26/06/2018
“Nelle tue mani hai solo questo istante; l’istante reale.
E non potrai mai più riavere questo momento di nuovo.
O lo vivi oppure rimane non vissuto.”
Da sempre esiste un malinteso riguardo la vita e il tempo.
Si pensa che il
tempo sia formato da tre momenti: il passato, il presente,
il futuro – il che è
sbagliato. Il tempo consiste unicamente di passato e futuro,
e il presente è ciò
che forma la vita!
Pertanto, coloro che vogliono vivere hanno un’unica via:
vivere questo
momento. Non c’è altro modo. Solo il presente è
esistenziale: il passato è una
semplice collezione di ricordi e il futuro non è altro che
la tua
immaginazione, i tuoi sogni.
La realtà è quieora. Per chi vuole limitarsi soltanto a
pensare – pensare di
vivere, pensare di amare, pensare i sentimenti – passato e
futuro sono perfetti,
perché forniscono infinite possibilità. Costoro possono
decorare il loro
passato, abbellirlo a piacimento sebbene non lo abbiano mai
vissuto, perché
quando la vita era presente, loro non lo erano!
I pensieri non sono altro che ombre, riflessi; quella gente
stava
semplicemente correndo, e in quel correre ha visto delle
cose. Pensano d’aver
vissuto, ma nel passato solo la morte è realtà, non la vita.
La stessa cosa vale
anche per il futuro: anche in quella prospettiva soltanto la
morte è realtà, non
la vita.
Chi in passato si è lasciato sfuggire il vivere, automaticamente,
per
coprire quel vuoto, per annullare quella frattura, inizia a
sognare il futuro.
Quel futuro è soltanto una proiezione che scaturisce dal
passato: si spera di
poter vivere in futuro tutto ciò che non è stato vissuto, e
tra queste due nonesistenze,
spicca il piccolo istante presente, che è vita.
Per chi vuole vivere e non pensare di vivere; per chi vuole
amare e non
pensare di amare; per chi vuole essere e non filosofeggiare
su cosa possa
significare – non esiste alternativa: occorre bere il
nettare del momento
presente. Spremilo in tutta la sua totalità, perché non
ritornerà mai più; una
volta passato, sarà svanito per sempre.
Purtroppo, a causa di quel malinteso, antico praticamente
quanto l’uomo
e inglobato in tutte le culture, il presente è stato reso
parte del tempo. Ma il
presente non ha nulla a che vedere con il tempo.
Se sei semplicemente qui, in questo istante, il tempo non
esiste. Esiste un
silenzio immenso, una quiete profonda, nessun movimento; non
scorre nulla,
tutto giunge a un arresto improvviso. Il presente ti dà
l’opportunità di
immergerti profondamente nelle acque della vita, oppure di
volare alto nel
cielo dell’esistenza.
Ma sia da un lato sia dall’altro del presente ci sono dei
pericoli: passato e
futuro sono le parole più pericolose nel linguaggio umano.
Vivere nel
presente, tra passato e futuro, è come camminare su una
corda tesa… da
entrambi i lati ti sovrasta il pericolo.
Ma una volta assaporato il nettare del presente, nessuno si
preoccupa più
dei pericoli. Quando si è in sintonia con la vita, nulla più
preoccupa, e la vita
è tutto ciò che esiste.
Lo puoi chiamare dio, ma non è un nome adatto, perché le
religioni
l’hanno contaminato. Lo puoi chiamare esistenza, parola
stupenda. In ogni
caso, il nome che usi non fa alcuna differenza.
Occorre sia chiara la comprensione che nelle tue mani hai
soltanto questo
istante; l’istante reale. E non potrai mai più riavere
questo momento di
nuovo. O lo vivi oppure rimane non vissuto.
La maggior parte delle persone si limita a trascinarsi dalla
culla alla
tomba, senza affatto vivere.
Una storia Sufi narra di un uomo che stava morendo.
In punto di morte realizzò: “Mio dio, ero vivo!”.
Soltanto la morte, come contrasto, lo rese consapevole che
per
settant’anni era stato vivo, ma la vita in sé non gli aveva
portato alcun
rigoglio, nessuna fioritura
Non è colpa della vita; è un nostro sbaglio.
La mia insistenza sulla presenza consapevole ti darà la vita
senza che tu
debba pensarci, perché essere attenti e presenti – come
osservatori
consapevoli – può solo avvenire nel presente. Puoi essere un
testimone
imparziale soltanto del presente.
Vivi totalmente e vivi intensamente affinché ogni istante
diventi aureo, e
tutta la tua vita una serie di momenti dorati. Chi vive in
questo modo non
muore mai, perché possiede il dono di re Mida: qualsiasi
cosa tocca diventa
d’oro.
Quando tocca la morte, diventa d’oro anch’essa; quella
persona gode la
morte tanto quanto gode la vita – o forse anche di più,
perché la morte è più
concentrata della vita. La vita si estende per settanta,
ottant’anni, la morte
accade in un singolo istante. È così concentrata che, se hai
vissuto la vita nel
modo giusto, riuscirai a entrare nel mistero della morte.
E il mistero della morte è questo: è solo il prezzo
d’ingresso; all’interno si
trova la tua immortalità, la tua vita eterna.
Osho: The
Transmission of the Lamp, CAP. 30
Nessun commento :
Posta un commento