Abbiamo intervistato Mauro Rango, fondatore del Movimento Ippocrateorg (ippocrateorg.org).

Ormai è chiaro che il COVID sia una malattia curabile. Chi fa finta di niente è complice di questo sistema criminale.

Mauro Rango è un professionista serio e competente che conosce molto bene la situazione in Italia.

Quello che il Movimento Ippocrateorg vuole è di salvare vite umane. Sembra paradossale che gli alti esponenti del governo lo ignorino, ostinandosi a scegliere l’unica soluzione sbagliata.

Siamo inoltre felici di apprendere che la Lega abbia ascoltato questi professionisti e che almeno una parte di essa conservi un certo spirito di solidarietà sociale.

Preghiamo che questo spirito di solidarietà si diffonda in tutto il Partito cosicché, unito, possa supportare tale iniziativa.

Leggete fino in fondo quest’intervista. Perché è un pezzo di verità in un mosaico di menzogne.

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Vuole presentarsi al nostro pubblico? Chi è e che cosa fa?

Sono Mauro Rango, laureato in scienze politiche e diritti umani e mi occupo di diritto alla salute da circa vent’anni. Vivo a Rodriguez, un’isola della Repubblica di Mauritius. 

All’inizio di maggio dell’anno scorso, ho fondato il Movimento Ippocrateorg, che raccoglie non solo medici, ma anche altre professionalità un po’ in tutto il mondo.

In questo recente periodo ci stiamo concentrando sull’assistenza a distanza dei pazienti affetti da COVID.

In particolare, sosteniamo quelli che non riescono a stabilire un contatto con i loro medici di base o con le USCA e che, di conseguenza, si sentono abbandonati a casa.

Quanto sono importanti le cure domiciliari per il contrasto al COVID? Non è un fallimento dello Stato che le persone finiscano in terapia intensiva?

Le terapie domiciliari precoci, ovvero quelle somministrate almeno entro il quinto giorno dall’inizio dei sintomi, sono fondamentali.

Già cinquant’anni fa si sapeva come trattare un’infiammazione e bloccare la cascata citochinica quando c’è una polmonite interstiziale da microplasma pneumoniae, e anche adesso si sa come farlo. Purtroppo, però, non viene più fatto.

Il paziente viene lasciato a casa con Tachipirina e vigile attesa. Lasciare una persona a casa con un’infezione, soltanto con la Tachipirina, è proprio il peggior suggerimento che si possa dare a un malato di COVID. 

Ricordo che il paracetamolo non è un antinfiammatorio. Anzi, contrasta l’azione del glutatione che è un antiossidante naturale prodotto dall’organismo e può essere d’aiuto nel processo antivirale.

Il paracetamolo ha la sola funzione di nascondere la febbre, quindi non ci dà neanche la sensazione del progredire della malattia. 

Invece, nel momento in cui la malattia COVID viene curata per tempo, si guarisce. Sempre.

Possiamo tranquillamente dire sempre, perché ad oggi abbiamo trattato circa 12.000 casi e, su 12.000 casi, abbiamo avuto solo 5 decessi.

Tutti e 5 i decessi hanno riguardato persone gravate da patologie pregresse importanti e che si sono rivolte a noi dopo il sesto giorno dall’insorgenza dei sintomi.

Cosa significa questo? Che se consideriamo le persone arrivate entro il sesto giorno dall’insorgenza dei sintomi, su 12.000 persone non è morto nessuno.

Il 5 marzo 2021, conseguenza di una Sentenza del TAR, i Protocolli del Ministero che riguardano le linee guida che i medici di base dovevano seguire sono stati sospesi. Come mai continuano ad applicarli se sono stati sospesi?

Ci sono state due Sentenze: una del TAR e poi un’Ordinanza del Consiglio di Stato.

Il Consiglio di Stato, praticamente, non ha fatto altro che affermare che l’AIFA non può bloccare l’utilizzo dell’Idrossiclorochina e che non può impedire ai medici di usare questo farmaco.

