La musica crea un'armonia tale che perfino Dio si mette a
battere il tempo e ti accompagna nel ritmo. La musica è una manifestazione
dell'assoluto... all'improvviso il cielo inizia a toccarti; e tu sei sopraffatto
dal divino. E quando sei vicino all'aldilà, quando senti i suoi passi, qualcosa
in te risponde, diventa silente, quieto, tranquillo, più calmo, più raccolto.
Il canto è divino, è una delle attività più sacre. Solo la
danza può competere col canto, si avvicina a questa espressione. Perché il
canto e la danza sono manifestazioni del divino? Perché sono espressioni in cui
ti puoi perdere totalmente. Puoi immergerti totalmente nel canto, al punto che
scompare colui che canta e rimane solo il canto, oppure colui che danza
scompare e rimane solo la danza. E quello è il momento della metamorfosi, della
transfigurazione, quando il cantante non è più e rimane solo il canto.
Quando
la tua totalità è diventata un canto o una danza, quella è preghiera.
Non importa cosa canti; non importa se è un canto religioso,
ma se riesci a cantare con tutto te stesso, è sacro. E viceversa: puoi cantare
un inno sacro, venerato nei secoli, ma se non sei totalmente coinvolto, è profano.
Il soggetto del canto non importa: ciò che conta è la qualità che tu immetti
nel canto, la totalità, l'intensità, la tua fiamma.
Non ripetere le canzoni di altri, perché in esse non vi è il
tuo cuore e in quel modo non puoi riversare il tuo cuore ai piedi del divino.
Lascia che nasca un canto tuo. Dimentica la metrica e la grammatica. Dio non è
molto pedante, e non bada alle parole che usi. Si interessa di più al tuo
cuore.
Quando la musica ti circonda, ti sommerge, ti travolge e in
te inizia a fiorire la meditazione, vivi una delle esperienze più grandi della
vita: quando la meditazione e la musica si incontrano, il mondo e Dio si
incontrano, la materia e la consapevolezza si incontrano. Questa è unio
mystica, l'unione mistica.
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