Turya chiese ad Osho: mi sta accadendo
questo: mai mi sono sentito tanto in amore, e mai mi sono sentito tanto
solo, mi puoi chiarire, per favore, ti ringrazio.
Osho rispose: Turya , tu hai compreso un
punto così importante e mi ringrazi, ma io sono felice che tu abbia
realizzato questo, è fondamentale, tu hai compreso la connessione: in
solitudine puoi andare così in profondo che poi non può traboccare che
amore dalla profondità del tuo essere. Ma attenzione questa non è la
solitudine del sentirsi misero, separato: è la solitudine dell’entrare
dentro di sé, da questo non può scaturire che amore; questa solitudine è
interiorità che diviene esteriorità nell’amore: ci vogliono entrambi,
chi va solo dentro se stesso diviene misero, disconnesso, chi va solo
nell’esteriorità diviene misero anch’egli, superficiale, ci vogliono
entrambi.
Turya, una cosa bellissima ti sta
succedendo, vai in questa direzione, ma ti prego non scegliere mai
perché se scegli una cosa sola, entrambi muoiono. Buddha rimase in
silenzio tanto tempo sotto quell’albero e quando si risvegliò aveva
accumulato così tanta energia e comprensione che a un certo punto questa
traboccò e sentì la necessità di condividere per 42 anni quello che
aveva realizzato, 42 anni, e poi esaurita quella lunga condivisione
d’amore, maturò le cause per ritirarsi dalla vita stessa.
Turya non c’ è nessuno più solo e
nessuno così in amore come un Maestro, tu hai capito questo e mi
ringrazi, io ti ringrazio, ma non scegliere mai nessuno stato dei due,
ricordati senza andare in profondo l’amore diviene debole, superficiale,
annacquato, e senza condividere tu divieni arido, ci vogliono entrambi…
muoviti da dentro fuori, è così freddo li dentro, adesso vai fuori e
quando fuori diventa per te troppo superficiale ritorna dentro… ci
vogliono entrambi… sono intimamente connessi… ciò che appare è la
manifestazione del profondo.
Tratto dall’abstract: “Discorsi sull’Amore”, di Osho.
http://unicacoscienza.altervista.org/osho-solitudine-o-stare-con-se-stessi/
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