venerdì 30 aprile 2021

IL SEMI-DIGIUNO FRUTTARIANO VALE ALMENO QUANTO IL DIGIUNO SECCO

 


LETTERA

Caro Valdo, grazie della tua ultima pubblicazione su Miclavez che conosco, sopratutto per aver insieme seguito, anche dal lato pratico, il discorso su signoraggio e moneta. Mi sono chiesta, a proposito del digiuno che Antonio ha fatto, perché sottoporsi a questo tipo di esperienza avendo a disposizione i percorsi molto meno traumatici ?

Mi permetto di passarti delle info che si trovano solamente in polacco e che quindi, suppongo, non potrai conoscere. Tutto è legato al processo di autofagia che avviene durante il digiuno e che il giapponese Yoshinori Ohsumi, Nobel 2016, ha divulgato.
La buona notizia è che una dottoressa polacca, Ewa Daebrowska ( ora in pensione ) aveva osservato questo processo per oltre 30 anni nei suoi pazienti, curandoli, appunto, con il digiuno. Un digiuno NON PIENO, cioè non basato sulla totale astensione dai cibi, bensì un semi-digiuno vegetale, che comunque scatena il processo di cui sopra.

I numerosissimi pazienti della dottoressa, trattati solamente con questo semi-digiuno, pienamente dimostrano che il corpo umano ha la capacità di auto-purificarsi e rigenerare le cellule danneggiate.
Infatti ciò che possiamo introdurre, in base alla elaborazione pratica fatta dalla dottoressa a cominciare dai primi anni 80 del 900, è letto dall’organismo come mancanza di nutrizione e quindi come il digiuno pieno !

Il cibo proposto da Ewa Dæbrowska è praticamente privo di grassi, zuccheri, amidi, proteine e calorie. Così l’organismo, credendo di non ricevere il nutrimento, comincia a “mangiare se stesso”. Inizia a farlo “nutrendosi“ di tutto ciò che gli è inutile, cioè di tutti gli scarti, che trasforma in energia necessaria per vivere. E mentre fa ciò, proprio attraverso la dieta-digiuno della dottoressa, viene comunque riempito di fibre, vitamine, sali minerali, enzimi, clorofilla, polifenoli cose che le altre diete-digiuno non prevedono, condannando, in più, il digiunante alla sofferenza inutile. Ci sono moltissimi video sull’argomento, ma tutti solamente in polacco.

In Itala si avvicina a questo tipo di trattamento Valter Longo, ma lo fa molto parzialmente e molto timidamente. Se si vuole vedere, verso la fine del filmato:


 

Valter Longo pronuncia una frase molto significativa: ( min. 52: 15 ca ) : ” La cellula tumorale odia l’ambiente scarso di glucosio, con un basso contenuto di sostanze nutritive ( … ) , dirò di più: anche senza la chemioterapia potrebbe morire ( la cellula cancerosa ) in tali condizioni e come minimo ( il digiuno ) rallenta in modo significativo la sua crescita. Il digiuno funziona anche senza la chemioterapia. Anche senza la chemioterapia, il digiuno è un incubo per le cellule tumorali “.

Caro Valdo, se vuole le posso a lista di verdure di cui nutrirsi durante il digiuno, aggiungendo anche altri particolari e le testimonianze di guarigione di persone condannate dalla medicina-truffa e guarite in base al processo che – come dice Ewa Daebrowska, “rispolvera” e ripristina, durante questo reset, tutti i parametri del DNA, secondo le leggi della Natura. Cordiali saluti.
Katerina


RISPOSTA

SI TROVANO IMPORTANTI ESPERIENZE IGIENISTICHE-NATURALI DOVUNQUE, ANCHE IN POLONIA ED IN GIAPPONE

Grazie per l’ottimo intervento e le pertinenti osservazioni. Non conosco la Ewa Daebrowska e trovo le sue affermazioni compatibili e pertinenti. Il pensiero più nobile e aulico non è di pertinenza esclusiva di nessun paese. basti pensare alla Bulgaria, terra originaria di Omram Michael Aivanhov (1900-1986) e del suo maestro Peter Deunov (1864-1944). Leggerei ben volentieri una traduzione del testo Daebrowska. Premetto di rispettare la cultura polacca. Ho anche avuto il piacere di aver ospitato durante una mia conferenza a Carpi un paio di studentesse arrivate dalla Polonia, capaci di esprimersi con qualche parola di italiano e di inglese. Mi hanno fatto un’ottima impressione.

LA SCUOLA IGIENISTICA-NATURALE AMERICANA HA SVISCERATO PER DECENNI OGNI DETTAGLIO

Tuttavia lasciami dire che quanto la Ewa dice -per quanto corretto e interessante possa essere- non aggiunge e non cambia una virgola alle ben note esperienze e nozioni espresse dalla Scuola Igienistica Americana con le sue migliaia di medici alternativi, e in particolare dalla Scuola di San Antonio-Texas diretta dal grande Herbert Shelton. Il concetto della autofagia o della cannibalizzazione delle sovra-crescite interne, e di quanto esiste di inutile e di non essenziale nel corpo, è anzi un punto focale affrontato da Shelton. Egli, pur avendo condotto con successo oltre 60 mila digiuni ad acqua distillata, non era un fanatico del digiuno ma lo intendeva correttamente non tanto come cura, parola che odiava, ma piuttosto come accelerata depurativa.

HO L’OBBLIGO MORALE DI TRASMETTERE AL PUBBLICO LE MIE CONOSCENZE

Ho la fortuna sfacciata e il privilegio di essere l’unico italiano e uno dei pochi al mondo ad aver dialogato tranquillamente giorni e giorni a Baltimora col grande Alec Burton, presidente della Associazione Mondiale dei Medici-Igienisti, allievo diretto di Shelton, nonché con Ralph Cinque, altra colonna portante di tale scuola, per cui so di cosa sto parlando. Ho scartabellato pubblicazioni, dispense, anni e anni di riviste come the Health Science, e sono in possesso della biblioteca igienistica probabilmente tra le più vaste d’Italia, sia in italiano che in inglese. Libri non da collezione o da eleganza. Libri non eleganti e da esposizione, libri dalle pagine lette, rilette, sottolineate e appuntate.

ITALIA PREDA DELLA SOTTO-CULTURA MEDICA

L’estensione e il potenziale culturale della scuola Igienista-Naturale Americana è stato purtroppo bloccato e soffocato legalmente da David Rockefeller e dal rapporto Flexner nel 1909, impedendo al mondo intero di usufruire appieno di tali preziose esperienze. L’Italia in particolare è stata per un intero secolo a secco in fatto di libera cultura salutistica, rimanendo preda totale della medicina ufficiale-convenzionale, vale a dire di una tecnica operativa ed invasiva, imposta per legge dello stato, che tra l’altro nulla a che fare ha con la salute.

MANTENGO UNA OTTIMA OPINIONE SU SERGEJ FILONOV

In ambito igienistico, e anche nelle varie scuole di Medicina Naturale, sia il concetto di riduzione calorica che quello di semi-digiuno, sono un fatto acquisito da lungo tempo. Lo stesso Sergej Filonov, pur riconosciuto come inventore o promulgatore del Digiuno Secco, è a conoscenza di questi metodi e li pratica anche. Dimostra pure una profonda familiarità coi vari autori russi che lo hanno preceduto. La cultura russa è a mio avviso un pianeta tutto da scoprire. A volte ricorre anche al metodo idrico sheltoniano. Ovvio che pure lui dimostra notevoli lacune e incoerenze. La prima cosa che ha fatto quando è arrivato all’Hotel Olimpia di Imola, ha addentato disinvoltamente un panino al prosciutto dal piccolo buffet del bar, scandalizzando più di qualcuno. Non l’ho demonizzato per questo. Vivere in Siberia probabilmente non facilita una forte coerenza vegana.

NON SONO PER NIENTE UN DIGIUNISTA A TUTTI I COSTI

Tornando al digiuno in generale, intendo dire che, se da un lato è verissimo come dici che non serve sempre e non serve necessariamente ricorrere a metodi drastici come un digiuno prolungato, è altrettanto vero che, usando intelligenza e buon senso, si ottengono risultati eccellenti pure con esso, in termini di scorciatoia depurativa. Il digiuno insomma non è un dogma, non è strettamente indispensabile e non è per tutti. Va anche giudicato caso per caso, nei modi e nei tempi.

