Questo episodio accadde in pieno giorno. Un gruppo di
persone venne da me e disse: “Non esiste alcun Dio e la religione è tutta
ipocrisia”.
Sentendo queste parole, mi alzai e scoppiai a ridere, al che
mi chiesero: “Perché ridi?”.
Spiegai: “Rido perché l’ignoranza è in grado di esprimersi e
la conoscenza tace. È così facile dire qualcosa sull’esistenza o la non
esistenza di Dio? Non sono forse tutte quelle scelte frutto del mero sapere
dell’uomo, qualcosa di cui si può solo ridere?
Coloro che conoscono i limiti del proprio sapere non fanno
affermazioni simili, al contrario si sentono umili e incapaci di dire qualcosa;
e in quei momenti così misteriosi anch’essi trascendono i loro limiti. In
quegli istanti conoscono se stessi come pure la verità; infatti, la verità
esiste nell’essere, e l’essere esiste nella verità: non è forse vero che la
goccia viene trovata nell’oceano, e l’oceano nella goccia? Potrà mai una goccia
che non conosce se stessa aspirare a conoscere l’oceano? E se non riuscisse a
trovarlo, non direbbe forse che non esiste? Laddove, se la goccia riesce a
conoscere se stessa, può conoscere anche l’oceano.
Pensare a Dio è del tutto privo di significato. Ebbene, vi
chiedo: conoscete voi stessi? E se qualcuno non conosce se stesso, avrà mai la
competenza per decidere sull’esistenza di Dio, oppure per decidere sulla sua
non esistenza?”.
“Conosci te stesso?”: sentendo questa domanda, quegli amici
iniziarono a guardarsi l’un l’altro. E non lo fareste anche voi, sentendola?
Ricordate: senza conoscere il proprio essere nella vita non esiste alcuno
scopo, né alcun valore. E a quegli amici tornai a narrare una conversazione che
avvenne migliaia di anni fa, in Grecia...
Qualcuno chiese a un vecchio saggio: “Tra tutte le cose che
esistono al mondo, qual è la più grande?”.
Il saggio rispose: “Il cielo, perché tutto ciò che esiste,
esiste nell’aere; laddove il cielo in quanto tale non esiste all’interno di
qualcos’altro”.
Quella persona domandò ancora: “E qual è la cosa migliore?”.
Il saggio rispose: “La grazia, perché tutto può essere
sacrificato per lei, mentre la grazia non può essere sacrifica per nessun’altra
cosa”.
Al che venne la domanda: “E qual è la cosa più volubile?”.
“Il pensiero” rispose il saggio.
Allora quell’uomo chiese: “E qual è la cosa più facile da
dare?”.
Il saggio rispose: “Un consiglio”. “E la più difficile?”
“La conoscenza del proprio essere” concluse il saggio.
Di certo conoscere il proprio sé sembra essere la cosa più
difficile; infatti, per conoscerlo, si dovrà rinunciare a qualsiasi altra cosa.
La conoscenza del sé non è possibile, senza aver abbandonato come prima cosa
tutto il proprio sapere.
L’ignoranza è un ostacolo alla conoscenza del sé. Il sapere
è un ostacolo alla conoscenza del sé.
Ma esiste un altro stato che non è sapere né è ignoranza: in
quello stato ecco che la conoscenza dell’essere si manifesta.
Io chiamo samadhi, meditazione, quello stato dell’essere.
Osho: Crea il tuo destino
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