"Nella gioia di vedere un amico da lungo tempo assente,
permea questa gioia."
Entra in quella gioia e unisciti intimamente a essa. Usa
qualsiasi gioia, qualsiasi felicità, questo è solo un esempio... Incontri un amico
che non vedevi da tempo e all'improvviso ti senti felice. Di solito la tua
attenzione è rivolta all'amico, non alla gioia; in quel caso ti lasci sfuggire
qualcosa, e quella felicità sarà momentanea. La tua attenzione è focalizzata
sull'amico: inizierai a chiacchierare, a ricordare, e mancherai l'incontro con
la gioia, che sfumerà. Viceversa, concentrati sulla gioia. Sentila e unisciti a
lei, e incontra l'amico restando cosciente e colmo della tua gioia. Lascia che
l'amico rimanga alla periferia, tu resta centrato nella tua sensazione di
felicità. Di solito hai la sensazione che la gioia venga dall'esterno: hai
incontrato un amico; ovviamente, ti sembra che la gioia provenga da lui,
dall'incontro. Non è così: la gioia è sempre dentro di te, l'amico è solo
diventato un tramite che ti aiuta a farla affiorare, ti aiuta a percepirla. La
stessa cosa è vera anche per la rabbia, la tristezza, l'infelicità, la
felicità. Vale per ogni cosa: gli altri sono solo situazioni esteriori in cui
cose nascoste dentro di te vengono espresse. Gli altri non sono cause:
qualsiasi cosa accada, accade a te. Quella gioia è sempre stata presente,
l'incontro con l'amico diventa semplicemente una situazione in cui qualsiasi
cosa, prima nascosta, affiora in superficie, rendendosi manifesta.
Osho: Il sentiero del reale
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