venerdì 31 luglio 2020

Emergenza virus senza virus! Cercasi immigrati disperatamente…


Marcello Pamio
L’Italia è oramai un paese allo sbando. Qualche millennio fa eravamo il centro del mondo, ora semplicemente siamo al centro di una immensa e grottesca cospirazione.
Siamo gestiti da un governo non-eletto da nessuno che a colpi di maggioranza risicata (se i 30 senatori della finta opposizione avessero votato non avrebbero avuto il quorum) hanno prorogato l’emergenza sanitaria fino a metà ottobre. Emergenza che ovviamente non c’è se non nel cranio semivuoto della dittatura romana. L’esito era scontato: dopo aver fatto trenta non possono non fare trentuno...
Hanno segregato in casa milioni di persone violando ogni libertà e diritto costituzionale; hanno devastato la produzione industriale italiana e fatto chiudere i battenti ad un numero incalcolabile di attività commerciali; ora vogliono dare il colpo di grazia a quel poco di sovranità nazionale ancora rimasta.
Il paese è allo stremo sotto tutti i punti di vista e cosa fa il governo per tirarne su le sorti? Impegna i parlamenti per votare la finta emergenza sanitaria.
Abbiamo in Italia 40 pazienti in terapia intensiva mentre la Francia ne ha 385, eppure i transalpini non hanno prorogato l’emergenza, noi invece sì!
Per cui dovremo tenere sulla faccia ancora quei pericolosi cenci purulenti e pullulanti di batteri e funghi (le mascherine), mantenere quel misterosofico distanziamento di 1 metro (perché come gli esperti sanno il virus è molto preciso: dopo 100 centimetri lineari nell’aria cade stecchito a terra esanime), mettere il gel sulle mani (che distrugge il microbiota dell’epidermide) e tutte le fantomatiche idiozie che menti malate hanno imposto e menti ignoranti hanno recepito e applicato.
Ma se pensavamo di aver raggiunto il culmine della follia e dell’umiliazione, sbagliavamo di grosso.
Parallelamente alle regole igieniche decise dalla Task force governativa, sulle coste oramai devastate del Bel Paese stanno sbarcando continuamente immigrati (molti dei quali infetti) con borse, zaini, cappelli in paglia e addirittura barboncini in braccio!
Ebbene sì, sono apparsi i primi immigrati animalisti.
Da una parte abbiamo il suddito dalla pelle chiara che portato alla fame deve sottostare a normative da laboratorio biochimico di massima sicurezza, e dall’altra abbiamo i nuovi elettori del PD-5Stalle, dalla pelle leggermente più ambrata, che scappano (o semplicemente escono dalla porta dimenticata aperta) dai centri di accoglienza per andarsene in giro tranquillamente con il cagnetto in braccio.
Se queste immagini non scuotono quel briciolo di dignità e coscienza rimasti, è bene sapere anche che due associazioni hanno chiamato in causa l’Italia di fronte al Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite per la “violazione sistematica dei diritti dei richiedenti asilo”.
Avete capito? Il governo sta permettendo l’entrata di uomini, cani e mancano solo i porci da ogni luogo, e qualcuno porta a processo il paese per violazione dei diritti degli immigrati.
Le due fantomatiche entità sono: l’”Associazione studi giuridici sull’immigrazione(Asgi) e il “Cairo Institutes for human rights studies” (Cihrs).
Non c’è voluto tanto per scoprire che l’Asgi è finanziata dalla Fondazione italiana a finalità umanitarie Charlemagne Onlus, dalla Tavola Valdese e dall’immancabile Open Society Foundations dello speculatore George Soros, colui che ha foraggiato tutti i gruppi eversivi e destabilizzanti del pianeta (le varie Rivoluzioni colorate), mentre il principale finanziatore del Cairo Institute è la Rockefeller Brothers Found. Niente male come curriculum, anche se queste informazioni sono da razzisti complottari che ce l’hanno a morte con quei poveri disperati che scappano dai loro paesi… Ma da cosa scappano??? Ah certo: dalla guerra, dalla fame, dalle repressioni e dalle tribù cannibali che si cibano di poveri barboncini.
Qualcuno sta giocando a Risiko con le sorti del mondo e nessuno lo dice.
Hanno trasformato un banale virus influenzale in un grimaldello per mantenere uno stato di emergenza perenne con lo scopo di instaurare definitivamente l’Ordine Internazionale del Caos.
In questo modo hanno carta bianca per restringere le già risibili libertà individuali, indebitare e distruggere economicamente i paesi, fagocitare la classe medica e la ricerca scientifica, obbligare alla vaccinazione di massa (con il fine di ridurre la popolazione), impiantare il microchip e creare per ognuno di noi l’Identità Digitale in modo da avere dall’alto il dominio assoluto.
Le parti in gioco? I sudditi con la museruola che si preoccupano delle ferie e di tornare quanto prima alla normalità (quale lo sanno solo loro) mollando a settembre senza preoccupazioni i propri figli nei gulag scolastici, dall’altra le marionette della politica, esseri privi di coscienza che indipendentemente dalla
bandierina di partito prendono ordini dai veri manovratori, coloro che realmente muovono le pedine sulla scacchiera: gli Illusionisti!
https://disinformazione.it/2020/07/31/emergenza-virus-senza-virus-cercasi-immigrati-disperatamente/

giovedì 30 luglio 2020

Governo e Protezione Civile contro la decisione del TAR: Cosa vogliono nascondere sull'emergenza Covid?


Il governo ha fatto ricorso al Consiglio di Stato contro la decisione del Tar di rendere pubblici i verbali secretati del Comitato tecnico scientifico della Protezione civile. Cioè tutti i documenti tecnico scientifici usati dal presidente del consiglio Giuseppe Conte per emanare i dpcm di marzo e aprile, quelli del lockdown.

Senza vergogna. Stato d’emergenza al buio. Il governo Conte occulta ancora i documenti del Comitato tecnico scientifico alla base dei decreti solitari del premier durante il lockdown e ricorre al Consiglio di Stato.
Nei giorni scorsi il Tar del Lazio aveva dato ragione alla Fondazione Einaudi che si era vista negare l’accesso agli atti per capire su quali basi si era mosso il presidente del Consiglio nella sua raffica di Dpcm.
Gli avvocati Rocco Mauro Todero, Andrea Pruiti Ciarello e Enzo Palumbo avevano convinto il Tar con motivazioni assolutamente pregnanti. Cinque i verbali sotto osservazione, ciascuno dei quali contenente le varie posizioni del Comitato tecnico scientifico che sono servite per i decreti. Le date di riunione dell’organismo tra il 28 febbraio e il 9 aprile.

E la richiesta di pubblicizzazione degli atti in questione atti serviva proprio a rendere chiari ed evidenti a tutti i cittadini i fondamenti di quell’attività «ampiamente discrezionale» più volte richiamata dal presidente Giuseppe Conte.

Scrivono gli avvocati che hanno vinto al Tar: «I ricorrenti hanno concesso al Governo la possibilità di rendere trasparente l’azione esecutiva e valutabile a posteriori l’operato in quella delicata fase emergenziale. L’appello avverso la sentenza del TAR Lazio dimostra quale è la volontà del Governo e del suo Presidente: non fare sapere agli italiani quali sono le reali motivazioni alla base degli innumerevoli decreti del Presidente del Consiglio».

La decisione di ricorrere al Consiglio di Stato è probabilmente legata al tentativo di ottenere almeno la sospensiva della pubblicazione degli atti almeno fino al termine dello stato di emergenza, che ora è stato prorogato addirittura fino al 15 di ottobre. Il che non fa altro che aggiungere mistero al mistero.

Perché si nega il diritto degli italiani a sapere in maniera trasparente che cosa è successo per le decisioni prese dal premier nei mesi scorsi.

L’avvocatura dello Stato, nel suo ricorso contro la sentenza del Tar, parla di «danno concreto all’ordine pubblico e la sicurezza che la conoscenza dei verbali del C.T.S., nella presente fase dell’emergenza, comporterebbe sia in relazione alle valutazioni tecniche che agli indirizzi generali dall’organo tecnico. Il che, ovviamente, non fa che accrescere i dubbi sugli eventuali rischi corsi dal popolo italiano a cui però sembra si debba nascondere tutto.

E poi si insiste: «È altamente probabile, sia in relazione all’attualità che in relazione ad altre – probabilissime ed imminenti – prosecuzioni dello stato emergenziale (intanto già decise, ndr) e dei relativi provvedimenti che dovesse essere necessario emettere a tutela della salute pubblica e della vita dei cittadini», che si debbano adottare nuove misure. E quindi nulla possa essere evidenziato alla pubblica opinione.

