venerdì 8 giugno 2018

La fioritura della consapevolezza

08/06/2018
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L’uomo è un seme, una possibilità, una potenzialità. L’essere umano non è soltanto ciò che è, è anche ciò che può essere. Qualsiasi cosa sia l’uomo non è altro che una situazione, una semplice apertura, un divenire. Moltissimo è occultato, e quella parte nascosta è di gran lunga maggiore di ciò che è manifesto. Ecco perché dico che l’uomo è un seme. Può crescere – e un uomo può essere solo se cresce. Se un seme si limita a rimanere tale, si condanna a morte. Se un seme non cresce, sta morendo; ed è impossibile sostare in una condizione intermedia: devi crescere oppure devi morire, non ci sono vie di mezzo. Cresci o muori! Non ci sono alternative. Il seme è solo un’opportunità di crescita, e crescere vuol dire trascendere; crescere significa morire a un particolare livello di esistenza e rinascere in un altro. In cosa consiste la crescita per un seme? Come seme deve morire, solo in quel caso nasce l’albero: la possibilità inizia ad attualizzarsi. E un seme può morire in due modi. Può morire semplicemente, senza crescere; in quel caso si tratterà di una morte negativa. Oppure può morire per crescere; in quel caso è una morte positiva, e una morte positiva è la soglia su una vita amplificata. Una morte positiva implica morire per qualcosa: morire per crescere, scomparire da un piano esistenziale per apparire su un altro. L’essere umano può restare un seme, e molti muoiono una morte negativa senza crescere, senza trascendere se stessi, senza scomparire da un livello di coscienza e apparire su un altro. Da qualche parte Nietzsche ha detto che l’uomo esiste soltanto quando trascende se stesso: tu sei solo quando stai scomparendo in basso e appari in alto. Si tratta di un continuo processo di morte rispetto a ciò che è la sfera della materia e di rinascita a una maggior consapevolezza. Purtroppo un seme può sentirsi appagato e accontentarsi di essere un seme. Per un seme è addirittura difficile concepire ciò che potrebbe essere, addirittura sognare quelle potenzialità sembra impossibile: come potrà mai un seme sognare ciò che può essere? Perfino concepire la possibilità di essere un albero sembrerà qualcosa di assolutamente assurdo. Come potrà mai un seme essere un albero? Se anche l’albero esistesse di fianco al seme, quest’ultimo non potrebbe mai concepire l’idea che questo albero un tempo sia stato un seme; né potrebbe pensare: “Anch’io posso essere un albero”. Il Buddha ha detto: “Io non posso darvi la verità, ma posso donarvi un sogno. Guardatemi, e le vostre potenzialità, ciò che è possibile, inizieranno a risvegliarsi. Qualcosa inizierà a pulsare, a protendersi verso un futuro; qualcosa dentro di voi inizierà ad anelare ciò che può essere”. Un Buddha è un albero – non solo: è un albero giunto a fioritura. Noi siamo semi. Pensa all’essere umano in quanto seme… in quel caso, cosa può essere la fioritura? Quali possono essere i fiori dell’albero umano? Fiori di consapevolezza, ovviamente. Una piena e totale consapevolezza. Usare la simbologia dei fiori per indicare la consapevolezza racchiude un significato molteplice. E non si tratta solo di un simbolo, perché nell’essere umano la consapevolezza è effettivamente una fioritura. Quando un uomo fiorisce, tocca un punto omega… all’improvviso accade una fioritura esplosiva: si tratta di una fioritura di consapevolezza. D’altra parte, l’uomo è soltanto un seme. Non è consapevole, non è una consapevolezza; ed è qualcosa difficile da accettare – è profondamente umiliante –, perché noi crediamo con tutte le nostre forze di essere consapevoli, e questa è la credenza più funesta – è pericolosa, avvelena. Infatti, se pensi di essere già consapevole ti neghi qualsiasi possibilità di fiorire. Se un seme pensa e crede di essere già un albero, di essere già fiorito, non avrà alcuna possibilità di crescere. Si è profondamente ingannato da solo.
Osho The Ultimate Alchemy, VOL. I CAP. 17

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