08/08/2018
“Tutti possono essere creativi.
Qualsiasi cosa fai, se la fai con gioia, se la fai con
amore,
se il tuo atto non è solo frutto di un semplice calcolo
economico, allora è creativo.”
–
“Guarda semplicemente qualcuno con uno sguardo
amorevole; un semplice sguardo colmo d’amore può
cambiare totalmente il mondo di una persona.”
Amato Osho,
credevo di essere una persona poco creativa. A parte
dipingere e danzare, in
cos’altro si manifesta la creatività, e come faccio a
scoprire in quale attività
sono creativo?
La creatività non ha nulla a che fare con un’attività in
particolare – con la
pittura, la poesia, la danza, il canto. Non ha niente a che
fare con nulla di
specifico. Qualsiasi attività può essere creativa – sei tu che
porti
dell’inventiva a quell’attività.
Un’attività in sé non è né creativa né priva di creatività.
Puoi dipingere
senza creatività, puoi cantare senza creatività; puoi lavare
il pavimento con
creatività, puoi cucinare con creatività. La creatività è la
qualità che tu porti
all’attività che svolgi. È un’attitudine, un approccio
interiore – è la maniera
con cui guardi alle cose.
Quindi, la prima cosa da ricordare è di non confinare la
creatività a
un’attività in particolare. Una persona è creativa, e se è
creativa – anche se sta
semplicemente camminando –, lo farà creativamente. Anche se
sta
semplicemente seduta in silenzio, senza fare nulla, persino
il suo non-fare
diventa un atto creativo. Il Buddha seduto sotto l’albero
della bodhi non sta
facendo nulla, eppure è la persona con la più grande
creatività mai vista al
mondo.
Una volta compreso che sei tu, che è la persona a essere
creativa o poco
creativa, il problema scompare. Non tutti possono essere dei
pittori, e non è
nemmeno necessario: se tutti fossero dei pittori, il mondo
sarebbe ben brutto,
sarebbe difficile viverci. Non tutti possono essere dei
danzatori, e non è
neppure necessario. Ma tutti possono essere creativi.
Qualunque cosa fai, se
la fai con gioia, se la fai con amore, se il tuo atto non è
solo frutto di un
semplice calcolo economico, allora è creativo. Se grazie a
questa attività in te
nasce qualcosa – se ti porta a una crescita –, allora è
un’attività spirituale, è
creativa, è divina. Quando la tua creatività raggiunge il
picco, quando tutta la
tua vita diventa creatività, allora vivi nel divino.
Ama ciò che fai, e mentre fai qualcosa sii meditativo,
qualunque cosa sia;
quello che conta non è ciò che stai facendo.
Essere creativi significa amare qualsiasi cosa stai facendo
– significa
goderla, celebrarla come un dono dell’esistenza! Forse
nessuno verrà a
conoscenza della tua creatività, e se la fama è il tuo metro
di paragone per
considerarti una persona creativa – sei una persona creativa
solo se diventi
famoso come Picasso – mancherai il punto della questione.
Anzi, vuol dire
che non sei per niente creativo; sei soltanto ambizioso,
soltanto un
politicante.
Se diventi famoso, bene; se non diventi famoso, bene
comunque.
Diventare famoso non dovrebbe essere la tua considerazione
principale –
dovrebbe esserlo il fatto che ami fare ciò che stai facendo;
di qualsiasi cosa si
tratti, per te è una storia d’amore. Se ciò che fai è una
storia d’amore, allora
diventa creatività. Le piccole cose diventano grandi se
toccate dall’amore e
dalla gioia.
Quando l’ambizione inizia a far parte del quadro, la
creatività scompare,
perché una persona ambiziosa non può essere creativa, perché
una persona
ambiziosa non ama nessuna attività in quanto tale. Mentre
dipinge, guarda già
al futuro; una persona creativa invece è sempre nel momento
presente.
Noi distruggiamo la creatività. Nessuno nasce privo di
creatività, ma noi
riusciamo a rendere il novantanove per cento delle persone
prive di creatività.
E gettare la responsabilità sulla società non ti sarà
d’aiuto. Devi prendere la
vita nelle tue mani, devi abbandonare i condizionamenti
errati, devi
abbandonare le autosuggestioni ipnotiche e sbagliate che ti
sono state date
durante l’infanzia.
