sabato 31 ottobre 2020

Lettera aperta di Carlo Maria Viganò al Presidente Trump (traduzione da Q4941)

L'arcivescovo Viganò scrive a Trump. Una lettera che deve far riflettere –  Articolo21

 LETTERA APERTA

AL PRESIDENTE DEGLI STATI UNITI D'AMERICA

DONALD J. TRUMP


Domenica, 25 ottobre 2020

La solennità di Cristo Re


Signor Presidente,

Permettetemi di parlarvi in quest'ora in cui il destino del mondo intero è minacciato da una cospirazione globale contro Dio e l'umanità. Le scrivo come Arcivescovo, come Successore degli Apostoli, come Primo Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d'America. Vi scrivo in mezzo al silenzio delle autorità civili e religiose. Accettate queste mie parole come "la voce di colui che grida nel deserto" (Gv 1, 23).

Come vi ho già scritto nella mia lettera a giugno, questo momento storico vede le forze del male unite in una lotta senza fine contro le forze del bene; forze del male che appaiono potenti e organizzate quando si confrontano con i figli della luce, disorientati e disorganizzati e abbandonati dai loro capi temporali e spirituali.

Ogni giorno sentiamo gli attacchi di chi cerca di distruggere le fondamenta stesse della società: la famiglia naturale, il rispetto per la vita umana, l'amore per la terra, la libertà di educazione e di affari. Vediamo capi di Stato e capi religiosi incoraggiare questo suicidio della cultura occidentale e della sua anima cristiana, mentre i diritti fondamentali dei cittadini e dei credenti vengono negati in nome di un'emergenza sanitaria che si sta rivelando sempre più uno strumento per stabilire una tirannia disumana e senza volto.

Un piano globale chiamato Grande Reset è in arrivo. L'Architetto è un'élite globale che cerca di soggiogare l'intera umanità adottando misure coercitive che limitano drasticamente le libertà individuali e quelle dell'intera popolazione. In diversi paesi questo piano è già stato approvato e finanziato, in altri è ancora in fase iniziale. Dietro i leader mondiali che sono complici ed esecutori di questo progetto infernale ci sono individui senza scrupoli che finanziano il World Economic Forum e l'Evento 201 e ne promuovono l'agenda. 

Lo scopo del Grande Reset è quello di imporre una dittatura sanitaria volta a imporre misure libertarie che si nascondono dietro alle allettanti promesse di garantire un reddito universale e di cancellare il debito individuale. Il prezzo di queste concessioni da parte del Fondo Monetario Internazionale sarà la rinuncia alla proprietà privata e la continuazione di un programma di vaccinazione contro Covid-l9 e Covid-21 promosso da Bill Gates in collaborazione con le principali aziende farmaceutiche. Oltre agli enormi interessi economici che motivano i sostenitori del Grande Reset, l'introduzione della vaccinazione sarà accompagnata dalla richiesta di un passaporto sanitario e di una carta d'identità digitale, con la conseguente rintracciabilità delle popolazioni di tutto il mondo. Coloro che non accetteranno queste misure saranno rinchiusi in campi di detenzione o messi agli arresti domiciliari e tutti i loro beni saranno confiscati. 

Signor Presidente, presumo che lei sia già a conoscenza del fatto che in alcuni Paesi il Grande Reset sarà attivato tra la fine di quest'anno e il primo trimestre del 2021. A tal fine sono previste ulteriori misure di blocco, che saranno ufficialmente giustificate da una presunta seconda e terza ondata della pandemia. Siete ben consapevoli dei mezzi che sono stati utilizzati per seminare il panico e legittimare le restrizioni draconiane alle libertà individuali, che stanno abilmente provocando una crisi economica globale. Secondo le intenzioni dei loro architetti, questa crisi servirà a rendere irreversibile il ritiro delle nazioni verso il Grande Reset, dando così il colpo finale a un mondo di cui vogliono cancellare completamente l'esistenza e la memoria.  Ma questo mondo, signor Presidente, è fatto di persone, affetti, istituzioni, credenze, cultura, tradizioni e ideali: persone e valori che non si comportano come automi, che non obbediscono come macchine, perché sono dotati di un'anima e di un cuore, perché sono legati tra loro da un legame spirituale che trae il suo potere dall'alto, da quel Dio che i nostri avversari vogliono sfidare, così come Lucifero è morto all'alba dei tempi con la sua "vita non emozionale".

Molti - come ben sappiamo - sono infastiditi da questo riferimento allo scontro tra il bene e il male e all'uso di toni "apocalittici", che a loro avviso infastidisce gli spiriti e aggrava le divisioni. Non sorprende che il nemico sia arrabbiato da scoprire proprio quando pensa di aver raggiunto indisturbato la cittadella che vuole conquistare. Ma ciò che sorprende è che non c'è nessuno a dare l'allarme. La reazione dello stato profondo a chi denuncia il suo piano è rotta e incoerente, ma comprensibile. Proprio quando la complicità dei media mainstream era riuscita a rendere il passaggio al Nuovo Ordine Mondiale quasi indolore e inosservato, tutti i tipi di inganni, scandali e crimini vengono alla luce. 

Fino a qualche mese fa era facile calunniare come "teorici della cospirazione" coloro che denunciavano questi terribili piani, che ora vediamo realizzati nei minimi dettagli. Nessuno avrebbe pensato fino a febbraio dello scorso anno che in tutte le nostre città i cittadini sarebbero stati arrestati solo perché vogliono uscire in strada, respirare, tenere aperti i loro affari, andare in chiesa la domenica.

Ma ora sta accadendo in tutto il mondo, anche in Italia da cartolina, che molti americani pensano sia un piccolo paese incantato, con i suoi monumenti antichi, le sue chiese, le sue incantevoli città, i suoi caratteristici borghi. E mentre i politici si barricano nei loro palazzi e proclamano decreti come satrapi persiani, i negozi falliscono, chiudono e alla gente viene impedito di vivere, viaggiare, lavorare e pregare. Le disastrose conseguenze psicologiche di questa operazione sono già visibili, a cominciare dai suicidi di imprenditori disperati e dei nostri figli, che sono separati da amici e compagni di classe e a cui viene detto di seguire le lezioni seduti da soli davanti al computer di casa.

Nella Sacra Scrittura, San Paolo ci parla di "colui che si oppone alla manifestazione del mistero dell'ingiustizia, il Cathècon" (2 Tess 2,6-7). Nella sfera religiosa, questo ostacolo al male è la Chiesa e soprattutto il Papato; nella sfera politica, sono coloro che ostacolano l'instaurazione del Nuovo Ordine Mondiale.

Come è ormai chiaro, colui che detiene la cattedra di Pietro ha, fin dall'inizio, tradito il suo ruolo di difensore e promotore dell'ideologia globalista e di sostegno all'agenda della Chiesa profonda che lo ha eletto tra le sue fila

Signor Presidente, lei ha detto chiaramente che vuole difendere la nazione - una nazione sotto Dio, libertà fondamentali e valori non negoziabili che oggi sono negati e combattuti. È lei, caro Presidente, che "si oppone" allo stato profondo, l'ultimo attacco dei figli delle tenebre.

Per questo motivo, è necessario che tutte le persone di buona volontà siano convinte dell'importanza epocale delle prossime elezioni: non tanto per il bene di questo o quel programma politico, ma per l'ispirazione generale della vostra azione, che - in questo particolare contesto storico - incarna al meglio quel mondo, il nostro mondo, che vogliono cancellare con l'Iockdown. Il vostro avversario è anche il nostro avversario: è il nemico del genere umano, Colui che "è un assassino fin dall'inizio" (In 8,44).

Tutto intorno a voi sono riuniti con fede e coraggio coloro che vi considerano l'ultimo baluardo contro la dittatura del mondo. L'alternativa è votare per una persona manipolata dal profondo stato e seriamente compromessa dagli scandali e dalla corruzione, che farà agli Stati Uniti quello che Jorge Mario Bergoglio fa alla Chiesa, il primo ministro Conte Italia, il presidente Macron Francia, il primo ministro Sanchez Spagna, e così via. La suscettibilità di Joe Biden al ricatto - proprio come quella dei prelati del "circolo magico" vaticano - lo porterà a essere usato senza scrupoli e a far sì che forze illegittime possano interferire sia nella politica interna che negli equilibri internazionali. È ovvio che chi lo manipola ha già qualcuno peggiore di lui pronto a sostituirlo quando se ne presenta l'occasione. 

Tuttavia, nel mezzo di questo quadro cupo, questa apparente inarrestabile avanzata del "nemico invisibile", emerge un elemento di speranza. Il nemico non sa amare, e non capisce che non basta assicurarsi un reddito generale o cancellare i mutui per soggiogare le masse e convincerle ad essere marchiate come bestiame. Questo popolo, che ha sopportato troppo a lungo gli abusi di un potere odioso e tirannico, sta riscoprendo di avere un'anima; capisce di non essere disposto a scambiare la propria libertà con l'omogeneizzazione e la dissoluzione della propria identità; comincia a comprendere il valore dei legami familiari e sociali, dei legami di fede e di cultura che uniscono gli uomini onesti. Questo Grande Ritiro è destinato a fallire perché chi lo ha progettato non capisce che ci sono ancora persone disposte a scendere in strada per difendere i propri diritti, per proteggere i propri cari, per dare un futuro ai propri figli e nipoti. La disumanità livellante del progetto globalista sarà miseramente frantumata dalla resistenza determinata e coraggiosa dei Figli della Luce. Il nemico ha Satana dalla sua parte, Colui che sa solo odiare. Ma dalla nostra parte abbiamo il Signore Onnipotente, il Dio degli eserciti preparato alla battaglia, e la Beata Vergine che schiaccerà la testa dell'antico serpente. "Se Dio è per noi, chi può essere contro di noi? (Rom 8:31).

