La meditazione ti porta faccia a faccia con la realtà.
Quando sai – per esperienza diretta – cos’è la vita, non ti preoccupi più della
morte. Ci sono storie bellissime di come persone che conoscono la meditazione,
abbiano affrontato la morte gioiosamente, scherzosamente.
Un grande monaco
Zen dichiarò ai suoi discepoli: “Oggi morirò. Non impeditemelo”.
“E chi te lo impedisce?” chiesero. “Però è strano…! Nessuno
dichiara la propria morte come hai fatto tu, senza motivo. Stavi parlando di
grandi cose e poi, all’improvviso, annunci che stai per morire!”.
L’uomo disse: “Sono stanco. Non tormentatemi. Per questo
dico di non impedirmelo. Dovete fare solo una cosa: suggerirmi il modo”.
I discepoli dissero: “Ma quale modo possiamo suggerirti? Se
vuoi morire, muori”.
E lui: “Non voglio morire al solito modo”.
“Qual è il solito modo?” gli chiesero. “Il solito modo,”
rispose “è stendersi a letto e morire. Il novantanove percento delle persone
sceglie quel modo. È una loro scelta. Io non voglio far parte della massa.
Pensateci su e suggeritemi qualche idea originale, perché non muoio tutti i
giorni… solo una volta! È assolutamente appropriato per me morire in modo
originale. Ho vissuto in maniera originale, perché dovrei morire come tutti gli
altri?”.
I discepoli erano in difficoltà. Quale modo originale? Qualcuno
suggerì: “Puoi morire da seduto, la gente muore sdraiata”.
“Non è molto originale,” disse il monaco. “Prima di tutto
non c’è una gran differenza tra l’essere sdraiati e l’essere seduti, e poi ci
sono stati molti santi che sono morti seduti nella posizione del loto. Io non
lo farò. Non riuscite a suggerire… e poi dite di essere miei discepoli!”.
“Non avevamo mai pensato che ci facessi una richiesta
simile” risposero.
Uno disse: “Se mettersi seduto non è molto originale, muori
in piedi”.
“Va un po’ meglio”, disse il maestro. Ma uno obiettò: “Ho
sentito di un altro santo che è morto in piedi”.
Il vecchio santo disse: “Allora è davvero difficile. Così
hai distrutto anche quella possibilità. Ora pensaci su di nuovo. E devi essere
tu a suggerire, perché sei stato tu a distruggerla. Avevo deciso di morire in
piedi, e tu mi dici che non è originale”.
“Originale sarebbe morire a testa in giù,” disse il
discepolo.
“Sono felice di avere per discepolo un pensatore originale,”
disse il maestro. “Farò del mio meglio”.
Quindi si mise a testa in giù e morì.
Ora i discepoli non sapevano cosa fare, perché ogni rituale
dà per scontato che la persona sia sdraiata sul letto – non c’erano precedenti.
Quindi la prima cosa sarebbe stata metterlo su un letto. Ma lui era così contrario…
si sarebbe arrabbiato. Era un uomo tale che anche da morto sarebbe stato capace
di punirli, oppure avrebbe potuto mettersi di nuovo a parlare: “Questo non è…
State di nuovo facendolo al solito modo”.
Qualcuno suggerì: “Ecco il modo migliore: sua sorella vive
in un monastero qui vicino, è più vecchia di lui, è meglio chiamare lei. A ogni
modo dobbiamo informarla della morte del fratello. Lasciamo che sia lei a
suggerire cosa fare”.
La sorella arrivò e si dimostrò una vera sorella per l’uomo.
Disse: “Sei un idiota! Per tutta la vita sei stato un rompiscatole, non hai mai
fatto nulla nel modo giusto. Non si fa così. Alzati e mettiti a letto!”.
E la storia racconta che il morto si alzò, si stese sul
letto e la sorella disse: “Ora chiudi gli occhi e muori”. E non rimase neppure
a guardare, se ne andò.
Per le persone che vivono in profonda meditazione la vita è
un gioco e così è anche la morte.
Quando la sorella se ne fu andata, il santo morto aprì un
occhio e chiese: “Se ne è andata quella strega? È sempre stata una tortura per
me… solo per il fatto che ha tre anni più di me. Ora però non ha senso… Morirò
come tutti”.
Chiuse gli occhi e morì. A quel punto per i discepoli era
ancora più difficile decidere se era morto o no. Quindi provarono a pizzicarlo,
ad aprirgli gli occhi: “Sei ancora lì… o te ne sei andato?” – ma era morto
davvero. Attesero, visto che non c’era fretta gli lasciarono un’altra mezz’ora.
Forse avrebbe riaperto gli occhi… ma il vecchio se ne era davvero andato.
Osho
Nessun commento :
Posta un commento