L’avvocato Pruiti Ciarello bolla con parole aspre il ricorso del governo: 

«Ritengo che sia un preciso dovere del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, quello di consentire agli italiani di giudicarlo politicamente. I DDPCM non sono atti sottoposti ad un dogma di fede. Gli italiani hanno diritto di conoscere per potere giudicare chi sta al governo. Se non ci si vuole fare giudicare politicamente non si ha rispetto del popolo».
Fonte: Il Tempo/Repubblica
https://www.vocidallastrada.org/2020/07/governo-e-protezione-civile-contro-la.html 

mercoledì 29 luglio 2020

ADRENOCROMO E ISOLE PEDOFILE DELL’ORRORE


ADRENOCROMO E ISOLE PEDOFILE DELL’ORRORE, ALTRO CHE MASCHERINE E CORONAVIRUS

PROFETICHE PAROLE DI JOHN KENNEDY


“Stiamo affrontando qui in America e nel mondo intero una monolitica e spietata cospirazione che ricorre primariamente a metodi segreti per espandere la sua sfera d’influenza, usando l’infiltrazione anziché l’invasione, la sovversione anziché le elezioni, l’intimidazione anziché la libera scelta, la guerra al buio anziché la lotta alla luce del sole”.

“Si tratta di un sistema che ha coagulato vaste risorse umane e materiali nella costruzione di una macchina mostruosa ed efficiente che combina il ramo militare, quello diplomatico, l’intelligence, l’economia, la scienza e le operazioni politiche. Tutte cose nascoste, non di dominio pubblico. Le loro brutalità, le loro manchevolezze, i loro costi e i loro sprechi non vengono evidenziati ma nascosti regolarmente al pubblico”.

CROLLO DELLE NUOVE FRONTIERE E AMERICA NEL BARATRO


Queste parole pronunciate il 27 aprile 1961, fanno parte della coraggiosa opera politica innovativa che il più amato e rimpianto presidente americano intendeva realizzare, e hanno oggi un significato particolarmente profetico, visto che il cancro dei superpoteri intoccabili non solo non è mai stato debellato, ma si è rafforzato ulteriormente a livelli mai visti. Tant’è che l’America, da paese-guida amato e ammirato perse le sue attrattive e cadde nel baratro e nella decadenza progressiva degli ultimissimi anni, diventando paese di trame, di imbrogli, di manovre speculative, di sostanziale immoralità politica, culturale ed economica.

L’ATTENTATO DI DALLAS SEGNA UNA SVOLTA E UN BARATRO

John Fitzerald Kennedy credeva fortemente nei suoi valori. Era mosso da una genuina e trasparente voglia di rendere il mondo meno iniquo e meno ipocrita, e accese dovunque grandi speranze e grandi entusiasmi, ma il suo idealismo politico e le sue istanze popolari cozzavano frontalmente con le macchinazioni mafiose. La sua giovane vita venne infatti stroncata nell’attentato di Dallas del 22 novembre 1963.

PASSIAMO BRUTALMENTE ALLE TESTIMONIANZE DI RONALD BERNARD


Se Kennedy non fosse stato ucciso saremmo probabilmente qui a raccontare storie totalmente diverse, storie meno terribili e meno inquietanti. Le parole di Kennedy fanno da premessa alle straordinarie rivelazioni del banchiere olandese d’élite Ronald Bernard, operante per anni al servizio dell’alta finanza internazionale. Fantasie prive di prove concrete? Ognuno decida e valuti secondo scienza e coscienza. La parola a Ronald Bernard, da una delle sue ultime interviste.

IL MONDO DI OGGI NASCONDE BRUTTEZZE FUORI DAI LIMITIRonald Bernard

“Non solo ogni singola parola del presidente Kennedy è carica di verità, per cui avevamo ed abbiamo tuttora il compito di affrontare questa massiccia e cinica cospirazione, ma occorre ricordare che abbiamo a che fare con governanti, con multinazionali, con servizi segreti e con operazioni terroristiche. Solo entrando nel bel mezzo di questa complicata matassa vedi sempre più cose e capisci sempre più cose, ottieni informazioni e panoramiche reali su cosa sta effettivamente succedendo. E a quel punto ti poni la domanda ‘Posso davvero servire tutte quelle mani sporche e luride?’

SERVIZI SEGRETI DEVIATI E FUORI DI OGNI CONTROLLO

“Una delle cose che mi ha aperto gli occhi, e che prima non riuscivo nemmeno a immaginare, sono i Servizi Segreti. Tu pensi che essi si muovano nell’interesse del loro paese e dei loro cittadini, e poi ti accorgi che si tratta di organizzazioni criminali. Si tratta di finanziare guerre, di creare guerre, di diffondere miseria e sofferenza. La prima cosa che ti viene in mente è che il popolo e la nazione devono sapere come funziona il mondo. Nulla è impossibile, nulla è troppo pazzo per i Servizi”.

RAGGELANTE TESTIMONIANZA ALLA COMMISSIONE LONDINESE SUGLI ABUSI SESSUALI

Questo è solo un anticipo tratto dalle interviste rilasciate da Ronald Bernard. Fin qui nulla di trascendentale. Il documento che però lascia tutti col fiato sospeso e coi brividi è la testimonianza che egli ha rilasciato alla Judicial Commission in Human Trafficking and Child Sex Abuse di Londra, e che gira ormai da mesi sulla rete, suscitando ovvie reazioni di disgusto e di orrore.

PURTROPPO NON SI TRATTA DI BACATE FANTASIE EROTICHE


Ma perché ne parliamo? Cosa c’entrano queste scelleratezze umane con i gravissimi problemi che l’intera comunità terrestre si trova oggi a dover affrontare, in tema di salute fisica e mentale, di benessere economico, di sopravvivenza della specie? Chiedersi tutto questo non è affatto rifugiarsi nella narrazione e nei film di Alfred Hitchcock portati all’estremo. Abbiamo sotto i nostri occhi i fatti e non le fantasie delle Isole Caraibiche dell’Orrore e della Pedofilia, la Great Saint James Island e la Little Saint James Island, comprate per 18 milioni di dollari nel 2016 da Jeffrey Epstein, professione grande finanziere al pari di Ronald Bernard. Abbiamo sotto i nostri occhi prove telefoniche e prove fotografiche di viaggi ufficiali registrati da Bill Clinton in quell’isola, oltre che del coinvolgimento di personaggi come Bill Gates e Andrea d’Inghilterra. Abbiamo sotto gli occhi l’arresto clamoroso di Ghislaine Maxwell, compagna di Epstein e nota adescatrice di minorenni. Non basta tutto questo per discuterne apertamente?

GLI ULTIMI SVILUPPI SONO ANCOR PIÙ CLAMOROSI ED INQUIETANTI

Si scoprono in questi ultimi giorni gli altarini segreti della farsa mondiale Coronavirus. Il laboratorio sperimentale cinese, che collaborava agli sviluppi dei virus con la Gates Foundation, è anche la sede del traffico dell’adrenocromo! Dallo stesso laboratorio di Wuhan, si produce l’adrenocromo, sostanza dopante consumata ampiamente a Hollywood e dintorni, da attori e cantanti.


L’adrenocromo pertanto è contaminato da Corona Virus, è possibile quindi una correlazione tra l’ammalarsi dei Vip e il consumo della sostanza proibita? Se ciò fosse solo una mera coincidenza, perché le star si mandano dei messaggi in codice Pizzagate sui loro social?


E INTANTO LA GENTE CONTINUA A PARLARE DI MASCHERINE

Faccio presente che l’adrenocromo è un composto chimico derivante dalla ossidazione dell’adrenalina. Si tratta di un prodotto secondario del catabolismo surrenali dell’adrenalina. Pare che non solo negli animali portati al macello, ma anche nei bambini spaventati e terrorizzati, l’adrenocromo si sviluppi in forme particolarmente intense. E la gente nel frattempo continua a masticare pane e televisione, continua a indossare mascherine sul viso e a praticare distanze di sicurezza che sono in realtà distanze di sospetto e di schifo per noi stessi e per il prossimo. Sapremo darci una scossa e ribaltare questo infinito ed inestricabile imbroglio causato esclusivamente dall’ignoranza e dalla perfidia nella quale siamo precipitati? Ma diamo di nuovo la parola a Ronald Bernard, con qualche ritocco traduttivo e sottotitoli di Valdo Vaccaro rispetto alla versione ufficiale, a solo scopo di maggiore chiarezza e comprensione.

LO SCHEMA È SEMPRE QUELLO, PIÙ SEI INNOCENTE E INDIFESO E PIÙ VIENI ABUSATO

Questo che vi espongo non è un nuovo programma, anzi è uno schema molto antico. Si tratta di un Programma Luciferino. Questo significa che Loro cominciano ad allevarci già tramite mamma e papà, per finire dritti-dritti nel regime di schiavitù, perché noi bambini siamo niente di più che una risorsa da sfruttare. Noi siamo il valore, noi siamo la luce e Loro vogliono assorbirla completamente, come spremere un’arancia del tutto, succhiandola all’ultima goccia e gettando poi via la scorza.