Signor Presidente, lei sa bene che in questo momento cruciale gli Stati Uniti d'America sono visti come il muro difensivo contro cui si è scatenata la guerra dichiarata dai sostenitori del globalismo. Riponete la vostra fiducia nel Signore, fortificati dalle parole dell'apostolo Paolo: "Tutto ciò che posso fare in colui che mi rafforza" (Fil 4, 13). Essere uno strumento della Divina Provvidenza è una grande responsabilità per la quale certamente riceverete tutte le grazie dello Stato di cui avete bisogno, poiché sono ferventemente implorate per voi dalle molte persone che vi sostengono con le loro preghiere.

Con questa celeste speranza e la certezza delle mie preghiere per voi, per la Madonna e per i vostri collaboratori, vi mando la mia benedizione con tutto il cuore.

Dio benedica gli Stati Uniti d'America!


+ Carlo Maria Viganò

Tit. Arcivescovo di UIpiana 

Ex Nunzio Apostolico negli Stati Uniti d'America


https://qlobal-change-italy.blogspot.com/2020/10/lettera-aperta-di-carlo-maria-vigano-al.html 

venerdì 30 ottobre 2020

Il Computer di Hunter Biden farà esplodere il Mondo intero

Dott. Luca La Bella

Continuano ad arrivare immagini scandalose, compromettenti e riservate, dal computer del figlio di “Sleepy Joe” (Joe Biden). Si parla di droga, tangenti e prostituzione minorile.

Un’ immagine sconvolgente è ad esempio la carta di credito della Figlia di Obama, Malia Ann di 22 anni, vicino a strisce di Cocaina (foto dal pc di Hunter). O possiamo mostrare la foto di Hunter che dorme con in bocca la pipa di vetro usata per fumare il crack.

Di certo quello che sta uscendo fuori dal computer di Hunter è sconvolgente. Preferiamo non pubblicare i video ricevuti perché il contenuto è riservato ai maggiori di 18 anni, ma ricordiamoci sempre il fatto che si parla del figlio dell’ex Vice Presidente degli USA, candidato contro il Presidente in carica Donald Trump.

Vice Presidente che all’inizio della suo carriera politica è stato testimone della morte della figlia e della moglie in un incidente stradale (1972), la cui dinamica rimane tutt’ora un mistero (stranamente però dopo questo episodio la sua carriera politica decollò) e verso cui sono aperti procedimenti penali per la sua presunta collusione con il grande business del commercio di Gas in Ucraina, e conseguente giro di tangenti dirottate verso il figlio.

Questi video mostrano solo la punta dell’iceberg di ciò che è importante dire sul programma “Blu-Gold-Yellow” (BGY) del Partito Comunista Cinese per ricattare tutti quei politici occidentali, celebrità e le loro famiglie, avidi di ricchezza e minacciati attraverso questi filmati di sesso e uso di droga, per costringerli a vendere i loro Paesi, i loro Popoli, e persino la sicurezza nazionale al fine di cooperare per la realizzazione di un dominio mondiale gestito dal Partito Comunista Cinese (PCC). Il candidato alla presidenza degli Stati Uniti Joe Biden è controllato al 100% dalla Cina, come figura politica di maggior successo all’interno del programma BGY.

È anche un obiettivo del “Piano 3F” (fall, fail, and fell) del PCC, che mira a indebolire, distruggere e uccidere l’America! L’uso da parte del Partito Comunista Cinese di questa tattica per minacciare Biden e i suoi figli e corromperli con grandi quantità di ricchezza, è una delle cause principali delle controversie sul Mar Cinese Meridionale, sul commercio USA-Cina, sui diritti di proprietà intellettuale e sui prezzi dell’energia, etc., nonché sulla fornitura da parte di Biden di un gran numero di nomi di agenti dei servizi segreti della CIA alla Cina.

Il Partito Comunista Cinese sta attuando questo programma BGY non solo negli Stati Uniti ma anche in diversi Paesi occidentali, in Europa ci confermano varie fonti (Italia inclusa?). Nel Pc di Hunter e in altri supporti elettronici ci sono milioni di video e foto di funzionari governativi, persone corrotte, traditori e criminali in collusione con il Partito Comunista che mira al dominio del mondo e all’instaurazione del Nuovo Ordine mondiale. Da voci “non confermate” che riceviamo dagli States, sembra che Hunter Biden sia addirittura morto “inaspettatamente” e provvidenzialmente di overdose, e in questo modo non potrà testimoniare in un futuro processo a suo carico.

Twitter e Facebook censurano articolo scottante su Joe Biden | Epoch Times Italia

Alla luce di questi fatti non possiamo che confermare il calzante appellativo “Crime Family” attribuito ai Biden, che in questo momento, stanno pregando (non sappiamo chi…) per brogli elettorali o schede falsificate che possano ribaltare il risultato del voto Americano. Ci auguriamo che la grande Nazione degli Stati Uniti D’America non cada nelle mani di queste persone corrotte e senza scrupoli… sarebbe una catastrofe anche per l’Italia, perché amplificherebbe ulteriormente i risvolti dell’Operazione “Corona” anche da noi, in questo Colpo di Stato Globale scellerato e filo Cinese!

Articolo del Dott. Luca La Bella

https://www.conoscenzealconfine.it/il-computer-di-hunter-biden-fara-esplodere-il-mondo-intero/ 

 

giovedì 29 ottobre 2020

TAMPONI: ESAMI TRUCCATI!


 

 di Stefano Scoglio

Credo di aver abbondantemente dimostrato che i tamponi Covid sono del tutto inaffidabili, e servono solo per mantenere in piedi la tragica farsa degli asintomatici positivi che proroga all’infinito questa devastante falsa pandemia. Ma oggi ho scoperto un nuovo elemento di questa vera e propria truffa, la scelta di ridurre la positività al tampone al rilevamento di uno solo dei 3 geni che definirebbero il SARS-Cov 2.
Sapete anche che, pur sostenendo che il virus non è mai stato isolato e non esiste prova della sua patogenicità, cerco sempre di trovare le contraddizioni all’interno dell’impianto ufficiale che sostiene la narrativa pandemica. Ed è facendo questo che ho scoperto quest’ulteriore tassello della truffa. Altri magari l’avevano già scoperto. In effetti, sono stati allertato inizialmente da una dichiarazione del Prof. Palù, riportata proprio nell’articolo de La Verità che ha parlato anche di me e della nostra denuncia contro i tamponi:
 
“Se si usa un kit di tamponi che amplifica un solo gene, come si fa oggi per velocizzare, si amplifica la sensibilità con il rischio di falsi positivi.”
Quando ho letto questa frase mi si è acceso un campanello di allarme. Ma è solo quando mi è capitato per mano un certificato di un tampone Covid, che ho capito. Questo è il certificato:

 


Come vedete, il test ha cercato 3 geni, il gene E, il gene RdRp e il gene N. Si tratta di 3 geni che sarebbero tutti e 3 caratterizzanti il SARS-Cov 2. Dunque, se il virus fosse presente, dovrebbero essere trovati tutti e 3, perché se il virus è integro, l’unico caso in cui può avere un ruolo patogeno e infettare, è chiaro che il test deve trovare tutti e 3 i geni che lo compongono. Se ne trova solo uno, o è un test negativo, oppure deve ammettere che del virus ce n’è solo un pezzo.
E in effetti, all’inizio era così: eri positivo solo se il test rilevava tiutti e tre i geni. Ma, come spiega lo stesso certificato, tutto è cambiato nell’Aprile scorso:
 
”dal 02/04/2020, in accordo con il centro coordinatire regionale, la rilevazione anche di un singolo gene target di SARS-Cov2 viene interpretata come esame POSITIVO”. 
 
Quindi, se si fosse mantenuto l’approccio originario, quasi sicuramente la massa di positivi asintomatici che abbiamo oggi non ci sarebbe stata. Invece, con questo cambio in corso d’opera, improvvisamente basta rilevare un solo gene dei 3, per essere dichiarati positivi!
E come ho spiegato nel mio documento sui tamponi, la necessità di rilevare tuti e tre i geni diventa evidente quando si guarda alla scarsa specificità di ciascun gene. Sotto vediamo le sequenze geniche della equipe tedesca di Drosten, colui che ha fatto il test-tampone dichiaratamente solo al computer, senza avere nessun virus fisico a disposizione. Si tratta comunque di un test-tampone tra i più diffusi in Europa: 
 

 
Come si vede, il tampone di Drosten utilizza tutti e 3 i geni: E, N e RdRP. Ma se confrontiamo la sequenza genica del SARS-Cov 2 con quella del SARS-Cov originario (al penultimo posto nella lista), vediamo che:
- il gene E del SARS-Cov 2 è identico al 100% a quello del SARS-Cov1, e probabilmente a quello di tutti i SARS coronavirus (nella penultima riga non ci sono variazioni di lettere);
- Il gene N ha una sola variazione, una C invece di una T, al 15° posto della sequenza del Reverse primer. Questa è una variazione di appena 1/64esimo, ovvero di appena l’1.5%. Le possibilità di confusione e cross-reattività (rilevare un SARS virus diverso dal SARS-Cov2) è molto elevata.
- Il gene RdRP è l’unico che ha 5 variazioni su 64, di nuovo non una grande differenza, anche se meglio degli altri due. 
 
Quindi, in base alla nuova diposizione secondo cui un solo gene è sufficiente, se il gene che si rileva è il gene E, il test non dovrebbe avere nessun valore, dato che si tatta di un gene aspecifico, ovvero proprio di tutti i coronavirus; e invece, oggi, se ti rilevano il gene E, sei positivo, con tutte le conseguenze del caso. 
 
