di Stefano Scoglio
Credo
di aver abbondantemente dimostrato che i tamponi Covid sono del tutto
inaffidabili, e servono solo per mantenere in piedi la tragica farsa
degli asintomatici positivi che proroga all’infinito questa devastante
falsa pandemia. Ma oggi ho scoperto un nuovo elemento di questa vera e
propria truffa, la scelta di ridurre la positività al tampone al
rilevamento di uno solo dei 3 geni che definirebbero il SARS-Cov 2.
Sapete
anche che, pur sostenendo che il virus non è mai stato isolato e non
esiste prova della sua patogenicità, cerco sempre di trovare le
contraddizioni all’interno dell’impianto ufficiale che sostiene la
narrativa pandemica. Ed è facendo questo che ho scoperto quest’ulteriore
tassello della truffa. Altri magari l’avevano già scoperto. In
effetti, sono stati allertato inizialmente da una dichiarazione del
Prof. Palù, riportata proprio nell’articolo de La Verità che ha parlato
anche di me e della nostra denuncia contro i tamponi:
“Se
si usa un kit di tamponi che amplifica un solo gene, come si fa oggi
per velocizzare, si amplifica la sensibilità con il rischio di falsi
positivi.”
Quando ho letto
questa frase mi si è acceso un campanello di allarme. Ma è solo quando
mi è capitato per mano un certificato di un tampone Covid, che ho
capito. Questo è il certificato:
Come
vedete, il test ha cercato 3 geni, il gene E, il gene RdRp e il gene N.
Si tratta di 3 geni che sarebbero tutti e 3 caratterizzanti il SARS-Cov
2. Dunque, se il virus fosse presente, dovrebbero essere trovati tutti e
3, perché se il virus è integro, l’unico caso in cui può avere un ruolo
patogeno e infettare, è chiaro che il test deve trovare tutti e 3 i
geni che lo compongono. Se ne trova solo uno, o è un test negativo,
oppure deve ammettere che del virus ce n’è solo un pezzo.
E
in effetti, all’inizio era così: eri positivo solo se il test rilevava
tiutti e tre i geni. Ma, come spiega lo stesso certificato, tutto è
cambiato nell’Aprile scorso:
”dal
02/04/2020, in accordo con il centro coordinatire regionale, la
rilevazione anche di un singolo gene target di SARS-Cov2 viene
interpretata come esame POSITIVO”.
Quindi, se si fosse mantenuto l’approccio originario, quasi sicuramente
la massa di positivi asintomatici che abbiamo oggi non ci sarebbe
stata. Invece, con questo cambio in corso d’opera, improvvisamente basta
rilevare un solo gene dei 3, per essere dichiarati positivi!
E
come ho spiegato nel mio documento sui tamponi, la necessità di
rilevare tuti e tre i geni diventa evidente quando si guarda alla scarsa
specificità di ciascun gene. Sotto vediamo le sequenze geniche della
equipe tedesca di Drosten, colui che ha fatto il test-tampone
dichiaratamente solo al computer, senza avere nessun virus fisico a
disposizione. Si tratta comunque di un test-tampone tra i più diffusi in
Europa:
Come
si vede, il tampone di Drosten utilizza tutti e 3 i geni: E, N e RdRP.
Ma se confrontiamo la sequenza genica del SARS-Cov 2 con quella del
SARS-Cov originario (al penultimo posto nella lista), vediamo che:
-
il gene E del SARS-Cov 2 è identico al 100% a quello del SARS-Cov1, e
probabilmente a quello di tutti i SARS coronavirus (nella penultima riga
non ci sono variazioni di lettere);
- Il gene N ha una sola variazione, una C invece di una T, al 15° posto della sequenza del Reverse primer.
Questa è una variazione di appena 1/64esimo, ovvero di appena l’1.5%.
Le possibilità di confusione e cross-reattività (rilevare un SARS virus
diverso dal SARS-Cov2) è molto elevata.
- Il gene RdRP è l’unico che ha 5 variazioni su 64, di nuovo non una grande differenza, anche se meglio degli altri due.
Quindi,
in base alla nuova diposizione secondo cui un solo gene è sufficiente,
se il gene che si rileva è il gene E, il test non dovrebbe avere nessun
valore, dato che si tatta di un gene aspecifico, ovvero proprio di tutti
i coronavirus; e invece, oggi, se ti rilevano il gene E, sei positivo,
con tutte le conseguenze del caso.
Se,
come in questo caso, ti trovano solo il gene N, il rischio di
cross-reattività, cioè che il test reagisca ad altri virus o particlle
virali, è molto alto, dato che il gene N ha solo un nucleotide di
differenza su 64, quindi basta un niente (specie se si considera che si
insiste sempre sulla mutevolezza del virus), per “beccare” un virus
diverso , magari del tutto innocuo (da cui l’asintomaticità). Quindi,
anche qui, col solo gene N, si è quasi certi di risultare positivi a
qualsiasi particella simil-virale, come spiegano alcuni ricercatori che
hanno valutato la cross-reattività dei test tampone:
““…abbiamo
trovato che solo uno di loro (il gene RdRP-SARSr-P2) è quasi specifico
per il nuovo coronavirus, mentre le altre “sonde” (sequenze geniche)
rilevano anche altri tipi di coronavirus. Sotto questo aspetto, i
risultati con falsi positivi possono ampliarsi in rapporto al Covid-19”.
(Kakhki RK et al, COVID-19 target: A specific target for novel
coronavirus detection, Gene Reports 20 (2020) 100740).
Quindi,
per concludere, anche se ritengo che non ci sia nessun virus patogeno, è
chiaro che, ponendosi dal punto di vista di chi crede a questo
super-patogeno SARS-Cov2, data la sua “forza” patogenica, non dovrebbe
essere difficile trovare tutti e 3 i geni indicati come costitutivi del
virus. E allora, perché si è deciso che per la positività è sufficiente
trovarne 1 solo? Palù, diplomatico, afferma che è stato per velocizzare
le cose; io, che come Andreotti ritengo che a pensar male si può far
peccato ma spesso ci si prende, penso che abbiano fatto questa decisiva
modifica perché quando hanno visto che i morti causati dalle terapie
sbagliate di Marzo stavano iniziando a scemare, e c’era bisogno di
tenere altro il livello di guardia coi positivi, per quanto
asintomatici, hanno stabilito una procedura che garantisse di trovare
quanti più positivi possibile, per quanto asintomatici, che è quello che
è successo e sta continuando a succedere.
Ora,
io faccio appello a tutti coloro che, in buona fede, credono al virus
super-patogeno: OK, ma non si dovrebbe far sì che tale virus venga
rilevato in modo corretto, e senza trucchi?
E a questo proposito, si guardi l’altra affermazione contenuta nel certificato Covid:
“Rilevata
positività con valori di CT > 35. Si ricorda che tale condizione, in
più del 95% dei casi, non è associata a presenza di infettività.”
Questo
significa che l’unico gene rilevato, come se non bastasse la sua
aspecificità e cross-reattività, è stati rilevato con un numero di cicli
di PCR superiore a 35, il che, a detta di tutti gli esperti seri di
PCR, genera risultati non affidabili, e generalmente “spazzatura”.
Almeno, in questo laboratorio, hanno scritto che il positivo in
questione non è infettivo; ma pensate che ciò venga riportate nelle
terroristiche statistiche nazionali?
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