27/08/2018
“Nel momento in cui dici di no, tutte le possibilità di
amare, di arrenderti, tutte le possibilità connesse alla
meditazione vengono immediatamente annullate.”
“Un uomo che continua a dire No, diventerà sempre più
triste e depresso; la vita non busserà più alla sua porta.”
Proprio l’altro giorno, qualcuno diceva che tutti i metodi
di meditazione che
insegno sono sbagliati, perché Patanjali non li ha mai
menzionati nei suoi
Yoga Sutra. Quella persona diceva: “Non ho mai sentito
parlare di questi
metodi. Da dove proviene la tua autorità in materia? A
partire da cosa hai
creato questi metodi dato che non sono né Hatha, né Raja, né
Bhakti?”.
Ho chiesto a quella persona: “Hai mai meditato?”. Ha
risposto di no. Gli
ho chiesto ancora: “Conosci cos’è la meditazione?”. La sua
risposta è stata
ancora no.
Se non sai cos’è la meditazione, come poi dire che un metodo
per
meditare è sbagliato? Non conosci cos’è la meditazione,
quindi come puoi
conoscere cosa non lo è? Non sai cos’è il bene eppure
continui a condannare
e dici: “Questo non va bene”. Non conosci cos’è la moralità
e continui a dire:
“Questo è immorale”. Sai cos’è il sufismo? No, però pensi di
poterlo
condannare tranquillamente.
La condanna nasce nella mente con estrema facilità. Dire che
qualcosa
non va è la cosa più facile del mondo. Dire di no è la cosa
più facile per la
mente, dire di sì è la più difficile.
Osserva quante volte la tua mente dice di no. E a volte,
quando deve dire
di sì, lo fa a malincuore. Con il no si sente felice; quando
dici di no a
qualcuno ti senti molto potente. Ti piace dire no perché il
no sostiene l’ego –
il sì, invece, lo dissolve. Ed è facile dire di no. È molto,
molto difficile dire di
sì, perché il sì apre una porta – il no la chiude.
Quando dici di no, osserva cosa accade nelle profondità del
tuo essere:
improvvisamente tutte le porte si chiudono. Diventi una
monade di Leibnitz
senza finestre, senza porte, senza ponti. Il no
semplicemente distrugge ogni
possibilità di collegarti con l’altro. Nel momento in cui
dici di no, tutte le
possibilità di amare, di arrenderti, tutte le possibilità
connesse alla
meditazione vengono immediatamente annullate.
Il no ti rende un’isola, e nessun uomo lo è. Sentirsi
un’isola è la più
grande illusione che ci sia: tu sei parte del Tutto! Quando
dici di no ti
scolleghi, tagli tutti i ponti, e dire di no è tutto ciò che
l’ego desidera; gode
nel dire di no, assapora il gusto del dire di no.
Presta attenzione! A meno che non sia strettamente
necessario, non dire
mai di no. Il solo smettere di usare quella parola ti
renderà sempre più acuto.
E se devi dire di no, dillo in modo tale da farlo diventare
positivo, da fargli
assumere la forma di un sì. Eliminando semplicemente la
parola no avvertirai
molte cose nuove accadere dentro di te, perché questa parola
è davvero molto
potente.
Queste due parole – sì e no – hanno un grande potenziale.
Sanno
cambiare il tuo intero essere perché non sono parole
ordinarie. Di fatto non
sono parole, sono dei gesti; indicano il tuo modo di essere,
il tuo stile di vita.
Un uomo che continua a dire di no diventerà sempre più
triste e depresso;
la vita non busserà più alla sua porta. Se continui a dire
di no, come può la
vita continuare a bussare alla tua porta? I venti non
spireranno più nella tua
direzione, i fiori non sbocceranno più sul tuo cammino;
dicendo di no semini
unicamente spine.
Chi dice di no è di fatto un ateo. Dire di no a dio non è
altro che il
culmine della propria attitudine a dire di no in generale.
Per me il significato
di teismo è dire di sì alla vita, aprire le porte,
relazionarsi, essere disponibile.
Di’ di sì e improvvisamente, dentro te, avvertirai lo
spalancarsi di alcune
soglie.
Siediti in silenzio sotto un albero, di’ ad alta voce:
“Sì!”, e osserva il
cambiamento. Poi fa’ la stessa cosa con il no, e osserva
cosa accade. Con il
no crei un clima diverso, arrivano delle vibrazioni diverse.
Con il sì crei
un’apertura, è come lanciare un sasso nel lago: si formano
delle increspature
che continuano a diffondersi, a estendersi fino all’altra
riva. Quando dici di sì
lanci il sasso dell’accettazione, dell’amore, della preghiera,
del tuo essere
pronto, della tua resa – e le increspature si estendono fino
ad arrivare a
toccare l’infinito.
Chi dice di sì è destinato, un giorno, a diventare un
teista, perché il sì, alla
fine, culmina nel divino. Il sì diventa dio, il no, alla
fine, diventa empietà.
Osho: Journey to
the Heart, CAP. 2
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