batteri resistenti agli antibiotici, guarire il corpo dall’avvelenamento da armi chimiche, o stimolare la rigenerazione delle cellule beta morenti che producono insulina nel diabetico, per citare solo una frazione dei poteri sperimentalmente confermati del seme nero.

Spostare la montagna di inerzia e falsità associata al concetto convenzionale di malattia è un compito adatto ai semi e non alle sostanze chimiche. La più grande differenza, ovviamente, tra un seme e una sostanza chimica sintetica brevettata (cioè, un farmaco farmaceutico), è che la natura (Dio) ha creato il primo, e gli uomini con motivi di profitto e una comprensione squilibrata della natura del corpo hanno creato il secondo .

Senza dubbio è giunto il momento che cibo, semi, erbe, piante, luce solare, aria, acqua pulita e sì, amore, assumano ancora una volta il loro posto centrale nella medicina, vale a dire, l’arte e la scienza di facilitare autoguarigione all’interno del corpo umano. In caso contrario, il sistema medico convenzionale crollerà sotto il peso crescente della propria corruzione, inettitudine e sofferenza iatrogena (e conseguente responsabilità finanziaria) che provoca. Nella misura in cui si riforma, utilizzando composti naturali non brevettati e non brevettabili con effettive proprietà curative, un futuro più luminoso attende all’orizzonte. Nella misura in cui fallisce, le persone impareranno a riprendere il controllo sulla propria salute, motivo per cui i semi neri e altri  medicinali alimentari sono la chiave per l’auto-potenziamento.

https://www.nogeoingegneria.com/effetti/salute/black-seed-semi-di-cumino-un-rimedio-naturale-utilizzato-da-secoli/

domenica 11 settembre 2022

Che bellissima Notizia

 


👉Mentre da noi si cercano le ultime gocce di petrolio, in Australia viene commercializzata la prima auto ad idrogeno, con tanto di stazioni per la ricarica in soli 5 minuti.
L’auto percorre 900 chilometri con un pieno e mentre si muove purifica l’aria.
Per la prima volta la tecnologia del fuel cell ad idrogeno viene applicata di serie su un’autovettura commercializzata e che soprattutto permette di avere un’autonomia così significativa, con tempi di ricarica bassissimi.
Si tratta della Hyundai Nexo un auto di piccola cilindrata che batte tutti i produttori di auto mondiali e stabilisce un record di sostenibilità, con un carico di 6,27 chilogrammi di idrogeno purifica 449.100 litri di aria durante il tragitto (quanto il consumo del respiro di 33 persone per un giorno intero) e dal suo tubo di scarico emette solo acqua. Questa automobile non produce CO2, nè altre emissioni inquinanti; basti pensare che un veicolo equivalente, con motore a combustione tradizionale, sulla stessa distanza emette circa 126 kg di CO2.
😎Il motore ad idrogeno entra così nel mercato delle auto e punta ad affiancarsi a quello elettrico tra le soluzioni di mobilità sostenibile che il mondo sta adottando. La Hyunday diventa così la prima casa automobilistica mondiale a produrre un veicolo a celle a combustibile a idrogeno per il mercato.
L’auto monta un sistema di celle a combustibile a idrogeno che per generare elettricità fa passare il gas attraverso una struttura membranosa dove incontra l'aria presa dall’ambiente esterno, un processo che alimenta un motore elettrico. L'elettricità generata in eccesso, compresa l'energia accumulata durante la frenata, viene immagazzinata in una batteria agli ioni di litio. Il rifornimento della Nexo impiega 5 minuti.
La prima nazione dove l’auto è stata messa in vendita è l’Australia, dove sono state costruite anche le prime stazioni di rifornimento.
Una vera visione di futuro sostenibile.

domenica 4 settembre 2022

LA FINE DEL GOVERNO DRAGHI: VERSO LA FINE DELLA LIBERAL-DEMOCRAZIA IN ITALIA?

 4 Settembre 2022

La fine del governo Draghi: verso la fine della liberal-democrazia in Italia?

Di Cesare Sacchetti

E così alla fine non c’è stato nessun colpo di scena come ventilavano i media mainstream. Non c’è stato nessun cambio di fronte all’ultimo momento che potesse riportare in vita l’esecutivo Draghi.

