domenica 12 agosto 2018

LA PERSONA CHE DONA


12/08/2018
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“Solo la persona che vive in splendida solitudine è capace
di relazionarsi, perché farlo non è un suo bisogno.
Non mendica, non chiede niente, nemmeno la tua
compagnia; è invece una persona che dà.”

Amato Osho,
amo la mia solitudine. Mi sento realizzato, nutrito, rinfrescato da nuova
energia ed estasiato. Ci sono comunque giorni in cui mi sento solo; allora
divento triste, non meditativo e persino scontroso. Ci parleresti di come
attraversare il periodo di transizione dal sentirsi soli alla solitudine?

La solitudine è l’Everest della meditazione, la cima più alta illuminata dal
sole. Quando cominci a godere della solitudine, la tua gioia aumenta senza
limiti, continua a crescere, continua a espandersi; hai la sensazione che
l’intero universo sia pieno di gioia e di fragranza. Godere della solitudine è il
più alto raggiungimento nella vita, ma per arrivarci si passa attraverso un
doloroso periodo di transizione.
L’uomo normalmente vive sentendosi solo. Per evitarlo, crea ogni genere
di rapporti, di amicizie, organizzazioni, partiti politici, religioni e quant’altro.
La cosa fondamentale è che l’uomo ha paura di sentirsi solo. Essere soli è
come un buco nero, un’oscurità, uno spaventoso stato negativo simile alla
morte. Per evitarlo, lo rifuggi e finisci con l’imbatterti in chiunque; ti basta
sentire di essere preso per mano, di non essere solo. Niente è più doloroso del
sentirsi soli.
Il problema è che ogni rapporto nato dalla paura di essere soli non sarà

un’esperienza estatica, perché anche l’altro si unisce a te per paura. Lo
chiamate amore, ma entrambi state ingannando voi stesso e l’altro. È
semplicemente paura, e la paura non può mai diventare una sorgente
d’amore.
Il comune stato psicologico dell’uomo è sentirsi solo. Faresti di tutto per
evitarlo; ma qualunque cosa fai, l’essere soli ti segue come un’ombra. E come
non puoi rifuggire dalla tua ombra, così non puoi sfuggire dal tuo essere solo
creando amicizie, rapporti, matrimoni, organizzazioni ecc. Queste cose ti
danno un po’ di sollievo, ma non trasformano nulla.
Il giorno in cui comprendi che tutti questi sforzi sono inutili, ti resta solo
una cosa da fare: scoprire se essere soli è qualcosa da temere o se è
semplicemente la tua natura.
In quel caso, al posto di fuggire, chiudi gli occhi ed entra dentro di te. E
improvvisamente la notte è finita, c’è una nuova alba… Essere soli si è
tramutato in solitudine.
La solitudine è la tua natura. Sei nato solo, morirai solo. E vivi con la
solitudine senza comprenderla, senza esserne pienamente consapevole. Tu
confondi la solitudine con l’essere solo, è un semplice malinteso.
Tu basti a te stesso. Il periodo di transizione è un po’ doloroso e arduo per
via delle vecchie abitudini, ma non dura a lungo. E il modo per renderlo
breve, sopportabile, è quello di godere della propria solitudine sempre di più.
Prendi in considerazione il fatto che quando godi della tua solitudine, non sei
infelice. Canta e danza, dipingi, fa’ una delle cose che hai sempre desiderato
fare ma che il tuo coinvolgimento in tanti rapporti non te ne lasciava il tempo.
Sii creativo, e più creativo diventi maggiore sarà la gioia, più estatica sarà
la danza, più ricca di canto sarà la tua solitudine; devi soltanto renderla
sempre e sempre più profonda.
Godi ogni cosa; quando sei solo, ridi, canta, ma ricorda che devi nutrire la


tua solitudine in modo da farla diventare la più bella esperienza della tua vita.
Nessuna tristezza deve sopraffarti, nessuna vecchia abitudine deve riuscire a
incanalarti nuovamente in schemi che sai perfettamente essere di dolore e
sofferenza.
Vivi la totalità della solitudine. Se all’inizio non sei totale e qualche
nuvola fa capolino, resta distante, distaccato. Piano piano, quelle lacune di
tristezza e malumore non si manifesteranno più, non avrai più alcuna energia
da dedicargli e non sarai più nello stato d’animo predisposto ad accoglierle.
Questo non significa che non puoi relazionarti alle persone. In realtà, solo
la persona che vive in splendida solitudine è capace di relazionarsi, perché
farlo non è un suo bisogno. Non mendica, non chiede niente, nemmeno la tua
compagnia; è invece una persona che dà. In questo caso l’amore ha un
profumo completamente diverso, diventa una condivisione. E se entrambe le
persone conoscono le bellezze della solitudine, allora l’amore arriva al suo
punto più alto, cosa raramente possibile. Allora arriva a toccare le stelle del
cielo.

Osho: The New Dawn, CAP. 27

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