Se, come in questo caso, ti trovano solo il gene N, il rischio di cross-reattività, cioè che il test reagisca ad altri virus o particlle virali, è molto alto, dato che il gene N ha solo un nucleotide di differenza su 64, quindi basta un niente (specie se si considera che si insiste sempre sulla mutevolezza del virus), per “beccare” un virus diverso , magari del tutto innocuo (da cui l’asintomaticità). Quindi, anche qui, col solo gene N, si è quasi certi di risultare positivi a qualsiasi particella simil-virale, come spiegano alcuni ricercatori che hanno valutato la cross-reattività dei test tampone: 
 
““…abbiamo trovato che solo uno di loro (il gene RdRP-SARSr-P2) è quasi specifico per il nuovo coronavirus, mentre le altre “sonde” (sequenze geniche) rilevano anche altri tipi di coronavirus. Sotto questo aspetto, i risultati con falsi positivi possono ampliarsi in rapporto al Covid-19”. (Kakhki RK et al, COVID-19 target: A specific target for novel coronavirus detection, Gene Reports 20 (2020) 100740).
 
Quindi, per concludere, anche se ritengo che non ci sia nessun virus patogeno, è chiaro che, ponendosi dal punto di vista di chi crede a questo super-patogeno SARS-Cov2, data la sua “forza” patogenica, non dovrebbe essere difficile trovare tutti e 3 i geni indicati come costitutivi del virus. E allora, perché si è deciso che per la positività è sufficiente trovarne 1 solo? Palù, diplomatico, afferma che è stato per velocizzare le cose; io, che come Andreotti ritengo che a pensar male si può far peccato ma spesso ci si prende, penso che abbiano fatto questa decisiva modifica perché quando hanno visto che i morti causati dalle terapie sbagliate di Marzo stavano iniziando a scemare, e c’era bisogno di tenere altro il livello di guardia coi positivi, per quanto asintomatici, hanno stabilito una procedura che garantisse di trovare quanti più positivi possibile, per quanto asintomatici, che è quello che è successo e sta continuando a succedere. 
 
Ora, io faccio appello a tutti coloro che, in buona fede, credono al virus super-patogeno: OK, ma non si dovrebbe far sì che tale virus venga rilevato in modo corretto, e senza trucchi?
E a questo proposito, si guardi l’altra affermazione contenuta nel certificato Covid:
“Rilevata positività con valori di CT > 35. Si ricorda che tale condizione, in più del 95% dei casi, non è associata a presenza di infettività.”
 
Questo significa che l’unico gene rilevato, come se non bastasse la sua aspecificità e cross-reattività, è stati rilevato con un numero di cicli di PCR superiore a 35, il che, a detta di tutti gli esperti seri di PCR, genera risultati non affidabili, e generalmente “spazzatura”. Almeno, in questo laboratorio, hanno scritto che il positivo in questione non è infettivo; ma pensate che ciò venga riportate nelle terroristiche statistiche nazionali? 

 

mercoledì 28 ottobre 2020

IL CORAGGIO DI PESARO: RISTORANTE E CLIENTI RESISTONO ALLO SGOMBERO


 

Pesaro. Sono le 20.30 di lunedì 26 ottobre, quando la polizia fa irruzione in un ristorante dove era stata organizzata una cena con 90 invitati in segno di protesta contro il varo dell’ultimo dpcm che, come sappiamo, stabilisce la chiusura entro le 18 di tutti i ristoranti e bar d’Italia.

Ma il proprietario del locale non ha ceduto e ha cercato di impedire con tutte le forze l’accesso della polizia nel locale chiudendo a chiave la porta, come si vede dal video di Radio Pesaro.

Così la polizia è stata costretta ad entrare da una porta secondaria. Tutto questo mentre gli ospiti continuavano la loro ultima cena (non si fa per dire), brindando e gridando: “Unitevi a noi”. Una volta entrati gli agenti, il ristoratore ha prima riferito loro con calma di non voler interrompere la cena dei suoi ospiti e poi urlando ha ribadito: “Potete arrestarmi ma io non chiuderò mai!”.

https://www.byoblu.com/2020/10/27/il-coraggio-di-pesaro-ristorante-e-clienti-resistono-allo-sgombero/

martedì 27 ottobre 2020

Esplode la rabbia in tutta Italia contro il coprifuoco e i divieti liberticidi

 

Milano, 27 ott – L’Italia scende in piazza a protestare contro il coprifuoco imposto dal governo giallofucsia. Chiudere tutto alle 18 ammazza l’economia e ristoratori, commercianti, imprenditori, tassisti ieri si sono riversati nelle strade per gridare la loro rabbia contro un Dpcm insensato e liberticida. Un giro di vite esagerato vista l’attuale situazione dell’epidemia di coronavirus, di certo non paragonabile a marzo. Da Torino a Palermo gli italiani si ribellano alle restrizioni anti-contagio. I tassisti a Torino hanno occupato piazza Castello, a Cremona i ristoratori hanno battuto le pentole davanti alla prefettura e poi le hanno lasciate a terra a rappresentare ciò che resta del settore dopo il coprifuoco: un cimitero di stoviglie. A Catania i manifestanti hanno tirato bombe carta davanti alla prefettura, a Treviso in mille hanno sfilato in corteo, a Viareggio giovani hanno bloccato il traffico e lanciato fumogeni e petardi. In piazza anche a Genova tra ristoratori, lavoratori dello spettacolo e i cosiddetti no mask.


Scontri a Milano, assalto alla Regione Lombardia

A Milano circa un centinaio di manifestanti al grido di “Libertà, libertà” e “Vogliamo i soldi” hanno sfilato lungo corso Buenos Aires, dove hanno lanciato dei petardi e, a quanto pare, pure una molotov contro un’auto dei vigili urbani, che però è stata mancata. Dopo essersi diretti verso Porta Venezia, sono arrivati in piazza della Repubblica. I manifestanti hanno tentato anche un assalto sotto la sede della Regione Lombardia, respinto dalle forze dell’ordine con lancio di fumogeni. Dopo aver lanciato i fumogeni hanno sfondato diverse transenne, rovesciato i cassonetti e staccato alcuni spartitraffico provvisori. Sono state oltre 20 le persone portate in Questura per accertamenti. Nel corso dei disordini un poliziotto è rimasto contuso, colpito forse da una bottiglia. Durante gli scontri, i manifestanti hanno messo a ferro e fuoco le vie del centro devastando i dehors dei locali e accanendosi sui monopattini – uno dei simboli dell’incompetenza del governo giallofucsia -, oltre a lanciare pietre, petardi e bottiglie di vetro.

Scene di guerriglia urbana a Torino

Anche a Torino ci sono stati momenti di tensione in centro, in particolare a piazza Castello dove si sono riunite circa 500 persone e nelle vie limitrofe, tra cui la centralissima via Roma. Durante la protesta i manifestanti hanno attaccato le forze dell’ordine con lanci di bottiglie, pietre, bombe carta. Dopo alcune cariche di alleggerimento, gli agenti hanno sparato i lacrimogeni per disperdere i manifestanti. Alla fine il bilancio è di una decina di feriti tra i poliziotti, un fotoreporter, colpito alla testa da una bottiglia, e di una decina di manifestanti fermati per accertamenti. A quanto pare, sette sarebbero stati arrestati e due denunciati per accuse che vanno dalla resistenza aggravata a pubblico ufficiale in corso, al travisamento e al danno di oggetti mentre al vaglio degli inquirenti c’è l’ipotesi di devastazione.

Immigrati saccheggiano i negozi del centro

Durante i disordini, i manifestanti hanno devastato dehors dei locali chiusi, incendiato cassonetti dei rifiuti, lanciato pietre contro le vetrine dei negozi. Nella protesta erano presenti anche numerosi immigrati, che hanno saccheggiato alcune boutique, tra cui quella di Gucci. Una volante della polizia poi ha fermato due nordafricani con borsoni carichi di roba, recuperando così buona parte della refurtiva rubata. I commercianti colpiti dal coprifuoco invece erano in piazza Vittorio. Migliaia di persone in strada con cartelli e megafoni. Ad unirle il grido: “Libertà, vogliamo la libertà”. Inoltre è stato esposto uno striscione con la scritta “No al coprifuoco”.

A Napoli la protesta anche contro le ordinanze di De Luca

A Napoli un’altra manifestazione, a piazza Plebiscito, con oltre un migliaio di partecipanti si è poi spostata in corteo fin sotto la sede della regione Campania. A intervenire in un comizio vari rappresentanti di settori e categorie, colpiti dalle chiusure e dai divieti imposti sia dal Dpcm che dalle recenti ordinanze del governatore Vincenzo De Luca. “Ribellati al Dpcm”, “De Luca dimettiti”. Sulle transenne del cantiere della metropolitana in piazza sono stati affissi diversi striscioni: “La salute è la prima cosa, ma senza soldi non si cantano messe”, “Tu ci chiudi tu ci paghi”, “Per gestire l’emergenza subito reddito per tutte/i” e uno striscione a firma “Ristoratori esauriti”. La manifestazione è stata abbastanza pacifica e non si registrano gravi disordini.

