lunedì 30 settembre 2019

Il vero amore dona una libertà totale


 Alexandra di Danimarca
Il vero amore dona una libertà totale, è incondizionato, non chiede nulla, dona, condivide. Ed è felice per questo. E ti è grato perché l'hai accolto. Non chiede nulla. Molto giunge a lui, ma in sé non chiede nulla. Non fai che preoccuparti se l'altro ti ama e quanto ti ama. Non porti mai simili domande. Chiediti sempre se tu ami, perché solo questo conta. Sei TU che devi amare.

Osho

sabato 28 settembre 2019

Il vero amore è sempre nuovo


 Zhiwei Tu
Il vero amore è sempre nuovo. Non diventa mai vecchio perché non è cumulativo, non è possessivo. Non sa nulla del passato; è sempre fresco, fresco come una goccia di rugiada. Vive momento per momento, atomo per atomo. Non ha continuità, non conosce tradizioni. Muore ogni momento, e ogni momento rinasce. È come il respiro: inspiri ed espiri; e poi di nuovo inspiri ed espiri. Non accumuli il respiro dentro di te. Se lo facessi moriresti, perché diventerebbe stantio, morto. Perderebbe vitalità, perderebbe la qualità della vita. L'amore è la stessa cosa: è un respiro che si rinnova in ogni momento. Quando il tuo amore si blocca e smette di respirare, la vita perde ogni significato. Questo è proprio ciò che accade con le persone: la mente prende un tale predominio da influenzare persino il cuore e farlo diventare possessivo! Il cuore non conosce la possessività ma viene contaminato dalla mente, ne viene avvelenato. Quindi ricorda: ama l'esistenza! Lascia che l'amore sia come il respiro: inspira, espira, ma fa' che sia l'amore che entra ed esce. A poco a poco devi creare con ogni respiro la magia dell'amore. Fanne una meditazione: quando espiri, senti che stai riversando il tuo amore nell'esistenza; quando inspiri, l'esistenza riversa il suo amore dentro di te. Vedrai come molto presto la qualità del tuo respiro cambierà, come diventerà completamente diversa da tutto ciò che hai provato finora. Per questo in India chiamiamo il respiro "prana", vita: non è solo respiro, non è solo ossigeno. Qualcos'altro è presente: la vita stessa.

Osho

giovedì 26 settembre 2019

La vita è un flusso continuo


 Гуань Инь: going_onward
La vita è un flusso continuo, tutto cambia, si muove. Nulla è statico, nulla è permanente. Ti è stata data l’idea di un amore permanente, che finirà con il distruggerti la vita. Ti aspetterai amore eterno dalla povera donna, e lei si aspetterà amore eterno da te. L’amore diventa secondario, la sua permanenza diventa primaria. E l’amore è un fiore così delicato che non può venire obbligato a essere permanente. Puoi avere fiori di plastica; ed è quello che abbiamo – matrimonio, famiglia, figli, parenti, tutto è di plastica. La plastica ha una qualità spirituale: è permanente. L’amore vero è incerto, come incerta è la vita. Non puoi dire che domani sarai qui. Non puoi nemmeno dire che sopravviverai il prossimo momento. La vita cambia costantemente – dall’infanzia alla giovinezza, alla mezza età, alla vecchiaia, alla morte, continua a cambiare. Un amore reale cambierà allo stesso modo. È possibile che se sei illuminato il tuo amore sia andato oltre le leggi ordinarie della vita. Non è né mutevole né permanente, semplicemente è. Non è più questione di come amare – tu sei diventato amore, e tutto quello che fai è amore. Non è che tu faccia qualcosa di particolare che si chiama amore – tutto quello che fai trabocca del tuo amore. Ma prima dell’illuminazione il tuo amore sarà come tutto il resto: continuerà a cambiare.

Osho

mercoledì 25 settembre 2019

Enzo Biagi insieme a Osho (Nepal, 1986)

