31/07/2018
“Cerca di trovare la tua individualità, la tua integrità e
prova a non scendere a compromessi.
Più scendi a compromessi, meno sei un individuo.”
Amato Osho,
perché scendo sempre a compromessi?
I compromessi si fanno perché non si è sicuri della propria
verità, della
propria esperienza. Una volta realmente fatta esperienza di
qualcosa, non è
più possibile scendere a compromessi.
Due donne si recarono alla corte del re perché entrambe
dichiaravano di
essere la madre di un bambino. Ognuna delle due insisteva
che il piccolo
fosse suo. Il re doveva prendere una decisione, e la cosa
era difficile – in base
a cosa decidere? Entrambi i mariti delle donne erano morti
in guerra servendo
il suo regno, e il bambino era tutto ciò che restava alla
madre.
Alla fine il re girò la domanda al suo Maestro, che disse:
“È molto
semplice. Portatemi il bambino”.
Quando il bambino fu davanti al Maestro, questi chiese al re
di tagliarlo
in due, e di darne una metà a ciascuna delle due donne.
Il re fu scioccato a quella richiesta. “Cosa dici?” esclamò,
ma prima che il
re potesse aggiungere un’altra parola, il Maestro sguainò la
spada, pronto a
colpire. In quel momento, una delle due donne si precipitò
ai piedi del
Maestro e disse: “No! Date pure il bambino a quell’altra
donna. È suo, non è
mio!”.
E il Maestro dette il bambino proprio alla donna che vi
aveva rinunciato.
Il re chiese: “Non capisco. Questa donna dice che il bambino
non è suo”.
Il Maestro rispose: “Solo la vera madre non avrebbe
sopportato di veder
tagliare il bambino in due. Per l’altra donna non è un
problema – non è suo
figlio. La prima donna non è pronta a scendere a
compromessi: o il bambino
intero o niente”.
Quando possiedi una verità diventi quasi come una madre, dai
vita a
un’esperienza: o la possiedi interamente oppure preferisci
non averla per
niente. Non sei disposto a vederla tagliata in due, perché
qualsiasi esperienza
viva, se tagliata in due, muore. Tutti i compromessi sono
cosa morta.
Nell’intera storia dell’umanità, nessuno che abbia
conosciuto anche solo uno
sprazzo della Verità è mai sceso a compromessi; piuttosto
era pronto a
morire.
È successo con al-Hillaj Mansur. Il suo insegnante, Junnaid,
lo amava
moltissimo e per anni cercò di persuaderlo: “Non dichiarare
in pubblico:
‘Ana’l haq – Io sono dio’. Va bene farlo nella privacy della
tua stanza, ma per
strada… Lo sai che la gente è fanatica”.
Ma al-Hillaj rispondeva: “Sei sceso a compromessi con la
società. Sei un
maestro rispettato, ma io non anelo alla rispettabilità, non
nasconderò la mia
Verità in cambio della rispettabilità. La Verità è come il
fuoco; non può
essere nascosta. Io la Verità devo gridarla a squarciagola”.
E in un Paese musulmano – dove il fanatismo è la regola – fu
immediatamente catturato e portato davanti al califfo
perché: “Questo è
contro la nostra religione; esiste un solo dio, ed è nei
cieli. Tu sei
semplicemente un mortale. Nemmeno Maometto ha detto: “Io
sono dio”, ha
asserito di essere soltanto il messaggero di dio. Sei forse
ammattito? O la
smetti o la tua punizione sarà la morte”.
Al-Hillaj disse: “Accetto la morte, ma non posso scendere a
compromessi
su questo punto. La mia esperienza è il divino. E asserisco
che anche tu sei il
divino, ma dio in te è addormentato mentre in me è sveglio”.
Junnaid si recò alla prigione per persuaderlo: “Questa
situazione non ha
senso. Sei un uomo meraviglioso e sei un giovane con un
grande futuro; puoi
diventare un grande Maestro. Io so che quello che dici è
vero, ma non riesci
proprio a fare un piccolo compromesso?”.
Al-Hillaj disse: “Con tutto rispetto che ti porto, devo dire
di no, tu non
conosci ciò che io dico, ecco perché sei sceso a
compromessi. Tu l’hai
soltanto sentito; io l’ho visto, io lo sono. La morte non
conta, ma scendere a
compromessi è fuori discussione”.
Il giorno in cui fu appeso a una croce, si radunarono
migliaia di persone
che, per manifestare la loro condanna, gli tiravano delle
pietre. Anche
Junnaid era presente; a quel punto aveva capito chiaramente
di essere soltanto
un sapiente mentre al-Hillaj aveva vissuto l’esperienza
reale. Tutti tiravano
pietre – non farlo era rischioso perché la gente avrebbe
potuto pensare:
“Allora quest’uomo è a favore di al-Hillaj”. Junnaid aveva
portato una rosa
per tirargliela; gli altri avrebbero visto che lanciava
qualcosa, ma non
avrebbero capito che si trattava di un fiore, nessuno
avrebbe sospettato che
non avesse tirato una pietra.
Il compromesso di Junnaid agiva sia nei confronti della
gente – il suo
fingere di tirare una pietra –, sia verso al-Hillaj – questi
sicuramente lo
cercava fra la folla, voleva vedere se fosse venuto o no, e
sarebbe stato da
codardi non andare.
Al-Hillaj sorrideva mentre le pietre fioccavano su di lui
ferendolo, mentre
il sangue sgorgava e inondava il suo corpo. Ma quando la
rosa di Junnaid lo
colpì, i suoi occhi si riempirono di lacrime e iniziò a
piangere.
Gli fu chiesto: “Cosa succede? Con tutte quelle pietre
continuavi a
sorridere, e ora qualcuno tira una rosa e i tuoi occhi si
riempiono di
lacrime…”.
Al-Hillaj rispose: “La gente che tira le pietre non mi
conosce, ma la
persona che ha tirato la rosa mi conosce, conosce la mia
Verità. Ma è un
codardo, e io provo vergogna a essere stato un suo studente.
Delle pietre non
m’importa, ma quella rosa mi ha ferito profondamente”.
Se scendi a compromessi significa che ti senti su un terreno
insicuro.
Anziché fare compromessi, trova un terreno solido, trova la
tua radice, la tua
individualità, dei sentimenti sinceri e il sostegno del tuo
cuore. Allora,
qualunque siano le conseguenze, non avrà importanza.
L’uomo che è arrivato alla conoscenza sa perfettamente che
niente può
danneggiarlo. Lo puoi uccidere, ma non puoi fargli alcun
male. E l’uomo che
non è arrivato alla conoscenza, tremerà sempre, sarà sempre
preoccupato. In
quel tremore, in quella preoccupazione, in quell’agonia,
continuerà a fare
compromessi con tutti – unicamente per sentirsi al sicuro, per
non essere
ferito.
Cerca di trovare la tua individualità, la tua integrità e
compi lo sforzo di
non scendere a compromessi, perché più lo fai e meno sei un
individuo; con i
compromessi sei soltanto un ingranaggio della ruota, la
piccola parte di un
grande meccanismo, una minuscola parte della folla – ma non
un individuo
che vive a pieno diritto il proprio splendore.
Io sono del tutto contrario al fare compromessi. La morte è
molto più
bella di una vita di compromessi.
Osho: Beyond Enlightenment, CAP. 23