L’ESORDIO NELLA VITA È CARICO DI PERICOLI

È un po’ il sistema americano. Consumi e poi getti via. Ed è proprio questo che sta succedendo sul nostro pianeta. È questo che sta avvenendo tramite i tuoi stessi genitori. Loro ti amano, vogliono prendersi cura di te, ti immettono nel programma dei vaccini con un sacco di sostanze chimiche a danno del tuo sistema immunitario, ti inseriscono nel sistema scolastico e in tutte le correlate strutture affinché tu diventi lo schiavo perfetto.

DA UN IMPORT-EXPORT DI SUCCESSO AL TRAFFICO MONETARIO

Ho sviluppato me stesso in un mondo criminale, coperto da uno splendido mantello esteriore di import-export, cominciando in giovane età, intorno ai 20 anni. Possedevo già le cose luccicanti come macchine e mezzi che ti puoi permettere solo quando sei ricco. Poi lo show stile Hollywood, della serie ‘Il Riuscito Uomo d’Affari’. La gente intorno pensava che avessi dei genitori ricchi. Al di là di tutti questi scambi, ho cominciato anche ad essere coinvolto nella negoziazione di valute che era un business non tassato, moneta in nero. Guadagni in forte crescita. Uno dei miei partner di Bruxelles osservò che stavo tutto concentrato in affari e attività promettenti e mi chiese perché non facessi un salto di qualità e passassi alla negoziazione di monete. ‘Noi abbiamo licenze disponibili tramite ditte off-shore e possiamo siglare un accordo. Potrebbe essere una buona carriera per te.’

UNA SOLA CLAUSOLA DA RISPETTARE: SCORDATI LA COSCIENZA

C’era solo una condizione, un avviso, una clausola. Devi mettere la tua coscienza nel freezer a meno 100°C di temperatura. Ah, ah, nessun problema. Sono già allenato a questo. Sono già quasi morto nell’anima. E da allora sono diventato, passo dopo passo, servo del grande capitale. Ci sono voluti alcuni anni per arrivare ai posti più alti, e il gioco diventava via via più eccitante, come il vivere in Russia.

STAMPATORI E DISTRIBUTORI DI DOLLARI STRATEGICI

Servizi segreti che stampavano dollari americani migliori di quelli della Federal Reserve, di migliore qualità cartacea e stampati in USSR. Ed in più ricevevamo la nostra brava commissione per tale magnifico incarico. Ed in più fummo autorizzati a distribuirli sul mercato legale e illegale. Ai più grandi rivenditori di camion, a personaggi che facevano affari con gli armamenti, a tutti i tipi di attività criminali. Questo era il modo più semplice di collocare enormi somme di dollari sul mercato attraverso canali illegali. Ma questa circolazione monetaria era solo parte del gioco al fine di mantenere uno situazione di guerra economica Russia USSR-USA, e si faceva lo stesso gioco persino nella direzione opposta.

A 25 ANNI MUOVEVO GRANDI CAPITALI, FINANZIAVO GUERRE E MANDAVO INTERI POPOLI IN MISERIA

A 24-25 anni stavo già facendo casino e guerre economiche in giro per il mondo. Pertanto, dopo tutti questi successi cominciavano a notarti ed osservarti. Come dire Hey qui c’è un ragazzo brillante, uno che sa sempre cosa fare, come farsi strada di qui e di là, come farsi gioco di leggi e regole. Ecco allora che ti invitano sempre più spesso e ti affidano compiti ancora più delicati. E così cominci a lavorare nel settore finanziario, in modo indipendente. Fai il lavoro sporco per le banche centrali, per le multinazionali, per i governi, per le organizzazioni terroristiche e per i Servizi Segreti dei vari paesi. E poi, ciliegina sulla torta finale, lavori sporco per le Chiese. Wow, ti viene data l’intera piattaforma dove girano i grandi soldi. E tu ricevi l’invito ad unirti in questi circoli, per far muovere a piacere il flusso di capitali in giro per il mondo, per cominciare guerre locali, per creare miseria dovunque comoda crearla sul pianeta.


LA ÉLITE CHE COMANDA È COMPOSTA DA 8000-8500 PERSONE

Ricorda che non c’è praticamente alcuna miseria che sia naturale su questo pianeta. Dovunque c’è della miseria è creata appositamente. È la miseria che permette al sistema di funzionare, trattandosi di un sistema dualistico. Tutto è collegato. Estrai il petrolio e poi ci vogliono tutte le navi necessarie per il trasporto dell’energia. Ed è il sistema che succhia l’energia. Se la gente è misera, priva di forza, vive in pieno relax e sta praticamente sonnecchiando. Benissimo, significa che puoi fare tutto quello che vuoi. Questa è la mentalità della Élite. Beh, a dire il vero, Loro non sono la vera Élite. I personaggi-chiave sono soltanto quelli con cui ho lavorato negli ultimi giorni e sto parlando di circa 8000-8500 individui, i veri protagonisti, quelli che fanno giostrare il mondo proprio piacimento ovvero ‘those who run the show’. Ed essi sono esattamente come me, quasi un modello di quello che io ero diventato.

UNA MISERIA CONDIVISA SUL PIANO ESISTENZIALE

Vivono male, più morti che vivi, completamente spaventati e inquieti, sempre alla ricerca giornaliera di riempire i vuoti e le carenze interiori. Pure io, come Loro, non avevo mai abbastanza. Cavalcavo inconsapevolmente i mostri dell’avarizia e i mostri del di più, dove entra in gioco Lucifero, perché si va nel campo delle cose interdimensionali. Questi 8000-8500 soggetti erano diventati miei amici e miei simili. Incontrarli era come tornare a casa. Per la prima volta avevo cominciato a stare con degli umani dalle stesse mie caratteristiche, umani che mi capivano e che io capivo. Anche perché stavano soffrendo le stesse pene dell’inferno che tormentavano me stesso. Loro lo facevano ad altri livelli, ma sperimentavano pure essi tanta miseria sul loro piano esistenziale.

ODIO PER LA VITA, ODIO PER LA NATURA, ODIO PER LA GENTE

Più che una società umana, una grotta elettrificata. Nulla che ricordi l’essere umano. Si tratta semmai di una forza oscura molto malvagia la quale gioisce, la quale davvero gode nel distruggere tutta la vita su questo pianeta, una forza che è tuttora attiva. E mi sentivo unito a tutto questo pure io. Lo dico davvero, e senza alcun rimpianto, perché ora sto andando indietro nel tempo coi ricordi. Se non ve lo dicessi sarei una persona finta e falsa. Io mi divertivo davvero nell’avere la possibilità e il potere di distruggere tutti gli umani e tutta la vita sulla terra. La Natura era per me niente, doveva essere annientata. Noi odiavamo ogni cosa che rappresentasse la vita, quello che rappresentasse il Creatore del Cielo e della Terra. Non chiedetemi altro, ma non prendete quanto vi sto dicendo con leggerezza.

MI DICHIARO PUBBLICAMENTE ASSASSINO SERIALE

Non potete immaginare. Io lo capisco che non tutti sono pronti a comprendere tutto questo. Ma attenzione, tutto questo sta continuando tuttora oggi, nel tempo presente. Alla fine, io posso darvi ogni dettaglio su quello che ho fatto, su come uccidevo indirettamente le persone. È come se tu fossi alla guida di un bombardiere invisibile sganciando bombe a più non posso.

TRA LE MIE MISSIONI ANCHE LA DISTRUZIONE DEL MADE IN ITALY, DELL’ECONOMIA ITALIANA

Lo facevo attraverso la finanza, attraverso missioni specifiche come quella di distruggere l’economia dell’Italia. E poi, più avanti, quando sei nel mercato finanziario, ascoltavi le persone che finivano in bancarotta. Facevamo delle risate fantastiche nel vedere come molti imprenditori si suicidavano per le loro aziende distrutte. Se poi lasciavano dietro di loro donne disperate con bambini da mantenere, si rideva ancora di più. Ce la godevamo. Questo è esattamente il mondo dal quale io vengo.

PROPRIO NEL MOMENTO CRUCIALE È SCATTATA LA GRANDE RIBELLIONE

Ma ecco che arriva l’imprevisto e l’imponderabile. Il mio punto di svolta avvenne paradossalmente all’acme della mia performance. Ero stato così bravo ed eccellente col mio team che, nella Loro opinione, ero pronto per il salto finale, per l’ultimo livello, e dovevo dare una prova decisiva. Ero maturo per assistere e partecipare da protagonista diretto a un sacrificio di bambini. E venni invitato. Ma questo mi sconvolse letteralmente nel di dentro. Questo andava davvero oltre i confini massimi, oltre il mio massimo grado di accettabilità. Non riuscivo a gestirlo. Mi stava colpendo da morire. Dentro ognuno di noi c’è la voce interna del bambino che piange per i torti subiti. Nessuno tocchi questo tasto. Era scattata dentro di me la sirena d’allarme.

