lunedì 1 aprile 2019

QUALCOSA DA MORDERE

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È un male quando la rabbia va verso l’interno, perché questo significa che tutta la tua struttura corpo-mente ne sarà avvelenata. E se continui a farlo per un lungo periodo di tempo… come fanno tutti, perché la società insegna il controllo, non la trasformazione.

La società afferma: “Controllati”, e a causa di questo controllo tutte le cose negative vengono gettate sempre più in profondità nell’inconscio, dove rimangono come elemento constante. Allora non si tratta più di essere a volte arrabbiati e a volte no – sei arrabbiato, questo è tutto. A volte esplodi e a volte no, perché non hai un pretesto o devi trovarne uno. Ma ricorda che puoi trovare un pretesto dappertutto!

Sei arrabbiato. Dato che hai represso tanta rabbia, ora non c’è mai un momento in cui non sei arrabbiato; al massimo, delle volte sei meno arrabbiato e delle volte di più. Tutto il tuo essere è avvelenato dalla repressione.

Mangi con rabbia… e quando una persona mangia senza rabbia la qualità è diversa: è bello guardarla perché mangia in modo non violento. Può anche mangiare carne, ma mangia in modo non violento; tu magari mangi solo frutta e verdura, ma se reprimi la rabbia, mangi in modo violento.

Solo nel momento in cui mangi i denti e la bocca possono esprimere la rabbia. Mastichi il cibo come se fosse un nemico. E ricorda: se un animale è arrabbiato, che farà? Ci sono solo due possibilità: non possiede armi, non ha la bomba atomica, che può fare? Esprimerà la sua violenza su di te con le unghie o con i denti.

Queste sono le armi naturali del corpo: unghie e denti. È molto difficile per te fare qualcosa con le unghie, perché la gente dirà: “Ma cosa sei, un animale?”. Quindi l’unica cosa che ti rimane per esprimere facilmente la rabbia e la violenza è la bocca… e anche quella non puoi usarla per mordere qualcuno. Ecco perché diciamo: “Un morso di pane, un morso di cibo, qualche morso”.

Mangi in modo violento, come se il cibo fosse il nemico. E ricorda che quando il cibo diventa un nemico non ti nutrirà veramente, anzi nutrirà tutto ciò che è malato in te. La gente che ha represso la rabbia mangia di più; continua ad accumulare nel corpo grasso inutile. E hai mai osservato che i grassi sorridono quasi sempre? Senza necessità, anche se non c’è un motivo, i grassi continuano a sorridere. Perché? Questo è il loro volto, la loro maschera: hanno tanta paura della loro rabbia e violenza che devono mantenere sempre un volto sorridente – e poi continuano a mangiare troppo.

Mangiare troppo è violenza, rabbia. E questa violenza poi invade ogni campo, ogni parte della tua vita.
Tutte le volte che assumi del cibo, ti arrabbi – guarda una persona mentre mangia. Guarda qualcuno mentre fa l’amore: la rabbia è penetrata a tale profondità che persino l’amore, un’attività del tutto opposta alla rabbia, persino quello è avvelenato; mangiare, un’attività del tutto neutra, anche quella è avvelenata. Allora basta che apri la porta e c’è rabbia, posi un libro sul tavolo e c’è rabbia, ti togli le scarpe e c’è rabbia, stringi la mano a qualcuno e c’è rabbia – perché ora sei rabbia personificata.

Attraverso la repressione, la mente diventa divisa. La parte che accetti diventa il conscio, e la parte che neghi diventa l’inconscio. Questa divisione non è naturale; accade a causa della repressione. Continui a gettare nell’inconscio tutta la spazzatura che la società rifiuta. Ricorda però che tutto ciò che getti lì dentro diventa sempre più una parte di te: finisce nelle mani, nelle ossa, nel sangue, nel battito del cuore. Ora gli psicologi sostengono che quasi l’ottanta per cento delle malattie sono causate dalle emozioni represse: molti collassi cardiaci accadono perché tanta rabbia, tanto odio sono stati repressi nel cuore che questo n’è rimasto avvelenato.

Come mai? Come mai l’uomo reprime tanto e si ammala? Perché la società t’insegna il controllo, non la trasformazione, e la strada della trasformazione è completamente diversa. Tanto per cominciare, non è affatto la strada del controllo, anzi è l’opposto.

