sabato 14 novembre 2020

Trump sicuro di vincere, bonifica il Pentagono e si prepara allo scontro finale contro il deep state

 

di Cesare Sacchetti

Sono passati ormai dieci giorni dalla notte elettorale del 3 novembre e gli Stati Uniti non hanno ancora ufficialmente un presidente.

I media hanno assegnato la vittoria al candidato democratico Joe Biden quando questi non ha vinto ufficialmente nulla.

La CNN e l’Associated Press hanno consegnato, ad esempio, a Joe Biden il decisivo stato della Pennsylvania, nonostante qui, e anche negli altri stati chiave, siano pendenti dei ricorsi giudiziari che potrebbero smentire completamente la decisione dei media più vicini ai democratici e al deep state di Washington.

In questo lasso di tempo è invece emersa quella che si può definire tranquillamente la più grossa macchina di frode elettorale mai vista nella storia d’America e probabilmente del mondo intero.

I media stanno letteralmente facendo di tutto per affermare che non c’è stata alcuna irregolarità nel processo elettorale, quando invece le prove del broglio sono semplicemente esorbitanti.


Rudolph Giuliani, uno degli avvocati di Trump, ha già affermato pubblicamente che solamente in Pennsylvania sono stati conteggiati nello scrutinio elettorale almeno 650mila voti che non andavano nemmeno considerati.

Giuliani ha dichiarato che si sono fatti avanti già degli informatori dell’USPS, il servizio postale americano, che hanno confermato come gli impiegati postali abbiano ricevuto istruzioni di retrodatare diversi scatoloni di voti postali arrivati dopo il termine ultimo previsto.

Sono stati in pratica contati voti la cui provenienza è dubbia quando le urne erano già chiuse.

La versione dell’ex sindaco di New York è confermata pienamente da un altro dipendente delle poste americane, Richard Hopkins, che ha dichiarato al sito americano Project Veritas che gli impiegati dell’USPS hanno ricevuto istruzioni di falsificare la data sugli scatoloni e così commettere a tutti gli effetti un reato federale.

Le prove comunque non riguardano solamente le dichiarazioni dei testimoni, tantomeno quelle dell’avvocato Giuliani.

Le prove sono contenute anche nell’analisi dei dati elettorali che praticamente nessun media americano e italiano sta mostrando al pubblico internazionale.

La missione dei media è infatti quella di nascondere la verità e di sorreggere la falsa narrazione di una elezione senza alcuna macchia.


Il New York Times, uno dei quotidiani più vicini al circuito mondialista, ha già emesso la sua sentenza al riguardo.

Nella sua prima pagina di due giorni fa, il quotidiano newyorchese dedica un titolo a caratteri cubitali nel quale si riporta il parere degli ufficiali elettorali di diversi stati che confermerebbero l’assoluta “regolarità” delle ultime elezioni.

Non importa se ci sono prove documentali che smentiscono clamorosamente tali affermazioni.

I media devono continuare ad ogni costo ad affermare che Joe Biden è il presidente nonostante il candidato democratico per la legge e la Costituzione americana non sia nulla.

Dominion, il software che ha contato i voti, è legato a Soros e Clinton

Le prove documentali che in un’aula di tribunale possono provare il broglio al di là di ogni ragionevole dubbio sono quelle mostrate da un’analisi informatica pubblicata dal sito americano NOQReport.

Qui emerge la frode alla sua massima portata. Se si guarda ai dati riportati in questa analisi, si vede chiaramente che il software incaricato del conteggio elettorale in trenta diversi stati americani ha spostato milioni di voti da Donald Trump a Joe Biden.

Il server in questione è il Dominion Voting System sul quale è interessante soffermarsi un istante per comprendere meglio quali siano gli interessi che ruotano attorno a questa società.

Dominion infatti si serve di una società sussidiaria chiamata Smartmatic il cui presidente è Mark Malloch Brown.

Si dà il caso che Malloch Brown sia anche un membro di spicco della Open Society, la società fondata e finanziata da George Soros, il finanziere americano di origini ebraiche, già noto in Italia per il famigerato attacco speculatorio praticato contro la lira nel lontano 1992, e più noto nel mondo per il suo incessante supporto ad ogni movimento e organizzazione politica volte a promuovere la visione della società aperta del mondialismo senza confini.

I legami di Dominion con gli esponenti più noti del mondialismo non si limitano a questa circostanza.

