martedì 21 agosto 2018

FUMARE


21/08/2018
 57 # Fumare
“Sono contrario a ogni tipo di abitudine, non importa se
buona o cattiva.
Non esistono buone abitudini in quanto tali e non esistono
cattive abitudini: sono tutte cattive perché ‘abitudine’
significa che qualcosa di inconscio è diventato un fattore
dominante nella tua vita, è diventato decisivo.”

Non riesco a perdere l’abitudine di fumare una sigaretta dietro l’altra. Ci ho
provato in tutti i modi, ma ho sempre fallito. È un peccato fumare?

Stai facendo di una mosca un elefante! Le persone religiose sono molto abili
in questo. In realtà, cosa fai quando fumi? Immetti un po’ di fumo nei
polmoni e poi lo lasci uscire, è una specie di pranayama – maleodorante,
inquinato, ma pur sempre pranayama! Stai facendo yoga in modo stupido;
non è fare peccato, forse è sciocco, ma di certo non è peccato.
Esiste un solo peccato, ed è l’inconsapevolezza, una sola virtù ed è la
consapevolezza.
Continua a fare quello che stai facendo, ma siine testimone, e
immediatamente la qualità delle tue azioni si trasformerà. Non ti dirò di non
fumare; hai già provato a farlo. Di sicuro molti dei tuoi cosiddetti santi ti
hanno detto di non fumare, perché: “Se fumi, finirai all’inferno”. Dio non è
stupido come i tuoi santi: scaraventare qualcuno all’inferno solo perché fuma
non è affatto necessario.
Il fumo non è salutare, non è igienico, ma non è certo un peccato. Diventa
peccato solo se lo fai inconsciamente.
Quindi la questione non è fumare. Potresti praticare la meditazione
trascendentale ogni giorno, con regolarità, e sarebbe la stessa cosa: se è
presente l’inconsapevolezza, se c’è meccanicità, se è diventata una routine, se
è diventata un’abitudine e tu sei vittima di quell’abitudine, se non puoi
metterla da parte, se non sei più maestro di te stesso, allora è un peccato, ma è
diventato peccato a causa del tuo essere inconsapevole, non per l’atto in sé.
Nessun atto è virtuoso e nessun atto è peccato: tutto dipende da quanta
consapevolezza c’è dietro l’atto.
Dici: Non riesco a perdere l’abitudine di fumare una sigaretta dietro
l’altra.
Non mi interessa molto il fatto che fumi, sono più interessato alla tua
abitudine: se una qualsiasi abitudine diventa una forza, un potere dominante
su di te, è peccato. Si dovrebbe vivere con maggior libertà; si dovrebbe poter
agire non per abitudine, ma in base alle situazioni.

La vita cambia in continuazione – è un flusso, una corrente – e le
abitudini sono stagnanti. Più sei circondato da abitudini, più sei chiuso nei
confronti della vita: non sei aperto, non hai finestre; non hai alcuna
comunicazione con la vita, vai avanti ripetendo le tue abitudini che non sono
adeguate, non sono la risposta giusta alla situazione, a quel particolare
momento: sono sempre un passo indietro, sono sempre inappropriate. In
questo consiste il fallimento della tua vita.
Quindi ricorda: sono contrario a ogni tipo di abitudine, non importa se
buona o cattiva. Non esistono buone abitudini in quanto tali e non esistono
cattive abitudini: sono tutte cattive perché “abitudine” significa che qualcosa
di inconscio è diventato un fattore dominante nella tua vita, è diventato
decisivo.
Non sei più tu il fattore decisivo: la risposta non arriva più dalla tua
consapevolezza, ma da uno schema prefissato, da una struttura che hai
appreso nel passato.
Fumare o non fumare non è importante. Se continui a fumare, forse
morirai un po’ prima… e allora? Il mondo è così sovrappopolato che,
morendo un po’ prima, farai una cosa buona. Forse ti verrà la tubercolosi, e
allora? Ormai la tubercolosi si cura come un comune raffreddore; anzi, non
esiste una cura per il comune raffreddore, ma esiste la cura per la tubercolosi.
Lo so perché soffro di raffreddore… Avere la tubercolosi è una vera fortuna!
Quindi è possibile che tu muoia un paio di anni prima, potrebbe venirti la
tubercolosi, ma fumare in sé non è peccato. Di questo non devi preoccuparti!
Se davvero vuoi fare qualcosa per te stesso, smettere di fumare non ti
aiuterà, perché conosco la gente che smette di fumare: comincia a masticare
gomme! La tua inconsapevolezza esigerà un’attività, un’occupazione.
Fumare è solo un sintomo, non è il vero problema, non è la radice del
problema.
Hai mai notato che quando ti senti emotivamente turbato cominci subito a
fumare? Ti dà una sorta di sollievo, ti tiene occupato, ti distrae dalla
preoccupazione.
Le persone iniziano a fumare quando si sentono tese; il problema è la
tensione, il problema è il turbamento emotivo; il fumo è soltanto un modo per
tenersi occupati. Sei impegnato a inspirare ed espirare il fumo, e per un po’ ti
dimentichi del problema. La mente non può pensare due cose
contemporaneamente, ricordalo! Uno dei fondamenti della mente è che può
pensare una cosa alla volta, è unidimensionale, quindi se stai fumando e pensi
solo a fumare, ti sottrai a tutte le altre ansie.
Dici: Ci ho provato in tutti i modi…
Non hai cercato di esserne consapevole; hai provato a smettere senza
cercare di esserne cosciente. Così non funziona: l’abitudine tornerà, perché la
tua mente è la stessa, i suoi bisogni sono gli stessi, i suoi problemi, le sue
ansie, la tensione, l’angoscia… nulla è cambiato. E quando queste ansie
faranno capolino, cosa farai? Immediatamente, meccanicamente, comincerai
a cercare le sigarette.
Puoi aver deciso di smettere innumerevoli volte e ogni volta hai fallito,
non perché fumare sia un fenomeno così insormontabile da non poterne
uscire, ma perché stai provando nel modo sbagliato. Invece di diventare
consapevole dell’intera situazione – innanzitutto del motivo che ti spinge a
fumare – anziché diventare consapevole del processo che ti porta a fumare,
stai semplicemente cercando di smettere. È come tagliare le foglie di un
albero per eliminarlo, senza tagliarne le radici.
Ebbene, a me interessa tagliare le radici, non potare l’albero. Tagliando le
foglie e i rami, l’albero diventerà più folto, la sua chioma diventerà più
rigogliosa; non distruggerai l’albero, anzi lo aiuterai. Se davvero vuoi
smettere di fumare, dovrai guardare più in profondità, non ai sintomi, ma alle


radici: dove sono le tue radici?

Osho: Ah, This!, CAP. 6

Nessun commento :

Posta un commento