venerdì 22 giugno 2018

IL REQUISITO FONDAMENTALE


22/06/2018
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“L’uomo nasce come seme: può diventare un fiore oppure
no.
Dipende tutto da te, da cosa fai di te stesso; crescere o no
dipende da te.
È una tua scelta e questa scelta va af rontata ogni
momento; in ogni istante ti trovi a un crocevia.”

Amato Osho,
perché è così difficile relazionarsi con gli altri?
Perché tu non sei ancora. In te c’è un vuoto interiore e hai paura che,
entrando in relazione con qualcuno, prima o poi il tuo vuoto interiore
diverrebbe palese. Di conseguenza, ti senti più sicuro se mantieni una certa
distanza dalla gente, così almeno puoi fingere di essere.
Tu non sei. Non sei ancora nato; sei soltanto una possibilità. Non sei
ancora arrivato al coronamento, e solo due persone arrivate a compimento
possono entrare in una relazione. Essere in una relazione è una delle più
grandi cose della vita: relazionarsi significa amare, relazionarsi significa
condividere. Ma prima di poter condividere è necessario avere qualcosa da
donare. Prima di poter amare è necessario essere colmi d’amore, traboccanti
d’amore.
Due semi non possono relazionarsi, sono chiusi in se stessi. Due fiori
possono relazionarsi; sono aperti, possono trasmettersi la loro fragranza,
possono entrambi danzare con lo stesso sole e nello stesso vento, possono
avere un dialogo e sussurrare tra loro. Ma non può accadere tra due semi; i
semi sono completamente chiusi, senza aperture: come potrebbero
relazionarsi?
È la situazione dell’uomo. L’uomo nasce come seme: può diventare un
fiore oppure no. Dipende tutto da te, da cosa fai di te stesso; crescere o no
dipende da te. È una tua scelta e questa scelta va affrontata ogni momento; in
ogni istante ti trovi a un crocevia.
Milioni di persone decidono di non crescere. Rimangono semi,
rimangono potenzialità: non diventano mai reali. Non sanno cosa significa
realizzare se stessi, non sanno cosa significa essere. Vivono totalmente vuote,
muoiono totalmente vuote. Come potrebbero mettersi in relazione con l’altro?
Ti sembra più sicuro mantenere le distanze, piuttosto che esporre la tua
nudità, la tua bruttezza e il tuo vuoto interiore.
Anche gli amanti si tengono a distanza: si avvicinano solo quel tanto che
basta, attenti al momento in cui ritrarsi. Hanno dei confini che non
oltrepassano mai: restano circoscritti nei propri limiti.
Certo, hanno una sorta di rapporto, ma non sono in una relazione; il loro è
un rapporto possessivo: il marito possiede la moglie, la moglie possiede il
marito, i genitori possiedono i figli e così via. Ma possedere non significa
essere in relazione; di fatto, possedere significa distruggere ogni possibilità di
essere in relazione. Se sei in relazione con l’altro, lo rispetti e non puoi
possederlo. Se sei in relazione con l’altro, provi una profonda riverenza per
lui. Se sei in relazione con l’altro, ti avvicini fino a entrare in profonda
intimità con lui, gli vai molto, molto vicino, fino alla sovrapposizione.
Eppure la libertà dell’altro non viene toccata, l’altro rimane un individuo
indipendente. La relazione è quella di io e te-individuo, non io e te-oggetto –
siamo sovrapposti, compenetrati, eppure indipendenti.
Mi chiedi: Perché è tanto dif icile relazionarsi con gli altri?
È così difficile perché tu ancora non sei. Prima è necessario che tu sia.
Tutto il resto sarà possibile soltanto in seguito: prima devi essere.
Essere è il requisito fondamentale. Prima è necessario che tu sia, poi
potrai relazionarti all’altro, e ricorda che essere in relazione con l’altro è
bello!
Un rapporto è un fenomeno totalmente diverso: è una cosa fissa, morta,
un punto fermo. Sposi una donna e arrivi a un punto fermo; d’ora in poi le
cose potranno soltanto declinare. Hai raggiunto il limite, ora non crescerà più
niente: il fiume si è fermato ed è diventato una riserva d’acqua. Un rapporto è
chiuso in se stesso, è completo; relazionarsi, invece, è un processo. Evita i
rapporti ed entra nel relazionarti con l’altro sempre più profondamente.
Io enfatizzo sempre i verbi e non i sostantivi; evita il più possibile i
sostantivi. Nella lingua parlata non puoi evitarli, lo so, ma evitali nella vita,
perché la vita è un verbo. La vita non è un sostantivo: la realtà è vivere, non
la vita. La realtà è amare, non l’amore. La realtà è essere in relazione, non
avere un rapporto. La realtà è cantare, non è il canto. La realtà è danzare, non
la danza.
Invece di pensare a come avere un rapporto con l’altro, appaga la prima
richiesta: medita, sii, e in seguito da tutto ciò sorgerà spontaneamente la
relazione con l’altro.
Il problema non è avere un rapporto con qualcuno in particolare. Il fatto
fondamentale è che, se tu sei, tutta la tua vita diventa un relazionarsi; diventa
un costante cantare, un costante danzare – senza soluzione di continuità – un
fluire, come l’acqua in un fiume.
Innanzitutto, medita e trova il tuo centro. Prima che tu possa entrare in
relazione con qualcuno, entra in relazione con te stesso: questo è il requisito
fondamentale da soddisfare. Se non lo soddisfi, niente sarà possibile. Se lo
soddisfi, niente sarà impossibile.

Osho: The Book of Wisdom, CAP. 27

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