  Risultati immagini per Enzo Biagi insieme a Osho (Nepal, 1986)
Il sesso è una funzione biologica. Tutti gli animali sono esseri sessuali. Solo l'uomo ha il privilegio di avere qualcosa di più elevato: non il semplice incontro di due corpi, ma l'incontro di due anime. E questo è l'amore. L'amore può contenere in sé il sesso. Il sesso non può inglobare in sé l'amore. Il sesso è una cosa minuscola. L'amore è vasto e tremendo. Può esistere anche senza il sesso. Un rapporto d'amore non deve necessariamente implicare il sesso. Anzi, per esperienza posso dire che più ci si eleva oltre il sesso e più si inizia a gioire di una comunione spirituale con un amico, una donna, un uomo. Da quello stato di comunione il sesso sembra così distante, così vittima della biologia, se confrontato con la libertà che dà l'amore, con la crescita e l'espandersi che continua ad avere, che è possibile non desiderare più di scendere nelle valli oscure della sessualità. Ma io non impongo limiti di nessun tipo. Dico semplicemente che quando l'amore cresce in profondità, il sesso impallidisce. E quando l'amore raggiunge la sua estrema fioritura, il sesso scompare. Diventa una cosa infantile. Pensaci, mettiti in disparte e guardati fare l'amore. Resterai esterrefatto: tu che fai tutti quegli esercizi ginnici? Ti sembra stupido, idiota! L'amore è la vera trasformazione dell'energia sessuale. Ma accade solo quando accetti il sesso come una cosa naturale. Non potrà mai verificarsi con i monaci di tutte le religioni del mondo. Sono tutte persone cui manca l'amore. Non possono amare, perché non si sono neppure addentrate nel sesso.. Hanno evitato di conoscere l'energia primaria che può essere trasformata in amore; ragion per cui, possono parlare d'amore, ma i loro discorsi non sono altro che sacrosante stronzate. Non sanno nulla dell'amore e non lo possono capire. [...] Nessuno può restare celibe, perché è contro natura. Devi imparare ad accettare la natura e tramite quell'accettazione vi è la trascendenza. Vivendo un rapporto fondato sul sesso, probabilmente, con l'intimità, si creerà qualcosa di nuovo e cioè l'amore. E mentre l'amore cresce, il sesso si ritira: è la stessa energia che trasmuta, si sposta in una forma superiore. […] Io mi limito a insegnare ad accettare la tua natura e attraverso quell'accettazione accadono trasformazioni gigantesche. Ma sono spontanee, non le si deve forzare. L'amore ha una sua bellezza. Il sesso è brutto. Il sesso assomiglia alle radici di un roseto: saranno inevitabilmente brutte. L'amore è simile alle rose... ma quelle radici continuano a mandare energia alle rose ed è quell'energia che dà vita alle rose, per cui non dirò mai: "Taglia le radici, perché non sono belle!" Non tagliarle, aiutale a rafforzarsi e vedrai fiorire migliaia di rose. Allora sperimenterai ciò che io chiamo amore.




 



Coloro che non cercano il potere ma sono alla ricerca dell'amore, che distribuiscono amore dappertutto e ovunque, vivono in una beatitudine esaltata. Più una persona è colma d'amore, più profondi sono l'appagamento, la soddisfazione, la gioia, il senso di realizzazione che egli troverà nell'intimo del cuore. Una persona così illuminata non si preoccuperà del sesso; non dovrà neppure sforzarsi di non guardare da quella parte. E questo perché l'appagamento e la beatitudine che si possono trovare nel sesso gli saranno sempre disponibile attraverso l'amore.



(da un'intervista di Enzo Biagi a Osho avvenuta nel 1986)



martedì 24 settembre 2019

La danza dell'anima

 

Sei tu a scegliere in che modo danzare e da questo dipende il tuo destino...

Un raro brano di Osho apparso su Osho Times n. 260

Osho


Prima di entrare nel sutra, comprendiamo alcune cose. Friedrich Nietzsche ha detto da qualche parte: “Io credo solo in un dio che sa danzare. Credere in un dio triste è segno di un uomo malato”.
C’è verità in questa affermazione. Mo­delli il tuo dio a tua immagine. Sei triste: il tuo dio sarà triste. Sei felice: il tuo dio sarà felice. Se riesci a danzare, an­che il tuo dio sarà in grado di danzare. L’esistenza ti appare uguale a te stesso. La creazione è un’estensione della tua visione. Finché non riesci a credere in un dio che danza, non sei sano. Il concetto di un dio triste, piangente e malato parla della tua malattia.
Il sutra di oggi è:

L’anima è un danzatore.

Ci sono alcune cose da capire di un danzatore. La danza è l’unica attività in cui l’atto e l’attore diventano uno. Quando un pittore dipinge un quadro, l’immagine e la persona che la dipinge diventano separate; quando un poeta scrive una poesia, la poesia e il poeta diventano separati; quando uno scultore dà vita a una statua, lo scultore e la statua diventano separati. La danza è l’unica attività in cui il danzatore e la danza restano uno: non possono essere separati. Se il danzatore scompare, la danza non c’è più. Se la danza si ferma, quell’uomo non può essere definito un danzatore. Il danzatore e la danza sono uno.
Ecco perché è molto importante definire dio un danzatore. Questo mondo non è separato da lui. È la sua danza, non è la sua azione. Non è una scultura che dio ha creato e finito. È presente nella sua creazione in ogni momento. Nel momento in cui si fa da parte, la danza si ferma. E ricorda, nel momento in cui la danza si ferma, anche dio scompare. Non può esistere senza la dan­za. Si manifesta in ogni fiore, in ogni foglia, in ogni atomo e particella. L’opera della creazione non ha avuto luogo in un antico passato e poi si è fermata. L’atto della creazione accade in ogni istante. Per questo tutto è nuo­vo. Dio sta danzando, dentro e fuori.