I media nelle ore che hanno preceduto l’ingresso di Mario Draghi a palazzo Madama hanno provato a scrivere un romanzo nel quale alla fine c’era il “lieto fine”, ovviamente per gli interessi dello stato profondo italiano che sosteneva l’esecutivo dell’uomo del Britannia.

Non si è trattato altro che di una pura messinscena, peraltro di bassissima lega. La crisi è finita con la caduta del governo perché l’uomo che aveva voluto questo esito sin dal principio era proprio lo stesso Draghi.

In queste ore, i media stanno scrivendo una nuova falsa narrazione. Quella secondo la quale l’ex governatore della BCE sarebbe stato espulso dalla politica in una sorta di “draghicidio” così come vuole far intendere Lucia Annunziata, giornalista appartenente alle fila dell’istituto Aspen, il think tank della famiglia Rockefeller che governa la politica italiana.

L’epilogo di questa storia era già scritto dal febbraio di quest’anno e ci era capitato di anticiparlo sulle pagine di questo blog. Non perché chi scrive sia dotato di qualche particolare dote taumaturgica. Semplicemente si è provato a seguire le regole che ogni buon giornalista indipendente dovrebbe seguire.

Ci si è affidati a fonti qualificate, alla logica e al buon senso. Mario Draghi era stato chiamato dai poteri finanziari per portare a termine un determinato compito.

L’ex governatore della BCE è un esperto in liquidazioni e dismissioni. È questo il suo privilegiato campo di azione ed è attraverso la famigerata svendita del 1992 a bordo del panfilo Britannia della Regina Elisabetta che la carriera di Draghi finì per decollare negli anni successivi.

A Draghi la finanza anglosassone, o forse sarebbe meglio dire anglosionista, aveva chiesto di portare a termine la “missione” iniziata trent’anni addietro.

Spolpare economicamente ciò che restava dell’Italia agganciandola al cappio dei prestiti a interesse del cosiddetto PNRR e, al tempo stesso, procedere poi ad un altro tipo di devastazione, quella che ha assunto le forme della campagna vaccinale.

Non si contano i danni subiti dai sieri distribuiti dal governo Draghi. Sieri che analisi scientifiche indipendenti hanno provato contenere il grafene, una sostanza tossica per l’organismo e che le case farmaceutiche hanno messo nei “vaccini” senza dichiararlo.

È uno scandalo così grosso che non potrà non richiedere una seria commissione d’inchiesta sia sugli organismi che hanno autorizzato tale distribuzione, governo ed Aifa, sia sulle case farmaceutiche che hanno messo in atto un reato di gravissima portata; quello dell’attentato alla salute pubblica.

A Draghi erano stati questi compiti e lui, da “buon” banchiere centrale che ha un cuore, ma che pulsa solo quando si tratta di gonfiare il portafoglio, ha eseguito senza alcuna remora.

C’era però un accordo, nemmeno troppo tacito. Alla fine del “lavoro”, o quando buona parte di esso fosse stato già completato, la sua “ricompensa” era quella di essere trasferito al Colle.

Questo l’originario patto con il mondo della massoneria. Patto che è stato infranto. La politica ha preferito lasciare Draghi lì dove si trovava. La situazione è sfuggita di mano quando le proteste popolari e il malcontento nei confronti dell’esecutivo e dei partiti che lo sostenevano ha raggiunto vette senza precedenti.

Ovunque Draghi si spostasse, veniva accolto da salve di fischi. L’uomo del Britannia non è abituato a tali pressioni. Lui è più abituato a lavorare dietro le quinte, a stare seduto nelle fredde stanze della BCE e ad eseguire il compito degli ambienti finanziari stando lontano dai riflettori della opinione pubblica.

Draghi ha molti difetti ed è probabilmente l’uomo che ha inferto i maggiori danni economici e sanitari all’Italia nella storia di questo Paese, però non è uno stolto.

Sapeva a che gioco stava giocando la politica. Sapeva che alla politica, mai stata così debole e separata dal Paese reale, faceva comodo avere un parafulmine dietro il quale potersi nascondere.

