giovedì 20 febbraio 2020

Come il cielo e come il mare


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Saraha era un rispettato monaco buddhista, molto amato dal re per la sua saggezza e conoscenza, fino a che non incontrò una donna del popolo, una fabbricante di frecce, che lo iniziò alla via del Tantra…



Ogni cosa cambia… Ed Eraclito è nel giusto: non puoi bagnarti due volte nello stesso fiume. Il fiume è cambiato e anche tu lo sei. Tutto è in movimento, tutto è flusso continuo. Ogni cosa è mutevole, momentanea. Esiste per un attimo, poi scompare e non la ritroverai mai più. È impossibile ritrovarla, quando se ne è andata, è svanita per sempre.

E nulla cambia… Anche questo è vero: niente cambia mai. Tutto è immutato da sempre. Anche Parmenide è nel giusto, quando dice: “Non c’è nulla di nuovo sotto il sole”. E come potrebbe esserci? Il sole è vecchio e così ogni altra cosa. Se chiedi a Parmenide, ti dirà che puoi bagnarti in un fiume qualsiasi, ma ti bagnerai sempre nello stesso fiume. Che sia il Gange o il Tamigi non fa alcuna differenza. L’acqua è sempre la stessa! Dappertutto è sempre H20. E che tu metta piede nel fiume oggi, domani o tra un milione di anni, sarà sempre lo stesso fiume.

E come potresti tu essere diverso? Eri un bambino, te lo ricordi. Poi sei stato un ragazzo, e ti ricordi anche questo, e dopo un vecchio, anche di questo ti ricordi. Chi è che ricorda? Deve esserci in te un elemento che non cambia, immutabile, permanente, assolutamente stabile. L’infanzia arriva e se ne va, così passano anche la giovinezza e la vecchiaia, ma qualcosa in te rimane eternamente identico.

Ora, lasciami dire: Eraclito e Parmenide sono entrambi nel giusto e anzi, insieme esprimono la verità. Se Eraclito ha ragione, la sua è solo una mezza verità; e se Parmenide ha ragione, anche questa è solo una mezza verità. E una mezza verità non è mai vera. Entrambi affermano metà della verità.

La ruota gira e il perno rimane fermo. Parmenide parla del perno ed Eraclito della ruota, ma la ruota non può esistere senza perno! E a che servirebbe un perno senza ruota? Quindi queste due mezze verità che sembrano in contraddizione, in realtà non sono affatto contraddittorie, sono complementari. Eraclito e Parmenide non sono nemici, ma amici. L’altro può reggersi in piedi solo se è presente la verità complementare, non altrimenti.

Medita sul centro silenzioso di un ciclone...

Ma quando affermi qualcosa, al massimo può essere una mezza verità, nessuna affermazione può coprire tutta la verità. Per coprire l’intera verità, ogni dichiarazione dovrà necessariamente contraddirsi da sola, dovrà per forza essere illogica. In questo caso sembrerà un’affermazione folle.

Era quello che faceva Mahavira. Era l’individuo più pazzo mai esistito, perché cercava sempre di dire tutta la verità e nient’altro che la verità. Ti fa impazzire, poiché ogni affermazione immediatamente è seguita dalla sua contraddizione. Sviluppò un sistema di risposte a sette strati. Ognuna era seguita da una contraddizione, che a sua volta era seguita dalla sua contraddizione e così via! Continuava a contraddire l’affermazione originaria per sette volte, e solo dopo aver fatto sette affermazioni, sette dichiarazioni diverse che si contraddicevano l’un l’altra, affermava che la verità era stata espressa completamente, ma a quel punto tu non capivi più cosa avesse detto.

Se gli chiedevi: “Dio esiste?” rispondeva: “Sì”. Poi aggiungeva: “No” e dopo ancora: “Sì e no”, e poi ancora: “Né sì, né no” e così di seguito...

Alla fine risultava impossibile tirare conclusioni di alcun tipo: non potevi. Non ti dava nessuna possibilità di arrivare a una conclusione. Ti lasciava sempre sospeso per aria.

Questa è una possibilità, se insisti nel voler esprimere la verità. L’altra possibilità è quella del Buddha: sapendo che qualunque cosa tu dica sarà sempre e solo una parte, restava in silenzio. E una mezza verità è pericolosa, quindi non ha mai detto niente delle verità supreme. Non perdeva tempo a dire che il mondo è un flusso o che il mondo è un fenomeno permanente. Non diceva che esisti né che non esisti. Quando gli chiedevi qualcosa sulla verità assoluta, si ritirava dicendo: “Per favore non farmi queste domande, perché mi metti nei pasticci. O sono costretto a essere contraddittorio, e questo è da pazzi, oppure devo limitarmi a pronunciare una mezza verità che non è affatto la verità, ma anzi è pericolosa. Oppure devo stare zitto”.

Queste sono le tre possibilità: Buddha aveva scelto di restare in silenzio.

Questa è la prima cosa da capire sul sutra di oggi e con questa premessa sarà facile comprendere quel che dice Saraha.


Il primo sutra:

 Come una nuvola che si alza dal mare e, raccogliendo pioggia, abbraccia

la terra

così come il cielo, anche il mare

non può aumentare né diminuire.