SO DI NON SAPERE, MA NON SOTTOVALUTO LE MIE PERSONALI ESPERIENZE

C’è sempre modo e spazio di imparare dagli altri, e quindi anche da Ewa Daebroswska e da Yoshinori Oshumi. Ricordati però che niente vale quanto il nocciolo interiore di convinzioni messe assieme nel tempo. Ho la sensazione che la tua conoscenza sulle mie esperienze personali sia un po’ frammentaria. Forse la colpa è mia nel senso che non mi va di sbandierare meriti e qualità che verrebbero confusi per presunzione ed arroganza. Tuttavia, quanto so e pratico non è frutto di posizioni teoriche apprese da terzi e in particolare da maestri di indubbio valore, inclusi gli igienisti che sono i più vicini alla mia impostazione, ma bensì da 70 anni di coerenza fruttariana-vegetariana-vegana priva di alti e bassi, in continua lotta e sotto continuo assedio, cosa che, ti assicuro, non è molto comune. Sono molto legato alle Leggi della Natura e combatto in continuazione per non sviare da tale percorso. Per il resto rimango permeabile alle buone idee altrui, pur difendendo a spada tratta i principi basilari acquisiti faticosamente ed entusiasticamente negli anni. Rimango in ogni caso del partito di chi sa di non sapere.

MICLAVEZ È UN LEADER OLTRE CHE UN APRIPISTA NATO, UNO CHE AMA PRENDERE RISCHI E ASSUMERSI RESPONSABILITÀ

Il fatto che Antonio Miclavez sia andato di persona in Siberia non mi pare affatto una scelta sbagliata o avventuristica, ma una scelta che riflette il carattere del soggetto. Lo valuto come un atto di coraggio, un voler verificare il metodo e un mettersi nel contempo alla prova. Io stesso non mi ritengo un digiunista né tantomeno uno che fa ricorso sistematico a digiuni importanti, anche perché penso di avere un corpo dove l’auto-depurazione normale e fisiologica è garantita dalle mie scelte cibarie e comportamentali tutto sommato virtuose, o almeno ritenute tali. Ti posso dire che un digiuno secco intermittente di 1-2 giorni, di tanto in tanto e senza particolari programmazioni, lo trovo piacevole, utile, capace di ridare appetito, e privo di effetti collaterali.

NULLA AL MONDO DISINTOSSICA MEGLIO DELLA FRUTTA ACQUOSA

Resto anche dell’opinione che la frutta acquosa, anche la più agra e apparentemente acida come limone-arancia-pompelmo, è il miglior rimedio per disciogliere, dissolvere, disincrostare ed eliminare tutto ciò che vi è di tossico nell’organismo. La cura di frutta fresca rimane il più naturale ed efficace depurativo del sangue, un regolatore di prim’ordine di tutto l’apparato digestivo. Di norma, chi ricorre alla frutta e all’energia vitale che da essa scaturisce, non ha bisogno di fare alcun digiuno. In ogni caso, è sempre il corpo con le sue caratteristiche auto-guaritive, e col suo costante orientamento verso la salute, a condurre la danza.

Valdo Vaccaro

https://www.valdovaccaro.com/il-semi-digiuno-fruttariano-vale-almeno-quanto-il-digiuno-secco/ 

giovedì 29 aprile 2021

L’asse tra l’Italia e Cina è la chiave dell’operazione terroristica del coronavirus?


di Cesare Sacchetti

Si è già avuto modo di vedere precedentemente come la crisi del coronavirus non fosse affatto un evento inaspettato.

I piani alti del sistema stavano già da tempo pensando, o meglio preparando, una crisi pandemica e l’esempio più recente ed esplicativo viene dalla celebre esercitazione “Evento 201” finanziata da Bill Gates nell’ottobre del 2019.

Evento 201 sostanzialmente descrive tutto quello che accadrà successivamente quando secondo la versione ufficiale, si diffonde nel mondo un nuovo virus, risultato di una misteriosa mutazione da animale a uomo.

È esattamente quanto le istituzioni sanitarie internazionali sostengono riguardo al coronavirus che secondo la narrativa dominante sarebbe il risultato di una mutazione da pipistrello a uomo che ancora non è stata minimamente provata.

La Cina ha certamente avuto il ruolo primario nell’inizio di questa operazione terroristica ma c’è da considerare il ruolo di un altro Paese che potrebbe essere stato altrettanto decisivo, ovvero l’Italia.

Sembra esserci un filo rosso che lega Italia e Cina nella gestione e nell’inizio della crisi da coronavirus.


Se si segue infatti il corso degli eventi recenti si ha la vivida impressione che questi due Paesi abbiano agito di concerto per far apparire il Covid come un agente patogeno estremamente letale, quando i dati ufficiali dicono piuttosto che si tratta di un virus influenzale.

Per comprendere meglio ciò che accomuna Italia e Cina in questa operazione occorre andare ad analizzare un evento del tutto trascurato dai media e che invece potrebbe essere l’intera chiave di volta di questa storia.

L’evento in questione riguarda la visita dell’allora presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, alla sede di Avellino della Technogenetics avvenuta il 16 ottobre del 2019 e segnalata dal profilo “Game Over” su Twitter.

La Technogenetics è una importante azienda leader nel settore della diagnostica. Sostanzialmente si occupa di produrre test sanitari in grado di stabilire la positività o negatività a determinate patologie.

Questa azienda però non è più italiana dal 2015 quando fu rilevata dal colosso cinese KHB Shangai. La KHB Shangai è controllata a sua volta da un’altra società, chiamata Gree Real Estate Co, Ltd. La Gree appartiene alla SASAC, acronimo che identifica la commissione di amministrazione e supervisione del consiglio di Stato per le società a partecipazione statale che non è altro che l’ente che controlla le società statali cinesi.

La Technogenetics quindi è passata direttamente nelle mani della dittatura comunista cinese. È importante ricordare questa azienda perché assumerà un ruolo chiave nei mesi successivi quando appunto inizierà l’operazione coronavirus.

Sarà infatti la Technogenetics a predisporre il 12 gennaio 2020 il test PCR del tampone che verrà poi usato a Wuhan, e successivamente in Italia e in Europa.


Il test PCR si è rilevato e si rileva tuttora semplicemente fondamentale per mantenere in piedi la pandemia artificiale.

Questo test, come è stato già riscontrato in diverse occasioni, ha una scarsissima attendibilità tale da produrre fino al 90% di falsi positivi come ha riconosciuto lo stesso New York Times.

In Italia il caso più eclatante, a questo proposito, viene dai diciassette sanitari dell’ospedale di Nuoro San Francesco, risultati positivi al Covid con il tampone fino a quando il test sierologico ha dimostrato incontrovertibilmente che queste diciassette persone non hanno mai avuto alcun contatto con il virus.

Il tampone dunque crea una epidemia che di fatto non esiste e i vari governi mondiali continuano ad utilizzarlo fraudolentemente nonostante le prove della sua inattendibilità siano ormai lampanti.

Quel giorno Conte si reca in visita “casualmente” ad una azienda che sarà uno dei protagonisti indiscussi della crisi del Covid.

Lo stesso governo Conte, attraverso l’allora commissario all’emergenza Arcuri, commissionerà nell’ottobre 2020 l’acquisto di test rapidi Covid proprio alla Technogenetics.

La visita di Conte alla sede di questa società che ha avuto e ha un ruolo strategico nella cosiddetta “crisi pandemica” appare dunque una inquietante coincidenza ma a colpire è anche l’atmosfera che sembra trasparire dalle foto dell’evento.

Se si guarda infatti ad una di queste, si vede Conte lanciare sguardi d’intesa piuttosto affiatati con l’amministratore della società, Salvatore Cincotti.


In un’altra foto ancora, si vede l’ex premier impegnato a reggere il microfono allo stesso Cincotti.


La sensazione è quella che ci fosse un’atmosfera di estrema convivialità, come se tutti in qualche modo sapessero il vero senso della visita di Conte alla Technogenetics quel giorno.

Le coincidenze comunque non si fermano qui. Nella stessa giornata, appare il governatore sceriffo della Campania De Luca, un altro protagonista fisso della crisi terroristica del coronavirus.

De Luca è l’uomo che è arrivato a definire “bestie” coloro che non portano la mascherina tanto da arrivare a chiedere di mettere “alla gogna pubblica” queste persone.

Si può tranquillamente pensare che tutto questo sia il risultato di una serie di incredibili coincidenze che ha portato per delle circostanze stranissime i protagonisti dei mesi successivi a incontrarsi nello stesso posto e nella stessa sede di una società di proprietà cinese che sarà guarda caso proprio quella che produrrà i controversi tamponi nei mesi successivi.

Le coincidenze, ad ogni modo, non sono finite. Continuano il mese successivo e in questa storia è importante tenere bene a mente le date per vedere che gli eventi descritti non sembrano essere affatto il risultato del caso.

Dopo la visita di Conte presso la sede della Technogenetics ha infatti luogo un altro evento del tutto irrituale.