IL CONTRATTO MI CONDANNAVA, MA NON ERA FIRMATO COL SANGUE

Non andai all’appuntamento e, da lì, da quel preciso momento, ho cominciato per la prima volta a malfunzionare. La mia carriera, il mio percorso netto, la mia intera carriera cominciò a cadere in pezzi. Ho raccontato queste cose in precedenti mie interviste. Per farla breve, Loro si sono accorti di questo cambiamento. Hanno cominciato a portarmi fuori dal sistema e a farmi delle pressioni. Mi ricordavano che tutto era off-shore, e che volevano ogni cosa indietro, perché Essi mi possedevano, perché io avevo fatto ogni cosa attraverso Loro. E continuavano a ricordarmi del contratto che avevo firmato. Non lo avevo firmato con il sangue. Quello sarebbe stato il prossimo livello se avessi accettato. Se avessi firmato col sangue, adesso sarei già morto.

PER ME LA PAROLA HA UNA GRANDE IMPORTANZA

Il nostro era una sorta di accordo tra perfidi gentiluomini. Ancora lo mantengo e sempre lo manterrò riguardo al fatto di non fare nomi di persone, compagnie e fatti segreti particolari. Sono un uomo di parola. Se dò la mia parola la dò per sempre, poco importa se riguarda la luce o l’oscurità.

CATENE SPEZZATE E USCITA DEFINITIVA DALLA GABBIA

Alla fine sono uscito dalla gabbia e potete verificarlo dalle mie interviste. Del resto il mio corpo stava cadendo in pezzi. Un attacco di cuore e la sirena verso l’ospedale. Esperienze extra-corporee per vedere cosa mi stavano facendo. Poi, tornato nel mio corpo, la prima cosa che vidi fu mia madre che piangeva nel vedere che ero tornato in vita, lasciandola sola nell’al di là. Poi ho passato per un anno diversi ospedali privati per recuperare dalle sofferenze e dai danni patiti. Avevo bisogno pure di raddrizzare la schiena che si era nel frattempo piegata. Per altri 8 anni rimasi completamente fuori dagli schemi, nascondendomi in diversi paesi e con diverse identità.


FATICOSA RICOSTRUZIONE MORALE E INCONTRO COL CREATORE

Avevo fatto e dato tutto quello che volevano, avevo pure rispettato gli accordi, ma questo non bastava a cancellare la mia PAURA, perché Loro avevano promesso che avrebbero distrutto tutta la mia linea di sangue. Quindi anche mia moglie e i miei figli che stavano pure scappando e nascondendosi sempre separatamente da me. Pertanto passai altri 9 anni sotto totale copertura. Dopo quella esperienza so cosa vuol dire la mancanza dei propri figli. È orribile avere un figlio morto o scomparso. Non sapere poi dove egli si trovi ti tortura ancora di più. Infine, dopo altri 11 anni ho reincontrato il mio primo figlio. Ed è stato in quel periodo che stavo recuperando. Ho cominciato a ricostruire una relazione con la vita. Ho cominciato a studiare in senso teologico. Ho studiato il Corano, la Torah, la cosiddetta Bibbia, che include pure dei tratti satanici. E ho cominciato così a incontrare il Creatore del Cielo e della Terra. Questo ha salvato la mia vita.

C’ERA QUALCOSA DI MEGLIO DA FARE, RISPETTO AL SUICIDIO

Il Creatore è stato il primo ad amarmi davvero. Mi ha donato qualcosa, mi ha dato quella luce che serve a sopravvivere e a orientarsi. Anche perché il mio primo atto di amore verso il mondo intero era il genuino desiderio di uccidere me stesso, facendogli così un grosso favore. Ma il Divino mi convinse che io ero in una fase di transizione dalla morte alla vita, non dalla morte alla morte, e che avrei commesso un ennesimo errore. Ma non volevo andarmene come atto egoistico. La mia voglia di suicidarmi era il primo vero atto di amore verso il prossimo, il primo atto di vitalità e di amore genuino e disinteressato. Per fare tutto questo devi trasformarti in un imprenditore sociale, in qualcuno che ha a cuore gli altri. E grazie al Creatore ho avuto questa grande soddisfazione. Nell’essere qui e nell’aprire la mia interiorità a tutti voi mi sento imprenditore sociale responsabile, ed è per me una immensa acquisizione.

COLLABORAZIONE ED INTERCONNESSIONE SONO LA MEDICINA DECISIVA

L’ultimo messaggio che voglio darvi è che, se volete essere liberati dalle vostre catene, non guardate all’esterno di voi come tutti fanno. Il cambiamento deve avvenire sul piano interiore. Noi siamo persone appartenenti a questo pianeta, siamo radicati e cresciuti in questo pianeta. Dobbiamo saper scegliere le cose giuste dicendo CHE NON VOGLIAMO PIÙ CHE QUESTO DISASTRO ACCADA, dicendo che siamo in grado di reggerci e di stare in piedi, di essere nuovamente esseri integri e carichi di dignità. Abbiamo la facoltà e il potere di collaborare in tutto il mondo l’uno con l’altro.

ABBIAMO TUTTI I MEZZI PER VINCERE LA SFIDA

Gli strumenti materiali per fare questo cambiamento esistono. Uno dei mezzi di cui c’è bisogno per trasformare il mondo è il sistema monetario, il sistema finanziario, il sistema energetico, le conoscenze sulla salute. Questo è un pianeta estremamente ricco. Tutto è possibile su questo pianeta. L’unica cosa che dobbiamo fare è connetterci l’uno con l’altro in tutto il mondo e URLARE FORTE ‘NO MORE‘, BASTA AI SOPRUSI E AGLI EGOISMI, ALZIAMOCI IN PIEDI A TESTA ALTA.


IL BAMBINO INNOCENTE CHE STA DENTRO OGNUNO DI NOI

Il cambiamento non arriva da nessuna parte. Se tutti noi siamo noi stessi e ci comportiamo da uomini veri, libereremo noi stessi e nel contempo il pianeta. Posso dirvi tutte queste cose con cognizione di causa perché ho ancora molti contatti importanti in tutto il mondo visibile e invisibile. Mi giungono persino folate di sofferenza dal grande mondo carcerario, con tutte le sue forze oscure che intorno ad esso stanno urlando. Altro punto fondamentale è che all’interno di ogni persona che soffre esiste un bambino innocente che nessuno oserebbe tradire, anche se è stato altamente calpestato e danneggiato. Grazie a tutti di avermi ascoltato. Ronald Bernard.

CREDO A ME STESSO E NON HO ALCUN DUBBIO SULLE SCELTE DA FARE

Il mio commento finale è che spero di non aver terrorizzato e spoetizzato nessuno, e nemmeno distratto nessuno. Ci sono cose concrete cui pensare nel quotidiano. Scelte concrete da fare, sole da prendere, aria da respirare a pieni polmoni, cibi digeribili-vivi-innocenti da assumere. Sia l’esempio di John Kennedy che quello di Ronald Bernard ci dicono che cavalcare i mostri dell’indifferenza, del cinismo, dell’egoismo e dell’avarizia non ci porta lontano. Ci sono modi e modi di vivere e di morire. Quando operiamo le giuste scelte ritroviamo l’equilibrio e l’autostima, ritroviamo l’armonia con la mente universale, con il mondo visibile ed invisibile, coi vivi e coi morti, e non ci precludiamo le immense distese intergalattiche di cui, pur dispersi in questa micro-periferia terrena, facciamo parte.

Valdo Vaccaro


http://altrarealta.blogspot.it/

martedì 28 luglio 2020

Associazionne a delinquere planetaria con l’Italia come Epicentro

Quello che sta succedendo nel mondo intero con questa pseudo pandemia è assolutamente gravissimo…

Valeria KindQ on Twitter: "NWO Dittatura Sanitaria Planetaria ...
A fronte di una mortalità ben al di sotto delle sole malattie respiratorie che ricordo ogni anno fanno oltre 50.000 morti solo in Italia, si è attivata una gran cassa mediatica che pompa terrore a reti e giornali unificati, con un bombardamento mai visto nella storia mediatica italiana.
In Italia in particolare ci sono state le misure più restrittive, più insensate e più criminali applicate al mondo, sia sulla mancata prevenzione che sulla gestione da parte del ministero della sanità, che fra omissioni e protocolli totalmente errati ha causato in alcune ristrette aree del paese (alcune province lombarde) una vera moria di anziani e persone a rischio.