A Trieste scende in piazza anche il governatore Fedriga

Titolari di ristoranti, bar, palestre e piscine (tutti colpiti dal coprifuoco alle 18) si sono riuniti anche in piazza dell’Unità a Trieste per protestare in modo pacifico. “Il manifestare pacifico di queste persone è stato interrotto da un piccolo numero, un gruppetto di manifestanti che hanno lanciato dei fumogeni”, ha riferito all’AdnKronos Massimiliano Fedriga, governatore del Friuli Venezia Giulia sceso in piazza con gli imprenditori. “Nulla di drammatico – ha sottolineato Fedriga – ma è necessario tutelare le migliaia di persone che stavano manifestando pacificamente per dar voce alle loro ragioni, da quei pochi, da un piccolo numero di persone che non devono poter tramutare la protesta in qualcosa di sbagliato e danneggiare invece chi protesta per il proprio disagio”. “La forza di queste manifestazioni – ha concluso il governatore leghista – è quella di essere rispettose delle regole, rispetto necessario per farsi ascoltare, per far ascoltare la voce di rischia di perdere il lavoro e la propria attività”.

A Palermo manifestazione davanti alla Prefettura

A Palermo protestano i commercianti, ristoratori e dipendenti dei locali davanti alla Prefettura. All’iniziativa, anche questa pacifica, hanno partecipato un centinaio di persone compresi alcuni lavoratori del settore dello spettacolo. “Per molti di noi è un nuovo lockdown – hanno fatto presente imprenditori del settore dei locali e dei bar -. La chiusura alle 18 rappresenta un colpo mortale alle nostre attività. Il governo non ci può abbandonare in questo momento. Abbiamo bisogno di aiuti veri”.

Adolfo Spezzaferro

https://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/rabbia-tutta-italia-contro-coprifuoco-172022/ 

 

lunedì 26 ottobre 2020

Il mondialismo si prepara a far fallire l’Italia e a instaurare la legge marziale nel Paese

 

di Cesare Sacchetti

Una marea umana invade le strade di Napoli. Sono i giorni che probabilmente passeranno alla storia come i moti di Napoli.

La città partenopea è stata la prima in tutta Italia a ribellarsi al coprifuoco e alle altre chiusure che non avranno altro effetto che quello di mettere definitivamente in ginocchio il Paese.

In queste ore, sta diventando virale un video che forse incarna al meglio l’anima di questa protesta.

Un ragazzo ripresosi con un telefonino mostra di aver compreso alla perfezione l’inganno in corso.

Si rivolge a De Luca e gli chiede qual è quel misterioso virus che risparmia i milionari giocatori della serie A , che sono esonerati dal portare mascherine e stare distanti, mentre stranamente sarebbe in grado di uccidere tutti coloro che invece scendono a manifestare in strada contro la dittatura.

Se il pensiero di quel ragazzo rappresenta davvero la maggioranza dei napoletani che sono scesi per le strade, allora si può davvero parlare di un risveglio.


Dopo mesi di torpore e di cieca e insensata obbedienza, qualcosa finalmente inizia a muoversi.

Qualcuno ha fatto notare che c’è il rischio che la protesta pacifica possa essere strumentalizzata così poi da poter scatenare una repressione ancora più severa.

Il rischio c’è, ma è altrettanto vero che il popolo in tutto questo arco temporale è stato lasciato senza guida.

Quando si è privati del pane e non si ha più altra alternativa, la prima reazione istintiva è quella di scendere per le strade e gridare tutta la propria frustrazione.

Ora il passo successivo sarebbe quello di fare in modo che la dissidenza nei confronti del regime diventi parte del vivere quotidiano.

La dittatura è fondata sostanzialmente sulla paura del virus “letale”. Se tutti quanti iniziano progressivamente a capire che là fuori in realtà non c’è un pericoloso agente patogeno, l’illusione della pandemia si spegne istantaneamente.

La forza di questo regime risiede sostanzialmente nel controllo del pensiero delle masse. I mass-media, come disse un sociologo del secolo scorso, Marshall McLuhan, non assumono altro che questa funzione.


Servono sostanzialmente a decidere cosa devono e non devono pensare le masse.

Esiste tuttavia la possibilità di sottrarsi a tutto questo. Se si spegnono i media, si può uscire dalla caverna di Platone e vedere che il mondo reale non è quello raccontato dai media.

Napoli è già riuscita da sola a scuotere la nazione intera e a dare l’esempio al resto d’Italia. Se riesce a fare questo altro piccolo miracolo, questa città può risvegliare tutti dall’ipnosi collettiva che da troppo tempo tiene prigioniere le masse.

Se si smette di avere paura del virus, si smette di portare le mascherine. Se non si portano più le mascherine, vengono minate le basi stesse della dittatura.

Se tutto questo diventa un’azione quotidiana e costante che si allarga a macchia d’olio tra il popolo, si mette in moto il meccanismo contrario dei mesi scorsi.

Si può condurre gradualmente la popolazione a non avere paura. La dittatura è riuscita ad andare avanti fino ad ora perchè ha diviso le masse.

Ha invitato i cittadini ad aggredirsi gli uni contro gli altri, mentre proseguiva indisturbata la distruzione del Paese.

La chiave di tutto sta nel capovolgere questa situazione. Unire ciò che il regime vuole separare.

Il mondialismo vuole la morte dell’Italia

Il sistema sta facendo di tutto per sferrare il colpo di grazia al Paese.

Questa non è una guerra al virus, ma all’Italia e al suo popolo.

L’operazione coronavirus è stata certamente concepita per trascinare il mondo verso il governo unico mondiale.

Il Nuovo Ordine Mondiale sta procedendo a tappe forzate per arrivare a questo scopo.

Per poter giungere alla realizzazione finale di questo obbiettivo, deve però prima essere colpita a morte l’Italia.

Questo Paese sin dal principio è stato usato come laboratorio “privilegiato” del Nuovo Ordine Mondiale.

La ragione risiede nella sua imprescindibile importanza spirituale ed economica.

L’Italia è la culla della cristianità mondiale per il solo fatto di ospitare da 2000 anni sul suo suolo la Chiesa cattolica.

Il futuro supergoverno mondiale che le élite vogliono ad ogni costo sarà fondato su una religione misterica ed esoterica che perseguiterà soprattutto i cristiani.

La vera natura di questo piano è dunque inevitabilmente e profondamente anticristiana. E’ per questo che ormai il culto del satanismo sta esplodendo in ogni angolo del globo.

Tanto più si espande la religione di Satana, tanto più si avvicina il compimento del totalitarismo globale.

Negli Stati Uniti, si imbrattano i muri della cattedrale con scritti inneggianti a Black Lives Matter e a Joe Biden.

Tra gli esponenti di questo movimento terroristico finanziato, tra gli altri, da George Soros e dai piani alti dell’establishment americano, ci sono persone che dicono chiaramente di richiamarsi al culto di Satana.

Patrisse Cullors, una delle sue fondatrici, ha dichiarato senza pudori di essere una occultista.

La stessa operazione coronavirus è colma di richiami al numero 6, che ha un preciso significato nel mondo del satanismo.

In alcuni stati americani è stata imposta la distanza di 6 piedi.

In Italia, è stato imposto di non superare le sei persone nelle case e di non essere in più di sei al ristorante.

Recentemente sono stati installati dei semafori T-Red a Milano e Torino, e la sanzione prevista per i trasgressori arriva fino a 666 euro, un numero che richiama apertamente il simbolo della Bestia, colui che nell’Apocalisse sarà a capo del Nuovo Ordine Mondiale.

I riferimenti a questa numerologia stanno diventando semplicemente troppo frequenti per essere liquidati come mere coincidenze.

La tempesta anticristiana sta dilagando ovunque.

Lo stesso uomo che siede sul soglio pontificio oggi è un apostata che rinnega il Vangelo e le sacre scritture, giungendo persino a chiedere il riconoscimento delle unioni civili omosessuali.

Questa epoca storica dunque non è altro che la esteriorizzazione della gerarchia citata da Alice Bailey, una delle presidenti della società teosofica, che ricorse a questa espressione per scrivere un saggio nel quale profetizzava il pubblico riconoscimento del culto esoterico e satanico nell’avvento del Nuovo Ordine Mondiale.

David Spangler, altro noto esponente della New Age e membro delle Nazioni Unite, disse chiaramente che per entrare in questa nuova società mondialista, sarebbe stato indispensabile aderire al culto di Lucifero, pena l’esclusione dal nuovo mondo satanico.

Questa è la vera natura del mondialismo e quanto sta accadendo in questi giorni non è altro che la conseguenza di un piano e di un disegno politico, religioso ed economico che affonda le sue radici già dai tempi del secolo dei lumi.

L’Italia si trova nel mirino di questo piano perchè questo Paese, seppur già gravemente ferito, non è stato ancora annientato interamente.

Per arrivare alla fase successiva occorre distruggere definitivamente questa nazione che nei piani delle élite dovrà essere sacrificata sull’altare degli Stati Uniti d’Europa.

Per poter andare avanti con questa operazione terroristica, occorre alimentare ad ogni costo il clima di falsa emergenza.

Il presidente della federazione dell’ordine dei medici ha invitato i cittadini a stare a casa.

Massimo Galli, del Sacco di Milano, ha annunciato che si sta per combattere la “battaglia di Milano”.

La classe medica al servizio del regime si sta dunque prestando nuovamente per continuare a costruire un clima di guerra che nella realtà non esiste.

Il sistema vuole provocare un’ondata di fallimenti ancora più enorme di quella che si è vista lo scorso marzo.

Nella bozza del nuovo dpcm si profila la chiusura generale alle 18 per bar e ristoranti. Se ciò dovesse accadere, verrebbe spazzato via definitivamente l’intero settore della ristorazione che è uno dei più rilevanti per l’economia nazionale.

Il governo fantoccio, aiutato da una falsa opposizione, non sta facendo quindi altro che eseguire l’agenda prevista dalla massoneria per l’Italia.

L’obbiettivo è la svendita delle piccole e medie imprese, la spina dorsale economica dell’Italia, a favore dei grandi capitali stranieri, in modo particolare di quelli cinesi e delle élite mercantiliste tedesche.