L’anima è un danzatore.

Ciò significa che qualunque cosa tu abbia fatto, qualunque cosa tu stia facendo, qualunque cosa tu farai, non è mai separata e distante da te. È il tuo gioco. Se stai soffrendo, è una tua scelta. Se sei felice, è una tua scelta. Nessun altro è responsabile.

Ero stato appena nominato professore in un liceo. Dato che il liceo era a una certa distanza dalla città, i professori si portavano il pranzo e mangiavano insieme allo stesso tavolo. 
Un giorno la persona seduta accanto a me aprì il portavivande, guardò dentro e disse: “Di nuovo patate e chapati!”. Pensai che forse non gli piacevano le patate e i chapati. Ma siccome ero nuovo, non dissi nulla. Il giorno dopo successe la stessa cosa. L’uomo aprì il portavivande, guardò dentro e sospirò: “Le stesse patate, gli stessi chapati!”. 
A quel punto gli dissi: “Se non ti piacciono le patate, perché non dici a tua moglie di prepararti qualcos’altro?”. 
Rispose: “Mia moglie? Quale moglie? Mi preparo il pranzo da me!”.

Questa è la tua vita. Non c’è nessun altro. Se ridi, ridi; se piangi, piangi. Nessun altro è responsabile. Potrebbe essere, tuttavia, che hai pianto per così tanto tempo che è diventata un’abitudine e hai dimenticato come ridere. Potrebbe anche essere che hai pianto così tanto che non riesci a fare nient’altro! Hai fatto molta pratica. È anche possibile che tu abbia pianto per così tante vite da dimenticare che sei stato tu stesso a scegliere di piangere. Ma la tua mancanza di memoria non trasforma la verità in menzogna. L’hai scelto tu. Sei tu il padrone e quindi nel momento in cui cambi idea e decidi, questo pianto si fermerà.
Essere riempito dalla consapevolezza di essere il padrone, di essere il creatore e il responsabile di tutte le tue azioni provoca una trasformazione nella tua vita. Finché consideri gli altri responsabili, la trasformazione non è possibile, perché fino ad allora sarai dipendente. Pensi che gli altri ti rendano infelici, quindi come puoi essere felice? È impossibile, non è nelle tue mani cambiare gli altri. Solo il potere di cambiare te stesso è nelle tue mani.
Se pensi che sia il tuo destino a essere infelice, la questione non è più nelle tue mani. Come puoi cambiare il tuo destino? Il destino è al di sopra di te. E se senti che qualunque cosa stia accadendo è predisposta per te da dio, sarai solo una macchina, dipendente da fattori esterni e senza alcuna anima tua.
Il vero significato dell’anima è che sei indipendente. 
Non importa quanto grande sia la tua sofferenza, è una tua creazione. Il giorno in cui deciderai diversamente, la tua vita cambierà. Tutto dipende dalla tua visione della vita.

Ero ospite a casa di Mulla Nasruddin. 
Una mattina, mentre facevo una passeggiata in giardino, vidi sua moglie lanciargli una tazza in testa. Lo mancò e la tazza si schiantò contro il muro. Nasruddin si rese conto che avevo visto tutto. 
Quindi uscì di casa e disse: “Perdonami, ma non pensare male, siamo molto felici. A volte mia moglie mi lancia qualcosa, ma questo non cambia la nostra felicità”.
Ero un po’ sorpreso e gli chiesi: “Mulla, ti dispiacerebbe spiegarmelo in modo più dettagliato?”.
Disse: “Vedi, se colpisce l’obiettivo è felice e se lo manca, sono felice io e questo non varia la nostra felicità. A volte mi colpisce e a volte mi manca, così siamo tutti e due felici”.

