09/06/2018
Ecco quanto accadde un giorno:
Un anziano ecclesiastico consigliò a un uomo politico di
uscire sotto
la pioggia e di levare il capo al cielo. “Questo le porterà
una rivelazione”
promise.
Il giorno seguente l’uomo politico ritornò: “Ho seguito il
suo
consiglio” disse. “L’acqua mi è piovuta fin dentro il collo
e mi sono
sentito uno sciocco.”
“Bene” disse l’anziano ecclesiastico “per essere il primo
tentativo,
non pensa che sia già una notevole rivelazione?”
Se riesci a comprendere la tua stupidità, è già una notevole
rivelazione: lo è, perché è a partire da quel punto che ha
inizio un viaggio.
Un uomo costantemente preoccupato dall’impressione che desta
agli
occhi altrui, e di come lo specchio possa riflettere la sua
immagine, è uno
sciocco, perché sta sprecando una grande occasione che
renderebbe
possibili esperienze straordinarie. Purtroppo egli non ha
compiuto il
primo passo, temendo di apparire uno sciocco. Non temere la
stupidità,
altrimenti rimarrai uno sciocco.
Un giorno o l’altro dovrai riconoscere che fino a quel
momento hai
vissuto in una profonda stupidità. Se continuerai a vivere
in quel modo,
attraverso specchi, riflessi, opinioni altrui, col tempo
smarrirai la tua
individualità, diverrai parte della massa e perderai la tua
anima. In quel
caso non sarai un individuo autentico.
Il termine “massa” deriva da una radice latina: massa indica
qualcosa
che può essere modellato, rimescolato. Quando affermo che
diventerete
una massa, intendo dire che sarete costantemente modellati e
manipolati
da altri; se permetterete che questo avvenga, ne sarete
corresponsabili. Vi
assoggettate a ogni sorta di guai per arrivare a far parte
della massa, della
moltitudine, perché, da soli, smarrite la vostra identità.
Tutta la vostra
identità è determinata dalla folla.
Aspirare alla conoscenza di sé indica che sei giunto a
comprendere
una cosa: la necessità di conoscere te stesso
immediatamente,
direttamente e non attraverso gli altri, né tramite loro.
Non c’è alcun
bisogno di interrogare nessuno; com’è stupido chiedere a
qualcuno: “Chi
sono io?”. Come potresti ricevere una risposta da qualcun
altro? Come
potrebbe rispondere? Entra in te stesso. Penetra nella tua
stessa energia.
Assaporane il gusto e dissolviti in quella fragranza.
Una volta che avrai compreso di dover cercare la tua
identità dentro di
te, in completa solitudine, comincerai a liberarti dalla
massa, dalla
moltitudine. È nata l’individualità, stai diventando un
individuo, un essere
unico.
E ricorda, quando dico “individuo” non intendo dire un
egoista. Un
egoista è sempre dalla parte della massa; l’ego è la somma
di tutte le
opinioni che hai via via raccolto dagli altri sul tuo conto,
pertanto è molto
contraddittorio. Talvolta afferma che non sei bello, bensì
molto brutto;
talaltra ti dirà che sei molto bello, davvero incantevole;
oppure qualche
altra volta ti dirà che sei uno sciocco e un’altra ancora
che sei un uomo
saggio: questo perché in un’infinità di situazioni sono
state dette così
tante cose sul tuo conto e tu le hai raccolte tutte.
L’ego è sempre in difficoltà. Si tratta di un’entità falsa:
sembra
esistere, invece non esiste affatto.
Quando diventi un individuo… il termine è perfetto:
significa
“indivisibile”. Individuo è qualcuno che non può essere
diviso, che non è
soggetto ad alcuna frantumazione, che non può essere due,
non può essere
duale, non può essere una moltitudine.
Se si tratta di qualcuno assolutamente integro, senza alcuna
divisione,
allora si tratta di un individuo. Tutto questo non ha niente
a che fare con
l’ego, che rappresenta una barriera nei confronti
dell’individualità, perché
l’ego è sempre diviso, al punto che molte volte quando una
persona viene
da me, chiedo: “Sei felice?”. Segue un’alzata di spalle,
allora chiedo di
nuovo: “Sei infelice?”. Ancora un’alzata di spalle.
Le persone non hanno un’idea precisa sulle proprie
condizioni di
spirito, perché dentro di loro coesistono molti stati
d’animo: gradirebbero
rispondere sì e no a ogni domanda.
Osho The Search, CAP. 4
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