La Cina ha chiamato Grillo per avvisarlo di quello che stava per accadere?

Il 22 novembre del 2019, l’ambasciatore della Cina in Italia, Li Junhua, convoca Beppe Grillo, leader del M5S, presso l’ambasciata cinese.

All’epoca un imbarazzato e goffo ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, provò a giustificare questa anomala situazione come la visita di un “privato cittadino” presso la massima rappresentanza diplomatica cinese.

Beppe Grillo però non è proprio l’esatto ritratto del normale “cittadino privato”. Grillo era allora il leader del M5S, partito dello stesso Luigi Di Maio, che ha in Parlamento il numero più alto di seggi.

Se il capo di una missione diplomatica straniera convoca Grillo nella sua sede non è certo un evento che può interessare la sfera privata del solo Grillo, ma piuttosto riguarda gli interessi stessi del Paese.

Il M5S comunque stava già tessendo una tela di rapporti con la dittatura comunista cinese già nel 2013 ed è alquanto probabile che l’ambasciatore Li Junhua abbia convocato Grillo proprio perché il M5S nel corso degli anni può aver sviluppato il ruolo di interlocutore privilegiato di Pechino.

Il movimento grillino infatti sembra essere telecomandato da diversi poteri sovranazionali e la Cina è certamente uno di questi.

Prima ancora della tela di rapporti con il partito comunista cinese, Grillo aveva già sviluppato contatti con l’ambasciata americana che lo invitò a via Veneto nel 2008, all’epoca dell’amministrazione Obama.

L’ambasciatore americano dell’epoca, Roland Spogli, consegnò un dettagliato rapporto al dipartimento di Stato USA nel quale descriveva Grillo come “interlocutore credibile” il M5S come valida alternativa per la politica italiana.

Si era dunque già consumata una pesante ingerenza da parte dello Stato profondo di Washington nell’agone politico italiano, e questo lascia pensare che il potere delle grandi lobby anglosassoni voleva essere sicuro di controllare quella che già all’epoca aveva tutte le caratteristiche di una opposizione controllata dal sistema stesso.

Il M5S infatti non ha mai messo nella sua agenda politica gli argomenti temuti dal sistema che riguardano l’influenza del grande potere mondialista e la difesa della sovranità degli Stati nazionali.

Non poteva per la semplice ragione che entrambi i fondatori del movimento, Grillo e Gianroberto Casaleggio, erano espressione di quel potere.

Quella che comunque può sembrare una contraddizione apparente che vede il M5S vicino al potere anglosassone e allo stesso tempo alla Cina in realtà non lo è affatto.

È stata proprio la finanza anglosassone e lo stato profondo di Washington a creare il mostro mercantilista cinese.

È stato solo l’avvento di Trump alla Casa Bianca a separare gli USA dal mondialismo e inevitabilmente dal motore economico della globalizzazione, ovvero la Cina comunista.

Quando Grillo viene convocato dalla Cina, l’Italia era già diventata suo malgrado un satellite economico della stessa Cina.

L’Italia infatti a marzo del 2019 è stato il primo ed unico Paese europeo ad aderire all’accordo della via della Seta, la cosiddetta BRI (Belt and Road Initiative) che è un progetto pensato per la realizzazione di grandi opere necessarie per collegare la Cina all’Asia e all’Europa e costruire così dei canali privilegiati per l’esportazione delle merci cinesi.

La BRI finanzia i Paesi aderenti attraverso prestiti per realizzare infrastrutture chiave, quali porti e aeroporti.

Spesso però gli aderenti si ritrovano impossibilitati a ripagare gli esorbitanti crediti e la Cina a compensazione assorbe quelle stesse infrastrutture dando vita ad una micidiale colonizzazione economica che le consente di avere il controllo assoluto dei Paesi firmatari che si ritrovano invischiati in una vera e propria trappola del debito.

A distanza di un anno dall’accordo, non sembra essere un caso che la Cina infatti abbia acquisito il porto di Taranto. La Cina, in altre parole, si è servita dell’Italia come cavallo di Troia per entrare in Europa e avere così il controllo di un Paese, l’Italia, strategico per ler rotte commerciali navali del Mediterraneo.

E l’uomo che ha consegnato le chiavi dell’Italia e dell’Europa alla Cina è stato proprio Giuseppe Conte, vicino anche lui al M5S.

Il M5S in quest’ottica sembra dunque aver assunto un ruolo fondamentale per favorire il piano di espansione economica della Cina.

Il governo gialloverde all’inizio della sua avventura sembrava più vicino all’amministrazione Trump e avrebbe dovuto avere lo scopo di fare da contrappeso all’asse franco-tedesco e opporsi al gigante cinese.

L’accordo della via della Seta e la caduta del governo decisa dallo stesso Salvini hanno dimostrato che il governo Lega-M5S non è stato altro che un enorme bluff.

La Lega infatti non ha fatto nulla per opporsi all’accordo probabilmente vista anche la presenza di uomini della Cina nel suo partito, quali Michele Geraci sottosegretario allo Sviluppo Economico proprio nel governo gialloverde.

Il Carroccio in sostanza non è mai stato nemmeno realmente a sostegno di Trump. I suoi referenti sono gli stessi che si sono opposti alla presidenza Trump, tra i quali lo stato profondo di Washington e le lobby militari atlantiste che non hanno nulla a che vedere con la visione del presidente americano.

Trump ha infatti cercato di mettere fine al ruolo degli USA come milizia del potere mondialista che ha usato la superpotenza militare americana per colpire chiunque avesse rappresentato un intralcio dei piani del Nuovo Ordine Mondiale.

Salvini dopo l’apparente harakiri di agosto ha di fatto aperto la strada al governo PD-M5S ancora più saldamente nelle mani della Cina comunista e della finanza anglosassone in quello che è stato probabilmente un passaggio di consegne concordato al quale Salvini non ha fatto altro che dare esecuzione.

Successivamente a Salvini è stato affidato un altro compito che è stato quello di aprire la via di palazzo Chigi a Draghi.

Il noto “Giuseppi” di Trump su Twitter dell’agosto 2019 può aver portato molti a pensare che Trump avesse dato un sostegno anche al Conte II, ma quel tweet sembra più essere stato il risultato di una informativa volutamente errata dell’ambasciata americana di via Veneto che avrebbe omesso al presidente USA il coinvolgimento del PD nel nuovo governo Conte.

Ad ogni modo, dopo l’incontro di Grillo del 22 novembre con l’ambasciatore cinese succede il mese dopo un altro strano evento che vede ancora una volta protagonista il comico genovese.

Il 17 dicembre, Grillo si presenta a Roma con una mascherina sul volto e ai giornalisti che lo circondano spiega che lo fa per “proteggersi dai virus”.

A questo punto, si può ipotizzare un collegamento tra la visita di Grillo all’ambasciata cinese e la sua apparizione con la mascherina.

La Cina ha chiamato Grillo per informarlo di quanto stava per accadere?

Italia e Cina si sono coordinate per scatenare il terrorismo sanitario?

La circostanza è certamente singolare così come tutti gli eventi che messi in fila fanno vedere una sorta di raccordo e coordinamento tra Italia e Cina.

Il mese dopo infatti dalla Cina vengono mostrate immagini che fanno pensare che ci sia un qualche virus letale in giro, ma il governo Conte e i virologi quali Pregliasco e Burioni, erano tutti impegnati a dire che non esisteva alcun rischio Covid in Italia.

A Roma, il 30 gennaio del 2020, fa la sua comparsa una strana coppia di cinesi proveniente da Wuhan che avrebbe portato il virus in Italia.

Se Wuhan è stata effettivamente la città del contagio, come sostengono i media o l’OMS, il buon senso avrebbe voluto non far arrivare nessuno da Wuhan già nelle settimane precedenti.

Al contrario, il governo Conte ha chiuso i voli solo dopo che i due cinesi erano già arrivati e la sensazione era quella che chi ha concepito questa operazione volesse far credere che il “letale” virus di Wuhan era giunto in Italia proprio per atterrire ancora di più l’opinione pubblica.

La coppia di cinesi comunque è piuttosto singolare. Sono rimasti allo Spallanzani 59 giorni e nessuno ad oggi ha mai avuto una degenza così lunga per via del Covid, a meno che i pazienti non avessero già altre gravi patologie pregresse.

Secondo quanto detto dallo stesso Spallanzani, i due cinesi avrebbero avuto solo il coronavirus e ad oggi restano un caso praticamente unico per la loro degenza record.

A febbraio poi accade un altro fatto strano. I media riportano la notizia del famoso paziente 38enne di Codogno positivo al Covid, ricoverato il 20 febbraio, e dimesso il 23 marzo.