Cosa che doveva attivare indagini approfondite e basate sulle autopsie, che invece sono state vivamente “sconsigliate” e i morti inceneriti come “rifiuti tossici”… solo per questo chi è arrivato a tanto disprezzo per la dignità umana, meriterebbe il carcere! Inoltre, persone a rischio, come quelle nelle residenze per anziani, non sono state individuate e protette (forse appositamente?).
Ora che il virus ha perso forza ed è totalmente disattivato dal clima e dalle abitudini estive dei cittadini (esposizione al sole e vita all’aperto in particolare) questo governo infame cerca in tutti i modi di prorogare un assurdo stato di emergenza, solo per blindare il proprio potere e rimandare le elezioni regionali, che si prospettano catastrofiche sia per il PD che per i super voltagabbana 5 Stelle, che sputtanati completamente dall’alleanza pro poltrona col PD, voterebbero anche lo “jus prime noctis” pur di rimanere nel paradiso dorato del Parlamento.
Prove tecniche di dittatura (in salsa europea) - Orwell.live
Uno spettacolo ignobile e che farà sempre più “innervosire” chi li ha votati e quindi questi mercenari con la faccia come il c..o, a mio parere devono fare attenzione, perché nei 5 stelle c’erano molte persone “focose” che vistesi prese in giro e ridotte ancor più alla fame potrebbero passare alle vie di fatto.
A questo punto allego una splendida analisi di due grandissimi giuristi, Mattei in particolare è ormai arcinoto a chi si informa in rete sia per l’autorevolezza che per la chiarezza e decisione con cui lotta col Comitato Rodotà per i diritti dei cittadini, dei bambini e delle generazioni future (un concetto che i criminali al governo neanche sanno cosa sia o forse lo sanno ma l’interesse personale prevale). Già sono riusciti a bloccare il primo tentativo di proroga dello stato di emergenza.
Si tratta di un video splendido che spiega in modo eccelso l’assurdità e l’illegalità di una proroga dello stato di emergenza, visto che già quello in essere è assolutamente incostituzionale ed è stato imposto come dittatura sanitaria ed esperimento sociale di punta nel mondo, teso al controllo e disattivazione delle libertà e garanzie costituzionali, per arrivare ad un controllo dei cittadini al cui confronto Orwell sembra nulla!
Stiamo vivendo in una vera dittatura sanitaria illegale e incostituzionale che ci viene fatta passare come “Nuova Normalità”, con prospettive di vaccinazioni obbligatorie e tracciamento e controllo sociale totalmente ingiustificati e degni dell’eugenetica nazista.
Articolo di Marco Santero
https://www.conoscenzealconfine.it/associazionne-a-delinquere-planetaria-con-l-italia-come-epicentro/ 

lunedì 27 luglio 2020

Adrenocromo: la droga dell’immortalità. Il Santo Graal dei pedosatanisti


Marcello Pamio
E’ conosciuto almeno dagli anni Trenta del secolo scorso anche se in letteratura uno dei primi a parlare di adrenocromo fu Aldous Leonard Huxley (1894-1963) nel suo libro “Le porte della percezione: paradiso e inferno” del 1954.
Huxley è stato uno scrittore visionario ma soprattutto uno sperimentatore. Oltre alla saggistica infatti si è dedicato alla meditazione filosofica indotta dalle droghe: egli era convinto che la felicità e l’infelicità altro non fossero che il frutto di reazioni chimiche all’interno dell’organismo umano.
Questa sua visione della vita lo portò a sperimentare estesamente su sé stesso gli effetti di molte droghe (mescalina, LSD, ecc).
L’adrenocromo - ha scritto - “è un prodotto della decomposizione dell'adrenalina, può produrre molti dei sintomi osservati nell'intossicazione da mescalina. Ma l’adrenocromo probabilmente si forma spontaneamente nel corpo umano. In altri termini, ciascuno di noi può essere capace di fabbricare minute dosi chimiche di ciò che si ritiene provochi profondi cambiamenti nella coscienza. Alcuni di questi cambiamenti sono simili a quelli che si verificano nella più caratteristica peste del ventesimo secolo, la schizofrenia”. Aveva perfettamente ragione Huxley quando scrisse che “si forma spontaneamente nel corpo umano”, e dopo vedremo come si produce e soprattutto perché...
A riportare alla ribalta mediatica l’adrenocromo ci ha pensato il romanzo “Paura e disgusto a Las Vegas” scritto da Hunter Stockton Thompson nel 1971, da cui hanno tratto il demenziale film “Paura e delirio a Las Vegas” con Johnny Depp, in cui si parla espressamente della droga descrivendola come uno psichedelico dagli effetti simili all’LSD, anche se “la mescalina al confronto è un gingerino”...
Brevetto chimico
Il 26 febbraio 1985 gli Stati Uniti hanno assegnato il brevetto numero 4,501,923 all’inventore inglese Deryck F. Boot che lavorava per la Minnesota Mining and Manufacturing Company, meglio nota come 3M Co., la potentissima corporation americana che produce oltre 60.000 prodotti industriali di ogni tipo (mascherine, adesivi, abrasivi, dispositivi di protezione individuale, pellicole per vetri, prodotti dentali, materiali elettrici ed elettronici, prodotti medici, software sanitari ecc).
Il brevetto descrive un processo per preparare l'adrenocromo comprendente adrenalina ossidante o un suo sale.
Oggi in medicina l’adrenocromo viene somministrato per via endovenosa per curare soggetti epilettici, mentre sotto forma di adrenocromo monosemicarbazone (carbazocromo) viene utilizzato come emostatico nelle emorragie capillari per trattarne la fragilità, ma in questa forma è totalmente privo di azione simpaticomimetica e quindi del tutto inutile per gli scopi tanto desiderati e ricercati dall’élite...
Adrenocromo
Cos’è in realtà questa sostanza, e perché è così ambita?
L'adrenocromo, la cui formula è C9H9NO3, è il potente precursore ormonale dell'adrenalina secreto dal corpo in grandi quantità in momenti di intensa paura, rabbia o pericolo di vita. Lo scopo è quello di ottimizzare la risposta adrenalinica dei muscoli e dei nervi, proteggere i tessuti e gli organi dai rigori della scarica di adrenalina, ottimizzando al meglio il meccanismo di combattimento o fuga come risposta alla paura umana in situazioni di estrema necessità come quelle legate alla sopravvivenza.
Si può pensarlo come un potentissimo additivo per il carburante della “macchina umana” di fronte ad un pericolo. Sembra non esserci nulla di simile sulla terra.
Possiede, tra le altre cose, capacità rigenerative dei tessuti, sarebbe in grado di ripristinare la reattività nervosa e la funzione cognitiva.
Miracolo dell’orecchio del coniglio e del cuore della rana
In uno studio belga pubblicato nel 1946, i clinici furono in grado di usare una perfusione di adrenocromo acquoso per riportare in vita l'orecchio di un coniglio congelato, consentendo ai medici di ripristinare la vascolarizzazione e la risposta dello stimolo nervoso al tessuto precedentemente necrotizzato. Cose impensabili non solo allora ma anche oggi.
I medici hanno dimostrato la capacità dell'adrenalina ossidata nel ripristinare i sistemi nervosi danneggiati, e i risultati hanno stimolato la pratica di applicare l’adrenocromo nei siti di incisione dei pazienti al fine di accelerare la rigenerazione e la guarigione dei nervi.
In un altro studio questa volta del 1939, la perfusione di adrenocromo è stata usata per rigenerare e riavviare il cuore di una rana, riportando in vita l'animale.
Bambini come “donatori”
Come detto precedentemente l’adrenocromo prodotto chimicamente è un farmaco che non ha nulla a che vedere con la sostanza endogena naturale prodotta da un essere umano in pericolo!
La cosiddetta “droga dell’immortalità” deve venire estratta direttamente dall’organismo, meglio se giovane e fresco come quello di un bambino perché con l’età la sua produzione cala.
L’altro motivo è che la sovraesposizione ripetuta all'adrenalina ossidata dell'adulto porta a nefasti effetti collaterali fisici e mentali: convulsioni epilettiche, sintomi simili al Parkinson, schizofrenia e psicosi delirante.
I bambini risultano essere la migliore “fonte” di estrazione, sia perché è più facile trovare una piccola creatura come “donatore” rispetto ad un adulto, e poi perché l'adrenocromo giovanile è bilanciato chimicamente in modo da ridurre gli orribili effetti collaterali della versione per adulti.
Vale la regola: più giovane è il “donatore” e migliore è la droga!
Per avere una maggiore concentrazione di adrenocromo è necessaria una potente scarica adrenalinica e questa si genera quando la persona e/o il bambino subisce violenza psicologica o fisica e quando viene letteralmente impaurito e terrorizzato.
Questo abominio potrebbe essere la spiegazione del pernicioso e indicibile traffico di bambini, rapimenti, sfruttamento, abusi e persino sacrifici di minori da parte di queste pericolosissime congreghe? Pochi sanno perché i media non ne parlano, ma ogni anno milioni i bambini nel mondo spariscono nel nulla: una parte torna a casa ma il restante non viene più ritrovato!
La Verità è figlia del tempo e per fortuna le cose stanno venendo fuori.
L’altra cosa che sta lentamente emergendo è che questa droga sembra essere largamente utilizzata dai membri dell’élite legati a logge pedosataniste, di cui moltissime star di Hollywood, e non solo, ne fanno parte.
In pratica l'adrenocromo ha assunto le connotazioni mitologiche della fonte dell’eterna giovinezza: il Santo Graal dei pedosatanisti luciferini che regnano purtroppo in mezzo a noi...
Conclusione
Non possiamo sapere con assoluta certezza se l’adrenocromo è una invenzione fantasiosa di qualche mente perversa o realmente la droga più ricercata e in voga dalla crème de la crème.
Ma droga a parte, la cosa certa è che esistono numerose congreghe dedicate al culto luciferino, mi riferisco alle sette pedosataniste che si dedicano alla profanazione rituale dell'innocenza infantile per il potenziamento “spirituale” da una parte (se possiamo chiamarlo così), e forse anche al potenziamento chimico-ringiovanente dall’altra.
Tutto però sta venendo fuori e i segni della verità stanno emergendo quotidianamente.
Il caso del miliardario pedofilo Jeffrey Epstein è illuminante da questo punto di vista.
Epstein era un procuratore e organizzatore di questa aberrante pratica sessuale di magia nera, e il suo arresto ha permesso di scoperchiare, almeno in parte, il Vaso di Pandora.
Sappiamo nomi e cognomi dei numerosi clienti (non di tutti purtroppo) di Epstein, quelli che hanno volato con il suo jet privato “Lolita Espress” per andare a impaurire e/o violentare i bambini nella sua isoletta (Isle of Sin, l'isola del peccato)…
Il jet privato di Epstein "Lolita Express"
A questo punto chi può negare l’ipotesi che i vari personaggioni non volassero nell’isola degli orrori per partecipare alla produzione della droga?
Tra i nomi venuti alla ribalta: Bill, Hillary e Chelsea Clinton, Woody Allen, Kevin Spacey, Bill Cosby, Mick Jagger, Principe Andrea, Charles Spencer (fratello di Lady Diana),il filantropo Bill Gates, Tony Blair, Michael Bloomberg, Richard Branson, Rupert Murdoch, persino Henry Kissinger e moltissimi altri nomi della politica, della finanza e di Hollywood.
Anche il filantropo Bill Gates risulta nell'elenco passeggeri…
Nell’armonia e nell’equilibrio del Sistema, oltre a queste forze indubbiamente di tenebra si stanno muovendo anche le forze di Luce, e difatti le notizie e i nomi iniziano a trapelare...
Anche le dichiarazioni inequivocabili del presidente Donald Trump sono su questa linea.
La difesa a spada tratta dei bambini e soprattutto le azioni che sta mettendo in atto Trump (il presidente che non doveva essere eletto), indicano senza ombra di dubbio che è in atto una vera e propria guerra ai più alti livelli, o ai più bassi dipende dai punti di vista.
Uno scontro senza eguali tra il mondo umano e quel substrato occulto (Deep State) di anime perdute e totalmente pervertite.
Concludo con qualche immagine recente dei divi di Hollywood, perché stranamente il loro corpo sembra aver subito un tracollo fisico nell’ultimo periodo. Tracollo inspiegabile se si confrontano le foto con le precedenti…
Siamo di fronte alla prova che molte star sono in astinenza di qualche droga? Oppure si tratta solo di normalissimo invecchiamento fisiologico accelerato dal lockdown?
Jhonny Depp, 57 anni
Celine Dion, 52 anni
Regina Elisabetta II, 94 anni. Principe Filippo Mountbatten, 99 anni e il papa…
Esperimento sulla rana è citato in questo articolo scientifico:
https://physoc.onlinelibrary.wiley.com/doi/pdf/10.1113/jphysiol.1949.sp004305 