Si deve radere al suolo il Paese e metterlo all’asta per poterlo ridurre nelle condizioni della Grecia.

Solo così potranno nascere gli Stati Uniti d’Europa. Uccidendo l’Italia. Winston Churchill lo spiegò chiaramente già nel 1950.

Il governo mondiale, la cui cifra imprescindibile sarà l’autoritarismo, vedrà la luce soltanto quando l’Europa sarà unita sotto la veste politica del superstato europeo che sarà una impostura della vera Europa greco-romana e cristiana.

Gli Stati Uniti d’Europa non saranno dunque altro che l’antitesi della vera Europa.

La violenza è la condizione innata del Nuovo Ordine Mondiale

Tutto questo potrà nascere solo all’insegna della repressione. Il mondialismo infatti non ha altro modo di continuare se non quello di ricorrere alla violenza.

La ragione sta nella sua stessa natura. La visione globalista è antistorica e antiumana. Questa si propone di rimuovere con la forza l’identità delle singole nazioni per poterle fondere in una unica torre di Babele mondiale senza identità e senza storia.

Vuole sostanzialmente fondere ogni singolo sistema politico, religioso, economico e culturale in un unico grande contenitore sovranazionale e l’unico modo che ha per poterlo fare è estirpare le culture nazionali.

La violenza è dunque la condizione naturale sia del mondialismo sia dei suoi succedanei, l’Unione Europea prima e gli Stati Uniti d’Europa poi.

Ecco perchè aleggia già lo spettro della militarizzazione dell’Italia. Il Quirinale ha convocato il consiglio supremo di difesa per il prossimo 27 ottobre.

All’ordine dei punti del giorno, è stato inserito esplicitamente quello di discutere la cosiddetta “emergenza sanitaria”.

Si parla della possibilità di dichiarare lo stato di guerra per poter così far scendere l’esercito per le strade.

Il governo fantoccio ed eversivo ha il mandato di far scoppiare una crisi economica di proporzioni enormi, tale da ricordare per gravità quelle della seconda guerra mondiale.

Sanno perfettamente che i fallimenti a catena innescheranno un’ondata di violenza e rivolte.

Le persone in preda alla disperazione non avranno più alternativa se non quella di ribellarsi in massa.

La manu militari è dunque l’unica via per poter sedare le rivolte di popolo.

L’autoritarismo è pertanto lo sbocco finale del disegno autoritario globale.

Il sistema dunque si appresta a provocare una enorme crisi per poi poter proporre la sua “soluzione”.

A finire il lavoro di uccisione del Paese non sarà con ogni probabilità Conte, ma Mario Draghi che sarà rappresentato come un falso messia dai media, ma che verrà con il compito preciso di procedere alle svendita del Paese e all’attivazione del MES, il cavallo di Troia dell’Unione europea.

Draghi è uno specialista assoluto in questo campo dal momento che fu proprio lui a liquidare a prezzi di saldo i gioielli dell’industria pubblica italiana a bordo del Britannia.

Il 2020 dunque rischia di essere un 1992 di proporzioni devastanti.

Il mondialismo vuole fare in fretta prima che Trump colpisca

Tutto questo sta accadendo ad una velocità incredibile. Le élite vogliono sbrigarsi e la ragione sembra essere principalmente una.

Gli Stati Uniti sotto la presidenza Trump non sono partecipi in questo piano. Sono la forza che ne impedisce la realizzazione.

L’amministrazione Trump ha messo fine a quello che sostanzialmente è stato uno dei perni dell’ordine liberale internazionale, ovvero il blocco euro-atlantico.

Sono stati gli USA infatti dal dopoguerra in poi il Paese che si è fatto garante dell’esecuzione del progetto europeo.

Fu il deep state di Washington a finanziare i gruppi che già negli anni’50 costituirono le basi della futura Unione europea.

L’America è stata per più di 70 anni la nazione che ha avuto il compito di portare avanti la realizzazione del futuro ordine mondiale.

La presidenza Trump ha portato l’America invece ad essere la forza che più si sta opponendo al piano del mondialismo.

E’ per questo che le élite sembrano avere particolarmente fretta. Si vuole accelerare il processo di disgregazione dell’Italia e la sua morte economica per poter favorire la nascita degli Stati Uniti d’Europa e della futura dittatura mondiale.

Il Nuovo Ordine Mondiale al momento sta puntando tutte le sue carte sulla Cina e sull’UE che dovrà essere riconvertita negli Stati Uniti d’Europa.

Ma senza la prima potenza economica e militare, il mondialismo difficilmente potrà vedere la luce.

Ecco perchè le élite stanno cercando disperatamente di forzare la mano.

Sono perfettamente consapevoli che il loro candidato alla Casa Bianca, Joe Biden, ha scarse chance di vittoria contro Trump.

Così come sono allo stesso tempo consce che se Trump si aggiudica un altro mandato, inizierà una pesante controffensiva contro lo deep state.

Il presidente americano a questo proposito è stato chiaro. Lo spygate dovrà andare fino in fondo e se Barr non è disposto a rinviare a giudizio Obama e Biden, sarà qualcun’altro a farlo.

L’esplosione di questo scandalo non potrà non toccare l’Italia e la sua corrotta classe dirigente che ha avuto un ruolo chiave nel complotto per impedire a Trump di diventare presidente quattro anni fa.

Ora si è aggiunta una vicenda potenzialmente dalle conseguenze ancora più esplosive per l’establishment del partito democratico americano.

Sul portatile del figlio dell’ex vicepresidente Biden, Hunter, sembrano essere state trovate immagini pedopornografiche.

La famiglia Biden potrebbe essere coinvolta in una rete di pedofilia internazionale tale da far rotolare le teste di nomi eccellenti a Washington e in Europa.

Trump dunque in questo momento rappresenta la più grave minaccia contro il sistema ed è per questo che il Nuovo Ordine Mondiale vuole accelerare per avanzare verso il suo disegno finale.

Si sta per combattere l’ultimo atto di una battaglia il cui esito deciderà il destino del mondo intero.

La battaglia dei figli della luce contro i figli delle tenebre di cui ha già parlato monsignor Viganò.

In mezzo a questo scontro epocale c’è l’Italia che è al centro di una offensiva feroce e senza precedenti.

Qualsiasi cosa accada, l’Italia e il popolo italiano dovranno stringersi intorno all’esempio di Napoli.

Solo la solidarietà potrà aiutare il Paese a sopravvivere.

Solo la solidarietà potrà permettere al Paese di resistere alle forze oscure che vogliono la morte di questa nazione, culla dell’Occidente romano e cristiano.

https://lacrunadellago.net/2020/10/25/il-mondialismo-si-prepara-a-far-fallire-litalia-e-a-instaurare-la-legge-marziale-nel-paese/ 

sabato 24 ottobre 2020

Napoli protesta: senza soldi non si mangia

Napoli protesta per non morire di fame. Il sunto di quanto – incredibilmente, sotto certi aspetti – si è visto ieri sera nelle strade del capoluogo campano è questo. Dopo l’annuncio del governatore Vincenzo De Luca di voler procedere a un lockdown generalizzato solo per la regione Campania (coinciso con la richiesta di una chiusura generale per tutto il territorio nazionale al governo), la gente non ne ha potuto più.

Perché senza soldi non si mangia.

Napoli protesta: subito alla ricerca della violenza dei manifestanti

La prima cosa che fanno è di evidenziare gli atteggiamenti violenti e condannare l’intera protesta. Se sono pochi, li cercano con il lanternino. Se di più, vengono catalogati come una collezione da esibire. Obiettivo duplice: stigmatizzare la manifestazione e giustificare eventuali repressioni. Come qualcuno, ieri sera, ha già fatto. Invocando perfino le pistole.

Napoli protesta

È sempre così. E poi parliamo di Napoli, che diamine, è facilissimo metterci in mezzo la camorra e la malavita, perché sono loro che hanno organizzato la rivolta.

Ma nessuna di queste brillantissime argomentazioni riuscirà mai a smentire il dato di fatto peggiore sulla tragedia del covid: quelle persone, se saranno costrette a chiudere le proprie attività, non avranno alcun aiuto. Nessuno, a meno di non definire le briciole, peraltro tardive, come aiuto. Nessun soldo, perché non si stampa moneta, nessun annullamento sulle tasse da pagare (sempre perché non si stampa moneta) ma se va bene sempre la solita formula: prestiti con soldi da restituire (nonostante non si lavori e quindi non si capisce bene recuperati da dove).

Il giornalista Sky attaccato con violenza, cari media e politici mainstream, non cancella che questa gente rischi di finire in miseria. Vi dirò di più: vale di meno di quanto questa gente rischi di finire in miseria. Come vale di meno l’idea che possano esserci chissà quanti camorristi a tirare le fila della rivolta. Potete trovarci tutte le macchie che volete, ma saranno sempre meno rilevanti di una città intera che rischia di finire sul lastrico perché voi non avete alcuna intenzione di tirare fuori i soldi veri per sostenere ogni cittadino, senza distinzioni di reddito, che verrà danneggiato da questa follia.

Tu ci chiudi, tu ci paghi

“Tu ci chiudi, tu ci paghi” è il messaggio perfetto. Chiudici. Chiudeteci. Però vogliamo ogni singolo euro. E non vogliamo prestiti. Non vi azzardate a chiederci le tasse.

Nel mondo ideale, questo sarebbe il messaggio. In quello reale, ci troviamo di fronte a non ottenere alcuna forma di sostegno. E non perché non sia possibile tecnicamente, ma perché ci troviamo da 30 anni in una gabbia economica la quale – per la prima volta nella storia dell’economia – teorizza de facto l’idea che lo Stato non possa investire denaro, non possa elargire sussidi generalizzati, mai, nemmeno in periodi di crisi assurda come quella innescata dalla follia del covid.

