Lascia che il silenzio diventi la tua meditazione. Ogni
volta che hai tempo, sprofonda totalmente nel silenzio — e intendo proprio
questo: sprofonda — come un bambino nel ventre della madre. Siedi sprofondato e
un po' alla volta sentirai che la testa vuole abbandonarsi sul pavimento:
appoggiala pure per terra.
Assumi una posizione fetale e immediatamente sentirai
sopraggiungere il silenzio, lo stesso silenzio che c'era nel ventre della
mamma. Se sei seduto nel letto, mettiti sotto una coperta, raggomitolati e
rimani assolutamente immobile, senza far nulla.
A volte sorgeranno pensieri, lasciali scorrere; rimani
in-differente, non farci caso: se sopravvengono, bene; se non vengono, va bene
ugualmente. Non lottare, non scacciarli. Se lotti, ne sarai disturbato; se li
scacci, dovrai ostinarti; e meno li vuoi, più diventeranno insistenti. Rimani
semplicemente distaccato, osservali come un fenomeno periferico, come fosse il
rumore della strada.
È veramente un rumore di traffico, il traffico del
cervello con milioni di cellule che comunicano tra loro, il flusso
dell'energia, l'elettricità che salta da una cellula all'altra. Non è altro che
il ronzio di una macchina gigantesca, per cui non farci caso.
Ignoralo completamente, non ti riguarda, non è un tuo
problema: forse è il problema di qualcun altro, ma non il tuo. Tu che c'entri?
E rimarrai sorpreso: sopraggiungeranno momenti in cui il rumore del traffico scomparirà
completamente e verrai lasciato solo.
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