Esperimento sul coniglio è citato in questo articolo scientifico:
http://pharmrev.aspetjournals.org/content/1/1/1

In questo articolo si legge: "Adrenochrome causes an elective inhibition of the process, which determines the content of associative thinking. This occurs in doses that do not heighten the lability of basic processes, do not reduce excitation, and do not loose temporary connections as is the case with LSD".
https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0074774208600252

Questo riguardo le possibili reazioni "psicotiche" indotte da adrenocromo:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4813425/


https://disinformazione.it/2020/07/24/adrenocromo-la-droga-dellimmortalita-il-santo-graal-dei-pedosatanisti/

domenica 26 luglio 2020

Bagliori di un'infanzia dorata


 
Introduzione

Bhagwan Shree Rajneesh è una di quelle figure che la storia ha sempre ricordato come “un enigma”: è difficile, per quanto assurdo possa sembrare, trovare due sole persone d’accordo su chi egli sia e su cosa rappresenti.
Sui libri pubblicati da discepoli, studiosi, detrattori e persone realmente interessate a capire cosa egli significhi, cosa rappresenti, non si trovano due sue descrizioni che coincidano. E se poi qualcuno, per cercare certezze, si rivolgesse direttamente a ciò che Bhagwan stesso ha scritto, l’enigma acquisterebbe colori ancora più intensi, più assurdi, più contraddittori. L’interrogativo finirebbe per diventare opprimente, in quanto ogni aggettivo risulta inadeguato, ogni etichetta lontana. Personalmente posso dire di non aver mai conosciuto nessuno capace di esistere al di là di ogni definizione, così come fa Bhagwan: pur non nascondendosi, e forse per questo, pur mostrandosi per ciò che egli è, egli non è… e col tempo ha negato tutti gli sforzi di quanti hanno voluto “associarlo” a qualcosa. Non facendosi nessuno scrupolo a sollevare controversie.
Proprio le controversie stimolarono la stampa a parlarne, ma anche in questo caso le contraddizioni si sprecarono: da un lato si è voluto parlare di plagio, di una figura paterna che strumentalizza psicolabili.
D’altro canto si continuano a pubblicare libri, articoli, interviste, addirittura vengono riportati interi brani firmati da Bhagwan in persona su testate di grande respiro. Inoltre, fatto ancor più significativo, a lui continuano ad andare, a migliaia, persone provenienti da ogni parte del mondo, e si tratta sempre di gente che ha un livello di istruzione medio-alto (una ricerca svolta negli USA ha rivelato che intorno a Rajneesh ruota la più alta concentrazione di laureati, 70%, e di plurilaureati, 38%, mai registrata all’interni di un “fenomeno” religioso contemporaneo). Come mai?
In Italia, poi, se alcuni personaggi molto conosciuti nel mondo culturale, non sono riusciti a superare il muro dei sentito dire, e si sono ritirati di fronte ad una immagine, creata dai media nell’ultimo decennio, tuttavia, questi giudizi non hanno impedito ad altri scrittori, giornalisti, uomini di cultura di firmare una lettera aperta per sollecitare il governo italiano a concedere a Bhagwan un visto di ingresso nel nostro paese, e molti lo hanno fatto proprio perché provano una profonda curiosità, solleticata da tante dicerie, e desiderano incontrarlo, per toccare con mano ciò che è, per dialogare con lui e sviluppare i temi letti nei suoi libri: “stimolanti”, a detta di molti, “per un discorso sui valori e per comprendere ciò che accade nell’umanità contemporanea”.
Sono prove che dimostrano come, nonostante il susseguirsi di avvenimenti giallo rosa, e nonostante il terribile ostracismo decretato da politiche, religioni, culture, in apparenza tanto diverse tra loro, qualcosa di quest’uomo resta sempre limpido al di là della cronaca, al di là delle notizie stampa, al di là di ogni giudizio possibile.
Le istituzioni stesse, se da un lato aspirano a fare di Bhagwan un sepolto vivo nel suo stesso paese, dimostrando una chiara volontà di rendere la vita difficile sia a lui che a quanti desiderano andare da lui; d’altro canto devono arrendersi di fronte alla mancanza di elementi  che impedisce vere e proprie azioni legali. Nel corso di una conferenza stampa, il Procuratore dello Stato dell’Oregon, David Frohnmayer, affiancato da Charles Turner che parlava a nome del Governo Federale (e questo vuol dire F.B.I.), ha ammesso che “non è stata trovata la minima prova che dimostri la colpevolezza di Bhagwan in nessun crimine”, e dello stesso tono è stato l’intervento del Ministro delle Finanze al Parlamento Indiano, sul finire del 1986, allorché ha dichiarato che “non esistono prove che confermino le dicerie legate alla figura di Bhagwan Shree Rajneesh, di una continua evasione fiscale nel nostro paese”.
Sono due casi, ma sono notizie mai diffuse, né dalla stampa, né dai governi che di volta in volta hanno vagliato la richiesta di visto fatta da Bhagwan: in questi casi, si è parlato in ben altri toni, e ci si è aggrappati a ben altri giudizi per informare la gente, o per negare il visto d’ingresso.
Ma si tratta di fenomeni che si assommano ad altri fenomeni, la cosa sorprendente è che nulla di tutto ciò scalfisce quest’uomo.
Pare proprio sia inevitabile concludere che egli vive la vita secondo “altri” canoni, fondandosi su “qualcos’altro”, ed è proprio questa profonda sensazione che conserva comunque inalterato l’impatto che questo Maestro continua ad avere su quanti lo hanno incontrato o che arrivano ad incontrarlo, senza mediazioni, anche solo tramite le sue opere, le sue parole.
E ancor oggi, nonostante tutto, nonostante sembri che “il suo movimento è finito”, per un milione e più di persone egli resta  “la persona più consapevole che esista oggigiorno sul pianeta terra”, “un esempio di cosa significhi realizzare in pieno il potenziale racchiuso in ogni essere umano”, “una fioritura rara, un Buddha, un illuminato”. E non si tratta di “sempliciotti”: altre ricerche fatte da istituti di sociologia e università,  in Inghilterra, in Germania, in Giappone, oltre a quelle americane “già menzionate”, paesi in cui esiste la maggior concentrazione di discepoli  di Bhagwan Shree Rajneesh, dimostrano indiscutibilmente come le persone più attratte da questo Maestro siano laureati, professionisti, e comunque appartenenti  ai ceti medio/alto. Al punto che la comune americana risultava avere la più alta concentrazione di laureati di tutte le città degli Stati Uniti d’America, realtà che è rimasta ancor oggi che Bhagwan è tornato a vivere a Puna. Con una sola differenza: i sei acri dell’Ashram di Puna Raccolgono oggi la più alta concentrazione di laureati, provenienti da ogni parte del mondo.
Queste realtà, frutto di immagini e informazioni così contrastanti, spingono a chiedersi ancor di più dove stia la verità. Chi è questa figura così paradossale? Cosa attira tanto la gente, al punto da percorrere migliaia di chilometri, pur di sedere ai piedi di quest’uomo? E come mai religioni e istituzioni, politi e “uomini di fede”, per quanto lontani tra loro per idee e ideali, fanno fronte comune in tutto il mondo, quando si tratta di condannare quest’uomo?
Come risolvere questo enigma?
Eppure, Bhagwan non è il primo enigma di questo tipo: prima di lui molti altri Maestri hanno fatto lo stesso scalpore, e hanno lavorato, hanno turbato, infastidito, nello stesso modo. Ma la sequenza di enigmi non è finita: la presenza di Bhagwan è tale da far dimenticare il suo passato, l’ambiente in cui è nato, rendere impossibile un suo inserimento in una storia, nella cultura indiana, o meglio in una delle sue culture.
