Ormai le elezioni USA sono una telenovela della migliore tradizione o argentina o coreana. Michael Cembalest, CIO (chief investment officer, prima che qualche superficiale capisca CEO; che, per JP Morgan, è Jamie Dimon…) di JPMorgan Asset Management, è molto secco nella sua ultima lettera agli investitori. Il solo titolo “Il rischio remoto di una storia dell’orrore americana: il caos costituzionale del 6 gennaio” fa venire i brividi lungo le spine di chi ha la testa saldamente sotto la sabbia crede solo ai media mainstream e non si è guardato attorno sulla realtà dei fatti.
Secondo Cembalest a trump basterebbe “Invalidare o ribaltare” il voto in tre stati per impedire a Biden di rggiungere i 270 voti necessari all’elezione. L’analista afferma ” Sulla base dei risultati del voto non certificati, Trump dovrebbe invertire o impedire i risultati in tre stati per impedire a Biden di raggiungere 270 voti elettorali (EV). Biden ha ufficiosamente 306 EV, quindi Trump avrebbe bisogno di capovolgere tre stati tramite una delle strade descritte sopra (vedere la tabella nella pagina seguente per i veicoli elettrici per stato e altri dati)”.
Le tre strade di Trump potrebebro essere :
a) la non convalida del voto da parte degli Stati. ufficialmente solo la Carolina del Nord fa passare la cosiddetta nomina dei “Grandi elettori” attraverso l’assemblea dello stato. Però un evento del genere è successo nel 1960 alle Hawaii. I governatori di Georgia e Arizona sono repubblicani…..
b) il Senato con maggioranza repubblicana (ora in definizione) può invalidare le norme, del 1887, sulla nomina dei grandi elettori;
c) Il procuratore Barr può sequestrare le schede in ogni stato sulla base di sospetti di brogli diffusi.
Queste tre vie, non facili da percorrere, ma neanche impossibili, potrebbero portare quindi ad una situazione di blocco dell’elezione di Biden, uno stallo la cui definizione dovrebbe passare o al Senato o, come accadde al 1878, da una soluzione bipartisan.
Intanto che succede nella Contea di Wayne, quella dove i è la città di Detroit? Il consiglio elettorale della Contea aveva superato una lunga empasse, approvando il voto, ma aprendo anche la via ad un auditing dei voti. Trump aveva fatto immediatamente ricorso. Ecco il colpo di scena: in una testimonianza giurata il consigliere Monica Palmer ha ritirato il proprio voto, in quanto emesso dietro minacce dirette alla propria famiglia. Quindi il voto resta NON APPROVATO ed incerto, e Trump ha ritirto la propria querela. Comunque quello che ha testimoniato sotto giuramento la Palmer fa capire la situazione incredibilmente corrotta in cui hanno agito i Democratici. Non si può più andare avanti senza che, chiunque vinca, prenda delle serie misure.
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