Nadeam Elshami, un lobbista che lavora per Dominion, è stato capo dello staff di Nancy Pelosi, presidente democratica, probabilmente uscente, della Camera dei Rappresentanti che già aveva dichiarato che indipendentemente dal conteggio dei voti, Joe Biden sarebbe entrato alla Casa Bianca.

Una dichiarazione interessante specialmente alla luce di quanto sta accadendo e che conferma che l’apparato del partito democratico e del deep state vuole che il presidente da loro designato giuri il 20 gennaio anche, se necessario, in aperta violazione delle leggi e della Costituzione americane.

I legami di questa società con gli elementi del potere di Washington non sono finiti. Dominion infatti aveva ricevuto in passato gli elogi della Clinton Foundation, la fondazione dei coniugi Clinton che è stata finanziata, tra gli altri, da stati che hanno sostenuto, e sostengono tuttora, il terrorismo islamico, quali l’Arabia Saudita e il Qatar.

Questa società è dunque responsabile della più grossa frode elettorale della storia. I numeri pubblicati nell’analisi citata precedentemente dimostrano come centinaia di migliaia di voti siano migrati da Trump a Biden.

Un “glitch”, il termine informatico per descrivere l’errore del sistema informatico, ha spostato i voti dal presidente in carica al candidato democratico.

Solamente in Pennsylvania, ad esempio, 200mila voti sono volati da Trump a Biden per incanto. Lo stesso server ha fatto sparire nello stesso stato in questione 900mila voti che erano del presidente. Non sono passati da una parte all’altra.

Il software li ha letteralmente cancellati. Quanto accaduto in Pennsylvania da solo dovrebbe essere sufficiente a dimostrare quanto la truffa sia stata semplicemente clamorosa.

Trump qui la notte elettorale stava conducendo la partita senza troppe difficoltà. Il presidente era in vantaggio di 700mila voti quando nel cuore della notte americana e nella prima mattina italiana, è stato dato il segnale.

Gli scrutatori hanno smesso di contare. I server di Dominion si sono messi in azione e il “prodigio” è accaduto.

Biden ha preso dal nulla un milione di voti ed è stata la società che ha legami con il suo stesso partito a darglieli.

In Michigan, un altro degli stati contesi, i voti spostati sono 20mila circa e quelli “perduti” 21mila.

In Georgia, altro stato chiave ancora in bilico, 17mila voti passati da Trump a Biden e altri 33mila sono spariti nel nulla.

Ognuno di questi “errori tecnici” ha sempre e solo favorito il candidato democratico. Nemmeno in un’occasione Trump si è ritrovato ad avere più voti del dovuto.

Questo elemento già da solo dovrebbe essere sufficiente a scartare un semplice malfunzionamento del sistema.

C’è stata una precisa volontà di manipolare le macchine per fare in modo che Biden guadagnasse i voti che gli elettori in carne e ossa non gli hanno dato.

Un piccolo aiuto è giunto anche dai morti che in questa elezione sono stati riportati in vita pur di dare una mano al candidato democratico.

Trump sicuro di vincere ha già ordinato il repulisti al Pentagono per sventare il golpe

Le dimensioni di questa frode dunque sono colossali e più passano i giorni più aumenta la sensazione che Donald Trump in tribunale riuscirà a vincere le elezioni.

Gli uomini dell’amministrazione presidenziale sembrano estremamente sicuri che non lasceranno la Casa Bianca.

Mike Pompeo, segretario di Stato, quando gli è stato chiesto come sarà la transizione da questa amministrazione a quella Biden, ha risposto che non ci sarà alcuna difficoltà nel passaggio, perché non ci sarà una amministrazione Biden, ma un altro mandato per Trump.

Lo stesso presidente degli Stati Uniti nei suoi tweet si dimostra sicuro che tutti gli stati indebitamente assegnati a Biden dai media andranno alla fine a lui.

La portata del broglio è troppo enorme, e anche se le corti federali degli stati competenti dovessero dare torto al presidente, c’è sempre in ultima istanza il giudizio definitivo della corte Suprema, presso la quale c’è una netta maggioranza conservatrice.

Trump è sicuro che alla fine vincerà e che le prove portate in tribunale smaschereranno definitivamente la truffa elettorale.