Infatti, l’AIFA aveva emanato una circolare con cui vietava l’utilizzo dell’Idrossiclorochina.

Nessun organismo statale può andare contro la Legge.

La Legge prevede che il medico può ordinare qualsiasi farmaco lui voglia, sotto sua diretta responsabilità, per qualsiasi patologia.

Difatti noi, anche prima dell’Ordinanza del Consiglio di Stato, abbiamo utilizzato l’Idrossiclorochina.

La Sentenza del TAR in realtà non determina, per lo Stato, l’obbligo di cambiare le sue linee guida e quindi, a tutt’oggi, dà ancora come Protocollo “Tachipirina e vigile attesa”.

Adesso  Remuzzi, dell’Istituto Mario Negri, nell’elaborazione di un nuovo Protocollo sostiene  l’opportunità di sostituire la Tachipirina con l’Aulin.

Insomma, la montagna che ha partorito il topolino. Meglio l’Aulin che la Tachipirina, certo! Ma non basta! Le giuste terapie prevedono ben altro. Le cure devono essere ben articolate.

Se esistono le cure e se si abilitano i medici a effettuarle, che senso ha spingere per l’obbligatorietà del vaccino? Si è fatto un’idea? Non sarebbe meglio dire: “chi lo vuol fare lo faccia … e chi non vuole non lo faccia?

Noi, come Movimento Ippocrateorg, non ci occupiamo di prevenzione. Siamo focalizzati sulla cura.

Allora, la prima domanda che invece vorrei porre io, ai Responsabili del nostro Governo, è la seguente:

“Perché non ci si prodiga nell’orientare una cura appropriata? Perché le persone vengono lasciate a casa per giorni e successivamente ospedalizzate e intubate con un alto rischio di decesso?” 

Sono morte 100.000 persone in Italia, alle quali non sono state date le opportune terapie.

Inoltre, posso aggiungere che, se tutte le persone fossero state curate o venissero curate adesso con terapie precoci domiciliari, il lockdown potrebbe essere limitato esclusivamente alle persone ammalate, evitando così il grave danno che si sta perpetrando nel tessuto economico e sociale del Paese.

Se le persone, poi, comprendessero che con cinque giorni di terapia si guarisce sempre, scomparirebbe la paura e non ci sarebbe più questa corsa affannosa al vaccino come unica risorsa.

Questo è il passaggio logico, nel senso che io non sono né pro né contro il vaccino, dico solo che non si è fatto il passaggio intermedio: curare le persone colpite da una malattia da cui si guarisce, in base alla nostra esperienza, assolutamente sempre.  

Per la prima volta nella storia della scienza e della medicina abbiamo assistito a un fenomeno paradossale: una persona affetta da una malattia infiammatoria (perché è di questo tipo la malattia indotta dal COVID) non viene curata immediatamente, ma si consente all’infiammazione di progredire.

E’ come se una persona si ferisse a una gamba con un ferro infetto e la ferita venisse trascurata, nonostante sia evidente che l’infezione stia progredendo.

Gestire tale situazione con una semplice Tachipirina per attenuare il dolore non determinerebbe certamente la guarigione dall’infezione, sarebbe invece necessario somministrare i farmaci appropriati per bloccarla.

E quindi si aspetta finché non sopraggiunge una cancrena.

Questo è un fatto assolutamente nuovo, assolutamente paradossale a cui si assiste in tutto il mondo Occidentale. Non solo da noi, ma anche in tutti i Paesi governati dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, come il Sud America.

Invece, questo non accade in tanti Paesi dell’Africa, non accade nelle Mauritius dove io vivo.

Quando è arrivato il virus il Primo Ministro è andato in televisione a sostenere le terapie precoci domiciliari con Azitromicina, Idrossiclorochina e, nei casi più gravi, con la somministrazione del plasma in Ospedale. 

