04/08/2018
“La comprensione del totale abbandonarsi ti aiuta a
esistere nel presente, semplicemente – senza alcuna meta,
senza alcuna idea di conquista, senza alcun conflitto, né
sforzo, né lotta.”
Amato Osho,
di recente ti ho sentito af ermare che la trascendenza
dell’infelicità e della
confusione nella vita può accadere sia mediante il totale
abbandonarsi, sia
mediante la lotta – purché siano fatti con totalità. Puoi
parlarci del totale
lasciarsi andare e del suo rapporto con l’intelligenza e con
il senso di
responsabilità? Ho la sensazione che la mia vita sia una
miscellanea di
totale abbandono e di lotta. Noto che lasciarmi andare
accade in modo
naturale e che la lotta è il frutto del mio senso di
responsabilità.
Non è un problema soltanto tuo, è il problema di tutti – un
miscuglio di
totale abbandono e di lotta. Ma il tuo lasciarti andare non
è il mio totale
abbandonarsi: il tuo è soltanto un atteggiamento di
sconfitta.
Fondamentalmente vuoi lottare, ma esistono situazioni nelle
quali non puoi
lottare o non hai più l’energia necessaria per farlo, e per
nascondere la tua
sconfitta cominci a pensare a lasciarti andare. Il tuo
lasciarti andare non è
autentico, è finto.
Il vero abbandonarsi all’esistenza non è contro la lotta. Il vero
abbandonarsi è l’assenza della lotta. Non può coesistere con
l’attitudine alla
lotta, per il semplice motivo che la sua presenza comporta
l’assenza
dell’attitudine alla lotta. Come possono stare insieme
qualcosa che è presente
e qualcosa che è assente?
Perciò la prima cosa che devi ricordare è questa:
l’atteggiamento
fondamentale di ogni essere umano è la lotta. Quindi non
vederlo come un
tuo problema personale: ti sarà di grande aiuto comprendere
che questo è un
problema comune a tutti gli esseri umani.
Lottare è l’atteggiamento fondamentale dell’essere umano,
perché la lotta
appaga l’ego. Più lotti e più il tuo ego si rafforza. Se sei
vittorioso, il tuo ego
è alle stelle. Con le tue vittorie mantieni in vita il tuo
ego. D’altra parte, più il
tuo ego si rafforza e più tu ti allontani dal tuo essere
reale.
Abbandonarsi significa assenza di competizione, assenza di
sforzo,
assenza di lotta… semplice rilassamento nell’esistenza,
dovunque essa ti
conduca. Significa non cercare di controllare il futuro, non
cercare di
controllare le conseguenze, permettere invece che queste
accadano… non
pensi neppure alle conseguenze. Abbandonarsi avviene nel
presente, le
conseguenze saranno nel domani. Abbandonarsi è un’esperienza
squisita, un
totale rilassamento, una profonda sincronicità con
l’esistenza.
Dal mio punto di vista, il totale abbandonarsi significa che
nella vita non
stai lottando per qualcosa: lasci tutto nelle mani
dell’esistenza, lasci che sia
lei a prendersi cura di te.
Mi dici: Noto che lasciarmi andare accade in modo naturale.
È soltanto
un’impressione, perché tutti i tuoi condizionamenti lo
contrastano. Per
milioni di anni sei stato educato a lottare. Tu lotti: puoi
essere sconfitto, e
questo crea in te una ferita che genera il desiderio di
vendetta, oppure puoi
essere il vincitore, e questo crea in te un altro tipo di
ferita, che si chiama ego.
In entrambi i casi sei perdente, in entrambi i casi ti
allontani sempre più da te
stesso.
Alla gente non si insegna mai il totale abbandono perché
sarebbe in
contrasto con l’intera struttura della società che è basata
sulla competizione e
sulla lotta, dove tutti sono nemici di tutti. Anche il tuo
amico è tuo nemico,
anche tua moglie e i tuoi figli sono tuoi nemici, poiché
tutti cercano di
strapparti tutto ciò che possono. E tu cerchi di fare lo
stesso con loro.
Per questo motivo l’esistenza non è pacifica, né silenziosa,
né amorevole:
l’uomo è ancora barbaro e animalesco.
Il totale abbandono è un approccio del tutto diverso. Il
primo passo
consiste nel lasciar perdere l’ego, memore che non sei
un’entità separata
dall’esistenza. Tu non sei separato dagli altri: contro chi
stai lottando? Lotti
contro te stesso… Questa è la radice della tua infelicità.
Contro chiunque tu
stia lottando, lotti sempre contro te stesso – poiché non
esiste nessun altro.
Abbandonarsi è la comprensione profonda del fenomeno che
vede
l’umanità partecipe di un’unica esistenza. Non esiste un ego
separato: gli
uomini sono uniti nel Tutto. Non hai una meta separata dal
Tutto e il Tutto
non ha alcuna meta, non va da nessuna parte: il Tutto esiste
nel presente e
basta.
La comprensione del totale abbandonarsi ti aiuta a esistere
nel presente,
semplicemente – senza alcuna meta, senza alcuna idea di
conquista, senza
alcun conflitto, né sforzo, né lotta – poiché sai che
lotteresti contro te stesso,
e questa sarebbe davvero una follia.
Il totale abbandonarsi è una comprensione profonda, non è
un’azione che
devi compiere. Ogni azione fa parte del mondo della lotta,
l’azione che devi
compiere sarà inevitabilmente una lotta.
Abbandonarsi è semplice comprensione. A quel punto ti
rilassi in
silenzio, fluisci con il fiume senza preoccuparti della sua
direzione, senza
preoccuparti della possibilità di perderti, senza ansia, né
angoscia, poiché sai
di non essere separato dalla totalità, quindi qualsiasi cosa
accada per te va
bene.
In questa comprensione profonda, ti accorgi che la
consapevolezza non
può coesistere con l’ignoranza, l’intuizione della realtà
dell’esistenza non può
coesistere con la cecità, la consapevolezza non può
coesistere con
l’inconsapevolezza, l’abbandonarsi non può coesistere con
alcun tipo di
sforzo – è impossibile che accada.
Lascia che questo abbandono sedimenti nel tuo cuore e vedrai
schiudersi
una dimensione nuova, nella quale ogni istante sarà una
gioia e ogni istante
sarà un’eternità compiuta.
Osho: Beyond Psychology, CAP. 14
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