È questa la ragione per la quale l’ex presidente del Consiglio ha passato gli ultimi sei mesi a lavorare al suo piano di fuga. Un piano che idealmente avrebbe dovuto portarlo verso i lidi della NATO o dell’Unione europea, ma in entrambi i casi le porte per lui sono rimaste saldamente sbarrate.

Draghi inseguiva un pretesto per lasciare palazzo Chigi

Ciò non gli ha fatto cambiare minimamente idea. La sponda, o meglio il pretesto per uscire, gli è giunto da Conte e dal suo sbrindellato M5S che non ha partecipato al voto di fiducia lo scorso 14 luglio. Impossibile a questo proposito non notare l’ironia delle date. In uno dei giorni più cari alla massoneria, quello che portò alla presa della Bastiglia, cade un esecutivo espressione proprio di quei poteri.

A volte la coincidenza delle date può forse voler dire qualcosa di più di una semplice coincidenza, e può consentire di vedere una mano soprannaturale che guida il fiume della storia.

Draghi avrebbe potuto tranquillamente proseguire senza il M5S. Il suo governo aveva i numeri per continuare e non aveva bisogno della partecipazione dei grillini per poter esistere. Invece l’ex presidente del Consiglio ha prontamente rassegnato le dimissioni e lì si è avuta la conferma di quanto ci era capitato di osservare in precedenza. A Draghi serviva il pretesto dietro il quale ripararsi per occultare la sua reale e ferma intenzione di lasciare.

Nulla è cambiato il 20 luglio, quando si è presentato davanti all’aula del Senato. Nel suo discorso, l’uomo del Britannia ha immediatamente alzato la posta in gioco chiedendo come condizione imprescindibile per proseguire la ricostituzione dell’originario “patto di unità nazionale” che in realtà non è stato altro che l’atto finale di devozione dell’intera classe politica italiana alla causa del forum di Davos.

Successivamente, Draghi ha rilanciato ancora di più, se possibile, nel suo discorso mettendo tra i punti dell’agenda di governo il sostegno all’Ucraina attraverso la fornitura di armi, la revisione del reddito di cittadinanza, la riforma delle pensioni e la concessione delle spiagge.

È stato un vero e proprio guanto di sfida rivolto ai punti sensibili del M5S e della Lega. Draghi sapeva che questi due partiti, prosciugati dal tracollo di consensi degli ultimi due anni, non potevano permettersi di dire sì alle sue richieste. Draghi in pratica ha chiesto ai grillini e ai leghisti di spararsi alle tempie, e l’ex governatore della BCE sapeva perfettamente che entrambi gli avrebbero ovviamente detto di no.

È stato quindi come agitare uno straccio rosso davanti ad un toro, ma Draghi voleva che quel toro caricasse e colpisse.

E così è stato. Lega e M5S hanno ricevuto il messaggio e si sono rifiutate di votare la fiducia all’esecutivo. C’è stata quindi una convergenza di interessi di Draghi, della Lega e del M5S dal momento che a tutti faceva comodo che la crisi si chiudesse così.

L’uomo del Britannia è riuscito a lasciare palazzo Chigi nascondendosi dietro il paravento della politica che non ha voluto assecondare le sue richieste, mentre Lega e M5S provocano lo strappo nel tentativo di andare alle urne e cercare di salvare quella poca base elettorale rimastagli.

Lo scenario internazionale: la fine della globalizzazione

Adesso la domanda che è sulla bocca di tutti è questa: cosa accadrà? Per poter dare una risposta completa ed esaustiva, è necessario allargare lo sguardo sull’orizzonte internazionale che è quello che orienta a sua volta il corso della politica italiana.

La classe dirigente della seconda Repubblica e le sue successive mutazioni è probabilmente la più spregevole compagine di capitani di ventura e mercenari che si sia mai vista nella storia di questo Paese.

Essa non ha avuto remora alcuna negli ultimi 30 anni ad eseguire tutte le richieste che giungevano da Oltreoceano e Oltremanica. Londra e Washington ordinavano, e costoro prontamente eseguivano anche se questi ordini significavano mandare al macero l’immenso patrimonio economico che questo Paese aveva accumulato precedentemente grazie alle politiche dell’economia mista ispirate alla dottrina sociale della Chiesa e allo Stato imprenditore.

