giovedì 7 aprile 2016

L’assenza di paura è vita eterna

7 APRILE 2016



L’uomo è totalmente solo, vive nell’oscurità. È privo di qualsiasi sostegno, si sente insicuro e ha paura. Questo sentirsi solo è la sua ansia.

La religione è il modo per liberarsi da questa paura. Fondamentalmente la religiosità è il processo che porta a liberarsi dalla paura. Purtroppo le religioni – quelle che sono “religioni” solo di nome – hanno il terrore dell’assenza di paura! Le loro fondamenta e la loro stessa esistenza si fonda sulla presenza della paura nel cuore degli uomini: la paura è di per sé il loro stesso nutrimento e la loro linfa vitale. Un’atmosfera libera dalla paura annuncerebbe la fine della loro esistenza e della loro sopravvivenza.

La paura dell’uomo è stata sfruttata fino all’inverosimile. Le religioni non hanno lasciato nulla di intentato per questo sfruttamento; forse vi ci si sono dedicate fin dagli albori. È grazie al sostegno dato dalla paura che è possibile l’esistenza di esseri soprannaturali, ed è grazie al suo sostegno che le divinità di tutte quelle religioni hanno preso vita. Le superstizioni e il terrore degli esseri soprannaturali hanno minacciato l’uomo fino all’inverosimile, e questo è sempre stato un gioco all’ultimo sangue! D’altra parte, un Dio che fonda la sua esistenza sulla paura poteva soltanto annientare l’essere umano, polverizzandolo; un gioco, dunque, con un prezzo altissimo.

La vita è ormai invischiata in una fitta rete di paura: come potrà mai esistere beatitudine, là dove c’è paura, e soltanto paura a non finire? Come potrà mai esistere l’amore? Come potrà esserci pace? Come può esserci verità? La beatitudine è frutto dell’assenza di paura: la paura è morte, l’assenza di paura è vita eterna.

Che le superstizioni prosperino sulla nostra paura è comprensibile, ma che anche Dio debba vivere in funzione della paura è del tutto sbagliato. E se Dio si fonda sulla paura, sarà del tutto impossibile alla gente liberarsi dai ceppi di queste superstizioni.

Io affermo che Dio, l’essenza divina, non ha nulla a che fare con la paura. Di certo, utilizzando la copertura di Dio, qualcun altro sta sfruttando questa paura. La religione non è affatto nelle mani di persone religiose... si dice che, ogniqualvolta la verità viene scoperta, Satana sia il primo a impossessarsene!

Le persone che propongono e organizzano la religione non solo ne sono ferme oppositrici, ma sono anche in totale conflitto tra di loro. La religione è sempre stata nelle mani dei suoi nemici, e se questa evidenza non viene riconosciuta mentre siamo ancora in tempo, il futuro dell’umanità non sarà nulla di buono, né sarà nulla di auspicabile.

La religione non dev’essere protetta dalle persone irreligiose, ma dalle cosiddette persone religiose! E senza dubbio questo è un compito ben più arduo, complesso e problematico.

Fino a quando la religione si fonderà sulla paura, non potrà essere vera religiosità. Il fondamento dell’essenza divina è l’amore, non ha nulla a che vedere con la paura. L’uomo ha bisogno del Dio dell’amore, non esiste altro sentiero che conduca all’essenza divina, fatta eccezione per l’amore. E la paura non solo è qualcosa di sbagliato, è anche un’assassina; infatti, là dove esiste la paura, è presente l’odio. Pertanto, là dove c’è paura, non può esistere l’amore.

La religione è fiorita sulla paura, in questo modo i suoi templi piano piano sono stati abbattuti: i templi esistono per l’amore, non possono esistere templi della paura! La paura non ha templi, ha solo delle prigioni.

Ebbene, vi chiedo: i templi religiosi sono tali, oppure sono prigioni? Se la religione si fonda sulla paura, quei templi saranno prigioni. Se la religione si fonda sulla paura, Dio stesso non potrà essere altro che il direttore di un carcere!

Cos’è la religione? È paura del peccato, della punizione, dell’inferno? Oppure è avidità: fare opere di bene per ottenere le ricompense del paradiso? No! La religione non è paura, né è avidità: l’avidità non è altro che un’estensione della paura. La religione è assenza di paura, è libertà da qualsiasi paura.

Tempo fa accadde qualcosa...

Due fratelli vivevano in una città. Erano le persone più benestanti di quella cittadina. E, forse, il nome di quella città era “La città delle tenebre”.

Il fratello più anziano era molto religioso. Regolarmente, ogni giorno, andava al tempio. Faceva la carità e altre opere di bene; ascoltava le prediche e ogni dibattito religioso, stando seduto in compagnia di persone rispettabili e di santi. Grazie a lui, nella sua casa ogni giorno c’era un raduno di uomini santi e devoti.