Uno Stato che talvolta non ha nemmeno la forza economica per asfaltare le strade, come può costruire gli ospedali per il covid?

Ma tutto questo alla Napoli in protesta non interessa. Sono cittadini comuni, che guadagnano dal proprio lavoro e non chiedono altro. E che ora si sentono dire di non poterlo più fare, di dover stare chiusi in casa in attesa di finire ogni risorsa, ma nel frattempo di dover continuare a pagare le tasse o al massimo di ricevere dei prestiti che dovranno restituire con delle entrate che non ci saranno per anni. È gente che protesta perché non vuole finire in mezzo a una strada e non vuole morire di fame.

Perché saremo ripetitivi, ma senza soldi non si mangia.

Mi dispiace, ma con tutte le critiche che si possono muovere, il giornalista Sky aggredito e la sempreverde camorra napoletana presente tra le fila dei manifestanti, sono elementi che contano di meno di tutto questo. Infinitamente di meno. E sostenere il contrario vuol dire non avere nessun rispetto per la vita.

(di Stelio Fergola)

https://oltrelalinea.news/2020/10/24/napoli-la-protesta-covid-lockdown/ 

venerdì 23 ottobre 2020

Il reportage più completo sull’emergenza sanitaria. Tutto quello che i media non ti hanno detto..

 

Cominciamo subito con alcune domande secche, per capire la tua posizione rispetto al Coronavirus e all’emergenza sanitaria.

Credi che il virus esista?

SI certo.

Vanno intraprese misure per contenerlo?

Assolutamente SI.

Sei d’accordo con le misure intraprese dal governo?

Assolutamente NO.

Secondo le linee guida dei media mainstream, questa tua risposta farebbe di te un negazionista.

Un conto è negare l’esistenza del virus, altra cosa è opporsi all’idea che le misure di prevenzione vengano strumentalizzate per raggiungere secondi fini, ampiamente pianificati, e per mandare in quarantena, non tanto i possibili contagiati, per un breve periodo, ma le libertà individuali a tempo indeterminato. I media però, hanno interesse a non fare emergere questa distinzione.

Negli anni passati abbiamo assistito all’esplosione del virus dell’HIV. La gente era terrorizzata. In quel caso risultare positivo era veramente una condanna a morte. Il virus si trasmetteva principalmente per via sessuale. Cosa avremmo fatto, però, se avessero proposto di evirare tutti i sieropositivi, in nome della prevenzione?

Senza dubbio quella misura, avrebbe drasticamente rallentato la trasmissione del virus. Ma lo avrebbe fatto a spese dei diritti umani. La prevenzione non deve mai fare più danni del virus che si intende prevenire. Pensate che avrebbero chiamato negazionisti, quelli contrari ad una misura tanto assurda? Non credo proprio. Prevarrebbe per tutti il rispetto dei diritti umani e della persona, pur essendo consapevoli della pericolosità dell’AIDS.

Sicuramente.

Bene. Ora è sotto gli occhi di tutti, che per prevenire la diffusione del Coronavirus, ci chiedono di castrare le nostre libertà. Di cambiare il nostro modello sociale. Di evirare la democrazia. E noi, pur consapevoli dell’esistenza del virus, non possiamo assolutamente accettare certe misure, che farebbero più danni del virus stesso.

Perché lo fanno?

Chi ha avuto interesse, in passato, a cambiare il modello economico dei paesi occidentali, oggi ha bisogno di completare l’opera, cambiando il modello sociale, culturale e l’organizzazione del lavoro, per renderli coerenti con il nuovo paradigma economico che hanno precedentemente imposto.

Spiegati meglio. A chi ti riferisci.

Ok facciamo un passo indietro:

Nel 2011 un “virus” ha investito i mercati finanziari. Si chiamava lo Spread.

Per contenerlo ci hanno detto che l’unica soluzione era cedere quote di sovranità.

E che cosa avvenne?
Il governo democraticamente eletto, cadde. Non si andò a nuove elezioni. Arrivarono i tecnici, non legittimati dal consenso popolare. La democrazia, in pratica, venne mandata in quarantena.
Cambiarono così il modello economico. Prendemmo definitivamente atto che decidono i mercati. Se l’elettore vuole qualcosa di diverso da quello che vogliono i mercati finanziari, prevale il parere di quest’ultimo. Ricorderete tutti la frase del Commissario europeo al bilancio: “I mercati insegneranno agli italiani come votare”.
Applicare la democrazia, farebbe quindi correre allo stato il rischio di non potersi più finanziare e finirebbe in default. Fine della storia. Il modello economico, così come i principi costituzionali, vengono archiviati in nome dell’emergenza. 
“La sovranità appartiene al popolo” cede il posto alla “sovranità è dei mercati”. L’Italia, da “Repubblica fondata sul lavoro” diventa una tecnocrazia che risponde al pareggio di bilancio, che viene inserito in Costituzione. Il nostro paese viene commissariato. Vengono firmati da sconosciuti tecnici (sconosciuti agli italiani, ma membri di spicco delle lobby finanziarie internazionali) accordi e trattati che vincoleranno per sempre le scelte dei futuri governi. Le misure di emergenza diventano misure irreversibili. Come ci riuscirono? Strumentalizzando quel “virus” sconosciuto che aveva colpito i mercati: lo spread.
Più tardi, ci si accorse che sarebbe bastata una frase del governatore della Banca Centrale Europea per debellarlo. Ma ormai era già stato usato per cambiare i paradigmi economici sotto gli occhi degli italiani. Con l’ausilio del fuoco incrociato dei media che titolavano “fate presto”.
Oggi lo spread pare incapace di contagiare i mercati. La BCE, in realtà, ha sempre avuto il suo vaccino. Anche i media italiani pare che lo abbiano dimenticato. Ma non si è mai più tornati al vecchio modello.
Che analogia trovi con quanto sta accadendo oggi?
Analizziamolo insieme:
2020: La società viene colpita da un virus. Il covid19.
Se nel 2011, lo spread che “infettò” i mercati, obbligò le nazioni a cedere sovranità. Il covid, che è un virus reale e colpisce i singoli individui, costringe i popoli a cedere quote di libertà.
I media e la politica recepiscono il nuovo messaggio.
 
