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Pare proprio che Donald Trump sapesse che volevano spedirlo in quarantena o in ospedale. O almeno è quello che si evince da un suo discorso pronunciato ad agosto 2020. Parole che in quella occasione passarono inosservate ma che a rileggerle oggi, aprono scenari inquietanti.
Prima di analizzarle insieme, facciamo un passo indietro: siamo ad agosto 2020 quando Trump firma un ordine esecutivo dal nome emblematico “Buy American first” che come lui stesso spiegherà, ha come obiettivo quello di “richiede alle agenzie governative americane di acquistare tutte le medicine essenziali di cui il paese ha bisogno, solo da fonti americane”.
L’ordine esecutivo dà mandato alla Food & Drug Administration di produrre una lista di “medicine essenziali, rimedi medici e prodotti critici” da acquistare negli Usa. Il provvedimento tuttavia non si ferma qui e come ha chiarito lo stesso presidente:
“provvederà a spazzare via tutte le barriere regolatorie non necessarie per la produzione farmaceutica interna e per supportare processi manifatturieri complessi, in modo da tenere il prezzo delle medicine basso e permettere alle aziende americane di competere sulla scena mondiale”.
In questo modo Trump vuole fermare le speculazioni delle case farmaceutiche, soprattutto dopo l’avvento del Coronavirus. Una mossa che cambierà radicalmente il settore dell’industria dei farmaci, come si evince dalla dichiarazione perentoria del presidente americano:
“Riporteremo in casa le nostre catene di approvvigionamento farmaceutico e medico”.
Il suo consigliere economico, Peter Navarro, ha spiegato che da tempo, paesi come Cina e India godono di un “ingiusto vantaggio competitivo a causa dell’assenza di regolamentazione”, mentre altre nazioni come l’Irlanda, con la loro tassazione competitiva, provvedono ad “attirare entro i loro confini la produzione farmaceutica”. Questo rende gli Stati Uniti “pericolosamente dipendenti dalle nazioni straniere per i farmaci essenziali, per le forniture mediche e per le apparecchiature come i ventilatori”.
La Cina è stata la protagonista mondiale in questo settore. Negli Stati Uniti il 90% di tutte le prescrizioni riguardano farmaci generici e una pillola su tre, consumata in America, è prodotta da produttori di farmaci generici indiani e l’India ottiene circa il 70% delle sue materie prime – ingredienti farmaceutici attivi (API) – dalla Cina.
Questo ordine esecutivo mette nel mirino le normative imposte dalla Food & Drug Administration, ossia l’ente governativo statunitense che si occupa della regolamentazione dei prodotti alimentari e farmaceutici, dipendente dal Dipartimento della salute degli Stati Uniti d’America. Ossia l’ente, che guarda caso, è entrato in rotta di collisione proprio con Trump durante la pandemia, quando il presidente americano è stato costretto a denunciare che l’ente governativo, intendesse ritardare l’uscita del vaccino a dopo le elezioni, proprio per provare ad ostacolare la sua rielezione.
A dare man forte alla Food & Drug ci hanno pensato, infatti, i rivali democratici del tycoon, introducendo alla Camera una legge che obbliga la FDA a consultarsi con un panel di esperti, per assicurarsi che un vaccino non sia stato confezionato troppo in fretta e senza tutti i requisiti di sicurezza.
Nel suo discorso Trump, dimostra di conoscere perfettamente i suoi nemici e anche quanto, le sue mosse, lo espongano a grossi pericoli, soprattutto l’attacco che muove pubblicamente nei confronti dei fautori della globalizzazione, da lui definiti “i pericolosi globalisti“:
“In questi anni – ha detto Trump – abbiamo dimostrato che possiamo battere il dannoso globalismo per far trionfare il patriottismo. Ora abbiamo come priorità quella di sconfiggere il virus cinese, questo nemico invisibile. Dobbiamo difendere i nostri cittadini da questo enorme pericolo.”
Quel nemico che colpirà proprio lui solo due mesi più tardi, nel momento decisivo della sua campagna elettorale e ad un mese esatto dall’election day.
“Ogni volta che vedete uno spot negativo di Big Pharma contro di me – ha twittato Trump- vuol dire che i prezzi dei farmaci stanno scendendo e loro stanno perdendo profitti!”
Trump ha firmato ben 4 ordini esecutivi, volti ad abbassare i prezzi dei farmaci, ed è per questo, a suo dire, che l’intero settore dell’industria farmaceutica pare avercela a morte con lui.
Ed a questo punto che dobbiamo riflettere sulle parole premonitrici pronunciate il 6 agosto 2020 dal presidente americano, in visita agli stabilimenti della Whirphool in Ohio.
Ascoltate bene cosa dice:
“Le mie azioni mirate a far calare il prezzo dei farmaci e a spostare le produzioni in America mi hanno procurato un sacco di nemici là fuori. Gente molto ricca e molto pericolosa”.
Poi la sua inquietante previsione, che a leggerla oggi, che Trump è in ospedale colpito dal Coronavirus, fa davvero venire i brividi:
“Questa potrebbe essere l’ultima volta che mi vedrete per un po’ di tempo. Ho un sacco di nemici molto, molto ricchi, che non sono contenti di quello che sto facendo. Ma penso anche che questa è l’ultima possibilità che abbiamo per farlo perché nessun altro presidente lo farà.”
Trump sapeva di essere nel mirino ? Sapeva che sarebbe potuto rimanere vittima proprio del Coronavirus?
Non posso escluderlo, anche perché ad Aprile 2020, ancor prima di leggere queste parole di Trump, io stesso ho provato ad ipotizzare nella mia inchiesta 31-coincidenze-sul-coronavirus-e-sulla-nuova-guerra-fredda-usa-cina/ chi e come avrebbe voluto colpirlo a ridosso delle elezioni americane strumentalizzando il Covid 19.
Francesco Amodeo
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