I professionisti come me usano troppo la loro intelligenza,
tanto che tendono a vedere la vita solo sotto il profilo intellettuale, negando
tutti gli altri aspetti. In questo modo la vita diventa noiosa, e perde il suo
splendore.
Il problema non è che adoperi troppo l’intelligenza, ma che
non usi le emozioni. Nella nostra civiltà le emozioni non ricevono alcuna
considerazione, e così l’equilibrio si perde e si sviluppa una personalità
unilaterale. Quando si usano anche le emozioni, non c’è più questo squilibrio.
L’equilibrio tra emozione e intelletto deve essere mantenuto
nella giusta proporzione, altrimenti la personalità nel suo complesso diventa
malata. È come se usassi solo una gamba. Puoi farlo, ma non andrai da nessuna
parte; riuscirai solo a stancarti. Devi usare anche l’altra gamba. Emozione e
intelletto sono come due ali; se ne usi una sola, il risultato sarà
frustrazione. In quel caso non arriverai mai alla beatitudine che nasce
dall’usare entrambe le ali allo stesso tempo, in equilibrio e armonia.
Non aver paura di usare troppo l’intelletto. Soltanto se usi
l’intelligenza puoi arrivare in profondità; solo allora vengono stimolate le
tue potenzialità. Ma lavoro intellettuale non significa che stai usando
l’intelligenza. Il lavoro intellettuale rimane in superficie; non c’è sfida,
non viene toccato alcunché di profondo. In questo modo nasce la noia, perché il
lavoro così creato non dà alcuna gioia. La gioia nasce sempre quando la tua
individualità viene messa alla prova e sei costretto a rispondere alla sfida.
Quando vengono messe alla prova, intelligenza ed emozione creano la loro
beatitudine.
Una persona è schizofrenica se funziona solo con una parte
della sua personalità, mentre il resto è morto. In questo caso persino la parte
che viene adoperata non funzionerà al meglio, perché avrà troppo lavoro. La
personalità è un tutto complessivo, senza alcuna divisione. Anzi, la
personalità è un flusso d’energia. Quando l’energia viene usata in modo logico,
diventa intelligenza, e quando non viene usata in modo logico ma piuttosto in
modo emozionale, diventa cuore. Sono due cose diverse: è la stessa energia che
fluisce attraverso due canali diversi.
Quando non c’è cuore ma solo intelletto, non puoi mai
rilassarti. Rilassamento vuol dire che ora la stessa energia presente al tuo
interno sta operando attraverso un canale diverso. Rilassamento non vuol dire
affatto che non si lavora; vuol dire che si lavora in una dimensione diversa. A
quel punto la dimensione che era oberata di lavoro, può rilassarsi.
Una persona continuamente occupata in attività
intellettuali, non può mai rilassarsi. Non impiega la sua energia in un’altra
dimensione, quindi la sua mente continua a lavorare solo in una direzione,
senza alcun bisogno. Questo crea noia. I pensieri vanno e vengono, e poi ancora
altri pensieri; l’energia viene divisa e sprecata. Non puoi star bene; al
contrario sarai deluso e disgustato da questo fardello inutile. Ma non sono la
mente, o l’intelletto, ad averne la colpa. Dato che non è stata fornita una
dimensione alternativa, dato che non c’è un passaggio che porti a quest’altra
dimensione, l’energia dentro di te continua a girare come in un tondo.
L’energia non può mai essere stagnante. Energia vuol dire
ciò che non è stagnante, ciò che continua a fluire. Rilassamento non vuol dire
energia stagnante o addormentata; dal punto di vista scientifico, rilassamento
vuol dire che ora l’energia fluisce attraverso un altro canale, un’altra
dimensione – è entrata in un’altra stanza.
Ma per quanto la stanza sia diversa, se non è proprio
l’opposto della stanza in cui eri prima, non sarà possibile che la tua mente si
rilassi. Ad esempio, se lavori su un problema scientifico, ti puoi rilassare
leggendo un romanzo. Il lavoro è diverso: avere a che fare con un problema
scientifico vuol dire essere attivi – è una posizione molto maschile. Invece
leggere un romanzo vuol dire essere passivi, che è una posizione molto
femminile. Anche se stai usando la stessa mente, sarai rilassato, perché quello
che stai usando è l’estremo opposto della mente. Non stai risolvendo un
problema, non sei attivo; sei solo uno che riceve qualcosa, che è ricettivo. La
dimensione è la stessa tranne che ora l’estremo opposto, l’emozione, viene
messo in uso.
In modo simile, quando amiamo, l’intelletto non viene
affatto messo in gioco. Accade proprio l’opposto: entra in azione la parte
irrazionale della tua personalità. L’intelligenza dev’essere bilanciata
dall’amore e l’amore dall’intelligenza. Ma di solito non si trova questo
equilibrio da nessuna parte.
Se qualcuno è innamorato e inizia a trascurare tutte le sue
occupazioni intellettuali, anche allora si creerà noia. Persino l’amore può
diventare una tensione se diventa un affare di ventiquattr’ore al giorno.
Quando non c’è più sfida, non c’è più neanche gioia: il gioco si perde e
diventa solo lavoro. La stessa cosa accade con un intellettuale che trascura la
parte emozionale del suo essere.
Queste due parti, questi due poli, devono essere in
equilibrio; solo allora può nascere un essere umano, un individuo integrato.
Osho, The Great Challenge, # 5
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