Quando in Africa arrivò la prima ondata, perché adesso stiamo subendo una seconda ondata, dopo le vaccinazioni, il totale dei decessi è stato di  10 persone, su una popolazione di un milione e mezzo di abitanti.

Siamo in Africa. Questo vuol dire che i sistemi di diffusione dell’informazione non sono paragonabili a quelli tipici di un Paese Occidentale e la gente è molto meno informata.

Quindi, la malattia è stata trattata domiciliarmente, provocando solo 10 decessi.

Anche in India i pazienti vengono trattati con protocolli domiciliari: l’India ha una mortalità pari a un quinto di quella italiana, con una densità di popolazione nettamente superiore.

Anche il Madagascar adotta protocolli di terapia domiciliare;  potrei continuare ad argomentare su questo. 

Qui voglio solo sottolineare che ci sono Paesi dove si continua a svolgere la professione medica, secondo scienza e coscienza. E poi ci sono Paesi che hanno rinunciato a tale professione.

I medici di base, pur avendo studiato all’Università, pur avendo conseguito un Diploma di Laurea, pur avendo un’esperienza clinica, restano a casa attenendosi alle linee guida emanate dall’alto, nonostante sappiano di fare, in molti casi, ciò che non andrebbe fatto.

Grazie ad Associazioni come la sua si è capito che il COVID è una malattia curabile. Se le Istituzioni recepissero finalmente il messaggio che state mandando — e sembra che ci siano degli spiragli di comunicazione con tali Istituzioni — e si cominciasse a curare i pazienti, ognuno secondo la sua anamnesi, invece di omologare tutti a un solo Protocollo, avrebbe ancora senso parlare di emergenza?

Noi di Ippocrateorg, oltre all’attività che consiste nel salvare le persone da questa malattia (ma anche altre attività che svolgiamo nella prevenzione, studio e ricerca, non solo in Italia, ma anche all’estero), ci siamo sempre mossi nel contattare sia i giornali, sia le Istituzioni in varie forme (lettere, conferenze stampa, coinvolgimenti anche a livello personale) e, nonostante ciò, non si è mai aperto uno spiraglio.

Abbiamo anche diffuso un manuale, “Guarire il Covid-19 a casa”, per illustrare la nostra terapia domiciliare personalizzata, un manuale destinato ai medici ma anche alle persone comuni che vogliono saperne di più.

È in vendita su Amazon e con i proventi finanziamo il nostro Movimento.

L’unico Partito che sembra sensibile a questo è la Lega.

Recentemente, infatti, Ippocrateorg eTerapie Domiciliari — i due gruppi sostanzialmente operativi  (oltre al gruppo Medici FVG e al gruppo “Medici per la Libertà”) — hanno partecipato con due rappresentanti a una Conferenza Stampa in Senato, promossa dalla Lega, durante la quale hanno portato la loro testimonianza sull’efficacia delle terapie domiciliari, chiedendo che le stesse possano essere ufficializzate su tutto il territorio nazionale. 

La Lega adesso sta spingendo perché nelle Regioni a governo centro-destra possano passare queste terapie, nonostante il blocco a livello centrale. 

La Lega è al governo e potrebbe rendersi promotrice di  un “discorso governativo” e invece, in realtà, sta operando a livello regionale nel tentativo di far passare nuove linee guida nei territori in cui governa il centro-destra.

Attualmente sono i soli che si stanno interessando a questo diverso approccio alla malattia. Il proposito è dichiarato, ma ad oggi non c’è stato ancora niente di concreto.

Noi siamo un gruppo apartitico, siamo un gruppo che non guarda a credi religiosi o altro,  per cui ognuno è libero di pensarla come vuole. A noi interessa soltanto salvare le vite umane.

https://www.mittdolcino.com/2021/04/09/intervista-esclusiva-a-mauro-rango-il-fondatore-di-ippocrateorg-se-la-covid-e-curabile-perche-in-italia-lasciamo-morire-le-persone/