Stranamente il paziente zero con il quale sarebbe entrato in contatto non ha avuto nessun sintomo e stava benissimo. All’epoca era lo stesso dottor Puro dello Spallanzani a dire che per trasmettere il virus occorreva un sintomatico e che il Covid non era letale.

L’OMS stessa successivamente ha confermato che gli asintomatici non possono trasmettere il virus.

Quindi non si comprende da dove sarebbe partito questo misterioso “contagio”. Ancora più surreali le dichiarazioni del paziente uno di Codogno che la prima cosa che ha detto appena uscito dall’ospedale è stata l’invito a “stare a casa e ad evitare contatti con i famigliari” quando erano gli stessi virologi dello Spallanzani nello stesso periodo delle sue dimissioni a dire che non c’era rischio alcuno.

La premura del paziente 1 di far apparire il Covid come oltremodo contagioso, e di veicolare il messaggio del governo Conte di “stare a casa” appare sicuramente anomala.

A marzo 2020, comunque il terreno era già pronto. La popolazione è già ampiamente terrorizzata e Conte chiude l’Italia. Nessuno gli si oppone ovviamente. Le false opposizioni della Lega e di Fdi erano al contrario in prima linea per soffiare sul fuoco della falsa emergenza chiedendo di chiudere tutto.

Poi arriva Bergamo e la macabra parata di camion militari completamente inutile da un punto di vista sanitario, ma utile da un punto di vista psicologico per terrorizzare ancora di più la popolazione.

Vengono distrutti i corpi con le cremazioni e vengono rese impossibili le autopsie per stabilire la vera causa di morte delle persone.

Questo fatto già da solo costituisce un reato. Se la Cina, ad ogni modo, è stata fondamentale per dare vita alla crisi Covid a livello globale, l’Italia è stata decisiva per trasportarla in Europa.

In altre parole, la Cina è stata scelta per avviare il terrorismo sanitario su un piano globale mentre l’Italia è stata scelta per avviarlo sul piano europeo.

C’è stato un preciso disegno diffamatorio per screditare l’Italia agli occhi del mondo facendola passare come una sorta di “untore” internazionale, e in questo senso viene in mente la famigerata grafica della CNN che mostra tutte le frecce dell’origine del contagio che partono proprio dall’Italia.

La mappa choc della Cnn: "Italia focolaio del coronavirus ...

L’Italia è servita sostanzialmente a fare da laboratorio privilegiato per gli esperimenti della cabala mondialista che considera questa nazione come un nemico assoluto per via delle sue radici cristiane e romane.

Il governo Conte stesso è stato in prima linea nel favorire la riuscita di questo piano, quando ha esaltato a dismisura la pericolosità di un virus influenzale e ha successivamente instaurato una dittatura sul modello di quella cinese.

Pochi mesi dopo comunque la Cina esce dall’operazione terroristica del coronavirus. In Cina, l’estate scorsa riapre tutto, e si balla nelle discoteche attaccati senza l’inutile e dannosa mascherina mentre in Italia chiudono i locali notturni.

Pechino ha recitato la sua parte e ora si prepara a passare all’incasso comprando a prezzi di saldo gli ultimi gioielli italiani e europei.

I media che prima mostravano ossessionatamene le immagini dalla Cina ora non mostrano più nulla. A Shangai, per prendere solo una città come esempio, è tutto aperto. Molti non indossano la mascherina. A Wuhan, la città del terribile virus, è tutto aperto e non esistono zone gialle o rosse.

In Cina, tra l’altro, non si sta vaccinando praticamente nessuno. Sono solamente 16 su 100 le dosi somministrate in Cina che colloca questo paese al 57º posto al mondo nella somministrazione dei vaccini Covid.

Mentre qui in Europa e in Italia viene fatta una campagna di terrorismo psicologico che vuole far credere che il vaccino è la “salvezza” contro il Covid, in Cina, il Paese da dove sarebbe partito questo virus “letale”, hanno ripreso a lavorare senza fare nessuna vaccinazione di massa.

E’ la Cina stessa a rivelare attraverso la sua politica che il Covid è stato ed è una enorme truffa.

L’asse Italia-Cina decisivo per concepire il golpe elettorale contro Trump

Il filo rosso tra Italia e Cina non si è mai spezzato comunque, e dopo il coordinamento nella falsa pandemia a novembre 2020 sembra aver avuto un ruolo altrettanto decisivo nell’orchestrare il colpo elettorale contro Donald Trump.

Le fonti vicine allo scandalo dell’Italiagate hanno riportato come la notte del 3 novembre a Roma, nella sede dell’ambasciata americana a via Veneto sarebbe stato utilizzato un satellite militare di Leonardo per hackerare i voti e spostarli da Trump a Biden.

Leonardo è una società partecipata a maggioranza dal governo e questo coinvolgerebbe inevitabilmente lo stesso Conte.

Nello stesso momento, in Cina, un gruppo di hacker professionisti portava avanti altri attacchi informatici per favorire il candidato democratico, Joe Biden, fantoccio da anni nelle mani della stessa dittatura comunista.

Sembra dunque esserci un filo comune che lega sia la cosiddetta “pandemia” sia il colpo di Stato contro Donald Trump e quel filo comune è l’asse tra Italia e Cina che è stato decisivo per dare vita ad entrambe le operazioni.

Il trait d’union tra Italia e Cina per tutto questo tempo è stato l’ex premier Giuseppe Conte.

Alla fine di questa storia, le strade del mondialismo sembrano tutte condurre sempre a Roma.

https://lacrunadellago.net/2021/04/28/lasse-tra-litalia-e-cina-e-la-chiave-delloperazione-terroristica-del-coronavirus/ 

 

mercoledì 28 aprile 2021

Idee per la creazione di un blocco sociale di resistenza unito


L’Italia è una polveriera. Centinaia di manifestazioni sparse su tutto il territorio sono il sintomo del profondo stato di agitazione che anima le nostre vite. Il passo successivo all’agitazione è l’organizzazione dell’agitazione, secondo i 3 “comandamenti” di Gramsci: “Istruitevi perchè avremo bisogno di tutta la vostra intelligenza, agitatevi perchè avremo bisogno di tutto il vostro entusiasmo, organizzatevi perchè avremo bisogno di tutta la vostra forza“.

In questo percorso verso l’organizzazione ricorre spesso una constatazione che proverò a smontare: “Siamo troppo pochi, dobbiamo convincere quante più persone possibili”. Tentare di convincere le masse contrapponendo all’ informazione martellante 24h su 24 e 7 giorni su 7, unicamente la contro narrazione scientifica da parte di un relatore il sabato in piazza, è come contrapporre una fionda a un carro armato, è come svuotare il mare con un cucchiaino. I rapporti di forza dell’informazione sono così sbilanciati a favore del mainstream che non sarà il singolo contributo di un seppur eccellente relatore a far cambiare idea ad alcuno

Grazie ai contributi di quei relatori eccellenti nelle piazze, si è creata una massa critica che rappresenta oggi l’avanguardia della rivoluzione contemporanea. Tuttavia oggi nelle piazze si riversa sempre la medesima massa critica risvegliata a cui bisognerebbe fornire altri strumenti, un altro linguaggio, poichè sulla contro narrazione scientifica si registra un buon livello di consapevolezza.

La massa critica infatti è ancora frammentata e priva della coscienza rivoluzionaria, ed è ora chiamata ora a cementarsi, unirsi, amalgamarsi il più possibile per diventare centro propulsore di energie che si propagheranno fino a coinvolgere le masse dormienti. Nel frattempo la massa critica esistente deve dotarsi di nuove doti umane, per esplicare poi a sua volta un’azione educativa nel processo di maturazione della nuova coscienza di classe.
Per questi motivi è necessario sperimentare forme comunicative nuove in cui il popolo, ovvero la massa critica esistente, diventi protagonista. Le piazze devono trasformarsi in un vero e proprio “dispositivo del dissenso” allestito ad hoc per mobilitare le passioni tristi; i manifestanti devono manifestare, appunto, le proprie ansie, paure e condizionamenti e così, condividendole, esse si trasformano in divertimento, aggregazione ed orgoglio d’appartenenza ad una storia comune. In questo modo il dispositivo del dissenso, assume un valore terapeutico poichè consente da un lato di scaricare le passioni tristi e dall’altro di nutrire le anime di energie positive necessarie per vivere la rivoluzione in maniera permanente tutta la settimana. La piazza deve essere un luogo, come a teatro, in chiesa, allo stadio, di ristoro per l’animo e al contempo deve essere un atto politico forte, radicale, democratico e non violento. Mobilitando con la propria voce il dissenso, il singolo sente che il proprio contributo è utile ad una causa collettiva; il manifestante sente che la sua voce si fonde con la voce degli altri, ritrovando così l’idea di un popolo unito. Non solo, vocalizzando: “Noi resisteremo” il singolo si sente responsabilizzato, ed è come se stringesse un patto con gli altri sodali manifestanti.