Badate bene, questa volta le decisioni non avvengono su base nazionale, o regionale, ma su base planetaria.
I De Luca in Campania, i Conte in Italia, non dicono nulla di diverso dall’amministratore dell’Alsazia, dal presidente francese Macron o dalla tedesca Merkel. Perché quello che arriva in mano a questi personaggi, è un pacchetto già preconfezionato dalle grandi organizzazioni mondialiste come la OMS, che passa le direttive ad organi nazionali come l’Istituto Superiore di sanità, che le passa al comitato tecnico scientifico dei governi, che le passano alle loro task force per poi diventare un DPCM imposto alla cittadinanza. Ma il regista non è De Luca, o Zaia, o Conte. Questa partita si gioca su scala mondiale. Conte, infatti, riceve suggerimenti da personaggi come Bill Gates (il principale finanziatore dell’OMS) per capire cosa fare, non da Mattarella.
Sono poche le nazioni che riescono a rimanere fuori da questo meccanismo. Trump è ben consapevole di quello che sta accadendo e di essere considerato di intralcio per questo progetto. Soprattutto per le sue politiche mirate a ridimensionare la globalizzazione e a tornare a valorizzare la propria nazione, riportando in casa tutte le produzioni possibili, dall’acciaio ai medicinali. Per questo il presidente americano decide improvvisamente di uscire dalla OMS, nonostante gli Stati Uniti siano sempre stati i primi finanziatori.
Si rende conto che la questione sanitaria c’entra ben poco. La partita è tutta politica. L’OMS esalta il modello cinese perché l’obiettivo è cinesizzare l’occidente. Sembrerà assurdo dirlo, ma conviene anche alle stesse oligarchie occidentali.
In effetti, ancora una volta i governi sono stati commissariati come avvenne nel 2011.
Esatto. Ma le similitudini non finiscono qui. Anche i personaggi scelti sono gli stessi. A dimostrazione che si tratta di un copione unico.
A chi ti riferisci:
Nel 2011, a prendere le decisioni in Italia, in nome e per conto del Cartello finanziario internazionale, scelgono Mario Monti. Lo stesso Mario Monti, ce lo ritroviamo nel 2020 a capo della task force europea della OMS. Non è un esperto del settore. Non è un medico. In Italia con le su politiche sanitarie ha fatto macelli. Eppure riceve il prestigioso incarico, perché è un uomo di fiducia per certi ambienti. Uno a cui non bisogna nascondere le reali intenzioni. Per questo scelgono sempre gli stessi. Vittorio Colao passa dalla vicepresidenza della European Roundtable of iIndustrialists di Bruxelles (la più potente lobby europea delle grandi multinazionali) alla task force governativa per la gestione del post pandemia.
Quindi non importa quanti siano i sani e quanti i contagiati. Quanti siano gli asintomatici e quanti quelli finiti nelle terapie intensive. La pandemia è il terreno fertile per portare avanti la shock economy: bisogna approfittare dello stato di shock dei cittadini, per cambiargli nuovamente modello sotto al naso. Ora o mai più. Per farlo c’è bisogno che l’emergenza duri, che sia reale o solamente percepita. Perché deve lentamente cambiare le abitudini dei popoli. Deve dimostrare che la democrazia non è sempre applicabile e che perfino la libertà, può essere vincolata a qualcosa di superiore, di prioritario.
Intanto viene cambiata l’organizzazione sociale, quella scolastica, l’organizzazione del lavoro. Ma cambiano anche i rapporti umani e addirittura quelli familiari. Step indispensabili per far sì che i cambiamenti diventino duraturi. Solo così si può davvero favorire un grande reset.
Che cos’è lo smart working? E’ il lavoro che si impossessa della tua vita. Che entra nella tua casa. Nella tua intimità. Viene cancellata la linea di demarcazione tra ambiente lavorativo e ambiente familiare. Viene annullata la socialità dei luoghi di lavoro. Tutto a discapito dell’individuo.
Che cos’è la scuola da remoto? E’ negare ai ragazzi il confronto, il contatto fisico, il gioco, il calore umano. Ancora una volta tutto a discapito dell’individuo.
Ma tutto indispensabile per creare l’uomo nuovo. Il robot del futuro. Autistici digitali manovrabili a distanza. Il problema è che la maggior parte dei lavoratori dei paesi con cui l’Occidente si trova oggi a competere, sono già su quella strada. E bisogna stargli dietro.
Nel Report Made in China 2025, i cinesi hanno dichiarato al mondo che entro il 2025 assumeranno la leadership mondiale, proprio usando le nuove tecnologie e lo smart working che loro hanno iniziato ad utilizzare molto prima della pandemia e lo ritengono un proprio vantaggio competitivo. Ecco perché c’è stato bisogno di strumentalizzare le misure di contenimento del covid, per accelerare questo processo anche da noi e provare a competere. Voi pensate che le grandi aziende, che oggi stanno impostando lo smart working come misura di prevenzione del Covid19, riporteranno i lavoratori negli uffici quando l’emergenza sarà passata? Assolutamente NO.Stanno definitivamente cambiando il modello.
E la stessa cosa riguarderà i salari.
Perché proprio a ridosso di un nuovo lockdown, il governo comunica che il blocco dei licenziamenti non potrà essere prorogato?
Così le aziende andranno nel panico e licenzieranno il più possibile, o in alternativa, proporranno un nuovo modello ai lavoratori.
Esatto. Gli diranno: se vuoi mantenere il posto, devi percepire la metà perché l’azienda ha fatturato la metà. E dato che potremmo essere costretti ad una nuova chiusura in futuro, bisogna anche lavorare di più.
Lavorare di più. Guadagnare la metà. Anche sul lavoro passa il modello cinese, strumentalizzando le conseguenze della pandemia.
Ma è ovvio che un cambio di modello del genere non può essere deciso dal giorno alla notte.
E infatti nessuno lo ha deciso dal giorno alla notte. Se i nostri media facessero il proprio lavoro in maniera indipendente, si accorgerebbero che la pandemia, ed il conseguente cambio di modello, è stato uno degli eventi più previsti e pianificati della storia moderna.
Non entro nei dettagli delle simulazioni per una possibile pandemia da Coronavirus, che sono state svolte in tutto il mondo.
C’è stata l’esercitazione Crimson Contagion condotta da gennaio ad agosto del 2019 in numerose nazioni e soprattutto negli Stati Uniti, per prepararsi a rispondere ad una pandemia arrivata dalla Cina.
C’è stata la mega simulazione Event 201 a New York ad ottobre del 2019, voluta dal Johns Hopkins Center for Health Security, in partnership con la Bill & Melinda Gates Foundation. A pochi mesi dalla pandemia di covid 19 si simulava la risposta proprio ad una pandemia da Coronavirus.
Ci sono state anche le famose previsioni di Bill Gates sulla pandemia in arrivo. E addirittura quella di Anthony Fauci, il virologo capo della task force americana, che avvertiva che Trump avrebbe affrontato una pandemia durante il suo mandato.
Incredibile. Eppure nulla è stato fatto. L’hanno trattato come un evento che nessuno poteva immaginare e che ha colto tutti impreparati.
Non solo lo sapevano. Ma era proprio quello che in alcuni ambienti aspettavano da anni, per dare il via al cambio di paradigma.
Al di la delle simulazioni sulla pandemia, infatti, quello che è sconcertante, è scoprire come ne avessero già previsti gli effetti sulla società.
Nel documento del 2010 della prestigiosa Rockefeller Foundation dal titolo: “Scenario per lo sviluppo delle tecnologie” si simula una pandemia scoppiata in Cina nel 2012 e si parla per la prima volta di lockdown. Di mascherine. Di misurazione della temperatura prima di entrare nei supermercati e negli uffici pubblici. Si parla di app di tracciamento. Si parla della Cina come il primo paese ad aver superato l’emergenza e degli Stati Uniti come il paese inizialmente scettico sulla pericolosità del virus.
 Se fosse un documento del 2020, sarebbe esattamente il resoconto dettagliato di quanto accaduto con la pandemia da Covid-19. Ma il fatto che sia un documento del 2012 rende la cosa quantomeno inquietante. 
In pratica nel report ci sono esattamente quelle che saranno le linee guida del nostro futuro e reale lockdown. Compresi i riferimenti alle app di tracciamento e al fatto che le misure di contenimento del virus favoriranno lo sviluppo su larga scala delle nuove tecnologie e delle misure di controllo della popolazione.
La chiamano proprio “la pandemia che il mondo stava aspettando”. Il loro mondo, probabilmente.
In certi ambienti erano perfettamente consapevoli che gli stati democratici, per quanto castrati, continuavano a rallentare il progetto di un nuovo ordine mondiale, dove le democrazie, come le abbiamo conosciute fino ad oggi, non potevano più essere applicabili. Avevano capito che mettere i mercati nelle condizioni di scegliere le politiche economiche dei governi, non era risolutivo se poi quei governi erano comunque costretti a farsi approvare certe scelte attraverso il passaggio per quelli che definiscono “i lenti e farraginosi processi parlamentari” e gli stringenti vincoli costituzionali. Non è risultato efficace neppure avere il controllo dei mercati finanziari, senza poter incidere contestualmente sul mercato del lavoro, dove ancora c’è chi può rivendicare i propri diritti e le proprie tutele residue.
Questi rallentamenti potevano essere tollerati fino a quando il competitor mondiale dei grossi cartelli occidentali (finanziario, farmaceutico, tecnologico) continuava a svolgere soltanto il ruolo di produttore a basso costo o di mercato di sbocco. Ma quando questo importante player ha deciso di correre per la leadership mondiale, comunicando di essere sul punto di raggiungerla entro il 2025. Le cose dovevano bruscamente cambiare.
Serviva un drastico cambiamento di marcia. A qualsiasi costo. Per arrestare certi processi.
Esattamente. Infatti “Course Correction (inversione di rotta)” è il titolo di un report del febbraio 2019 (a ridosso dello scoppio della pandemia) dove si discutono le strategie indispensabili per competere con la Cina, attraverso una brusca inversione dell’attuale modello. Un dossier che tira in ballo e punta il dito anche contro l’operato di Trump. Che diventa, in certi ambienti americani, il nemico da provare a disarcionare a ridosso delle elezioni, per avere campo libero da chi ostacola o rallenta certi progetti.
E di cosa avevano bisogno?
Stavano aspettando quello che abbiamo visto fino adesso. E quello che hanno scritto : attendevano un evento “catastrofico e catalizzante” che potesse essere usato come acceleratore, in caso di ascesa di una nuova superpotenza.
Pensi quindi che abbiano indotto la pandemia?
Questo non lo possiamo provare, ma in questo contesto non è neanche rilevante. A noi interessa sapere che attendevano un evento del genere per portare avanti quello che possiamo definire il grande reset. Un cambio totale di paradigma e di modello della società. Che la pandemia l’abbiano prevista e non l’abbiano voluta fermare o che l’abbiano indotta artificialmente, non cambia l’obiettivo finale, che noi oggi stiamo subendo sulla nostra pelle.
Certo non possiamo ignorare il fatto che in diversi documenti ufficiali e da diversi anni, si parli proprio del possibile utilizzo di armi biologiche “come strumento politicamente utile”.
Quello che a noi interessa comprendere, per poter meglio decodificare quello che sta accadendo è il fatto che in certi ambienti ci fosse la certezza, che per arrestare il processo di globalizzazione dominato dalla Cina, ci fosse bisogno proprio di una pandemia. Come hanno scritto nel 2004 gli esperti del National Intelligence Council (il più autorevole centro del pensiero strategico delle agenzie di intelligence degli Stati Uniti) in un report  ufficiale dal titolo “Mapping the Global Future (mappare il futuro globale)” dove gli esperti autori, con una incredibile veggenza, dichiaravano con anni di anticipo, che nel 2020: “per far deragliare questo processo di globalizzazione servirà una pandemia scoppiata in un paese come India o Cina”.

Possiamo quindi tirare le somme. Il mosaico sembra chiaro.

Certo.

Capitalismo e globalizzazione, non erano più compatibili  con democrazia e diritti sociali.

Gli uni avrebbero inesorabilmente causato il declino degli altri.

La Cina stava imponendo il proprio modello: capitalismo e dittatura come unico binomio possibile.

Ed ora stanno mostrando al mondo che la Cina è l’unico paese ad aver battuto per primo il covid. Perché il modello vincente è solo il loro. 

A cosa rinuncerebbe invece l’Occidente? Come farebbero le grandi oligarchie capitaliste occidentali, i grandi cartelli, a fermare l’avanzata della democrazia che stava minando la loro stessa esistenza, costringendoli a rinunciare alla leadership mondiale?

Serviva un grande reset.