Le prime conferme giungono anche dalle sentenze dei tribunali. Nella giornata di ieri infatti un giudice della Pennsylvania ha emesso una sentenza che prevede l’esclusione dei voti giunti in ritardo.

Questo stabilisce un precedente giurisprudenziale fondamentale che appunto vieta di includere nel conteggio voti di fatto illegali.

La paura che Trump possa farcela sembra diffondersi anche tra i media mainstream che continuano a rappresentare Biden come vincitore indiscusso,  ma che iniziano a mostrare meno sicurezza che questo candidato alla fine possa farcela.

Il regime mediatico già sembrava comunque temere che Trump sarebbe riuscito alla fine a vincere in tribunale.

La rivista Rolling Stone, sulla cui versione italiana era apparso un elogio alla Chiesa di Satana, aveva scritto che attraverso la suprema Corte il presidente alla fine avrebbe potuto “rubare” il voto.

Nel gergo del mondo alla rovescia del pensiero mondialista, significa semplicemente che il potere che comanda i media già temeva che la frode avrebbe potuto essere provata in tribunale.

Ecco perché il deep state inizia a mostrare sempre più paura.

La prova di questo viene in particolare dall’ultima intervista rilasciata da Joseph Brennan, ex capo della CIA, sotto l’amministrazione Obama.

Brennan è già noto per essere stato uno degli uomini che ha consentito durante il suo periodo alla guida della CIA lo spionaggio illegale contro Trump e il tentativo di sabotaggio della prima campagna del presidente nel 2016.

In altre parole, Brennan è uno degli uomini chiave coinvolti nel famigerato Spygate.

Ora l’ex capo della CIA è tornato a parlare per esternare tutte le sue preoccupazioni riguardo alla possibilità che Trump declassifichi tutti i documenti relativi allo Spygate e agli altri scandali di questi anni, tra i quali le email della Clinton.

Sarebbe uno tsunami di proporzioni devastanti contro il deep state e Brennan ha proposto senza mezzi termini che per fermare l’intenzione del presidente di rivelare la verità al pubblico americano sugli scandali nei quali sono coinvolti gli uomini più in vista del potere di Washington, occorre rimuoverlo con la forza dalla Casa Bianca ora.

Brennan, in altre parole, ha proposto il colpo di Stato. Questa sembra essere la vera intenzione della palude di interessi militari, economici e industriali che abita Washington e che da sempre è una fedele alleata delle grandi élite globaliste che aspirano ad un governo mondiale.

Sin da prima delle elezioni il sistema aveva già manifestato chiaramente i suoi piani per riprendersi la Casa Bianca.

Se Donald Trump si rifiuterà di concedere il broglio architettato per consegnare la vittoria al candidato fantoccio Joe Biden, allora partirà il piano eversivo contro il presidente.

Trump però sembrava già essere perfettamente al corrente della strategia eversiva elaborata nei suoi confronti.

Nel 2018, aveva già firmato un ordine esecutivo per sanzionare i tentativi di ingerenze straniere nel processo elettorale americano, che in questa occasione c’è sicuramente stato, ma non certo da parte del Cremlino, quanto dalla Cina comunista e dalla Germania della Merkel, se si considera che i server della Dominion si trovano sul territorio tedesco.

Questo ordine esecutivo assume particolare importanza anche alla luce dei riconoscimenti dei capi di Stato e governo stranieri, quali Angela Merkel, Macron e Conte, che hanno rivolto a Biden le loro congratulazioni nonostante l’elezione sia ancora lontana dall’essere ufficialmente assegnata.

Se dovesse restare alla Casa Bianca, Trump potrebbe riversare pesanti sanzioni economiche su quei Paesi che di fatto hanno indebitamente commesso una ingerenza dando il loro riconoscimento ad un candidato che non ha ancora vinto nulla.

Il presidente era anche perfettamente al corrente delle frodi pianificate sul voto postale, e aveva lanciato l’allarme in un tweet a questo proposito diversi mesi fa su come i voti postali fossero a rischio di essere manipolati per assegnare a Biden voti di persone che non hanno mai votato, o che sono passate a miglior vita.

Trump dunque ha atteso che il nemico facesse le sue mosse, e ora si prepara a rispondere per poter lanciare la sua definitiva controffensiva contro questo sistema che vuole riconsegnare l’America tra le spire mortali del deep state.

E’ questa una battaglia in corso per l’anima stessa dell’America che si trova ad un bivio fondamentale della sua storia.

