23/08/2018
“Impara a essere felice e impara a rispettare le persone
felici, a prestare più attenzione alle persone felici,
ricordalo!
Non dimostrare troppa simpatia alle persone infelici; se
qualcuno è infelice, aiutalo, ma non simpatizzare con lui.
Non dargli l’impressione che l’infelicità sia qualcosa di
meritorio.”
Amato Osho,
in cosa consiste questo attaccamento all’infelicità? E
perché è tanto difficile
essere felice?
L’infelicità può darti molte cose, cose che la felicità non
può donare. Di
fatto, la felicità ti sottrae molte cose. La felicità ti
porta via tutto ciò che hai
sempre avuto e tutto ciò che sei sempre stato. L’infelicità
nutre il tuo ego e la
felicità è lo stato di assenza di ego. L’infelicità ti dà un
ego fortemente
cristallizzato: se sei infelice, esisti, se sei felice, non
esisti.
Nell’infelicità sei cristallizzato, nella felicità ti
espandi.
L’infelicità ti rende speciale. La felicità è un fenomeno
universale, non ha
niente di speciale; gli alberi sono felici, gli animali e
gli uccelli sono felici,
l’intera esistenza è felice. L’unica eccezione è l’uomo.
Quando è infelice,
l’uomo diventa davvero speciale, straordinario.
L’infelicità ti rende capace di attrarre l’attenzione degli
altri. Ogni volta
che sei infelice gli altri si prendono cura di te, provano
simpatia per te, ti
amano. Tutti cominciano a occuparsi di te. Chi mai vorrebbe
ferire una
persona infelice? Chi sarebbe geloso di una persona
infelice? Chi mai
vorrebbe mettersi contro una persona infelice? Sarebbe
perfido!
Di una persona infelice ci si prende cura, la si ama, la si
accudisce.
L’infelicità è un grande investimento. Se la moglie non è
infelice, il marito
tende a dimenticarsi di lei. Se è infelice, il marito non
può permettersi di
trascurarla. Se il capofamiglia è infelice, l’intera
famiglia gli sta vicino, si
preoccupa di lui e gli dà conforto.
Quando sei depresso, malato, infelice, gli amici ti fanno
visita per
sollevarti il morale, per consolarti. Quando sei felice, gli
stessi amici
diventano gelosi di te. Quando sei realmente felice, scopri
che il mondo
intero ti ha voltato le spalle.
Una persona felice non piace a nessuno, perché la persona
felice ferisce
l’ego degli altri. La gente comincia a pensare: “Ah, è così!
Tu sei felice e noi
stiamo ancora brancolando nel buio, nell’inferno,
nell’infelicità. Come osi
essere felice mentre noi siamo immersi in tanta
infelicità?”.
Se sei felice, sei un individuo. Se sei infelice, fai parte
della folla – hindu,
musulmana, cristiana, indiana, araba, giapponese. Cos’è la
felicità? È forse
hindu, cristiana o musulmana? La felicità è semplicemente
felicità. Ti senti
trasportato in un altro universo, non fai più parte del
mondo che la mente
umana ha creato; non fai più parte del passato, di quella
storia obbrobriosa.
Non fai neppure più parte del tempo.
Quando sei realmente felice, per te il tempo e lo spazio
scompaiono.
Albert Einstein diceva che in passato gli scienziati avevano
pensato che
esistessero due realtà – lo spazio e il tempo. Egli invece
ha dichiarato che
queste due realtà non sono altro che due aspetti di un’unica
realtà. Di
conseguenza, ha coniato il termine spaziotempo. Il tempo non
è altro che la
quarta dimensione dello spazio. Einstein non era un mistico,
altrimenti
avrebbe introdotto anche un’altra realtà – il trascendente –
che non è né
spazio né tempo. Realtà che pure esiste – io la chiamo il
testimone.
La tua domanda è significativa: In cosa consiste questo
attaccamento
all’infelicità?
Esistono dei motivi. Indaga nella tua infelicità, osservala
e sarai in grado
di scoprirli. Indaga poi in quei momenti quando, di tanto in
tanto, ti permetti
di essere gioioso e noterai le differenze. Consistono in
questi pochi aspetti:
quando sei infelice, sei un conformista. La società ama il
conformismo, la
gente ti rispetta, godi di una grande rispettabilità –
potresti perfino diventare
un santo – ecco perché i vostri santi sono tutti infelici.
L’infelicità sta scritta a
lettere maiuscole sulle loro facce e nei loro occhi. Poiché
sono infelici, si
sentono contrari a qualsiasi gioia. Condannano ogni forma di
gioia,
definendola edonismo, definendola peccato. Sono infelici e
vorrebbero
vedere il mondo intero infelice. Infatti, possono essere
reputati santi
unicamente in un mondo infelice; in un mondo felice
sarebbero ricoverati in
ospedale e sottoposti a cure mentali.
Ho osservato molti santi e ho scrutato nelle vite dei vostri
santi del
passato. Al novantanove per cento sono esseri anormali,
affetti da nevrosi o
perfino da psicosi. Ma erano rispettati e, ricordalo, erano
rispettati proprio per
la loro infelicità.
Ci sono stati santi che si fustigavano ogni mattino – e la
gente si radunava
per assistere a tanta austerità, a tanto ascetismo, a tanta
penitenza. Ci sono
stati santi che hanno distrutto i loro occhi, perché
attraverso gli occhi l’uomo
diventa consapevole della bellezza e dagli occhi poi sorge
in lui la lussuria.
Ci sono stati santi che hanno reciso i propri organi
genitali, e ricevevano il
massimo, incredibile rispetto, per il semplice motivo che si
erano mutilati,
che avevano fatto violenza al loro corpo. Persone simili
erano
psicologicamente malate.
Impara a essere felice e impara a rispettare le persone
felici, a prestare più
attenzione alle persone felici, ricordalo! Questo significa
rendere un grande
servizio all’umanità. Non dimostrare troppa simpatia alle
persone infelici. Se
qualcuno è infelice, aiutalo, ma non simpatizzare con lui.
Non dargli
l’impressione che l’infelicità sia qualcosa di meritorio.
Siate felici, rispettate la felicità e aiutate la gente a
comprendere che la
felicità è lo scopo della vita.
Dobbiamo apprendere un linguaggio totalmente nuovo, solo
così questa
vecchia umanità putrescente potrà cambiare. Dobbiamo
apprendere il
linguaggio della salute, della completezza, della felicità.
Sarà un compito
difficile, perché i nostri investimenti nell’infelicità sono
enormi.
Ancora una cosa: l’infelicità non richiede talenti, tutti
possono
permettersela. La felicità invece richiede talento,
genialità e creatività. Solo le
persone creative possono essere felici
Lascia che questa realtà penetri in profondità nel tuo
cuore: soltanto le
persone creative sono felici. La felicità è un derivato
della creatività. Crea
qualcosa e sarai felice.
Osho: The Book of
Wisdom, CAP. 20
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