21/06/2018
Qualche
giorno fa qualcuno ha fatto una domanda: se le persone diventano felici
e in salute, cosa ne sarà della creatività? Perché sembra che solo le
persone non felici riescano a essere creative… Van Gogh, Nietzsche,
Picasso… Il Buddha non ha mai dipinto, Mahavira non ha mai composto una
sinfonia…
La
domanda è pertinente. Capisco cosa intende. Ma il Buddha ha creato
qualcosa di molto invisibile. Non ha creato un dipinto su una tela. Ha
creato un dipinto sull’universo stesso e chi ha occhi può ancora
restarne incantato, può ancora essere trasformato. Ha creato un campo
energetico che è ancora vivo. Ma quel lavoro è molto difficile, non è
banale.
Mahavira
ha composto una sinfonia, non una sinfonia che può essere ascoltata, ma
una sinfonia che resta inascoltata e che può essere ascoltata solo
quando le orecchie hanno una chiarezza, quando non sono appesantite da
nient’altro.
Quando
sei trasparente, quando sei uno specchio, riesci a udire ciò che non è
udibile, riesci a vedere ciò che è invisibile. L’ignoto diventa noto.
Anche
le persone positive e sane creano, ma la loro creatività è molto
sottile. La persona malsana e malata crea, ma la sua creatività è molto
grossolana, è come un pugnale: fa male e rende le persone consapevoli
che qualcosa sta accadendo. Invece un fiore fiorisce e appassisce alla
sera, semplicemente, senza che nessuno lo sappia, o lo ascolti. Il fiore
non è come un pugnale. E se non lo stavi cercando, non lo noterai. Se
non lo stavi cercando, probabilmente ti sfuggirà. Il fiore c’è, ma non è
aggressivo: un pugnale è aggressivo. Che tu lo stia cercando o no, ti
costringerà a notarlo. Ecco perché la negatività diventa così
fondamentale per l’ego.
Lasciala
andare e non chiedere come, perché il “come” è un trucco. Quello che
voglio dire è che non hai problemi. Quindi inizia da questo preciso
momento a vivere senza problemi e osserva. Da questo istante inizia a
vivere senza problemi e quando i problemi arrivano, ricorda
semplicemente Osho che dice: “Non ci sono problemi”. Potresti ricadere
in una vecchia abitudine, solo una vecchia abitudine. Ricordalo, e in
pochi giorni ti renderai conto che non ci sono problemi: sono tutti
creati da te. Continui a giocare con le tue vecchie ferite in modo che
non guariscano. Smettila!
E
sii semplicemente normale! Non ha senso essere qualcos’altro. Dio è
molto normale e questa potrebbe essere la ragione per cui non si sa
nulla di lui, da nessuna parte. Non dà segni, nemmeno un’increspatura.
C’è semplicemente. Non interferisce mai, non supera mai i confini. Non
prende mai alcuna iniziativa. C’ è semplicemente.
Sii
molto normale. Lascia andare questa immagine che porti con te. Inizia a
divertirti. Non aspettare di imparare a divertirti. Quando la gente
balla, balla anche tu. Quando le persone cantano, canta anche tu. Senza
alcuna preparazione, inizia a celebrare. Se vuoi una preparazione, se
chiedi “come”, non celebrerai mai. Non ce n’è bisogno,
è
tutto pronto. Da questo momento, prova per tre settimane, senza “come”:
festeggia, divertiti. Sarà difficile, perché andrà contro il senso
comune. Sarà difficile, perché ti sembrerà ridicolo. Sarà difficile,
perché ti chiederai: “Cosa stai facendo? Sei un pazzo? Ridi come un
pazzo?”.
Proprio
oggi ho letto una storia. Un uomo che lavorava come clown in un circo,
un giorno si stufò. Si annoiava, quindi entrò in monastero e diventò un
sannyasin. Ma c’erano solo persone molto serie e lui non aveva mai
conosciuto alcuna serietà. Aveva sempre vissuto di umorismo e lì era un
disadattato. Non poteva ridere, non poteva ballare, non poteva saltare,
fare scherzi e far ridere la gente. Erano persone serie, serissime, con
le facce lunghe. Grandi santi e monaci, molto ascetici, quindi era fuori
dal suo elemento. Non riusciva a crederci. Cosa fare? Come pregare?
Come meditare? Era semplicemente un uomo che sapeva ridere e che sapeva
far ridere gli altri.
Per
alcuni giorni soffrì molto nel monastero. Poi trovò un piccolo tempio,
molto appartato, in un angolo. Non ci andava mai nessuno, quindi
cominciò ad andarci spesso. C’era una statua del Buddha, quindi parlò
con Buddha, dicendo: “Aiutami. Sono un clown e queste persone sono tutte
così sagge. Ho lavorato tutta la vita come clown e ora, alla fine, è
molto difficile cambiare le mie vecchie abitudini. Sento che mi
capirai”. Disse a Buddha: “Non riesco a pregare, perché non so come
fare... E non credo che riuscirò mai a impararlo. È una cosa così seria.
Non posso meditare, quindi farò quello che posso. Se ti piace, bene. Se
non ti piace, tollerami”.
Quindi,
davanti a quella statua del Buddha, iniziò a ballare e a fare i numeri
che faceva al circo. E si sentì molto felice. Tutto il monastero pensò
che gli fosse successo qualcosa: era così radioso. Ogni mattina e ogni
sera spariva, quindi l’abate si incuriosì. Cos’era successo a
quell’uomo? Era diventato quasi luminoso. Cosa stava facendo?
Così
un giorno lo seguirono. L’abate non riusciva a credere a ciò che vide,
perché il clown parlava con Buddha, scherzando, ballando, saltando e
giocando. L’abate restò semplicemente stupefatto, non riusciva a
crederci. Poi successe il miracolo… Che sia successo davvero o no non è
importante… Accadde il miracolo che la statua del Buddha si alzò e, mano
nella mano con il clown, iniziò a ballare e a scherzare.
Osho The Great Nothing #2
Non diventare mai vittima delle aspettative degli altri e non rendere nessuno vittima delle tue...Osho
giovedì 21 giugno 2018
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