Occorrevano dei sicari spietati che eseguissero fedelmente il copione della globalizzazione che prevedeva appunto la morte economica, e morale, dell’Italia. Giunse così la generazione dei Prodi, Amato, Ciampi e D’Alema, il cosiddetto braccio sinistro della globalizzazione che massacrò il Paese attraverso l’austerità per poi trascinarlo nel baratro dell’euro e della fine della sovranità monetaria.

La musica non cambiò nemmeno negli anni 2000 con i governi di centrodestra che a parte la resistenza flebile del 2011 finì poi per aprire le porte del Paese ad un altro sicario economico, Mario Monti.

Negli anni successivi, lo spartito non cambiò nemmeno di una virgola perché qualsiasi personaggio si sia seduto sulla poltrona di presidente del Consiglio ha sempre finito con l’eseguire gli ordini di questi poteri.

A palazzo Chigi, c’era il pilota automatico di gruppi quali il Bilderberg e Davos. Venne il 2020 e venne il più grave attacco perpetrato contro l’Italia da quel potere che le stesse massonerie definiscono come “Nuovo Ordine Mondiale”.

In Italia si applicarono le restrizioni COVID tra le più dure al mondo. Tali ambienti hanno in odio l’Italia per tutto ciò che essa rappresenta sul piano religioso e storico e l’attacco fu particolarmente violento. La classe politica non si oppose ancora una volta. Fece in modo che questi piani potessero riuscire prima attraverso il governo Conte e poi attraverso quello Draghi, giunto per dare la pugnalata finale.

Il piano sarebbe riuscito soltanto ad una condizione. Che al di fuori dei confini si fosse proceduto sulla stessa via. Si sarebbe dovuto dare una spinta decisiva e definitiva alla globalizzazione degli anni 90 attraverso la fine degli Stati nazionali. Tutto ciò non è accaduto. Non c’è stata la stretta di mano di tale potere autoritario globale.

Per dirla con le parole di un personaggio che ha servito questo sistema di potere per oltre 30 anni, Massimo D’Alema, si è presa “una gigantesca vista”.  D’Alema afferma esplicitamente che “avevamo tutti pensato che con la fine della guerra fredda e il crollo del comunismo ci sarebbe stato un nuovo ordine mondiale. Ma c’era un deficit di politica ora riempito dal ritorno brutale del Novecento e dell’Ottocento.”

Ciò significa che coloro che si sono posti al servizio di tale piano eversivo, si sono resi conti che i disegni originari non si sono attuati. Ci sono state forze che si sono opposte alla sua realizzazione specialmente da quando alla Casa Bianca è iniziata l’era Trump nel 2016 che ha messo fine alla partecipazione dell’America, la prima potenza mondiale, all’esecuzione del piano che avrebbe dovuto dare vita al governo globale.

La farsa pandemica avrebbe dovuto portare a questo fine, ma gli attori che si sono opposti erano troppi e troppo influenti. Si sono opposti gli Stati Uniti, si è opposta la Russia, e si è opposta persino la Cina che ha consumato un divorzio da quelle élite occidentali che hanno di fatto avuto un ruolo decisivo nel costruire la sua espansione economica.

Si è invece entrati in una fase interamente nuova. Non più una accelerazione della globalizzazione, ma piuttosto una de-globalizzazione e la leadership di politici quali Vladimir Putin, Xi Jinping, Victor Orban, Jair Bolsonaro, Narendra Modi, e Recep Erdogan ha dato una accelerazione impressionante a questo fenomeno.

Ciò non vuol dire che ognuno di questi leader, specialmente nel caso del presidente turco e cinese, siano dei modelli di assoluta moralità, ma è indubbio che questa alleanza allargata dei BRICS ha un minimo comun denominatore. Quello di garantire la sovranità degli Stati nazionali e di spostare il centro delle decisioni dall’unipolarismo atlantico a quello del multipolarismo internazionale.

Tale fase porta con sé la progressiva perdita d’influenza della finanza internazionale e vediamo che questo processo è già in atto. Goldman Sachs ha registrato una perdita di 2,6 miliardi di dollari nell’ultimo trimestre e BlackRock, il più grande fondo di investimenti al mondo, ha perduto l’astronomica cifra di 1,7 trillioni di dollari.