Tutto dipende da come vedi la vita. Sei tu che la crei, sei tu che ne fai esperienza e sei tu che la interpreti. Sei assolutamente solo. Nessuno entra mai nella tua vita. Nessuno, mai. Se qualcuno lo fa è perché gli dai il permesso. 
Questa comprensione fa sorgere un problema e, a causa di questo problema, hai scelto di dimenticare la tua comprensione.
Il problema è questo: se ti rendi conto di essere l’unico responsabile, non puoi soffrire. O, se scegli di soffrire, non puoi lamentarti, ma ti godi sia la sofferenza che il lamento.
Ti piacciono il dolore e la sofferenza, perché così ti senti un martire. C’è un grande piacere nel martirio. Quando sei infelice, chiedi solidarietà e la solidarietà è molto piacevole. Questo è il motivo per cui le persone amplificano la loro sofferenza di dieci volte quando la raccontano agli altri. Quale altra ragione avrebbero, altrimenti, di continuare a raccontare le loro storie di sofferenza quando nessuno vuole ascoltarle?
A chi interessa la tua sofferenza? I tuoi racconti dolorosi non fanno altro che intristire gli altri, di certo non portano fiori nelle loro vite, eppure tu insisti a raccontarli. E l’altro ti ascolta solo perché spera che poi tu ascolterai i suoi dolori. Se pensa che non succederà, se ne andrà. Consideri noiose solo quelle persone che non ti lasciano parlare. 
È una specie di contratto: tu annoi me e io annoio te. Tu mi annoi con i tuoi racconti di sofferenza, io ti annoio con i miei e così siamo pari.
Perché le persone parlano così tanto della sofferenza? La ragione è che l’uomo cerca solidarietà, comprensione. Se racconti in giro i tuoi problemi qualcuno ti consolerà e ti coccolerà. Ti dirà: “Oh, stai soffrendo così tanto”. È il tuo modo di chiedere amore. Ecco perché hai un così grande investimento nella tua sofferenza. Hai investito molto nella tua sofferenza.
Solo quando sei infelice vedi una piccola speranza intorno a te. Le persone sembrano offrirti aiuto e sostegno. Sono solidali. 
Non hai mai ricevuto amore nella tua vita e la solidarietà è spazzatura, ma è la cosa più vicina all’amore. Chi non ha mai avuto dell’oro vero inizia ad accontentarsi dell’oro falso.
La solidarietà è amore falso. Quello che volevi veramente era amore, ma l’amore deve essere guadagnato, perché solo una persona capace di dare amore può riceverlo. L’amore è un riflesso di ciò che dai. Non sei capace di dare, stai solo mendicando. Sei un men­dicante, non un re! È molto più facile chiedere l’elemosina quando si soffre.
Guarda il mendicante per la strada. Ha inferto delle ferite artificiali al suo corpo. Quelle ferite non sono reali. Ma sembra che soffra moltissimo e trovi molto difficile dire “no”. Ti senti in colpa, urta il tuo ego, come puoi dire “no” a una persona che sta soffrendo così tanto? Se ha un aspetto sano, puoi anche dirle: “Sei sano, fai qualcosa, vai a lavorare, puoi guadagnarti da vivere!”. Ma quando vedi un uomo che soffre non puoi dire nulla, devi mostrare solidarietà anche se è falsa.
Ti aggrappi alla sofferenza perché non hai ricevuto amore. Chi ha ricevuto amore nella vita sarà pieno di gioia e beatitudine; si aggrapperà alla gioia, alla beatitudine e non alla sofferenza. 
Non vale la pena di aggrapparsi alla sofferenza. Ma ne trai il vantaggio di poterti lamentare, perché quando dici che gli altri ti fanno soffrire, il peso della responsabilità non è più su di te. 
E quando io ti dico, come dicono tutte le Sacre Scritture e tutti i saggi del mondo, che solo tu sei responsabile e nessun altro, diventa un peso per te. 
Il pensiero più pesante è che non puoi più dare la colpa a qualcun altro. Ancora più gravoso è il fatto che se solo tu sei responsabile, a chi chiederai solidarietà? E nel profondo sorge un’altra difficoltà, che se tu sei responsabile, allora il cambiamento è possibile. E il cambiamento è una rivoluzione, è subire una trasformazione.
Devi spezzare tutte le tue vecchie abitudini. Hai un vecchio quadro di riferimento, che è tutto sbagliato. La casa che hai costruito fino a ora è un inferno totale. Ma sei tu che l’hai creata: non importa quanto sia grande, devi demolirla. E ti sembra che il lavoro di tutta la tua vita debba andare in malora. Ecco perché cerchi di evitare la verità, ma più scappi, più ti perderai.
Comprendi questo innanzitutto e soprattutto che sei il centro della tua esistenza; nessun altro è responsabile. Non importa quanto sia pesante da accettare, tu sei il solo responsabile. Se accetti questa verità, tutto il dolore sparirà presto. Perché quando diventa chiaro che stai facendo questo gioco, quanto tempo ti ci vuole per distruggerlo? E a quel punto nessun altro è coinvolto. 
Ma se vuoi goderti la sofferenza, è una tua decisione, ma a quel punto non hai alcuna ragione di lamentarti. Se vuoi vagare senza meta nel mondo, è per tua volontà. Se vuoi scendere all’inferno, è interamente una tua scelta. Ma non lamentarti! Sii felice nella tua sofferenza...

Continua su Osho Times n. 260


Tratto da: Osho, The Great Path # 6

https://www.oshotimes.it/articolo/1166/la-danza-dell-anima.html