Qualcosa capace di cambiare sotto al naso dei popoli occidentali, il loro modello sociale. Ma non poteva più essere fatto su base nazionale, come era avvenuto per il cambio del modello economico. Tutto doveva avvenire su base planetaria. Serviva qualcosa capace di mandare, in un sol colpo, tutte le democrazie in quarantena. E di spostare ogni singolo potere, dagli stati nazionali alle grandi organizzazioni mondialiste, che sfuggono a qualsiasi controllo democratico. Ma questo obiettivo si poteva raggiungere solo attraverso l’uso strumentale della paura.

Se oggi ci chiedono di fare sesso con la mascherina, mantenendo le distanze dal partner. Abbiamo sentito anche questo nella Tv di stato.

Se ci dicono che si può assistere ad un evento sportivo al chiuso in 200, ma non si può fare un convegno o una riunione in 20.

Se ci chiedono di riunirci in casa in 6 ma non in 7.

Se ci dicono che si possono fare senza mascherina le attività sportive ma non le attività motorie.

Se ci dicono che si possono bere alcolici seduti al tavolo ma non al banco.

Se chiudono le scuole ma lasciano i mezzi pubblici super affollati.

E’ perché il 90% delle misure che stanno imponendo, non hanno nulla a che vedere con la prevenzione del virus. Ma sono misure che hanno un forte impatto sulla psiche dei cittadini.

Devono penetrare fino in fondo. Le misure devono essere onnipresenti. Invasive. Devono diventare abitudini. Perché qualcuno diceva che “le catene delle abitudini sono troppo leggere per essere avvertite finché non diventano troppo pesanti per essere spezzate”.

Se fossero in buona fede, gestirebbero tutto in maniera diversa. Su alcuni punti anche in maniera più drastica, ma diversa. 

In che modo?

Capirebbero che gli asintomatici non possono più essere considerati malati. Né trattati come tali. Il numero da monitorare, per capire se la situazione è grave o meno, non può essere quello dei tamponi positivi, ma quello sulla presenza nelle terapie intensive o dei morti per motivi legati esclusivamente al Covid. Sono quelli, purtroppo, i parametri che ci direbbero quali misure adottare. E sono quelli che oggi, per fortuna, sono confortanti e in assoluta controtendenza con l’allarmismo diffuso, dai media e dalle istituzioni.

Qualora quei dati dovessero peggiorare, l’unica misura per contenere il virus può essere solo il lockdown totale. Mica fermi un virus uscendo dai bar alle 21:00 invece che alle 23:00. Mica lo fermi chiudendo le scuole ma lasciando i ragazzi liberi di riunirsi tutto il giorno per strada. Mica lo fermi annullando i matrimoni, ma riempendo le metropolitane. Nessuna delle misure oggi proposte per fermare il covid, può realmente fermare il virus. L’unica fortuna è che al momento pare che non sia più così pericoloso, ma non lo stiamo fermando. Qualora fosse veramente letale, bisognerebbe solo chiudere tutto e risarcire i cittadini e le aziende per quello che hanno perso. Ma ai governi non conviene, meglio proporre chiusure a macchia di leopardo, mandare in quarantena chiunque abbia avuto contatti con un positivo, senza doverli risarcire. Per questo proveranno ad evitare l’unica misura risolutiva (non adesso, ma nel caso in cui aumentassero vertiginosamente le vittime) ossia il lockdown. E’ evidente, però, che c’è più interesse a strumentalizzare il virus che a debellarlo.

Ora capisco perché provocatoriamente dicevi che noi italiani dovremmo scendere in piazza pretendendo la chiusura totale.

Esattamente. Sarebbe l’unico modo per dimostrare che le reali intenzioni delle misure restrittive, non riguardano il contenimento del virus. Dovremmo comportarci al contrario dei negazionisti. Fingere di credere a tutto quello che i media ci dicono, ossia:

che gli asintomatici sono dei malati;

che gli asintomatici possono trasmettere il virus;

che il virus non ha perso forza;

che l’età media delle vittime del virus si è notevolmente abbassata;

che un asintomatico che trasmette il virus ad un membro di una categoria a rischio, ne potrebbe causare la morte.

che come dice l’Oms, neanche più il saluto con il gomito può essere considerato sicuro.

Perché se tutto ciò fosse vero, allora bisognerebbe pretendere che il governo chiuda tutto. Dato che è già dimostrato che almeno 10 persone su 100 risultano positive al tampone.

Se, invece, le cose non stanno in questi termini, se al momento la verità è che il virus non è più letale tranne rare complicazioni. Se sono sempre meno le categorie realmente a rischio, perché anche prendendo la carica virale più alta, come è successo a Berlusconi (ultraottantenne pieno di acciacchi), comunque si torna a casa sani e salvi, nella maggior parte dei casi. Come è successo all’anziano Briatore, che adesso è a Montecarlo, solo per citare i personaggi più noti, ma potrei citare i vecchietti della casa di cura di Milano, tutti positivi al tampone ma non se n’erano manco accorti.

Bene! se questa è la nuova realtà del Covid, allora dovrebbero modificare subito i parametri di giudizio e cambiare totalmente il tipo di comunicazione mediatica. Ma non possono farlo. Serve la strategia dello shock. Il sistema che hanno impostato regge solo sulla paura. Per questo utilizzano un approccio ibrido. Ti fanno credere che il virus sia pericoloso e letale e sempre in crescita ma non adottano le uniche misure che una realtà del genere richiederebbe.

Mi sembra di aver capito che chiudere tutto rischia di far emergere anni di menzogne sul sistema economico. 

Esattamente. Gli italiani in lockdown cominciavano a porsi degli interrogativi.

Se ti dicono che non ci sono soldi per fare spesa pubblica in momenti di normalità, nessuno si pone domande. Quando ci dissero che bisognava togliere agli stati la facoltà di stampare moneta per evitare che lo spreco di risorse creasse inflazione, questo assunto parzialmente falso, ebbe un certo appeal sull’opinione pubblica, soprattutto perché i media e i politici demonizzano ogni giorno le spese dello stato ed il debito pubblico, additandolo come la radice di tutti i mali. Ma se queste argomentazioni le usi durante una pandemia planetaria, con i popoli chiusi in casa senza poter lavorare, con le aziende chiuse, con la merce invenduta sugli scaffali, con l’economia ferma, allora perdono ogni credibilità. Come fai a giustificare il fatto che le banche centrali, come la BCE, che possono creare denaro dal nulla, non creino tutto il denaro necessario per mettere in sicurezza i cittadini ora che siamo di fronte ad una tragedia che investe tutta l’Europa. Mario Draghi, in conferenza stampa in tempi non sospetti, lo disse chiaramente: “la BCE non può mai finire il denaro, perché lo crea, quindi potrebbe fare fronte a qualsiasi emergenza”.

Cosa vogliono dirci allora che la pandemia non è un’emergenza tale da costringere la banca centrale a far fronte ad ogni spesa? Perché gli stati dovrebbero ricorrere a prestiti come il Mes, il Recovery fund, se la BCE (come ha iniziato parzialmente a fare) può acquistare in maniera illimitata i titoli degli stati attraverso le loro banche centrali ad interessi nulli e potrebbe poi mettere quei titoli “in quarantena” perenne senza perderci nulla. Dicono che hanno risorse illimitate. Perché le limitano? Perché vincolano gli stati a dei prestiti? Perché inducono i cittadini ad indebitarsi anche per far fronte all’emergenza? La BCE i soldi li crea. La vecchia scusa del pericolo inflazione, può ingannevolmente reggere per la spesa pubblica improduttiva ma non per le misure per salvare la popolazione da una pandemia globale e mortale (come dicono loro), oltretutto in un periodo di generalizzata deflazione (contrario dell’inflazione). Come si può soltanto pensare che in un periodo del genere possano salire i prezzi? Non avrebbero più scuse per chiudere i cittadini in casa e non risarcirli completamente per ogni perdita.

Il re sarebbe nudo.

Ma allora perché non utilizzano le illimitate risorse che hanno per salvare l’Europa e mettere in sicurezza la vita degli europei? Non è quello il vero obiettivo delle loro politiche? Davanti ad una disgrazia planetaria, come la definiscono i governanti, come possono continuare a ribadire – come ha fatto Conte in conferenza stampa – che non ci sono i soldi per risarcire tutti.

Non ci sono i soldi? ma chi li crea? li portano forse i marziani? crescono sugli alberi? o come ha detto Mario Draghi e come hanno ribadito i vertici della Banca d’Italia, li creano le banche centrali? Ma allora perché in Europa la banca centrale non ha cominciato a fare la prestatrice illimitata di ultima istanza, come è successo in Cina? Possibile che copino dai cinesi solo quelle soluzioni che vanno contro i popoli?.

Chiudere gli italiani in casa e rifiutarsi di risarcirli per intero (non come hanno fatto nel primo lockdown) vorrebbe dire rischiare di trovarsi difronte ad una popolazione, che finalmente comincerebbe a porsi questo tipo di domande. E non avere risposte plausibili rischierebbe di fare implodere il sistema tirannico e truffaldino che hanno messo in piedi in Europa. Per questo i governi europei hanno dovuto usare la formula ibrida. Terrorizzare il popolo come se il Covid fosse il pericolo assoluto. Ma, al tempo stesso, specificare che non ci sono soldi per tutti, in modo che il popolo tema un lockdown senza la certezza di un ingente risarcimento danni.

Il coronavirus è quindi mortale, quando devono imporre le loro misure di controllo totale della popolazione e per bypassare i processi democratici. Ma non è pericoloso al punto di costringere l’Europa ad usare le sue illimitate risorse per tenere in sicurezza i cittadini.

Esattamente. L’unica speranza che abbiamo è appellarci alla famosa frase:

“potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre. Ma non potete ingannare tutti per sempre.

https://www.francescoamodeo.it/reportage-completo-sullemergenza-sanitaria-che-i-media-non-ti-farebbero-leggere-mai/