Dietro questo enigma, esiste qualcosa di immenso, di impagabile, che ogni libro di Bhagwan tratteggia con sfumature che aiutano, se non altro, ad eliminare l’idea che di lui ci si è fatta, oppure ad aggiungere nuove tinte all’idea che noi ci siamo fatti del mondo: il processo è lo stesso, in quanto in questo lavorio, pian piano affiora una nuova dimensione, una realtà separata; o meglio una nuova prospettiva sulla realtà.
In questo contesto, questo libro è eccezionale: Bhagwan si narra, chiacchiera, rivela ciò che egli è nella vita privata, ciò che sono stati gli anni della sua formazione, e lo sfondo nel quale è venuto pian piano maturando: affiora una vita vissuta sempre per gioco, che mai si è piegata a causa di disagi (si veda nei primi capitoli la descrizione che Bhagwan stesso fa del suo villaggio), e che mai sembra aver preteso o sognato nulla che non fosse “essere se stesso”. Se esiste attaccamento, è un attaccamento a ciò che la natura offre all’uomo: l’acqua, il sole, la terra. Se esiste desiderio, è il desiderio di gioire di questi doni adesso, e non rimandare a domani la possibilità di gustarli.
In queste pagine si partecipa alla vita di un ragazzino “selvaggio”, nato nell’India Centrale, cresciuto in libertà, e che mai sembra si sia preoccupato di farsi strada , di avere un futuro, un avvenire, di essere riconosciuto o accettato dalla comunità in cui vive, mai sembra essersi preoccupato del giudizio degli altri, di assorbire a pie’ pari i valori del mondo, ma anzi, pian piano, pagina dopo pagina, ci porta a vedere come egli acquisisse, proprio per il suo modo di vivere, una autorità travolgente, capace di annullare le regole sociali, incurante delle barriere culturali e geografiche, pur così profonde nella società indiana.
Che cosa gli dava tanta forza? Vedeva forse qualcosa che gli altri non vedevano? Di certo nel ragazzo che affiora in queste pagine si vede che esiste qualcosa di molto poco comune, eppure se si guarda a fondo nelle sue esperienze, si nota che si tratta di caratteristiche fin troppo umane. Amava il gioco, lo scherzo, la libertà, il contatto con la vita, la vertigine che la vita sola sa dare. E tutto questo non divenne mai abiezione, anzi, grazie all’aiuto di altri uomini divenne amore per se stesso, per la vita, per le opere dell’ingegno dell’uomo, prime tra queste la musica e le lettere.
Alcune cose non sono comuni: la forza che lo spinge ad affrontare e a superare la paura , il profondo spirito di esperienza, l’accettazione priva di giudizio di ciò che è la vita, e di come si manifesta, in tutte le sue forme, l’assenza di una morale, senza per questo cadere nell’immorale.
Sono elementi che lo portarono a conoscersi e a conoscere la natura umana in profondità e a “lavorare”, fin da giovane sui suoi difetti, o meglio sul suo difetto più grande: l’ego.
All’età di ventun anni, a questo ragazzo, così ricco di vitalità, accadde qualcosa: una fusione, una comunione co quei fenomeni vitali nei quali era cresciuto, di cui si era nutrito. A volte mi vien da pensare che tanta attrazione verso l’armonia, fece esplodere in lui una fiducia così travolgente con la vita, da fargli colmare ogni distanza, rompere ogni separazione… è un fenomeno che per luogo comune è chiamato “illuminazione”. Qui entrano in gioco nuovi elementi, nuovi misteri, nuovi enigmi, ma non voglio parlarne, perché questa biografia, così anomala, da sola aiuta ad entrare nell’incredibile che è l’esistenza di un illuminato e del suo essere un Maestro. Ma altre domande seguono, man mano che l’eco mondiale della “sua esistenza” arriva alle regioni più lontane del pianeta: cosa spinse decine di migliaia di persone ad andare da lui? Cosa cercava quella gente? E cosa sperimentò in quegli anni ’70 allorché Bhagwan diede vita al “Movimento del neo-sannyas”?
Fu un fenomeno che non passò inosservato e i giornalisti si affrettarono ad andare a curiosare in quell’Ashram dove “ne succedevano delle belle”… e già allora la stampa si divise: qualcuno non osava mettere su carta ciò che provava, e forse lo negava anche a se stesso; altri, come Bernard Levin, famoso columnist del Times di Londra, mischiavano dubbi a sincera meraviglia: “Rajneesh è di certo un’influenza che turba profondamente”, fu la sua conclusione in un lungo servizio pubblicato sul giornale londinese, altri ancora si lanciarono in giudizi severi e vollero imporgli etichette meschine.
Fu uno sfruttamento del fenomeno che non diede nessun fastidio a Bhagwan che commentò fin da allora: “Non dicono molto su di me, quanto piuttosto su se stessi e sulla loro mente”. Un risultato ci fu, sebbene assurdo: le presenze a Puna triplicarono. Prova che perfino l’articolo più negativo non era capace di negare quel “qualcosa” che Bhagwan aveva reso vitale in se stesso, e al cui contatto (basta la  semplice fotografia) portava una persona sensibile ad interrogarsi, trasformandolo in un ricercatore spirituale.
Bhagwan parlava di libertà, dichiarava che ogni cultura appartiene all’uomo, che deve usarle tutte come trampolini di lancio per districarsi da totem, tabù, superstizioni, paure ataviche, pregiudizi e chissà cos’altro, per spaziare sotto il cielo: “Io voglio che ognuno di voi diventi uno zingaro esistenziale. Nessun uomo ha bisogno di radici: non siamo alberi. Noi siamo esseri umani!”,  infiammava Bhagwan, invitando chi lo ascoltava a spostare il fuoco d’attenzione, per abitudine fisso sull’altro e su l mondo esterno, verso il proprio essere, alla ricerca di quella presenza interiore che pare  esistere sempre, al di là  di ogni agire e di ogni pensiero e di ogni emozione.
E per rendere più tangibile quell’esperienza, Bhagwan invitava ad utilizzare tutto ciò che il mondo della terapia e della meditazione aveva escogitato, in Occidente e in Oriente, rielaborandolo solo quanto era necessario perché fosse funzionale a questa ricerca interiore, e adatto all’uomo contemporaneo: “Il tipo di uomo più artificiale mai esistito sul pianeta terra”.
Sul finire degli anni ’70, in tutto il mondo, non tardò a farsi sentire la reazione di uomini politici e religiosi, man mano che quei ricercatori tornavano nel loro paese d’origine. Le istituzioni temevano l’influenza di Bhagwan, in quanto rendeva ancor più vuoti valori tanto osannati e predicati, quanto erano artificiali. Anche perché risultava evidente che non si trattava di semplici ideali, contrapposti ad altri “stili di vita”: nelle parole di Bhagwan affiorava qualcosa di esistenziale e di sostanziale, che faceva vacillare quanto era vera e propria menzogna, più che un valore o una morale: “Istituzioni millenarie temono il confronto con me? Sono io che dovrei temere loro: ma se quanto essi vanno predicandosi scioglie come neve al sole di fronte alle mie parole, vuol dire che ha ben poco valore… non ha nessun significato, è ben misera cosa, ed è giusto che venga seppellito una volta per tutte!”
E fu così che all’inizio degli anni ’80 iniziarono un po’ dovunque, soprattutto in terra europea, delle campagne promosse dalle “chiese” tra i fedeli, per denunciare Bhagwan come “un pericolo pubblico”, subito seguite da battaglie legali per ostacolare un’espansione che pareva inarrestabile: in Germania si arrivò a licenziare arbitrariamente i sannyasin che insegnavano, al Parlamento Europeo venne presentato un disegno di legge atto ad organizzare un’indagine internazionale e un successivo intervento nei paesi “maggiormente colpiti dal fenomeno”, alcuni governi infine iniziarono delle non bene definite indagini.
Qui ebbe origine quell’opposizione che ancor oggi continua contro un uomo “colpevole” in realtà solo di mostrare con ogni mezzo verbale la falsità, l’avidità, l’ipocrisia nascoste dietro a idee e ideali politici e religiosi, nel mondo intero.
