venerdì 22 marzo 2019

NOI SIAMO IL MONDO

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Più entro nella meditazione e più mi sento responsabile per me stesso e per la situazione del mondo. Com'è possibile?

Più diventi te stesso, più ti senti responsabile per il mondo, perché ne stai diventando parte – non sei più separato.

Il tuo essere autenticamente te stesso è una tremenda responsabilità, ma non un fardello: è una gioia poter fare qualcosa per l’esistenza.
L’esistenza ha fatto tanto per te; non c’è modo di ripagarla in pieno. Tuttavia possiamo fare qualcosa. Sarà una cosa molto piccola paragonata a ciò che l’esistenza ha fatto per noi, ma servirà a mostrare la nostra gratitudine. Qui non si tratta di grande o di piccolo; il punto è che mettiamo in ciò che facciamo la nostra preghiera, la nostra gratitudine e totalità. Sì, accadrà: più diventerai te stesso, più inizierai a sentire responsabilità a cui prima non avevi mai pensato.

Mi viene in mente un episodio della vita di Mahavira, il più importante filosofo giainista… Stava andando da un villaggio all’altro con un discepolo molto vicino a lui, Goshalak. Questo è l’argomento di cui discutevano: Mahavira insisteva che il tuo sentire responsabilità verso l’esistenza mostra fino a che punto hai realizzato la tua realtà autentica. Quest'ultima non può essere vista dall’esterno, tuttavia è possibile vedere il tuo senso di responsabilità.

Camminando, passarono vicino a una piccola pianta. Goshalak, che era un logico, estirpò la pianta e la gettò da una parte. Era una piantina dalle radici molto piccole. Mahavira gli disse: “Questo è un comportamento irresponsabile. Eppure non puoi fare nulla che vada contro l’esistenza; puoi provarci, ma ciò che fai si ritorcerà contro di te”.

Goshalak rispose: “Cosa può farmi l’esistenza? Ho estirpato la pianta e l’esistenza non può riportarla in vita”.

Mahavira rise. Andarono insieme in città per mendicare del cibo. Dopo aver ricevuto un po’ di cibo stavano tornando, quando ricevettero una sorpresa: la pianta era di nuovo piantata per terra. Mentre loro erano in città, aveva iniziato a piovere e le radici della pianta, con l’aiuto della pioggia, ritornarono nella terra. Erano radici piccole, era una giornata ventosa, e il vento aiutò la pianta a rimettersi diritta. Quando ripassarono di là, la pianta era di nuovo nella sua posizione normale. Mahavira affermò: “Guarda quella pianta. Te l’avevo detto che non puoi fare nulla contro l’esistenza. Puoi provarci, ma ciò che fai si ritorce su di te, perché può solo isolarti da essa, non portarti più vicino.

Guarda questa pianta. Nessuno avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe successo, e cioè che pioggia e vento insieme avrebbero rimesso a posto la pianticina, radicandola di nuovo nella terra. Vivrà la sua vita. A noi sembra solo una piantina, ma in effetti è parte di un vasto universo, di un’esistenza sconfinata, del potere più grande che ci sia”. E poi Mahavira aggiunse: “Da questo punto in poi i nostri sentieri si separano. Non posso permettere che viva con me qualcuno che è contro l’esistenza e non prova alcun senso di responsabilità”.

Tutta la filosofia di non violenza di Mahavira può essere meglio definita come filosofia di rispetto per l’esistenza. La non violenza ne è solo una parte.

Continuerà ad accadere così: più trovi te stesso, più ti scopri responsabile per tante cose di cui non ti eri mai preoccupato.

Lascia che questo sia il criterio: più ti scopri responsabile per le persone, le cose, l’esistenza, più puoi essere sicuro di essere sulla strada giusta.

Osho, Beyond Psychology, #2


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