Osho,
che cosa è la libertà individuale e quella collettiva?
La libertà è un fenomeno tridimensionale. Il primo è la
dimensione fisica: puoi essere reso schiavo fisicamente. E per migliaia di anni
l'uomo è stato venduto nella piazza del mercato proprio come una qualsiasi
altra merce.
Tutta la gente di colore che venne in America fu acquistata come
una merce. Gli schiavi sono esistiti in tutto il mondo. A loro non furono
riconosciuti i diritti umani; in effetti, non furono accettati come esseri
umani, erano sub-umani. E sono ancora trattati come sub-umani.
In India ci sono i sudra, gli intoccabili. Un quarto
dell'India vive ancora in schiavitù: queste persone non possono essere
istruite, queste persone non possono spostarsi fuori da quei mestieri decisi
dalla tradizione cinquemila anni fa, e pensare a loro come persone umane è
impossibile... Perfino toccarle ti rende impuro: devi farti immediatamente un
bagno! Perfino se non tocchi l'uomo, ma solo la sua ombra anche allora devi
farti un bagno.
Ebbene c'è una schiavitù fisica e c'è una libertà fisica: il
tuo corpo non è incatenato, non è classificato come inferiore a quello di
chiunque altro; esiste un'uguaglianza per ciò che riguarda il corpo. Ma perfino
oggi questo non è vero: il corpo della donna non è considerato uguale a quello
dell'uomo. Lei non è tanto libera quanto lo è l'uomo.
In Cina, per secoli, il marito aveva il diritto di uccidere
sua moglie senza essere punito, perché la moglie era una sua proprietà. Allo
stesso modo in cui puoi distruggere la tua sedia, o puoi incendiare la tua
casa, perché è la tua sedia, la tua casa, lei è tua moglie. In Cina la legge non
dava nessuna condanna al marito, se uccideva la propria moglie, perché lei era considerata
priva dell'anima; era solo una riproduttrice meccanica, una fabbrica per
produrre bambini.
I musulmani hanno quattro mogli, il che è del tutto
sgradevole in quanto la natura mantiene un equilibrio nel mondo. Ci sono lo
stesso numero di uomini e di donne, e se un uomo si sposa con quattro donne, allora
cosa ne sarà degli altri tre uomini? Ma questo è niente! Soltanto quarant'anni
fa, quando l'India ottenne l'indipendenza, in uno degli stati musulmani in
India, nell'Hyderabad, il nizam aveva cinquecento mogli!
Ma neanche questo è il limite. L'incarnazione hindu di Dio, Krishna,
aveva sessantamila mogli. Quantomeno le mogli del nizam erano sue, le aveva
sposate. Krishna aveva sottratto a chiunque la moglie che a lui piaceva... senza
nessuna considerazione se avesse dei figli, se avesse un marito di cui lei
doveva prendersi cura, nessuna considerazione. Lui aveva il potere. Ma avere
sessantamila mogli è così stupido: non puoi nemmeno ricordarti i loro nomi! Ma
si pensava che solo perché in India la donna è una proprietà, più ne hai e
meglio è. E naturalmente a un'incarnazione di Dio deve essere concesso di avere
il maggior numero di mogli possibile, per dimostrare di avere più proprietà di
qualsiasi altro.
Ebbene c'è una schiavitù del corpo che si perpetua in modi
diversi. Diminuisce sempre di più, ma non è del tutto scomparsa. Libertà del
corpo significa che non c'è distinzione tra nero e bianco, che non c'è nessuna
distinzione tra uomo e donna, che non c'è distinzione di nessun tipo per quanto
riguarda i corpi. Nessuno è puro, nessuno è impuro: tutti i corpi sono uguali. Questa
è la base stessa della libertà.
Poi c'è la seconda dimensione: la libertà psicologica. Ci
sono pochissimi individui al mondo che sono psicologicamente liberi... infatti,
se sei un musulmano non sei psicologicamente libero; se sei un hindu non sei
psicologicamente libero. Tutto il nostro modo di crescere i figli è renderli schiavi,
schiavi di ideologie politiche, ideologie sociali, ideologie religiose. Non
diamo loro una possibilità di pensare in modo indipendente, di ricercare da
soli. Noi forziamo le loro menti... ingolfiamo le loro menti con cose che,
anche noi sappiamo, ma non sono sperimentate. I genitori insegnano ai figli che
c'è un Dio e loro stessi non sanno niente di Dio. Dicono ai loro figli che c'è
il paradiso e l'inferno e non sanno niente del paradiso e dell'inferno.