Le rivoluzioni cominciano sempre da un piccolo gruppo d’avanguardia. Sono solo le energie sprigionate da questo gruppo che possono trascinare gli altri, non la asettica, ma pur sempre necessaria, contro narrazione scientifica.

Tutti i movimenti sociali e politici sono messi in moto e tenuti in alto da piccole minoranze: un 1% o forse meno uno 0,1% senza il quale tutti gli altri 99 rimarrebbero una massa per lo più passiva, per qualunque ragione: la pigrizia, la mancanza di tempo/risorse, la timidezza, la presenza di attività più attraenti. Questa tendenza la osserviamo anche nei nostri gruppi social in cui pochissimi rispetto agli iscritti portano avanti temi o proposte concrete. Questo fatto enorme sulla passività delle masse, dovrebbe portare a capire quanto sono preziosi e importanti i leader: i grandi leader, ma pure i piccoli leader cosi come può essere ognuno di noi in tutto quello che facciamo; ogni volta che ci mettiamo in moto, che cerchiamo di indicare un percorso, è potenzialmente come se 100 persone si mettessero in moto.

Rianimare le energie rivoluzionarie nella massa critica già esistente: non sprechiamo forze all’ infuori di questo.

W la Rivoluzione!

https://comedonchisciotte.org/idee-per-la-creazione-di-un-blocco-sociale-di-resistenza-unito/ 

 

martedì 27 aprile 2021

REGOLE PER POTENZIARE IL SISTEMA IMMUNITARIO


di Franco Libero Manco

IN MERITO AL COVID-19 LA MIA IDEA E’ CHE TUTTO SI MUOVA SECONDO LA LOGICA DELLA CULTURA SINTOMATOLOGICA; SI CERCA DI ARGINARE GLI EFFETTI PPRODOTTI DAL VIRUS SENZA UN’INDAGINE SULLE CAUSE CHE LO GENERANO CHE, A MIO AVVISO, RISIEDONO  NELL’INFERNO DEGLI ALLEVAMENTI INTENSIVI E NELLA PROMISCUITA’ TRA GLI ADDETTI E IL SANGUE, GLI ESCREMENTI, IL SUDICIUME E I PRODOTTI CHIMICHI SOMMINISTRATI AGLI ANIMALI, MA SOPRATTUTTO A CAUSA DEL SISTEMA IMMUNITARIO UMANO INDEBOLITO DA UN INNATURALE MODO DI ALIMENTARSI E DI VIVERE. IL SOLO MODO IN GRADO DI PROTEGGERCI DA QUALUNQUE VIRUS E’ QUELLO DI POTENZIARE LE NOSTRE DIFESE IMMUNITARIE, MA DI QUESTO LA TELEVISIONE OMETTE VERGOGNOSAMENTE DI PARLARE.

REGOLE PER POTENZIARE IL SISTEMA IMMUNITARIO

Elimina: carne, pesce, affettati e insaccati di ogni tipo,

uova, latte e derivati,

cibi elaborati, conservati o raffinati,

fritti e fritture in genere.

Evita: bevande alcoliche, vino, birra, e quelle gasate,

caffè, cacao, tè, cioccolato, succhi di frutta,

sottaceti, sale, spezie,

zuccheri, dolci, marmellate.

Limita: pasta, pizza, pane, riso, legumi.

Mangia solo cibi freschi al loro stato naturale,

possibilmente biologici, integri, con la buccia e a km zero.

– Cucinali poco (l’80% del cibo dovrebbe crudo e alcalino).

– Non consumare cibi troppo caldi né troppo freddi:

(distruggono o inibiscono l’attività enzimatica);

– Cerca di combinare bene gli alimenti.

– Mangia solo quando hai fame

e sei libero da stress fisico od emotivo.

-Mangia con parsimonia ed in modo frugale

masticando e insalivando bene i cibi.

-Non ti alimentare in eccesso e non ti sottoalimentare.

– Non bere immediatamente prima, durante o dopo i pasti.

-Al mattino mangia solo frutta fresca.

– Tra un pasto e l’altro che ci siano almeno 3-5 ore di interruzione.

– Riposati dopo aver mangiato.

-Pratica un giorno di digiuno totale almeno una volta al mese.

– Fai ginnastica almeno 3 volte a settimana.

– Non esporti troppo al sole.

  • – Cerca il contatto con la natura e respira aria pulita.

-Pratica la meditazione, il silenzio, la preghiera.

  • – Coltiva la pazienza, l’equilibrio, la moderazione, la lealtà:

i pensieri negativi, la maldicenza, la rabbia, lo stress,

abbassano le difese immunitarie.

– Vai a letto presto e alzati presto al mattino.

– Evita vestiti sintetici, medicinali, integratori, prodotti chimici e di sintesi.

-Impegnati a superare i tuoi limiti e cerca di essere una persona libera.

– Coltiva un hobby, dai il tuo contributo in qualche causa giusta.

http://associazionevegananimalista.it/2021/04/26/regole-per-potenziare-il-sistema-immunitario/ 

 

lunedì 26 aprile 2021

Censura, ecco il documento vietato da Facebook e Google

Purtroppo ho un cattivo carattere, anzi talmente pessimo da non sopportare le censure. Così dopo aver appreso che Facebook ha  rimosso il gruppo “Covid19 Vaccine victims and families” che contava più 120 mila membri ma che soprattutto aumentava di migliaia di adesioni ogni giorno, mi sono sentito ribollire, per la pretesa del social di decidere in proprio quali affermazioni sul vaccino possano essere fatte e quali no. Tra queste ultime figura anche quella secondo cui i vaccini possono causare coaguli di sangue cosa che invece,  almeno per AstraZeneca, è stata in qualche modo prospettata e provata. Facebook non solo limita una vasta gamma di affermazioni relative ai vaccini, ma aggiunge anche etichette a tutti i post sui vaccini contro il coronavirus . Queste etichette affermano che i vaccini sono sicuri e indirizzano gli utenti a fonti che Facebook ha ritenuto “autorevoli” come l’Organizzazione mondiale della sanità e la Fondazione Gates. Ad ogni modo in rete esiste anche una pagina ad accesso solo privato, Reclaim theNet, che ha collezionato un lungo documento (aggiornato ogni settimana)  in cui sono raccolte migliaia di testimonianze, di articoli, di interviste  e di foto sui decessi delle persone dopo il vaccino. Ma anche questa sorta di muro del pianto in Pdf è stato bloccato da Google per cui non è più reperibile. Questa è stata la goccia che fa ha fatto traboccare il vaso o almeno il mio vaso.  Così mi sono incaricato di scaricare l’ultimo aggiornamento aggirando il blocco e di renderlo disponibile su questo blog. Naturalmente non posso averlo letto tutto in un ora (sono 139 pagine) può anche darsi che rifletta rabbia e che in qualche caso esprima qualche intemperanza, ma va comunque sottratto alla censura:

Frontline Workers Testimonies_News Reports_VAERS data_12APR2021

https://ilsimplicissimus2.com/2021/04/25/censura-ecco-il-documento-vietato-da-facebook-e-google/?utm_source=rss&utm_medium=rss&utm_campaign=censura-ecco-il-documento-vietato-da-facebook-e-google 

 

domenica 25 aprile 2021

Coronavirus: Ceci n’est pas un masque ! (Questa non è una maschera!)


L'obbligo dell'uso generalizzato della maschera è emblematico della gestione della "pandemia". Questa costrizione non è sanitaria ed è segno di un'assurdità. È un comandamento che si presenta, allo stesso tempo, come una legge e la sua distruzione. È l'atto di lasciare la Politica.

Le ragioni dell'obbligo si possono riassumere nel fatto che, senza di esso, non ci sarebbe alcun segno manifesto della supposta "estrema gravità" del covid. La centralità dell'indossare una maschera sta nel fatto che, ricordandoci costantemente la "pandemia", la compulsione ci pone sotto lo sguardo del potere che confisca la nostra intimità.

Riduce la coscienza a un "mettersi alla prova". "L'esperienza di non poter uscire da sé" [1] non è una cosa esterna, non occupa una parte della nostra esistenza, diventa la nostra stessa vita.
Ciò che è vissuto segna il "covid", perché è un discorso senza parole, incapace di essere inscritto e quindi di formare un corpo. Impedisce qualsiasi dimenticanza e non può essere repressa. Riattivato costantemente, l'obbligo di indossare una maschera provoca un eterno ritorno del trauma.

