12/06/2018
Si racconta che Hui-neng, uno dei più grandi Maestri Zen, il
sesto
patriarca nella tradizione dello Zen, si illuminò sentendo
quattro righe de
Il sutra del diamante.
Stava camminando nella piazza del mercato. Era andato a
comperare
qualcosa – non stava affatto pensando all’illuminazione – e
qualcuno sul
ciglio della strada stava recitando Il sutra del diamante.
Quell’uomo lo
aveva letto tutta la vita – doveva essere una sorta di
studioso o un
pappagallo – e quella era la sua abitudine, era il suo rito:
leggere quel
sutra ogni mattino e ogni sera.
Il giorno volgeva al termine, il mercato stava chiudendo, la
gente
tornava a casa e Hui-neng passava di lì… Udì solo quattro
righe.
Ammutolì di colpo. Rimase là in piedi, si dice, per tutta la
notte. Il sutra
del diamante terminò, il mercato chiuse, l’uomo che
declamava il sutra se
ne andò, ma Hui-neng stava là in piedi, rimase là in piedi,
immobile.
Al mattino era un uomo totalmente diverso. Non tornò mai a
casa,
andò sulle montagne: per lui il mondo era diventato non
pertinente. Solo
udendolo leggere? Certo, è possibile, se uno sa ascoltare.
Questo Huineng
deve aver avuto una mente davvero innocente. Era un uomo
meraviglioso.
Osho: The Diamond Sutra, CAP. 9
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