Si sta chiudendo un’epoca, quella del globalismo, e se ne sta aprendo un’altra, quella del ritorno degli Stati nazionali sulla scena mondiale.

La classe politica italiana priva di protezioni internazionali

In questa storica transizione, la classe politica italiana si ritrova scoperta, nuda e disorientata. Essa aveva puntato tutto su Davos e ora si ritrova con un pugno di mosche e senza più elettori. Il conto da pagare lasciato dai due esecutivi Conte e Draghi è altissimo. Ci sono morti sul piatto, morti causati dalle politiche dei due governi e nessuno si illuda che sarà possibile ripartire come se nulla fosse.

Gli stessi italiani ormai guardano con assoluta diffidenza e ostilità a tutti i partiti. Sanno che ognuno di essi è compartecipe delle loro sofferenze. C’è poi un altro elemento che rende ancora più vulnerabile questa classe politica, ed è quello della mancanza del suo garante internazionale a Washington.

E’ il potere del governo parallelo degli Stati Uniti che ha assicurato la permanenza al potere del sistema politico italiano, ma a Washington non ci sono più i referenti di un tempo.

La cosiddetta amministrazione Biden non ha cambiato nulla, perché gli Stati Uniti e lo stesso governo americano sembrano guidati da altre forze che non sono più quelle del cosiddetto stato profondo.

Dunque ovunque si guardi intorno, la politica vede vuoto e si impaurisce. Si impaurisce perché sa che sarà chiamata a rispondere del più grave attacco mai perpetrato alla sovranità della nazione italiana e non ci sarà nessuno che verrà in suo soccorso.

Verso la fine della democrazia liberale?

Sono già iniziate le rese dei conti interne alle bande dei partiti che si accusano a vicenda di scelte che vanno in interessi opposti e contrari. È solo il principio.  Nei prossimi mesi tali conflitti interni aumenteranno e l’appuntamento delle urne in programma per il prossimo settembre si rivelerà un probabile bagno di sangue.

I partiti rischiano di arrivare completamente consumati dalle loro faide e da quello che si preannuncia come un astensionismo record. C’è poi da considerare la variabile degli scandali internazionali, quali Spygate e Italiagate, che pendono sulla testa dell’intero stato profondo italiano. La crisi delle istituzioni liberali e democratiche non è una passeggera o di poco conto. Essa è profonda e strutturale. Sullo sfondo c’è quindi sì un reset, ma è quello della politica italiana. L’esito più probabile a questo punto sembra essere quello di una tabula rasa della stessa democrazia liberale.

Il futuro immediato sarà quindi attraversato dalla instabilità ma essa sarà un fenomeno necessario per potersi scrollare il fardello di un sistema che ha causato questo cumulo di macerie.

Un sistema che trova tutti i suoi errori nella stessa Repubblica liberaldemocratica del 1946-1948, creazione spuria che nulla ha a che vedere con i valori fondanti cristiani e romani della nazione e della civiltà italiana.

La transizione di disordine servirà con ogni probabilità per poi poter giungere all’ordine successivo, quello di un Paese finalmente restaurato e che torni ad ispirarsi alla sua unica e storica identità che gli ha permesso di avere un primato morale nel mondo.

Sono in molti a chiedersi chi saranno gli uomini che guideranno tale processo. Saranno probabilmente uomini che ancora oggi non sono sulla scena pubblica ma che possono mettersi al servizio dell’Italia e degli italiani per guidare il Paese verso il suo risanamento economico e morale.

È una fase storica unica quella che l’Italia e il mondo stanno vivendo. Sta passando un fiume che va in una determinata direzione e quando ciò accade non bisogna assolutamente mettersi controcorrente. Occorre lasciarsi guidare e restare saldi durante il passaggio.

La corrente sta conducendo l’Italia verso la ricostruzione graduale della sua sovranità perduta. Ciò che c’è da fare in questa fase, è quella di guardare al patrimonio fondante di valori del Paese. Lì c’è la risposta su ciò che va fatto. Lì c’è la rotta da seguire.

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