Il discorso sulla "pandemia" si oppone alla cultura, ci chiude nella "nuda vita". "Minaccia la capacità di ogni essere umano di reprimere, per non essere pietrificato. Qui, la maschera corona rivela direttamente il Reale umano, più precisamente il suo "essere per la morte"
.

L'obbligo diventa allora una legge suprema che condiziona la nostra "libertà" e istituisce un rapporto negativo con se stessi e con l'altro. Ci ingiunge di rinunciare alla nostra vita. Poiché la realtà della morte non è più incanalata dalla cultura, essa copre tutta l'esistenza.


Così, la maschera non è l'articolazione del simbolico e del reale. Non è dunque una maschera, perché non è un velo. A differenza della maschera greca o romana, non nasconde il viso, lo fa sparire.


Dove indossare una maschera serviva a proteggere il corpo simbolico, qui diventa una profanazione del corpo sociale e individuale. Non è più, come la maschera dell'antichità greca, un'articolazione tra il visibile e l'invisibile e non permette più di accedere a una realtà velata. La maschera è, al contrario, una provocazione del Reale, che permette di scatenare la pulsione di morte.

La spinta alla morte è la struttura stessa della pandemia. Generica e universale, è "basata sull'angoscia fisiologica e sulla rabbia impotente"[2] dell'infante, colui che non può parlare. Impedisce qualsiasi libero arbitrio e induce un'accettazione generalizzata di indossare una maschera. Questo impulso diventa la rivendicazione di un ideale che è la fuga dalla condizione umana e quindi l'accettazione di un passaggio verso il transumanesimo.


Un "fare vedere"

È infatti nel contesto di "mostrarsi" che l'OMS raccomanda [3] di indossare una maschera, pur riconoscendo che questo dispositivo non ferma il virus e non protegge chi lo indossa. Il vantaggio che l'organizzazione vede in questo incentivo sta nella modifica del comportamento delle persone, che sono incoraggiate a fare le proprie maschere e quindi a prendere parte attiva nella loro distruzione.


Per l'OMS, la maschera diventa anche "un mezzo di espressione corporea", che promuove l'accettazione globale delle misure di "protezione"[4]. Anche se l'azione del potere ha l'effetto di diffondere la malattia, indossare la maschera diventa una richiesta di protezione. La maschera è allora una comunione con l'autorità, un'adesione che deve basarsi sull'iniziativa personale per sottomettersi alle ingiunzioni de-realizzanti.

Il potere rende la "pandemia" terrificante come una vita contaminata. [5] La sua esistenza è allora costruita come un fatto sociale "totale, irreversibile, imprevedibile e irreparabile". [6] L'uso permanente della maschera diventa allora il paradigma della catastrofe. È un'esibizione, da parte degli stessi indossatori, di misure che non solo non li proteggono, ma li indeboliscono fisicamente e psichicamente. L'adesione al discorso del potere è una fissazione mortificante alle sue parole, è il risultato di una tecnica di sottomissione che sposta il peso della sottomissione sugli individui che vi si sottomettono.

Attraverso l'uso della maschera, portiamo la nostra colpa, quella di essere un vettore di trasmissione della malattia, un peccato da cui dobbiamo purificarci con un'ulteriore sottomissione. Mentre è già più che rispettata dalla popolazione, l'ingiunzione di indossare la maschera è costantemente ripetuta. Inizialmente presentata come una misura provvisoria in attesa del vaccino salvifico, si afferma ora che, nonostante la vaccinazione, indossare una maschera sarà sempre necessario.[7]

La maschera fa parte dell'ideologia della trasparenza. Il volto che nasconde scompare come un semplice riflesso dello sguardo dell'altro. [8] Si riferisce a un'immagine aperta da cui chi la indossa non può fuggire. La maschera permette così un'identificazione con lo sguardo fisso. Il risultato è una relazione incestuosa, una fusione con il godimento del potere, al limite dell'osceno.

La maschera: una tecnica di confinamento

In tutto il mondo, il potere ha messo in pratica tecniche di isolamento sempre più sofisticate, come le prigioni di tipo F,[9] che hanno lo scopo di produrre uno stato di deprivazione sensoriale nel prigioniero. L'isolamento caratterizza la modernità. Si trova sia nella società che nella prigione. Qui, nella pandemia, la tecnica di confinamento è postmoderna. Lo scopo della reclusione, dell'indossare maschere e delle misure di allontanamento non è solo quello di isolare il corpo del covid dal corpo sociale, ma anche di tagliarlo fuori da se stesso.


L'attuale trattamento dei nostri corpi porta immediatamente alla mente la tecnica di confinamento utilizzata nel campo di prigionia di Guantanamo. Questo campo inaugura una nuova esposizione, non del corpo, come nel vecchio regime o nel lavoro dell'inizio del capitalismo, ma della sua immagine, più precisamente una negazione dell'immagine del corpo.


Non solo gli occhi dei prigionieri erano mascherati da occhiali opachi, ma i loro nasi e bocche erano coperti da maschere chirurgiche. Il corpo del prigioniero è confiscato, non per sottometterlo, ma per tenerlo chiuso in se stesso. Niente deve distrarre la mente del prigioniero da una prigionia che deve essere percepita come senza inizio e soprattutto senza fine[10] .

Le funzioni finali di una prigionia, senza limiti di tempo, si trovano nell'indossare la maschera del coronavirus. La copertura delle mani con guanti e l'uso permanente della maschera medica non sono le uniche procedure in comune con Guantanamo Bay. In entrambi i casi, la prigionia è sia esterna che interna. Ci chiude nella nostra impotenza e ci porta ad uno stato, più o meno avanzato, di privazione sensoriale, producendo psicosi. Tagliato fuori dagli altri e da se stesso, lo psicotico è solo "in comunicazione" con il virus e le ingiunzioni delle autorità. I corpi mascherati danno così visibilità all'invisibilità della guerra contro il coronavirus, così come le immagini dei prigionieri di Guantanamo danno esistenza alla guerra contro il terrorismo.

La fabbrica della psicosi

Attraverso le immagini di Guantanamo, lo spettatore è guardato dallo spettacolo, attraverso il "buco dello sguardo" [11]. È preso dall'impulso scopico, dove l'essenziale è guardare se stessi che vengono guardati. Questa passività è una partecipazione al lasciarsi andare, al lasciarsi mostrare, al lasciar dire e al godere.

Rispetto alla ricezione, senza condanna esplicita, delle immagini di Guantanamo, il reclutamento nella "guerra contro il coronavirus" è un ulteriore passo nella rinuncia alla nostra umanità. L'acquiescenza, a ciò che viene detto e mostrato, non è più solo passiva, ma attiva. La persona non è più semplicemente sbalordita da una cosa visibile che rimane esterna a lui, deve rifarsi e integrare attivamente la mobilitazione della pandemia, essere "in marcia", nella sua distruzione come essere umano. La persona non è più semplicemente stupefatta da una cosa visibile che rimane fuori di lui, deve rifarsi e integrare attivamente la mobilitazione della pandemia, essere "in marcia", nella sua distruzione come essere umano, così come nella sua ricomposizione come "transumano". Nella "guerra contro il coronavirus non c'è più distinzione tra interno ed esterno". Questa fusione psicotica esiste non solo a livello individuale, ma anche a livello sociale.

La produzione di psicosi è stata a lungo una preoccupazione dei nostri leader. Le tecniche di deprivazione sensoriale applicate a Guantanamo Bay hanno permesso di fabbricare individui psicotici in due giorni. Queste tecniche erano un'applicazione diretta delle ricerche degli psicologi comportamentali, tra cui Donald O. Hebb della McGill University in Quebec.

Nella "guerra al coronavirus" e in esperimenti come le procedure di tortura applicate a Guantanamo, il corpo è catturato, non per essere rotto come nel vecchio regime, o disciplinato come nell'organizzazione capitalista del lavoro, ma per essere annientato. Questa è una precondizione per la ricostruzione nel quadro del transumanesimo.

Una cattura del reale

La "guerra contro il coronavirus va oltre la 'lotta contro il terrorismo'". "Non è un conflitto contro una parte, contro una categoria della popolazione, ma convoca il Reale, attacca la possibilità stessa del vivere. Il potere, attraverso la tecno-scienza, è in competizione con ciò che gli sfugge in modo permanente.

Indossare una maschera è un'anticipazione della cattura del reale umano. È una procedura di evitamento relazionale che fa sì che l'altro non esista più. Qualcosa del reale viene catturato: il desiderio di relazione. Da quel momento in poi, le persone che indossano la maschera non portano la parola, ma il grido di colui che è diventato una persona. Esibiscono sia il rifiuto dell'altro che ciò che ne deriva, il loro stesso annientamento.


