Non sono mai stato tenero con i dietologi, e in particolare con i dietologi commerciali, quelli che abbozzano una loro dieta, ne fanno un libro, allestiscono un marchio e una vera e propria azienda. Proseguono poi lanciando una serie di prodotti e di integratori, guadagnandoci sopra una marea di soldi e causando danni su danni alla gente.
La lista nera delle diete rovinose e fallimentari è lunghissima e comprende Stillman, Scarsdale, Atkins, Zona (Barry Sears), Gruppi Sanguigni (Peter D’Adamo), Dukan, Montignac (Picchi glicemici), Mediterranea, Tisanoreica, Paleo, Lemme, Life120 e tante altre ancora.
La maggior parte di tali diete rientra nel gruppo delle cosiddette low-carb diets, dove si demonizzano tutti gli zuccheri buoni e cattivi e si esaltano le proteine animali, ottenendo nel primo anno ragguardevoli cali di peso ma sempre però accompagnati da pesanti accumuli di tossine, da forte sete e da una ripresa finale di tutto il peso perso inizialmente.
Eccomi qui dunque a proporre ufficialmente la Dieta Valdiana, o meglio ancora il Vitto Valdiano, vicino più di quanto non sembri al Vitto Pitagorico, risultato e sintesi non solo di mille formidabili esperienze e buoni esempi tratti dai maestri di ieri e di oggi, ma anche di una esperienza diretta e personale ininterrotta di 70 anni.
Uno dice vitto e tutti pensano al cibo. Ma non è così. Vitto viene dal latino victus, derivazione del verbo vivere. Nel vitto si includono le scelte alimentari ed anche tutto il resto. Vedrò pertanto di mettere assieme una serie di suggerimenti e di regole caratterizzanti e riconoscibili, semplici e facili da capire e da applicare.
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