E poiché dedicava tanta attenzione a Dio e agli uomini pii, quell’uomo si era fatto l’idea di aver acquisito il diritto di andare in paradiso, nella sua vita successiva! Gli uomini devoti e i santi gli avevano spiegato che questo era confermato dai testi sacri: scritture redatte da uomini devoti e santi, proprio come loro.

Da un lato quest’uomo sfruttava la gente, e così accumulava le sue ricchezze; dall’altro faceva la carità e altre opere di bene... il paradiso non si può ottenere senza fare la carità; e non esiste ricchezza senza sfruttamento! La ricchezza è frutto di qualcosa che si oppone alla religiosità, e la religione si fonda sulla ricchezza: quell’uomo sfruttava la gente, e gli uomini rispettabili e i santi sfruttavano lui; gli sfruttatori sono sempre stati ottimi amici tra di loro!

D’altra parte, il fratello più anziano aveva sempre compatito quello più giovane, che non era per nulla capace di fare soldi e, di conseguenza, aveva perso qualsiasi abilità nell’accumulare religione e opere di bene.

Questo suo comportamento, pieno d’amore e di fiducia, lo stava portando ad avvicinarsi a Dio... non era mai andato al tempio e non conosceva neppure l’ABC dei testi sacri. La sua situazione era di certo pietosa, e il suo conto in banca nel mondo ultraterreno era praticamente vuoto!

Il fratello più giovane era solito evitare gli uomini rispettabili e i santi, nello stesso modo in cui altri potrebbero cercare di evitare malattie contagiose. Se qualche santo entrava in casa da una porta, lui se ne andava dall’altra. Spesso il fratello devoto aveva chiesto a quegli uomini santi di apportare un cambiamento nel cuore del fratello, privo di qualsiasi spirito religioso; ma un simile cambiamento potrebbe accadere solo se si resta alla presenza di quegli uomini pii, cosa che lui si guardava bene dal fare!

Un giorno, però, un cosiddetto santo, armato di un vigore speciale, arrivò nella loro casa. Nessuno era mai riuscito a contare quante persone prive di fede aveva convertito, tanto era ferrato nelle teorie della pace; tanto era abile a persuadere, minacciare e arguire: convertire la gente alla religione era tutta la sua professione!

Le fondamenta delle religioni si basano tutte su simili santi; altrimenti, quelle religioni sarebbero scomparse già da tempo.

Quando il fratello più anziano ripeté la sua richiesta d’aiuto, questo santo disse: “Non ti preoccupare. Adesso quello sciocco si troverà davvero messo alle strette; immediatamente mi prodigherò affinché si ricordi di Dio. E io faccio sempre quello che dico”.

Detto questo, afferrò il suo bastone e seguì il fratello più anziano. Quel sant’uomo in passato era stato un lottatore ma poi, avendo scoperto che la santità è una professione migliore della lotta libera, era diventato un santo. Non appena entrarono nella stanza del fratello più giovane, lo afferrò; e non solo lo prese per la collottola, lo sbatté a terra e si sedette sopra di lui.

Il giovane non riusciva a capire cosa stava succedendo e, sebbene fosse ammutolito per lo shock subito, riuscì a chiedere: “Signore, cosa sta succedendo?”.

Il santo replicò: “Questa è una conversione!”.

Al che il giovane rise, e disse: “Per favore, mi lasci andare. È questo il modo di convertire una persona? La prego di stare attento, potrebbe farmi del male”.

Il santo insistette: “Noi non crediamo nel corpo, crediamo in Dio. Devi soltanto ripetere il nome di Rama, e ti lascerò in pace; altrimenti scoprirai a tue spese che non c’è uomo più pericoloso di me!”. E quel sant’uomo, essendo molto generoso, per il bene del giovane, si abbassò a bastonarlo di santa ragione!

Il giovane protestò: “Ma che rapporto c’è mai tra la paura e Dio? E Dio ha forse un nome? No, non ripeterò mai il nome di Rama, su queste basi.

Anche al prezzo della mia vita!” e a quel punto riuscì a scrollarsi il santo di dosso.

Mentre cadeva a terra, il santo strillò: “Splendido, magnifico! Hai detto ciò che ti avevo chiesto di dire! Anche dicendo: ‘Non ripeterò mai il nome di Rama’, hai pronunciato il suo nome”.

Il fratello più anziano era furioso con il più giovane perché aveva scaraventato a terra quel sant’uomo, ma rimase profondamente deliziato da ciò che quel devoto aveva fatto: era riuscito a far pronunciare il nome di Dio al fratello miscredente!

Per lui, la gloria del nome di Rama era così grande che il semplice pronunciarne il nome, anche solo per errore, avrebbe portato chiunque al di là dell’oceano di questa vita. E quel giorno organizzò un banchetto al quale invitò l’intera città: dopotutto il suo giovane fratello era diventato religioso!

Osho: Crea il tuo destino

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