I poteri che governano gli Stati Uniti da molti decenni non sono più disposti a tollerare che ci sia un presidente che non si conformi più all’agenda mondialista.

Il deep state, braccio armato del potere del Nuovo Ordine Mondiale, vuole ripristinare l’ordine che gli ha consentito di utilizzare gli Stati Uniti come superpotenza a difesa del disegno globalista.

Questa piovra eversiva è pronta a fare ciò che fece nel lontano 1963 quando giustiziò pubblicamente il presidente Kennedy che si stava rivelando un intralcio per i loro piani.

E’ lo stesso potere che l’11 settembre 2001 spense d’incanto tutte le difese aeree degli Stati Uniti e consentì a dei boeing indisturbati di abbattersi sulle torri gemelle.

E’ lo stesso potere che mentì al mondo  quando parlò, per giustificare l’invasione dell’Iraq, delle armi di distruzione di massa di Saddam Hussein che in realtà non sono mai esistite.

La guerra tra Trump e il Nuovo Ordine Mondiale deciderà le sorti dell’umanità

Il Nuovo Ordine Mondiale vuole riprendersi l’America ma sulla sua strada questa volta c’è un presidente che sembra pronto a rispondere colpo su colpo.

Trump ha già messo in essere un vero e proprio repulisti al Pentagono dopo che ha licenziato prima il segretario alla Difesa, Esper, e poi a ruota sono giunte le dimissioni di James Anderson, sottosegretario alla Difesa, di Joseph Kernan, sottosegretario all’intelligence e di Jen Stewart, capo dello staff di Esper.

Esper è l’uomo che si oppose all’uso dell’esercito per reprimere le rivolte di Black Lives Matter, il gruppo terroristico finanziato dall’ineffabile George Soros.

Trump sta allontanando tutti gli uomini del deep state presenti nei ruoli chiave del Pentagono perché avrà bisogno dell’assoluta fedeltà dei massimi vertici della Difesa nelle prossime settimane.

Il presidente sa già che vincerà legittimamente le elezioni in tribunale, e il sistema che negava l’esistenza dei brogli fino a ieri, avrà l’ardire di accusare il comandante in capo di aver rubato le elezioni.

A quel punto, verranno attivate le cellule terroristiche di Antifa e Black Lives Matter che daranno vita ad un tentativo di guerra civile nel Paese.

E’ per questa ragione che Trump deve avere il controllo dei vertici militari per sopprimere le rivolte nella maniera più rapida possibile.

Il Nuovo Ordine Mondiale sta per tentate il suo ultimo e disperato colpo di coda.

Le élite del mondialismo sono pronte a tutto perché la crisi del coronavirus che loro stesse hanno concepito deve portare al Grande Reset, il piano operativo che darà vita nella loro idea alla definitiva realizzazione del totalitarismo globale.

Il tempo però sta stringendo, come gli stessi portavoce del globalismo affermano, tra i quali Klaus Schwab del forum di Davos.

La “finestra di opportunità” potrebbe richiudersi presto se gli Stati Uniti non daranno vita a lockdown e costruiranno campi di concentramento per coloro che non accetteranno di sottoporsi alle condizioni imposte dal Grande Reset.

Il Grande Reset è stato concepito espressamente per trascinare il mondo verso il Nuovo Ordine Mondiale, ma servono gli USA.

Senza l’America non c’è alcun modo di instaurare un unico governo mondiale.

Questa quindi è una battaglia per l’esistenza dell’America stessa come nazione, ma è anche una battaglia che avrà ripercussioni sul mondo intero.

I figli delle tenebre sono scatenati e pronti a qualsiasi aberrazione pur di farcela.

Le settimane che stanno per arrivare saranno le più importanti di questo secolo e di quello passato.

L’America e il mondo intero sono davanti ad un crocevia storico che deciderà se l’umanità sarà condannata a vivere ridotta alla stregua di animali senza diritti e senza alcuna coscienza spirituale, oppure se ci sarà ancora la possibilità di tornare a vedere la luce del sole.

Non è ancora tutto perduto. La battaglia non è affatto persa. Le tenebre e il piano di dominio anticristiano del mondialismo può ancora essere sventato.

https://lacrunadellago.net/2020/11/13/trump-sicuro-di-vincere-bonifica-il-pentagono-e-si-prepara-allo-scontro-finale-contro-il-deep-state/ 

 

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