La meditazione non è altro che l'arte di aprire gli occhi,
l'arte di ripulire la propria visuale, l'arte di eliminare la polvere che si è
raccolta sullo specchio della consapevolezza. È naturale, la polvere si
accumula: l'uomo ha viaggiato senza fermarsi mai per migliaia di esistenze, e
la polvere si è accumulata. Noi tutti siamo viandanti, abbiamo accumulato molta
polvere, cosi tanta che lo specchio ne è completamente ricoperto. C'è solo
polvere su polvere, strati e strati di polvere, e lo specchio non si vede più.
Ma lo specchio è ancora li: non può essere smarrito, perché
è la tua natura essenziale. Se lo si potesse smarrire, non potrebbe essere la
tua natura. Non è che tu hai uno specchio, tu sei lo specchio. Il viandante è
lo specchio. Non lo può perdere, può solo dimenticarlo: al massimo è una
dimenticanza.
Il presente immediato è il momento esistenziale. Dagli uno
sguardo, quella è meditazione: quell'occhiata è meditazione. Il solo vedere
l'evidenza di una cosa, di una condizione particolare, è meditazione. La
meditazione non ha scopo, per cui non ha un centro. E poiché non ha uno scopo
né un centro, non contiene neppure un sé. Nella meditazione non funzioni
partendo da un centro, agisci partendo dal nulla. La meditazione non è altro
che una risposta sorta dal nulla.
Una mente concentrata agisce riferendosi al passato. La
meditazione agisce nel presente, riferendosi al presente. E una pura risposta
al presente, non è una reazione. Non nasce da preconcetti, agisce in armonia
con l'esistente.
Meditazione è aprire gli occhi, meditazione è guardare.
Osho
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