Ho sentito: è accaduto un giorno a New York, nella più
grande chiesa di New York, che quando il cardinale arrivò, trovò un giovane, e
si chiedeva, perplesso, se fosse un hippy o Gesù Cristo. Assomigliava a Gesù
Cristo, ma Gesù Cristo non può comparire così all'improvviso! Doveva essere un
hippy. Il cardinale aveva paura perché Gesù non era una sua esperienza vissuta,
non poteva riconoscerlo. Si avvicinò al giovane e chiese: "Chi sei?" E
il giovane disse: "Non mi riconosci? Eppure tutti i giorni mi preghi: 'Mio
Signore, Gesù Cristo', e ora sono venuto e tu hai il coraggio di chiedermi:
'Chi sei?' " Il cardinale ebbe davvero Paura che forse era proprio il
Signore, Gesù Cristo; assomigliava proprio a Gesù Cristo. Ma cosa poteva fare, adesso? Non gli era mai
stato insegnato, nel seminario dove aveva studiato ed era diventato cardinale, come
bisognava comportarsi se Gesù Cristo fosse entrato in chiesa. Non era mai
successo! Telefonò al Vaticano e chiese al papa: "Puoi consigliarmi cosa
posso fare? Qui c'è un uomo; Immaginavo che fosse un hippy, ma assomiglia anche
a Gesù Cristo. Gliel'ho chiesto e lui ha detto: 'Io sono il Signore Gesù
Cristo'. Adesso che cosa dovrei fare?" E il papa disse: "Che cosa? Un
caso del genere non è mai successo prima d'ora! Fai una cosa: prima di tutto,
fai finta di essere occupato! Seconda cosa, chiama la polizia!"
Voi insegnate ai vostri figli delle cose che non conoscete. State
solo condizionando le loro menti, poiché le vostre menti sono state
condizionate dai vostri genitori. In questo modo la malattia continua di generazione
in generazione. La
libertà psicologica sarà possibile quando ai figli verrà permesso di crescere, quando
saranno aiutati a crescere con più intelletto, con più intelligenza, con più
consapevolezza, con più presenza. Non deve essere dato loro alcun credo. Non
deve essere insegnato alcun tipo di fede, ma occorre dare loro il maggior
numero di stimoli possibile per la ricerca della verità. E bisogna ricordare ai
figli, fin dall'inizio: la vostra verità, la vostra ricerca, vi libererà
sicuramente; nessun'altra cosa può farlo al vostro posto. La verità non può
essere presa in prestito, non può essere studiata sui libri; nessuno può darvi
informazioni su di essa. Dovete acuire da soli la vostra intelligenza, in modo
che possiate scrutare nell'esistenza e trovarla.
Se un bambino fosse lasciato aperto, ricettivo, vigile, e
gli venisse dato lo stimolo per la ricerca, conseguirebbe la libertà
psicologica. E con la libertà psicologica giunge un'immensa responsabilità. Non
dovete insegnargliela; arriva come l'ombra della libertà psicologica: e lui vi
ringrazierà. Altrimenti ogni figlio è arrabbiato con i suoi genitori poiché lo
hanno rovinato: hanno distrutto la sua libertà, hanno condizionato la sua
mente. Perfino prima che lui formulasse una qualsiasi domanda, i genitori
avevano riempito la sua mente con delle risposte, che sono tutte fasulle poiché
non sono basate sulla propria esperienza. Il mondo vive in una schiavitù
psicologica.
E la terza dimensione
è il culmine della libertà: sapere che non sei il corpo, sapere che non sei la
mente, sapere che sei solo pura consapevolezza. Questa conoscenza giunge
attraverso la meditazione. Essa ti separa dal corpo, ti separa dalla mente, e
al culmine ci sei solo tu come pura coscienza, come pura consapevolezza. Questa
è la libertà spirituale. Queste sono le tre dimensioni base della libertà per
l'individuo.
Tu hai chiesto di entrambi: l'individuale e il collettivo. Per
quanto riguarda il collettivo non è affatto una necessità: solo tutti gli
individui dovrebbero essere liberi, e il collettivo sarà libero. Il collettivo
non ha anima, il collettivo non ha mente, il collettivo non ha perfino il
corpo: è solo un nome, è solo una parola. Ma noi siamo davvero molto impressionati
dalle parole, al punto da dimenticare che le parole non hanno sostanza. Il
collettivo, la società, la comunità, la religione, la chiesa, sono tutte
parole; non c'è nulla di reale dietro di loro.
