20/07/2018
“Quando c’è il dolore sii con il dolore, quando c’è il
piacere sii con il piacere.”
Ho un’intuizione di come il dolore psicologico,
esistenziale, sia creato
dall’ego. È fatto da me, quindi posso anche disfarlo. Ma che
mi dici del
dolore fisico?
Il dolore psicologico può essere lenito, anzi, solo il
dolore psicologico può
essere dissolto. L’altro tipo di dolore, quello fisico, fa
parte della vita e della
morte e non c’è modo di eliminarlo. Ma non è un problema.
Hai notato? Il problema nasce solo quando ci pensi. Se pensi
alla
vecchiaia inizi a provare paura, ma i vecchi non tremano. Se
pensi alla
malattia inizi ad avere paura, ma quando la malattia si
manifesta, la paura non
c’è più, la si accetta come un dato di fatto.
La paura riguarda sempre qualcosa nel futuro, non esiste mai
nel
momento presente.
La realtà non è mai un problema; sono soltanto le idee sulla
realtà a creare
il problema. Quindi, la prima cosa da comprendere è questa:
se puoi
dissolvere il dolore psicologico, il problema svanisce,
inizi a vivere nel
momento. Psicologico implica qualcosa che appartiene al passato,
al futuro,
mai al presente.
La mente non esiste mai nel presente. Nel presente esiste la
realtà, non la
mente. La mente esiste nel passato e nel futuro, ma nel
passato e nel futuro la
realtà non esiste. In effetti, la mente e la realtà non si
incontrano mai; l’una
non ha mai visto il volto dell’altra. La realtà resta ignota
alla mente e la
mente resta ignota alla realtà.
Il problema sta nella psicologia di una persona; la realtà
non è mai un
problema. Dissolvi i tuoi problemi psicologici – e il modo
per farlo è
eliminare il centro di tutti i problemi: l’ego. Una volta
che non pensi a te
stesso come separato dall’esistenza, i problemi evaporano,
come accade alle
gocce di rugiada quando sorge il sole. Svaniscono.
Il dolore fisico resta, ma insisto ancora, questo non è mai
stato un
problema. Se ti rompi una gamba, è rotta; non è un problema.
Il problema
sorge solo nell’immaginazione: “Come farò con una gamba
rotta?”. Ma se
hai paura di questo genere di cose, non potrai più vivere,
perché le gambe si
possono sempre rompere e così anche il collo. Tutto è
possibile, milioni di
cose sono possibili.
Non c’è modo di essere perfettamente e totalmente al sicuro…
La vita è
un fenomeno complesso. Tutto è possibile e niente è certo.
Se hai paura, è
solo a causa della tua psicologia.
Quindi bisogna intervenire sulla mente. La meditazione non è
altro che
impegnarsi a osservare la realtà senza usare la mente;
questo è l’unico modo
di osservare la realtà. Se la mente è presente, distorce,
corrompe. Metti la
mente da parte e vedrai la realtà, diretta, immediata,
faccia a faccia… E non
ci sarà alcun problema.
La realtà non ha mai creato problemi per nessuno. Io sono
qui, tu sei qui,
non vedo alcun problema. Se mi ammalo, sono ammalato. Se
muoio, muoio.
Le cose accadono e basta, non c’è tempo per pensarci. Puoi
pensare al
passato, perché è lontano, puoi pensare al futuro, perché è
lontano.
Preoccuparsi è un modo per riempire lo spazio del futuro.
Ho un’intuizione di come il dolore psicologico,
esistenziale, sia creato
dall’ego. È fatto da me, quindi posso anche disfarlo.
Una semplice comprensione intellettuale non ti sarà di
aiuto; devi
metterlo in pratica. Devi disfare quello che hai creato tu
stesso. Fallo, e la
seconda parte della tua domanda svanirà. Fallo, e troverai che
non rimarrà
alcun problema.
Ma che mi dici del dolore fisico? La prima parte della
domanda è perfetta,
ma la comprensione viene solo dalla mente. Non è ancora
stata masticata
bene e digerita. Non è diventata carne della tua carne,
sangue del tuo sangue.
Non è ancora parte integrante della tua esistenza.
Altrimenti non potresti mai
chiedere: Ma che mi dici del dolore fisico?
La domanda stessa è psicologica.
Il dolore fisico non è un problema: quando c’è, c’è; quando
non c’è, non
c’è. Il problema nasce quando qualcosa non c’è e tu vuoi che
ci sia, oppure
quando qualcosa c’è e tu vorresti che non ci fosse.
Un problema è sempre psicologico: “Perché questa cosa c’è?”
Chi può
conoscere il perché? Non c’è nessuno che possa rispondere.
Qualcuno può
darti delle spiegazioni, ma non sono risposte autentiche. Le
spiegazioni sono
semplici. È molto semplice: il dolore esiste perché esiste
il piacere. Il piacere
non esiste senza il dolore.
Se vuoi una vita totalmente priva di dolore, devi vivere una
vita
totalmente priva di piacere; arrivano insieme nella stessa
confezione. In
effetti non sono due cose; sono una cosa sola – non diversi,
non separati – e
non possono essere separati.
Ecco ciò che l’uomo ha fatto nel corso dei secoli: separare,
in modo di
avere tutti i piaceri del mondo e nessun dolore; questo è
impossibile. Più
piaceri hai, più dolore sentirai.
Ma tu vuoi il piacere e non vuoi il dolore. È un vecchio
trucco, uno degli
espedienti principali adottati dalle cosiddette persone
religiose: se vuoi
evitare il dolore, evita il piacere.
Se vuoi sfuggire alla morte, evita la vita, ma allora che
senso ha tutto
quanto? Sarai morto ancor prima di morire. Se vuoi essere
assolutamente al
sicuro, va’ a sdraiarti in una tomba, lì sarai perfettamente
al sicuro. Non
muoverti… non vivere… ucciditi e non ci sarà più dolore.
Ma tu vuoi tutto il piacere e nessun dolore. Ciò che chiedi
è impossibile:
vuoi che due e due non faccia quattro. Vuoi che quella somma
sia cinque o
tre, oppure qualsiasi altra cosa… tranne quattro! Ma il
risultato è proprio
quattro. Qualunque cosa tu faccia, in qualunque modo cerchi
di illudere te
stesso e gli altri, sarà sempre quattro.
Dolore e piacere vanno insieme proprio come notte e giorno,
nascita e
morte, amore e morte.
Osho: The
Discipline of Transcendence, VOL. IV CAP. 2
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