giovedì 4 aprile 2019

QUANDO IL SOGNO È INFRANTO

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Qualsiasi cosa io abbia conseguito sembra persa in una nebbia, insieme ai miei fallimenti. Mi sento come fumo, ma attraverso il fumo nasce un’incredibile tristezza come una roccia tagliente coperta di velluto. Osho non riesco a sentire la fine di tutto ciò – o non c’è nessuna fine?


Molti dovrebbero sentirsi gelosi di te. Sapere che tutto ha fallito è l’inizio di un nuovo viaggio.

Sapere che “Qualsiasi cosa io abbia conseguito è persa”, è l’inizio di una nuova ricerca di qualcosa che non può essere persa.

Quando si è totalmente disillusi del mondo e dei suoi successi, solo allora si diventa spirituali.

Potresti non esserne ancora consapevole, ma qualcosa si sta muovendo, una nuova gioia sta sorgendo dietro il velo della tristezza – la gioia di una nuova ricerca, di una nuova avventura, di una nuova vita, di un nuovo modo di essere.

Non riesco a sentire la fine di tutto ciò – o non c’è nessuna fine?”

Esiste un inizio della mente, ed esiste una fine della mente, esiste un inizio dell’ego, ed esiste una fine dell’ego, ma non esiste un tuo inizio e non esiste una tua fine. E non esiste l’inizio del mistero dell’esistenza né la tua fine.

È un processo continuo. Misteri su misteri ti aspettano, da qui l’eccitazione e l’estasi.

Sentiti estatico per il fatto che nella vita non esiste fine, che quando hai raggiunto un picco, improvvisamente un altro comincia a sfidarti – un picco più alto, più arduo da scalare, più pericoloso da raggiungere, e quando hai raggiunto quest’altro picco, ce ne sarà un altro; picco dopo picco. È un eterno Himalaya di vita.

Prova a immaginare di essere arrivato a un punto, dopo il quale non c’è nient’altro. In quel caso sarai profondamente annoiato; la noia sarà il tuo unico destino! La vita non è noia, è una danza. La vita non è noia, è esultazione, è esuberanza.

Accadranno tante e tante cose, e tante e tante cose dovranno sempre ancora accadere. Il mistero non finisce mai, non può finire. Ecco perché è chiamato mistero, non può nemmeno essere conosciuto. Non diventerà mai sapere, per questo è chiamato mistero: qualcosa in esso resta eternamente elusivo. In questo c’è tutta la gioia della vita. Il grande splendore della vita è che ti tiene eternamente impegnato, alla ricerca, in esplorazione. La vita è esplorazione, la vita è avventura.

L’estasi è la tua vera natura; non essere estatici, è semplicemente non necessario. Essere estatici è naturale, spontaneo. Essere estatici non ha bisogno di sforzo. Per essere felici non c’è bisogno di sforzo, c’è bisogno di un grande sforzo per essere infelici.

Ecco perché sembri così stanco, perché l’infelicità è proprio un duro lavoro; conservarla è veramente difficile, perché stai facendo qualcosa contro natura. Stai andando controcorrente – ecco cos’è l’infelicità.

E cos’è la beatitudine? È fluire col fiume – in maniera tale che la distinzione fra te e il fiume è semplicemente persa. Tu sei il fiume. Come può essere difficile? Per fluire con il fiume non c’è bisogno di nuotare; basta galleggiare con il fiume e il fiume stesso ti porta all’oceano. Sta già andando verso l’oceano.

La vita è un fiume. Non spingerlo e non sarai infelice.

Osho, Il Libro della Saggezza (Ed. del Cigno)


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