Il primo ministro di un re era morto, per cui al re si
presentava il difficile problema di trovare la persona più intelligente del
Paese, per farne il nuovo primo ministro.
Al termine di diverse prove, vennero selezionate tre
persone: tra queste si doveva ancora scegliere chi eleggere.
Un giorno, prima della prova finale, si diffuse la voce che
il re avrebbe chiuso i candidati in una stanza, la cui serratura era stata
ingegnosamente fabbricata dai migliori artigiani locali e che solo un uomo
davvero abile sarebbe riuscito ad aprirla, richiedeva infatti di essere
abilissimi in matematica. Due di quei tre candidati non riuscirono a dormire,
rosi dalla preoccupazione e dall’eccitazione: passarono la notte a studiare
libri e serrature, cercando di memorizzare numeri e formule matematiche.
Ancor prima che sorgesse il sole, erano così carichi di
formule che era ormai impossibile per loro sommare due più due! Incamminandosi
verso il palazzo, nascosero sotto gli abiti alcuni libri di geometria, pensando
di poterne aver bisogno. Ai loro occhi si sentivano preparatissimi, anche se
erano stati svegli tutta la notte a studiare libri, per cui le loro menti non
erano così lucide e anche i loro piedi si muovevano incerti, quasi fossero
ubriachi.
I trattati e il sapere hanno i propri modi di intossicare.
Comunque, a entrambi il terzo uomo, che aveva dormito pacifico per tutta la
notte, sembrava un pazzo: cos’altro rivelava il suo modo di muoversi così
spensierato? Entrambi avevano riso, e ancora sorridevano, di questa sua
stoltezza.
Non appena arrivarono a palazzo, si resero conto che tutte
le voci sentite erano sicuramente vere. Vennero immediatamente chiusi in una
stanza enorme, dove spiccava la serratura tanto decantata: per quell’epoca,
quel lucchetto era l’invenzione più eccelsa di sapienza meccanica. Era davvero
stato costruito su basi matematiche, e si presentava come un puzzle
difficilissimo, che poteva essere risolto solo con esercizi di alta matematica.
Tutte queste cose erano giunte a loro come pettegolezzi, ma
i disegni geometrici e i segni matematici presenti su quel lucchetto ne erano
la prova evidente. E, mentre venivano chiusi nella stanza, ai tre uomini fu
detto che il primo in grado di aprire la serratura e a uscire sarebbe stato
insignito della carica di primo ministro dal re in persona.
I due che avevano studiato tutta la notte, iniziarono subito
a studiare quei segni sul lucchetto e a fare calcoli matematici. Nel frattempo,
si misero anche a consultare i testi che si erano portati dietro: era inverno e
dalle ampie finestre un vento mattutino soffiava aria gelida, eppure le loro
fronti erano sudate. Il tempo era poco, il problema di come aprire quella
serratura davvero complesso; in breve, la loro vita futura sarebbe stata
decisa: le loro mani tremavano e il respiro era affannato. Scrivevano una cosa
e calcolavano qualcos’altro...
Invece, l’uomo che aveva dormito tutta la notte non fece
nulla per studiare il lucchetto, né tirò fuori una penna, neppure si mise a
risolvere problemi matematici di sorta. Si sedette semplicemente, con pazienza,
a occhi chiusi: il suo volto non mostrava preoccupazione né eccitamento.
Guardandolo, non si aveva affatto l’impressione che pensasse a qualcosa; tutto
il suo essere, l’intera sua presenza, sembrava la fiamma immobile di una
lampada posta in una stanza priva di vento. Era assolutamente calmo, silenzioso
e svuotato.
Poi, all’improvviso, si alzò e con passo del tutto naturale
e tranquillo si mosse lentamente verso la porta della stanza. Quindi, molto
lentamente, abbassò la maniglia della porta e, cosa sorprendente, scoprì che
era aperta!
Il lucchetto e l’intera storia costruita intorno alla sua
complessità erano stati solo un inganno. Ma i suoi due compagni, impegnatissimi
a risolvere problemi matematici, non si accorsero di nulla. Non si resero
neppure conto che uno di loro non era più nella stanza!
Questa notizia sorprendente li raggiunse solo quando il re
in persona entrò e disse loro: “Signori, lasciate perdere tutti i vostri
calcoli! La persona che meritava di uscire da qui l’ha già fatto!”.
Quei due poveretti non credevano ai propri occhi. Il loro
compagno, per loro indegno di qualsiasi rispetto, era ritto di fianco al re.
Vedendoli ammutoliti, il re spiegò: “Nella vita, questo è di importanza
primaria: prima di tutto, dobbiamo scoprire se un problema esiste veramente
oppure no, verificare se la serratura è effettivamente chiusa oppure no. La
persona che non mette a fuoco il problema, e si coinvolge nella sua
risoluzione, è ovviamente fuorviata e la sua direzione sarà per sempre
fuorviante”.
Questa storia è stranamente vera.
Ho scoperto la stessa cosa anche in relazione con Dio. Anche
le sue porte sono sempre state aperte, fin dall’inizio dei tempi, e tutte le
dicerie sui lucchetti alla porta sono assolutamente false. D’altra parte, i
candidati ansiosi di oltrepassare quei cancelli si trascinano dietro le loro
scritture per paura di quei lucchetti. A quel punto queste scritture e questi
insegnamenti diventano a loro volta delle serrature da aprire, per loro; ragion
per cui se ne restano seduti fuori dalla porta: come potrebbero mai entrare, se
non riescono a risolvere quei problemi matematici, con l’apporto dei loro testi
sacri? Raramente qualcuno ha il coraggio di raggiungere quella soglia, senza
l’ausilio di scritture.
Io ci sono arrivato proprio così, e raggiungendo quella
soglia ho scoperto che, per quanto gli occhi potessero vedere, gli studiosi se
ne stavano seduti sommersi da pile di testi sacri, ed erano così impegnati nel
risolvere problemi da non riuscire neppure a percepire l’arrivo di una persona
così indegna, come lo ero io.
Sono arrivato e ho abbassato la maniglia della porta...
scoprendo che era già aperta! All’inizio, ho avuto la sensazione che fosse la
mia fortuna, forse i guardiani avevano commesso qualche errore. Altrimenti,
come poteva essere possibile che una persona, del tutto ignara di qualsiasi
testo sacro e priva di qualsiasi insegnamento, si guadagnasse l’accesso nel
regno della verità? Sono entrato timoroso, ma coloro che già erano all’interno
mi dissero che quelle dicerie, sul fatto che la soglia del divino era stata
serrata dal demonio, erano solo chiacchiere prive di fondamento; infatti le sue
porte erano sempre state aperte!
Non potrebbero essere chiuse allo stesso modo anche le porte
dell’amore? Non potrebbero essere chiuse allo stesso modo anche le porte della
verità?
Osho Crea il tuo destino
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