Per prima cosa: nel controllare reprimi, nella trasformazione esprimi. Ma non occorre esprimere con qualcun altro, perché l’altro è irrilevante. La prossima volta che sei arrabbiato, fai di corsa il giro della casa per sette volte, e dopo siediti sotto un albero e guarda dov’è andata la rabbia. Non l’hai repressa, non l’hai controllata, non l’hai gettata su qualcun altro – se la getti su qualcun altro crei una reazione a catena, perché l’altro è sciocco quanto te, inconsapevole quanto te. Se la getti su un altro, e l’altro è un illuminato, non ci sarà alcun problema; ti aiuterà a esprimerla e a eliminarla attraverso una catarsi. Ma l’altro è ignorante quanto te – se gli butti addosso la tua rabbia, reagirà. Te ne butterà addosso ancora di più – è represso quanto te. Allora accade una reazione a catena: tu la getti su di lui, lui la ributta su di te, e diventate nemici.

Non buttarla addosso a un altro. È esattamente la stessa cosa di quando senti di voler vomitare: non vai a vomitare addosso a qualcuno. La rabbia dev’essere vomitata. Va’ in bagno e vomita! Ripulirà tutto il corpo – se reprimi il vomito, sarà una cosa pericolosa, mentre se vomiti ti sentirai fresco, alleggerito, sano. Qualcosa non andava nel cibo che avevi mangiato e il corpo l’ha rifiutato. Non costringerlo a rimanere dentro di te.

La rabbia è solo vomito mentale. Qualcosa non va in ciò che hai assorbito, e tutto il tuo essere psichico vuole buttarlo fuori, ma non occorre buttarlo addosso a qualcuno. Dato che la gente ha la tendenza a buttare la rabbia addosso agli altri, la società dice di controllarla.

Ma non c’è alcun bisogno di buttare la rabbia addosso a qualcuno. Puoi andare in bagno, puoi andare a fare una lunga passeggiata. Vuol dire solo che c’è un qualcosa dentro di te che ha bisogno di un’attività intensa, in modo da poter essere espresso ed eliminato. Vai a correre un po’ e sentirai che la rabbia scomparirà, oppure picchia un cuscino, lotta con il cuscino, mordilo, finché mani e denti sono rilassati. Con una catarsi di cinque minuti ti sentirai alleggerito; una volta che arrivi a comprendere questo fatto, non getterai più la rabbia su qualcuno, perché è una cosa assolutamente stupida.

Quindi la prima cosa da fare per la trasformazione è quella di esprimere la rabbia, senza tuttavia buttarla addosso a qualcuno, perché in questo modo non puoi esprimerla totalmente. Vorresti uccidere – ma non si può. Vorresti mordere – ma non si può. Puoi farlo però con un cuscino. Cuscino vuol dire ‘già illuminato’; il cuscino è illuminato, un buddha. Il cuscino non reagirà, non ti trascinerà in tribunale, non reagirà con ostilità; non farà nulla. Il cuscino sarà felice, e riderà di te.

La seconda cosa da ricordare: essere consapevoli. Per controllare, la consapevolezza non serve; puoi farlo in modo meccanico, come un robot. La rabbia arriva, ed esiste un meccanismo per cui immediatamente il tuo corpo diventa chiuso e limitato. Se riesci a osservare, il controllo non sarà più così semplice.

La società non t’insegna mai a osservare, perché quando qualcuno osserva, è del tutto aperto: è parte della consapevolezza. Sei aperto e reprimere qualcosa quando sei aperto sarà una contraddizione, e la cosa potrebbe emergere comunque. La società t’insegna come chiuderti, come collassare in te stesso. Non ti lascia nemmeno una finestrella da cui qualcosa possa uscire.

Ma ricorda: quando nulla può uscire, nulla può entrare. Se la rabbia non può uscire, sei chiuso. Se tocchi una bella roccia, non entrerà nulla; guardi un fiore, e non entra nulla: i tuoi occhi sono morti, chiusi. Baci una persona, e non entra nulla, perché sei chiuso. Vivi una vita insensibile.

La sensibilità cresce di pari passo con la consapevolezza. Con il controllo diventi opaco, morto. Questo fa parte del meccanismo di controllo: se sei opaco e morto, nulla potrà toccarti, come se il corpo fosse diventato una fortezza, una difesa. Niente potrà toccarti, né l’insulto né l’amore.

Ma per questo controllo paghi un prezzo molto elevato, ed è un prezzo che non è necessario pagare. Lo scopo della tua vita diventa solo questo: come controllarti, e poi morire! Lo sforzo di controllare prende tutta la tua energia, e poi muori.

La rabbia è bella, il sesso è bello. Ma anche le cose belle possono diventare orrende. Dipende tutto da te: se le condanni, diventano brutte; se le trasformi, diventano divine.

     Nessun controllo, nessuna espressione con altri, più consapevolezza – allora la consapevolezza si sposta dalla periferia al centro.

Osho, And the Flowers Showered # 3

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