 Saraha dice al re: “Guarda il cielo. Ci sono due fenomeni, il cielo e le nuvole. Le nuvole vanno e vengono. Il cielo non è mai venuto e mai se ne andrà. Le nuvole possono esserci a tratti, come non esserci. Sono un fenomeno temporale, momentaneo. Il cielo è sempre presente, è un fenomeno eterno, è l’eternità. Le nuvole non possono corromperlo, nemmeno le nuvole più scure ci riusciranno. È impossibile corrompere il cielo. La sua purezza è assoluta, la sua purezza è intoccabile. La sua purezza è sempre vergine e non puoi violarla. Le nuvole possono andare e venire, e da sempre sono venute per poi andarsene, ma la purezza del cielo è rimasta inalterata e delle nuvole non è rimasta traccia.

Allo stesso modo nell’esistenza ci sono due fenomeni: uno è simile al cielo e l’altro assomiglia alle nuvole. Le tue azioni sono come nuvole, fenomeni passeggeri. E tu? Tu sei il cielo: non sei mai venuto a mai te ne andrai. La tua nascita, la tua morte sono come nuvole, accadono. E tu? Tu non accadi mai: sei sempre presente.

Le cose succedono in te, ma tu non accadi mai.

Le cose succedono come le nuvole nel cielo. In tutto questo gioco tu sei l’osservatore silenzioso delle nuvole... Talvolta sono bianche e meravigliose, e talvolta sono scure, tetre e molto brutte. Talvolta sono cariche di pioggia e altre volte sono pura innocenza.

Qualche volta sono di immenso beneficio per la terra, altre volte procurano grandi danni. Qualche volta causano inondazioni e rovine, e talvolta sono portatrici di vita, di un verde o di un raccolto più abbondanti. In ogni caso il cielo rimane sempre identico: buone o cattive, divine o diaboliche, le nuvole non possono corromperlo.

Le azioni sono nuvole, i tuoi atti sono nuvole; l’essere è simile al cielo.

Saraha dice: “Guarda il mio cielo! Non guardare le mie azioni. Basta che sposti di poco l’attenzione della consapevolezza. Non occorre altro, uno spostamento di consapevolezza è sufficiente, basta un piccolo cambiamento nella tua gestalt: ora stai guardando le nuvole, sei concentrato sulle nuvole e ti sei dimenticato del cielo. All’improvviso ti ricordi del cielo, lasci perdere le nuvole e rivolgi la tua attenzione al cielo e le nuvole diventano irrilevanti. E sei proiettato in una dimensione totalmente diversa.

Basta un piccolo cambiamento di prospettiva e tutto il mondo cambia. Quando osservi il comportamento di una persona, ti stai concentrando sulle nuvole. Invece quando osservi la purezza interiore del suo essere, guardi il suo cielo. E se guardi la sua purezza interiore, non puoi mai vedere nulla di male: tutta l’esistenza diventa sacra.

Se guardi le azioni non riesci a vedere la purezza. Se guardi le azioni, perfino il più santo su questa terra è soggetto a errori e a colpe. Se ti limiti a guardare le azioni, perfino in Gesù, in Buddha, in Mahavira, in Krishna, in Rama puoi trovare azioni sbagliate. E a quel punto persino i più grandi santi appaiono come dei peccatori.

Su Gesù sono stati scritti molti libri. È stato oggetto di migliaia di studi: molti espongono teorie a favore, e vogliono provare che è il solo figlio generato di dio. A sostegno ci sono molte prove. Ma ci sono molti altri libri che cercano di dimostrare che era solo un povero nevrotico. E anche in questo caso è possibile provarlo. E riguardano tutti la stessa persona. Com’è possibile? Come fanno? È semplice: una fazione si limita a scegliere le nuvole bianche e l’altra sceglie le nuvole nere. Ma entrambe sono presenti, perché nessuna azione può essere soltanto bianca o soltanto nera. Per esistere deve essere sia bianca che nera.

Qualunque cosa tu faccia porterà nel mondo del male e del bene, qualunque azione tu compia. È sufficiente la semplice decisione di fare qualcosa e nascono molte cose giuste e molte cose sbagliate. Pensa a un’azione qualunque: dai del denaro a un mendicante. Stai facendo del bene, ma il mendicante con quei soldi va a comperarsi del veleno e si suicida. Le tue intenzioni erano buone, ma il risultato finale è pessimo. Oppure aiuti un uomo, un malato grave. Gli dai una mano e lo porti all’ospedale. E non appena guarisce esce e ammazza qualcuno. Se non l’avessi aiutato ci sarebbe un assassino in meno al mondo. Le tue intenzioni erano buone, ma il risultato finale si è dimostrato pessimo. Cosa dobbiamo giudicare, le intenzioni o il risultato? E chi può mai conoscere veramente le tue intenzioni? L’intenzione è interna... Forse, in fondo in fondo, speravi che appena guarito quell’uomo ammazzasse qualcuno.

E a volte succede che le tue intenzioni sono cattive e il risultato è buono. Tiri un sasso a una persona che da anni soffre di emicrania. Il sasso lo colpisce in un punto particolare della testa e lui guarisce. Come decidere ora? Cosa dire di questo tuo gesto? È morale o immorale? Tu volevi ucciderlo e ti sei limitato a colpire la sua emicrania...


 Osho





               
               
               

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