Essere ed essere creativi sono sinonimi; è impossibile
essere e non essere
creativi. Eppure, questa cosa impossibile è accaduta, questo
brutto fenomeno
è accaduto, perché tutte le sorgenti della tua creatività
sono state ostruite,
bloccate, distrutte, e tutta la tua energia è stata forzata
in attività che la società
considera apportatrici di profitti.
Una persona creativa possiede il suo essere; è un Maestro.
Ecco perché in
Oriente abbiamo chiamato i ricercatori del Vero, swami:
swami significa
Maestro. Alcuni mendicanti sono stati chiamati swami,
Maestri. Gli
imperatori, invece, alla fine della loro vita, una volta
tirate le somme, si sono
rivelati dei mendicanti: un uomo che rincorre il denaro, il
potere e il prestigio,
è un mendicante, perché mendica in continuazione; non ha
nulla da dare al
mondo.
Sii una persona capace di dare. Condividi qualsiasi cosa
puoi condividere.
E ricorda, io non faccio alcuna distinzione fra cose piccole
e grandi: se sei in
grado di sorridere con tutto te stesso, se sai tenere
qualcuno per mano e
sorridergli, questo è un atto creativo, un grande atto di
creatività. Abbraccia
qualcuno stretto al tuo cuore e sei creativo. Guarda
semplicemente qualcuno
con uno sguardo amorevole; un semplice sguardo colmo d’amore
può
cambiare totalmente il mondo di una persona.
Sii creativo! Non preoccuparti di cosa stai facendo. Si
fanno tante cose;
falle tutte con creatività, con devozione. Allora il tuo
lavoro diventa
preghiera. Abbandona l’idea di essere una persona poco
creativa. La gente ha
un’idea limitata di cosa significa essere creativi; si crede
che significhi
suonare il flauto o la chitarra, scrivere poesie… è per
questo motivo che si
continua a scrivere spazzatura in nome della poesia. Devi
scoprire cosa sai
fare e cosa invece non sai fare; non è possibile saper fare
tutto: devi cercare il
tuo destino e devi trovarlo.
A ogni passo si aprono molte porte, si presentano sempre
molte
possibilità – e tu devi scegliere, devi sentire cosa fa per
te. E se ami la vita,
riuscirai a scoprirlo. Se ami il denaro e vuoi essere
creativo… non riuscirai a
esserlo. È proprio la brama di denaro a distruggere la
creatività. Se vuoi la
fama, allora scordati la creatività; la fama è più facile da
raggiungere se sei
competitivo, fortemente competitivo.
Se vuoi essere famoso, non parlare di creatività. Non sto
dicendo che la
fama non arriva mai a una persona creativa, ma accade
raramente, molto
raramente. È più che altro un fatto accidentale, e richiede
molto tempo.
Accade quasi sempre che, quando una persona creativa diventa
famosa, è già
morta. La sua è sempre una fama postuma, una fama arrivata
troppo tardi.
Gesù non era famoso ai suoi tempi. Se non ci fossero stati i
Vangeli, non
sapremmo niente di lui: ciò che sappiamo è dovuto a quattro
dei suoi
discepoli, perché – che sia esistito o no – nessun altro ne
ha mai parlato. Non
era famoso, non era una persona di successo.
Più una persona è grande, più alla gente serve tempo per
riconoscere la
sua grandezza, perché quando nasce una persona insigne, non
esiste alcun
criterio per giudicarla, nessuna mappa per scoprirla; deve
creare i propri
valori e quando finalmente riesce a dar loro vita, è già
morta. Sono tante le
persone creative che non hanno mai goduto di alcun
riconoscimento.
Per la persona creativa arrivare al successo è un
avvenimento accidentale.
Se vuoi essere una persona creativa, goditi la tua attività:
solo così ogni gesto
che fai ha un valore intrinseco. Danzi perché ami danzare;
danzi perché nella
danza ti senti gioioso. Se qualcuno l’apprezza, bene; ti
senti grato. Se nessuno
l’apprezza, preoccupartene non è affar tuo: tu hai danzato,
ti è piaciuto
danzare – ti senti già appagato.
Osho: A Sudden
Clash of Thunder, CAP. 4
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