venerdì 17 agosto 2018

L’ARTE DI OSSERVARE


17/08/2018
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“L’unica cosa che si deve imparare è l’arte
dell’osservazione.
Guarda!
Osserva ogni azione che compi.”

Amato Osho,
puoi spiegare come meditare su qualcosa senza usare la mente?

La meditazione non ha nulla a che vedere con la mente; la meditazione è
semplicemente uno stato di nonmente. L’attività della mente è l’unico
disturbo alla meditazione. Se cerchi di meditare usando la mente, sei
destinato al fallimento, stai tentando di fare l’impossibile.
Non sai guardare qualcosa solo con gli occhi? Non puoi guardare
qualcosa senza chiamare in causa la mente? Il cinguettio degli uccelli, questo
silenzio… che bisogno c’è della mente? È una questione di attenzione, non di
concentrazione.
Ma non è un problema solo tuo, è il problema di milioni di persone che si
interessano alla meditazione. Tutti commettono l’errore di confondere la
concentrazione con la meditazione. La concentrazione è un fenomeno della

mente, viene insegnata nelle scuole, nei collegi, nelle università. Ha la sua
utilità, non sto dicendo che è inutile. Concentrarsi significa focalizzarsi su un
determinato oggetto.
Nella scienza è necessaria. Bisogna concentrare completamente la mente
su un oggetto specifico per poterlo osservare in profondità; devi escludere
tutto il resto, devi isolarla da tutto. Devi circoscrivere la tua coscienza fino a
renderla penetrante come la punta di un ago.
Questo è il metodo scientifico per quanto riguarda il mondo oggettivo; ma
per quanto riguarda il mondo personale, non è di alcuna utilità. Lì non devi
concentrare la mente su niente – sul concetto di dio, sulla luce interiore,
l’amore, la compassione… Non concentrarti affatto; sii semplicemente
consapevole di ciò che è.
Quando ti concentri puoi essere distratto facilmente; qualsiasi cosa può
diventare una distrazione perché stai cercando di fare una cosa innaturale.
Basta un bambino che piange, e sei distratto; il rumore del traffico, e sei
distratto; un aereo di passaggio, e sei distratto; un cane che abbaia, e sei
distratto. Tutto ti può distrarre. E, naturalmente, dopo esserti distratto ti
sentirai infelice, frustrato, perché hai fallito di nuovo.
Quando mediti niente può distrarti, per la semplice ragione che, in primo
luogo, non ti concentri.
L’esistenza non si sviluppa linearmente ma simultaneamente. Per
esempio, io sto parlando, gli uccelli cinguettano, c’è il rumore del traffico, il
treno che passa – tutte queste cose stanno accadendo simultaneamente.
Nella meditazione devi essere semplice, silenzioso, vigile, presente, devi
soltanto testimoniare ciò che è senza escludere nulla, perché la cosa che
escludi diventerà una distrazione. Se non escludi nulla, se la tua
consapevolezza include tutto, cosa potrebbe mai distrarti?
Ti può distrarre quell’uccello sul ramo? In realtà, aumenterà il tuo


silenzio. Nulla può distrarti, perché non sei in uno stato di tensione.
La concentrazione è tensione. Le parole attenzione e tensione provengono
dalla stessa radice. La consapevolezza non è l’attenzione; la consapevolezza è
rilassamento, è riposo.
Quindi, riposati in silenzio.
Vedrai arrivare dei pensieri; non c’è bisogno di preoccuparsene – cosa
possono fare? Vedrai dei desideri arrivare e svanire. Guardarli arrivare e
guardali svanire. Non vagliarli, non dire: “Questo va bene, questo va male”.
Non dire: “Aha! Questa è una cosa geniale, spirituale, eccezionale”. Se provi
una sensazione alla colonna vertebrale – forse è soltanto una formica che si
arrampica, e tu pensi di sentir salire la kundalini – probabilmente è solo
immaginazione. Puoi vedere delle luci dentro di te, il che non è difficile…
Puoi vedere delle luci, dei colori, delle sfumature psichedeliche, puoi esperire
cose meravigliose, ma è tutta immaginazione, non importa quanto siano
colorate, non importa quanto siano belle.
Quindi non cominciare a dire quanto è meraviglioso quello che stai
vivendo, o che Gesù – o Krishna, o il Buddha – è in piedi di fronte a te e che
hai la sensazione di avvicinarti sempre più alla realizzazione finale.
Il Buddha dice: “Se mi incontri lungo il cammino, uccidimi all’istante!”.
Intende dire: “Se mi trovi nella tua meditazione, non rallegrartene, perché
altrimenti inizierai a sviluppare attaccamento a quell’idea – ed è soltanto
un’idea”.
Basta osservare senza preferire niente, senza scegliere. Se riesci a essere
non-sceglientemente consapevole di tutto, sia fuori sia dentro di te, un giorno
la meditazione accadrà; non è un’attività che devi svolgere.
Puoi fare solo una cosa, ed è imparare l’arte dell’osservazione, guardare
senza giudicare. Poi un giorno, semplicemente ti rilassi… Nel rilassamento
totale c’è pura consapevolezza, tutti i pensieri scompaiono, tutti i desideri

scompaiono e la mente risulta introvabile. Quando la mente non si trova più,
quella è meditazione.
Lo stato di nonmente è meditazione.
Mi hai equivocato. Quando dico: “Medita”, intendo dire: “Osserva”. Se
dico: “Medita sulle canzoni degli uccelli”, sto semplicemente dicendo:
“Osserva”, non sto dicendo: “Concentrati”.
Io sono contro la concentrazione ma sono a favore dell’osservare, quindi
puoi osservare qualsiasi cosa. Puoi sederti nella piazza del mercato a
osservare la gente… e sarà una meditazione. Puoi sederti alla stazione e
osservare ogni genere di rumore, ogni cosa: l’arrivo dei treni, i passeggeri che
scendono, i portantini che gridano e gli ambulanti. Poi il treno riparte e il
silenzio discende sulla stazione. È sufficiente osservare, non bisogna fare
nulla.
Piano piano inizi a rilassarti, le tue tensioni scompaiono, poi la
comprensione interiore si apre come un bocciolo quando diventa fiore, e uno
squisito profumo si spande nell’aria.
Quel silenzio è verità, è beatitudine, è benedizione.

Osho: Tao: The Golden Gate, VOL. I CAP. 6


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