L'indossare la maschera del coronavirus produce una perdita di "appetito simbolico", di quel desiderio di relazione che si manifesta al di fuori della soddisfazione dei bisogni elementari di sopravvivenza.[13]

L'"incontro primordiale con l'altro" è una pulsione, quella della pulsione vitale, essenziale nello stabilire un legame con l'esterno.

Questo dato, destinato ad agire a livello di tutta la vita, è oggi attaccato dall'uso di maschere. Diventa un rifiuto dell'altro, una distruzione di questo "appetito simbolico", cioè della condizione primordiale che deve assicurare la formazione di un legame sociale. È la materializzazione di un rifiuto dell'altro e di se stessi come persona. È l'esibizione di un contagio, non più quello di una malattia, ma quello di una concezione escatologica dell'impossibilità di diventare umani.

La Torre di Babele


L'obbligo generalizzato di indossare una maschera è il simbolo di un crollo delle frontiere collettive e individuali, quelle che delimitano gli Stati, ma anche quelle che permettono, attraverso la distinzione di un fuori e un dentro, la formazione di un soggetto individuale e collettivo.

L'uso generalizzato della maschera è una gag. Sopprimendo ogni singolarità e imponendo "un'assenza di linguaggio, un'impossibilità di parlare"[14], costruisce una nuova Torre di Babele. Ordina un "discorso chiuso", perché richiede due labbra che si allontanano l'una dall'altra per parlare. La maschera permette così l'installazione di una nuova universalità monadica della condizione umana, dove "nessuno è diverso da tutti gli altri".

La frontiera è costitutiva dell'immaginazione individuale e sociale. È ciò che rende possibile la costruzione del significato. Qui, nella pandemia, abolita la loro funzione mediatrice, le "istituzioni immaginarie della società", le organizzazioni della società civile, si disattivano e si trasformano nel loro contrario. Invece di porre un limite ed essere un controllo sull'onnipotenza del potere, diventano una semplice cinghia di trasmissione delle sue ingiunzioni. Sono ridotti a un atto di automutilazione volontaria come espressione di un super-io arcaico, che possiamo, come Lacan, definire osceno[15].

Senza un centro decisionale chiaramente identificato, indossare una maschera diventa immediatamente un obbligo globale. Se elimina le frontiere politiche, abolisce anche ogni demarcazione tra sé e l'altro. La globalizzazione della "pandemia" cancella ogni differenza, esibisce una scomparsa virtuale dello stato-nazione e procede a una cancellazione della persona, come entità giuridica e psichica. Così, a tutti i livelli, avviene una fusione tra l'interno e l'esterno, cioè l'installazione di una psicosi generalizzata, che porta i popoli e gli individui ad acconsentire alla loro distruzione.


Così, l'indossare la maschera porta ad una indifferenziazione del sé e del non-sé, del soggetto e dell'oggetto. Privato della sua capacità di discernimento, l'individuo non può nominare il reale. Da questa indifferenziazione risulta una fusione con le cose stesse. La maschera corona permette così l'installazione di una struttura schizofrenica, dove l'individuo si identifica con gli oggetti del discorso. Ne diventa la maschera.

"Dare corpo" alla pandemia o dare significato a "nessun significato"

Dostoevskij ci ha ricordato, ne I fratelli Karamazov, che ciò che caratterizza l'essere umano è l'abbandono della sua esistenza,[16] per farne un'offerta al potere. Qui, nella gestione della "pandemia", la rinuncia delle popolazioni risulta dalla distruzione delle istituzioni immaginarie della società e del loro legame con l'ordine simbolico. Questi organismi, come il sindacato, la famiglia, la chiesa, la stampa, le autorità legali, ecc., organizzazioni che costituiscono una difesa contro il potere assoluto e che sono la base del legame sociale, sono oggi non solo disattivati, ma rovesciati. Non formano più un corpo, ma, al contrario, sono colpiti dal processo di decorazione della società e mobilitati nella "guerra della salute". Il corpo individuale o sociale non è più altro che carne segnata dal discorso del potere, dall'incontro con il "godimento assoluto", che caratterizza la struttura psicotica.[17]

Stabilendo una rottura con l'altro e con se stessi, la maschera corona procede a una doppia scissione. È soprattutto un "fare vedere". Così, i media non distorcono la realtà, la fabbricano. [18] Installano un processo di mutilazione. Il mondo si riduce allora a un "fare vedere" che convoca il godimento. [19] Quest'ultimo preclude il corpo desiderante. Non dà senso, ma si tratta dell'impensabile, dell'insensatezza.

Così il godimento, al di fuori del significato e del corpo, diventa una dipendenza. L'automatismo della ripetizione si impone sul principio di realtà. Stabilisce un godimento del trauma che, in quanto macchina della ripetizione, ha l'effetto di annientare qualsiasi avvento di un soggetto, individuale o collettivo. Escluso dall'Altro, il corpo è ridotto alla sua realtà anatomica e diventa un semplice supporto per la pulsione di morte.

Da allora in poi, l'indossare le maschere è un'acquiescenza delle popolazioni alla loro distruzione, l'accettazione di deporre il nostro corpo, come noi deponiamo le nostre armi. Il corpo deve scomparire, affinché la "pandemia" possa apparire.

È anche un sì alla morte del soggetto parlante e un'accettazione di essere catturato dal potere. La maschera agisce come un marchio che dà corpo alla malattia. Qui, gli individui non hanno più un corpo, ma sono un corpo, il corpo della "pandemia", come erano il corpo delle vittime degli attacchi di Charlie Hebdo, grazie alla loro adesione allo slogan "Je suis Charlie ."[20]

"Insicurezza provata": una volontà di godere

La "guerra contro il coronavirus" è una macchina del divertimento. Basato sulla soppressione del diritto, fonde la violenza e il sacro. Conferma che la questione centrale per l'essere umano, come individuo tagliato fuori dall'Altro, non è quella della libertà, ma più fondamentalmente, quella del suo godimento. Qui, non è più articolato al corpo e gira su se stesso, forma ciò che la psicoanalisi chiama una coazione a ripetere. È un godimento mortificante dove l'energia vitale, convocata dal comando del Sper-Io, si rivolta contro se stessa.

Questo godimento costituisce un imperativo categorico che rifiuta tutto ciò che può limitarlo. Attraverso l'uso diffuso di maschere, è una messa in scena dell'osceno. Divenuto "padrone del tempo", [21] il virus incarna l'unico Maestro e l'unica Legge, alla quale gli individui devono volontariamente sottomettersi. Questi ultimi diventano soldati della pandemia, attori della loro stessa distruzione.

L'insicurezza diventa generale e ostacola la possibilità di stare con l'altro. Non siamo più nel linguaggio, ma in ciò che è vissuto [22], non più nel "sentimento di insicurezza", come è stato sviluppato dalla "lotta antiterrorista", ma nell'"insicurezza vissuta". Così, l'indossare la maschera della corona produce, attraverso il discorso del potere, un "sentimento che raggiunge un tale grado di intensità... che ha generato in molti... un vero e proprio 'desiderio di catastrofe'"[23]. Questo sentimento diventa una volontà di godere, sostenendo l'offerta del proprio corpo e della propria vita agli imperativi del potere statale.

Così facendo, avviene una trasformazione a livello di coscienza. Non è più quella di un oggetto determinato, ma quella del vissuto, di un "dato originario" che sostituisce la percezione. L'individuo è allora slegato dal linguaggio e si impegna "nel nulla"[24], nella "positività attuale assoluta" della maschera. Si diventa la cosa di una maschera, il portatore dello sguardo del potere.


Quando si fa esperienza di se stessi, non si può pensare, perché il linguaggio è strumentalizzato, diventa un semplice mezzo di comunicazione, di "comunione" o "contagio", come dice Bataille. Per lui, comunicare è "un'idea di fusione", è uscire da se stessi e fondersi con l'altro [25]. Qui, la monade, che sperimenta se stessa attraverso la pandemia, entra in comunione e si fonde con la potenza.

Smascherare la pulsione di morte

Confermando che il principio di identità è essenzialmente alloggiato nel volto, l'indossare una maschera è presentato come un dato originale, portatore di un disturbo ossessivo-compulsivo che impedisce qualsiasi iscrizione dell'altro. Sembra quindi che "liberarsene (il volto) temporaneamente attraverso l'uso di una maschera... è un atto in cui l'individuo attraversa la soglia di una possibile metamorfosi [26]".