Mi ricordo un breve racconto. In "Alice nel paese delle
meraviglie", Alice sta andando al palazzo della regina. Quando arriva la
regina le chiede: "Hai incontrato un messaggero sulla strada che porta al
palazzo?" E la ragazzina dice: "Nessuno. Non ho incontrato
nessuno". E la regina pensò a "nessuno" come a
"qualcuno" pertanto chiese: "Ma allora perché questo nessuno non
è ancora arrivato?" La ragazzina disse: Signora, nessuno è nessuno!" E
la regina disse: "Non essere stupida! Lo capisco: nessuno deve essere
nessuno, ma sarebbe dovuto arrivare prima di te. Sembra che nessuno cammini più
lento di te". E Alice disse: "Questo è del tutto sbagliato: nessuno
cammina più veloce di me!" E il dialogo continua in questo modo. Questo
"nessuno" Diventa qualcuno in tutto il dialogo, ed è impossibile per
Alice convincere la regina che nessuno è nessuno. Come convincerla? Ci prova al
massimo, e quando sente che la regina dice: "Nessuno cammina più lento di
te", si arrabbia: questo è troppo! Allora lei sbotta: "Nessuno
cammina più veloce di me!" La regina dice: "In questo caso allora dovrebbe
essere già qui!"
Il collettivo, la società, tutte queste sono solo parole. Quello
che esiste davvero è l'individuo; altrimenti il Rotary Club, il Lions Club... in
quel caso ci sarà un problema: quale è la libertà di un Rotary Club? Quale è la
libertà del Lions Club? Questi sono solo nomi. Il collettivo è una parola molto
pericolosa. Nel nome del collettivo l'individuo, il reale, è stato sempre
sacrificato; sono del tutto contro di esso. Le nazioni hanno sacrificato gli
individui nel nome della nazione, e "nazione" è solo una parola.
Le linee che avete tracciato sulla mappa non si trovano da
nessuna parte sulla terra; sono solo un vostro gioco. Ma su quelle linee che
avete tracciato sulla mappa, milioni di persone sono morte – persone reali,
morte per delle linee irreali; e li rendete eroi, eroi nazionali! L'idea del
collettivo deve essere eliminata completamente; altrimenti, in un modo o
nell'altro, continueremo a sacrificare l'individuo. Lo abbiamo sacrificato nel
nome della religione, nelle guerre religiose. Un musulmano che muore in una
guerra religiosa, sa che di sicuro andrà in paradiso. I preti hanno affermato:
"Se morite per la religione musulmana, allora il vostro paradiso è
assolutamente sicuro, inclusi tutti i piaceri che tu abbia mai immaginato o
sognato. E la persona che hai ammazzato, anche lei andrà in paradiso, poiché è
stata uccisa da un musulmano; è un privilegio per lei, pertanto non sentirti in
colpa se hai ucciso un uomo".
I cristiani hanno le
crociate – una guerra santa, una guerra religiosa, e uccidono migliaia di
persone, bruciano vivi degli esseri umani, per che cosa? Per qualche
collettività... per il cristianesimo, per il buddhismo, per l'induismo, per il
comunismo, per il fascismo – lo si farà per qualsiasi cosa. Per qualsiasi
parola che rappresenti una collettività, l'individuo può essere sacrificato. Per
la collettività non c'è nemmeno ragione di esistere: gli individui sono
sufficienti. E se gli individui hanno la libertà, sono psicologicamente liberi,
sono spiritualmente liberi, di conseguenza il collettivo sarà spiritualmente
libero. Il collettivo è formato da individui, e non viceversa.
È stato detto che
l'individuo è solo una parte del collettivo; ciò non è vero. L'individuo non è
soltanto una parte del collettivo; il collettivo è solo una simbolica parola per
degli individui che si trovano insieme. Non fanno parte di nessuna cosa;
restano indipendenti. Essi restano organicamente indipendenti, non diventano
delle parti. Se davvero vogliamo un mondo libero, allora dobbiamo comprendere
che nel nome della collettività, sono avvenuti così tanti massacri e che ora è
tempo di fermarli. Tutti i nomi collettivi dovrebbero perdere la grandezza che
hanno avuto in passato. Gli individui dovrebbero avere il valore più alto.
Osho: Path
of the mystic # 1