venerdì 7 febbraio 2020

Rilassati, respira… in silenzio e accettazione

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Siedi in silenzio; ascolta tutto ciò che accade intorno a te, e rilassati; accetta, rilassati... e, all’improvviso, sentirai sorgere in te un’energia immensa.
Quell’energia, come prima cosa, verrà percepita come un approfondirsi del respiro. Di solito, respiri molto superficialmente e, a volte, quando tenti di fare respiri profondi, se inizi a fare del pranayama, inizi a forzare qualcosa, fai uno sforzo: quello sforzo non è necessario. Accetta semplicemente la vita, rilassati, e all’improvviso, vedrai che il tuo respiro scende più in profondità di quanto non sia mai accaduto.
Il respiro è il ponte tra te e il Tutto. Limitati a osservare, non fare nulla. E quando dico ‘osserva’, non tentare di osservare, altrimenti tornerai a essere in tensione, e inizierai a concentrarti sul respiro. Rilassati semplicemente, resta rilassato, sciolto, e guarda... cos’altro puoi fare? Sei lì, senza nulla da fare, ogni cosa viene accettata, nulla viene negato, rifiutato, non esiste lotta, tensione, conflitto, e il respiro scende in profondità... cosa puoi fare?
Puoi semplicemente osservare. Ricorda: osserva semplicemente. Non sforzarti di osservare.

Questo è ciò che il Buddha ha chiamato Vipassana – l’osservazione del respiro, la consapevolezza del respiro… l’essere attenti all’energia vitale che scorre nel respiro. Non tentare di fare respiri profondi, non sforzarti di inspirare o espirare, non fare nulla. Rilassati semplicemente, e lascia che il respiro sia naturale - che espiri spontaneamente, e che inspiri di per sé - e molte cose si dischiuderanno davanti a te.
Innanzitutto, vedrai che si può respirare in due modi, perché il respiro è un ponte. Una parte è legata a te, l’altra è unita all’esistenza. Può essere quindi visto in due modi.
Lo puoi assumere come un atto volontario: se vuoi inalare profondamente, puoi farlo; se vuoi esalare profondamente, puoi farlo. D’altro canto, anche se tu non facessi nulla, il respiro continuerebbe. Senza che tu debba necessariamente fare qualcosa, esso persiste. È anche un’azione involontaria. Questa è la parte connessa all’esistenza in quanto tale.
Quindi: puoi pensare al respiro come a qualcosa che tu fai: sei tu che respiri; oppure, puoi pensare nel modo esattamente opposto: che ‘esso ti respira’. Questo secondo modo, va compreso, perché ti porterà a un profondo rilassamento. Non sei tu a respirare, è l’esistenza che ti respira: è un mutamento di gestalt, e accade da solo. Se continui a rilassarti, se accetti ogni cosa, se ti rilassi in te stesso, pian piano... all’improvviso, diventi consapevole che non sei tu a fare questi respiri, essi vengono e vanno da soli. E in modo assolutamente colmo di grazia, con un’intima dignità, con un ritmo squisito, la cui armonia è infinita... chi è ad agire? L’esistenza ti respira: essa entra in te, ed esce da te. Ad ogni istante ti rinnova, ad ogni istante torna a renderti vivo, torna a te, continuamente.
...ed è così che la meditazione dovrebbe crescere. È una cosa che puoi fare ovunque, anche nel mondo degli affari… se ascolti in silenzio, perfino sulla piazza del mercato percepirai in quel frastuono una particolare armonia: non sarà più una distrazione. Se sei in silenzio, potrai vedere molte cose, percepirai incredibili onde di energia, che si muovono tutt’intorno a te. Quando accetti, ovunque vai… percepirai il divino.

Tratto da: Osho, L’antico canto dei pini, Psiche Ed.
  

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