Eppure, nonostante i mille colpi di scena che seguirono negli anni ’80, la curiosità dell’uomo  comune mai è venuta a cadere.
E questo libro è un occasione per trasformare quella curiosità in un incontro, anche perché prese vita in una occasione alquanto insolita, che merita di essere ricordata: Bhagwan venne sottoposto a cure dentistiche, nel 1981, e per la prima volta fu sottoposto a un preparato di ossido di nitro e ossigeno, usati come analgesici. La fragilità del suo corpo ha sempre richiesto grandi attenzioni, soprattutto nell’uso di medicinali, per cui in quell’occasione era assistito da quattro persone: Vivek, la sua governante; Devaraj, il suo medico personale; Ashu, la sua infermiera e Devageet il suo dentista personale. Tutte e quattro queste persone erano attentissime, per cogliere il benché minimo segno nel paziente.
“Bhagwan era sdraiato sulla sedia, assolutamente rilassato”, racconta Devageet. “Gli occhi erano socchiusi e immobili. Il suo respiro, leggerissimo, sembrava quello di un bambino, il torace si sollevava impercettibilmente… l’unico suono nella stanza era quello prodotto dalla membrana che controllava la respirazione.
I minuti passavano lenti. Il silenzio era intensissimo… e ad un certo punto, tutti fummo colpiti da una fortissima sensazione.
Guardammo Bhagwan con attenzione, aspettando… le sue labbra iniziarono a muoversi. Non riuscendo a sentire ciò che diceva, avvicinai l’orecchio alla sua bocca. Sembrava essere assolutamente rilassato, al punto da farmi spavento. Di nuovo le sue labbra ripresero a muoversi, e potei sentire flebilissime, queste parole: “E’ splendido!”
Mi alzai e tutti i presenti nella stanza si guardarono, colpiti da quanto si sarebbe dispiegato davanti a noi nei giorni successivi, e che ha prodotto il libro che ora avete in mano.
In quel momento, mi trovai a scrivere quelle poche parole sussurrate e, al termine della seduta, Vivek mi venne a chiedere che cosa avevo scritto perché non era riuscita a sentire quello che Bhagwan diceva.
A sua volta Vivek ne parlò a Bhagwan, il quale disse di essersi sentito benissimo dopo quella seduta, il suo corpo era assolutamente rilassato, e che nulla mai aveva fatto così bene ai suoi dolori alla schiena. Infine, disse a me di continuare a prendere appunti, perché un giorno sarebbero stati composti in un libro.
Questo lavoro ha richiesto cinque anni. La cura proseguì, e venne usata anche in seguito, quando i dolori alla schiena di Bhagwan divennero insopportabili, e in tutto quel periodo i miei appunti si accumularono: a volte parlava pochissimo, altre a lungo.
La cosa che più mi sconvolge è che Bhagwan abbia trasformato anche quei momenti di dolore insopportabile in un dono per l’umanità… e devo ammettere che quando venivamo chiamati perché i suoi dolori erano tali da richiedere una seduta di anestesia, volavamo verso la saletta medica, per poter viaggiare con Bhagwan nel periodo aureo che fu la sua infanzia.
È  un’esperienza che ricorderò per il resto della mia vita. Le parole sono così scarne che non possono conservare il sapore di quell’esperienza, unica nel suo genere: Bhagwan utilizzò le prime sedute come strumento per sperimentare e cominicare a noi le vette della sua consapevolezza, in forme a noi comprensibili. Ancor oggi riesco a cogliere la sua fatica… quando parla in pubblico, egli lancia un messaggio al mondo. Qui, parlando  a un gruppo ristretto di persone, si ha una intimità, una immediatezza, una ricchezza di percezione in quella sfera dell’illuminazione, comunemente impercepibile al mondo.
Bhagwan rideva, scherzava, ci rimproverava, ci prendeva in giro, giocandoci qualche scherzo, ma conservando sempre quell’onesta innocenza che mai ho incontrato in un altro essere umano. Nacque così un’atmosfera che nutrì moltissimo il nostro essere, e la cui eco rimane ora ad ogni lettore, grazie agli appunti che furono conservati sulla carta…”.
Riorganizzati, quegli appunti vennero facilmente sistemati in quattro serie di discorsi. Nella prima Bhagwan spettegola, e parla per lo più dello splendore del silenzio e della bellezza.
La seconda serie, invece, scruta a fondo la fonte prima dell’antico mantra tibetano Om Mani Padme Hum: queste due serie sono state pubblicate in un solo volume: “Gli appunti di un folle”.
La terza serie è un’affascinante rassegna di libri, spulciati tra le migliaia letti da Bhagwan nel corso della sua vita. Un tempo arrivava a leggerne venti in un giorno! Fu solo su consiglio del suo medico, che dovette smettere… pur non scordando mai questo suo grande amore, in particolare per quelle opere capaci di dare al lettore un assaggio, un lampo di intuizione sull’ignoto; poche parole, spesso capaci di rendere viva la luce, dar forma tangibile ed espressione ad una poesia e ad una aspirazione verso il trascendente.
Questa serie è stata pubblicata nel volume “I libri che ho amato”: è la visione di un Maestro nel mondo della letteratura “dell’illuminazione”… la lettura di alcuni dei volumi menzionati lascia semplicemente stupefatti!
La quarta serie di appunti è raccolta in questo volume: “Bagliori di un’infanzia dorata”. Prima di ora Bhagwan non ha mai parlato della sua infanzia, non per tenere celato qualcosa, ma semplicemente perché, come lui stesso ha detto più volte: “Tutto ciò che precede l’istante dell’illuminazione, per me è morto”.
In queste pagine, egli torna a rivisitare quegli anni, affascinandoci con storie incredibili, alcune di un umorismo travolgente, altre già allora segno di una intensità inconcepibile in un ragazzino.
Nelle sue parole tornano a prender vita altri esseri d’eccezione, a loro volta illuminati, che riconobbero il suo potenziale e lo aiutarono a superare quegli anni, spesso vissuti all’insegna del rischio sfrenato.
Un uomo che è oggi così incredibile, non potè che essere un ragazzo incredibile e sorprendente: una riprova sono le sue avventure in uno spaccato d’India che ricorda la vita del villaggio e i personaggi che le diedero forma, dopo l’Indipendenza. Sono elementi che affiorano solo per rafforzare l’ispirazione esistenziale di Bhagwan che, nonostante tutto  e tutti, all’età di ventun anni giunse a sperimentare quel fenomeno di fusione con l’esistenza, da noi umani chiamato illuminazione.
Da allora egli ha dedicato tutto se stesso al risveglio dell’umanità. Risveglio che non può che essere auspicabile al più presto, soprattutto se si guarda la miseria dell’esperienza quotidiana, fondata, sembra, solo sulla mera gratificazione egoica e su valori estremamente materialistici… come risultato la fine di questo secolo vede l’umanità circondata da nemesi di forme e colori diversi, ma tutte a modo loro asfissianti e di proporzioni terrificanti: nonostante le belle parole, il nostro mondo sta morendo, calpestato dai nostri piedi incoscienti, mentre i nostri cosiddetti leader politici e religiosi , non riescono a comprendere fino a che punto i loro giochi infantili stanno compromettendo il futuro dell’intera umanità.
Sono certo che Bhagwan non ha scelto a caso quest’epoca per vivere la sua ultima incarnazione. Si trova tra noi per portare luce al numero più grande  possibile di individui; a tutti coloro che sono in grado di sentire la sua voce al di là del caos prodotto dall’umana immaturità.
Bhagwan è un uomo contemporaneo, pienamente immerso nel nostro tempo, ma il suo canto spazia in quell’eterna sfera armoniosa che è la bellezza dell’esistenza. Questa “biografia” ne è la prova, e solo lui avrebbe potuto darle vita.
Sw. Devageet – Sw. Anand Videha 1988