27/06/2018
“Non andare nella direzione in cui ti spinge la paura.
Va’ dove ti conduce l’amore.
Va’ nella direzione in cui ti porta la gioia.”
Le parole di Rumi vanno comprese a fondo, perché Rumi non ha
parlato
molto – ha lasciato soltanto alcune brevi poesie.
La sua affermazione: “Entra in te stesso, ma non camminare
con il passo
dettato dalla paura” è bellissima.
Non andare nella direzione in cui spinge la paura. Va’ dove
ti conduce
l’amore. Va’ nella direzione in cui ti porta la gioia; non
seguire la paura,
perché tutte le cosiddette religioni si fondano sulla paura.
La paura è il loro
dio, e il loro paradiso e inferno non sono altro che
proiezioni della paura e
dell’avidità.
L’affermazione di Rumi è profondamente rivoluzionaria: non
agire spinto
dalla paura.
Tutte le religioni ripetono alla gente: “Abbiate timore di
dio!”. Il
Mahatma Gandhi era solito dire: “Io non ho paura di nulla,
all’infuori di dio”.
Quando sentii questa affermazione, commentai che era la
dichiarazione più
stupida che si potesse fare. Puoi aver paura di tutti, ma
non di dio, perché dio
può essere avvicinato soltanto attraverso l’amore; dio non è
una persona ma il
battito pulsante dell’universo. Se riesci a cantare con
amore e a danzare con
amore, una semplice attività come roteare su se stessi fatta
da uno spazio
d’amore… la gioia e il senso di celebrazione bastano a
raggiungere il
ricettacolo più sacro e profondo dell’essere e
dell’esistenza.
Tutti voi avete vissuto sotto l’influsso della paura.
Le tue relazioni sono guidate dalla paura. La paura è
travolgente. È simile
a una nuvola nera che sovrasta la tua vita e ti fa dire cose
che non vorresti
dire… eppure la paura te le fa pronunciare. Fai cose che non
vorresti fare, ma
la paura te le fa fare. Basta solo un po’ di intelligenza
per notarlo…
Milioni di persone adorano delle pietre che loro stesse
hanno scolpito.
Hanno fatto i propri dei, e poi li adorano. Dev’essere
frutto di una paura
abissale; infatti, dove si potrebbe trovare dio? La maniera
più semplice è
scolpirne l’immagine in un meraviglioso pezzo di marmo e
adorarlo. E
nessuno pensa che sia pura stupidità, perché tutti lo fanno
a modo loro –
qualcuno al tempio, qualcuno nella moschea e altri nella
sinagoga: non vi è
differenza alcuna. Il tratto essenziale è lo stesso, e cioè
che agite da uno
spazio di paura; le vostre preghiere sono intrise di paura.
Rumi fa un’affermazione rivoluzionaria, straordinaria:
“Entra in te stesso,
ma non camminare con il passo dettato dalla paura”. Qual è
allora il modo
per entrare in se stessi? Perché non entrarci giocosamente?
Perché non
trasformare la religione in qualcosa di giocoso? Perché
essere così seri?
Perché non lasciarci spingere dalla giocosità? Proprio come
bambini che
rincorrono felici le farfalle, senza alcun motivo. Basta il
semplice godere dei
colori, della bellezza dei fiori e delle farfalle… e sono
immensamente felici.
Ogni giorno, durante le ventiquattr’ore, trova dei momenti
privi di paura,
cioè momenti in cui non stai chiedendo nulla. Non stai
chiedendo alcuna
ricompensa e non sei preoccupato di nessuna punizione;
gioisci
semplicemente del roteare su te stesso, dell’entrare dentro
di te.
All’inizio sembrerà difficile, ma non appena entri anche
solo un po’ nella
tua interiorità, diventi automaticamente colmo di gioia, di
giocosità, di
preghiera. In te nasce una gratitudine che non hai mai
conosciuto prima, e in
te si apre uno spazio infinito: il tuo cielo interiore. Il
tuo cielo interiore non è
meno ricco del cielo esteriore: ha le sue stelle e la sua
luna e i suoi pianeti e la
sua immensità; possiede un universo vasto esattamente quanto
quello che
puoi vedere all’esterno.
Ti trovi tra due universi: uno esteriore e uno interiore.
L’universo
esteriore è formato da oggetti; l’universo interiore è
formato da
consapevolezza, beatitudine, gioia.
Entra nella tua interiorità, ma non con il passo dettato
dalla paura, perché
la paura non può entrare nell’universo interiore. Come mai
non può entrare?
Perché la paura non può stare da sola, e dentro te stesso
dovrai essere solo. La
paura ha bisogno della folla, la paura ha bisogno di
compagnia, di amici,
persino i nemici possono andarle bene.
Ma per essere da solo, per entrare in te stesso, non puoi
portare nessuno
con te; la tua solitudine deve diventare sempre più
profonda. Non solo non
puoi portare nessuno, non puoi nemmeno portare nulla! La tua
ricchezza, il
tuo potere, il tuo prestigio, non puoi portare nulla. Non
puoi neanche portare i
tuoi vestiti! Ci dovrai entrare nudo e solo!
Ecco perché il movimento della paura non va verso il tuo
interno, ecco
perché la paura non può entrare nel mondo interiore; la
paura si muove verso
ciò che è all’esterno. La paura si muove verso il denaro,
verso il potere, verso
dio; la paura si muove in tutte le direzioni, eccetto quella
interiore.
Il primo requisito per andare dentro di sé è l’assenza di
paura.
Osho: Om Shantih
Shantih Shantih, CAP. 11
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