Se il volto vela "l'essere per la morte" e rende possibile il legame sociale, la maschera è un disvelamento che ruba i tratti di chi la indossa. Essa "solleva la serratura dell'ego e dà libero sfogo all'effusione dell'impulso" [27]. L'uso della maschera, come supporto per l'apparato d'impulso, è il cuore del dispositivo "sanitario". La sua funzione è la decomposizione del corpo simbolico, l'annientamento di ciò che ci rende esseri umani.


Questo "scioglimento" scatena la pulsione di morte, producendo l'automutilazione in chi lo indossa. Grazie all'obbligo di indossare una maschera, questa pulsione [28] insiste, si ripete sotto forma di trauma, rompendo i corpi individuali e sociali.


Non potendo più articolarsi al campo dell'altro, è una decorazione, un "flusso di esperienza"[29] che diventa una coazione a ripetere. Indossare una maschera impedisce qualsiasi rottura con il discorso del potere e permette l'eterno ritorno del trauma. È un feticcio che sostituisce ogni simbolizzazione.

Ma simbolizzare è già stabilire una distanza con l'ingiunzione del Super-Io ed esistere come un "noi". Si tratta di rifiutare di essere "presi uno per uno" [30] in questa guerra contro la razza umana e quindi di contrastare un "attacco al collettivo attraverso gli individui".

Note :

1 Olivier Clain, "Fonder le symbolique? Surla mort et la loi", intervento al colloquio del CNRS, Actualités du symbolique, 25 ottobre 2004, p. 9, https://www.yumpu.com/fr/document/view/16704468/1-fonder-le-symbolique-sur-la-mort-et-la-loi1-universite-laval  

2 Martine Coeren, "Dansez sur moi, dansez surmoi", Le Bulletin freudien N° 45, gennaio 2005, http://www.association-freudienne.be/pdf/bulletins/42-BF45.10M._COENEN.pdf 

3 WHO, "Guidance on Mask Wearing in COVD-19": Provisional Guidance, 5 giugno 2020, https://apps.who.int/iris/bitstream/handle/10665/332448/WHO-2019-nCov-IPC_Masks-2020.4-fre.pdf 

4 Alexandra Henrion-Caude, « On vous dit tout sur les masques » (Vi diciamo tutto sulle maschere), 26 settembre 2020, https://www.youtube.com/watch?v=hw2wOHLFfZU e https://www.youtube.com/watch?v=6C1JuPim4cw&t=0s 

5 Dictionnaire des risques, sotto la direzione di Ives Dupont, Armand Colin, 2006, introduzione.

6 Dictionnaire des risques, Op.cit. 

7 "Nonostante i vaccini, dovremo continuare a portare la maschera", Courrier International, 9 dicembre 2020, https://www.courrierinternational.com/article/protection-malgre-les-vaccins-il-va-falloir-continuer-porter-le-masque 

8 Tülay Umay, "Tansparence", "Solidarités", 9 giugno 2009, https://solidarites.ch/journal/149-2/transparence/ 

9 La prigione di "tipo F" si basa sul concetto di isolamento del prigioniero politico, cioè la detenzione di quest'ultimo è ripensata in modo individuale. Questo progetto, d'ispirazione occidentale, si basa sul modello cellulare americano.

10 Jean-Claude Paye, L'Emprise de l'image, Edizioni Yves Michel, 2011, « Guantanamo comme réel de la lutte antiterroriste » (Guantanamo come realtà nella lotta contro il terrorismo), pp.140-147.

11 Antonio Quinet, Le plus de regard, Destins de la pulsion scopique, Editions du Champ lacanien, Paris, 2003.

12 In « Un taxi pour l’enfer », film documentario americano diretto da Alex Gibney, 2007.

13 Gracilia C. Crespin, "La vitalité rationnelle du bébé ", Yacapa.be, p.9, https://www.yapaka.be/sites/yapaka.be/files/publication/ta-92-crespin-vitalitebebe-web.pdf 

14 Stéphane Zagdanski, "La tour de Babel", www.Parolesdesjours.free.fr, https://drive.google.com/file/d/0ByBmdFWIrZRhb2xsa21EbWpibVE/edit 

15 Martine Coenen, Op. Cit, p.88.

16 Leggi: Jean-Claude Paye, Tülay Umay, "Coronavirus: una nuova inquisizione", 9 dicembre 2010, https://www.mondialisation.ca/coronavirus-une-nouvelle-inquisition/5651897 

17 Didier Moulinier, Dictionnaire de la perversion, L'Harmattan 2002. p.76.

18 Conferenza di Philippe Meirieu, "Les enfants de cinéma" - Incontro nazionale su scuola e cinema - ottobre 2004, http://enfants-de-cinema.com/edc2016/wp-content/uploads/2017/12/Confe%CC%81rence-de-Philippe-Meirieu_1.pdf 

19 Jacques Lacan ha introdotto per primo, nel campo della psicoanalisi, il termine godimento in relazione al suo uso giuridico, cioè il godimento di un bene distinto dalla sua nuda proprietà. Lacan porterà allora una ridefinizione di questa pulsione di morte freudiana come pulsazione di godimento, e una pulsazione di godimento che insiste sui mezzi e nella catena significante inconscia. Lacan pone così tutta la questione del godimento nel cuore stesso del campo e della funzione della parola e del linguaggio. 

20 Tülay Umay, "Io sono Bruxelles", 1 aprile 2016, https://www.mondialisation.ca/je-suis-bruxelles/5517952 


22 Johannes Lohmann, "Le rapport de l'homme occidental au langage, consience et forme inconsciente du du duicours", Revue Philosophique de Louvain, quatrième série, Tome 72, N°16, 1974, pp. 721-766, https://www.persee.fr/doc/phlou_0035-3841_1974_num_72_16_5816 

23 Dictionnaire des risques, sotto la direzione di Ives Dupont, Armand Colin, introduzione, p.7 

24 Jean-François Courtine, "Riduzione, costruzione e distruzione. Da un dialogo a tre: Natorp, Husserl, Heidegger, Archéo-Logique, 2013, https://www.cairn.info/archeo-logique-9782130608561-page-11.htm 

25 Candy Hoffmann, "Le sacré chez Georges Bataille," Communication, lettres et sciences du langage, Vol.5, N°1-Agosto 2011, p. 74, Université de Montréal e Université Paris IV-sorbonne, https://clsl.recherche.usherbrooke.ca/vol5no1/HOFFMANN_vol5_no1_2011.pdf 

26 David Le Breton, "Masquer", presentazione di Le Breton D., Des visages. Essai d'anthropologie, Métailié, Parigi, 1992, http://www.each.usp.br/opuscorpus/PDF/r2f1.pdf 

27 Ibid.

28 Jean-Jacques Tyszler, "La pulsione di morte", EPhEP, Cours Histoire et Psychopathologie de J-J.Tyszler, le 16octobre 2014, https://www.gnipl.fr/pdf_mediatheque/EPHEP-J-J._Tyszler__la_pulsion_de_mort-20052019_-_1436.pdf 

29 Jean-François Courtine, Op. Cit, p. 574.

30 Daniel Sibony, "La pandémie corona, petit journal d'idées", 28 aprile 2020, http://www.pileface.com/sollers/spip.php?breve4880

 

sabato 24 aprile 2021

Nasce in Austria il primo partito anti Covid


E’ accaduto in Austria dove le misure anti covid sono particolarmente mal sopportate e dove la campagna vaccinale ha avuto come risultato quello di aumentare i contagi: la misura è colma e così è nato il primo partito anti pandemia. In un comunicato stampa la nuova formazione che si chiama Mfg ( da Menschen – Freiheit – Grundrechte, ovvero Persone, Libertà,  Costituzione) dice che il nuovo partito si batte per uno Stato che riconosca i cittadini non come sudditi, ma come suoi legittimi proprietari che hanno pieno diritto alla partecipazione attiva e si oppone alle  misure completamente sproporzionate adottate dal governo federale e da quelli locali, al progressivo smantellamento della democrazia e dei diritti fondamentali, alla distruzione dei posti di lavoro e dell’economia. Finora il sistema politico in pratica privo opposizione ha instillato nei cittadini paura e panico per indurli a piegarsi a misure sproporzionate e rinunciare alle loro libertà e diritti fondamentali.

In particolare, MFG lotterà per alcuni obiettivi chiave che persino un  nostro quotidiano marcio e istupidito non potrà confondere col fascismo regolarmente attribuito a chi oppone alla mistificazione pandemica:  

  • il ripristino dello Stato di diritto
  • una vigorosa lotta contro l’imminente crisi economica e la perdita di posti di lavoro,
  • l’immediata revoca di tutte le misure pandemiche 
  •  contro un certificato di vaccinazione obbligatorio.

Il presidente della nuova formazione l’avvocato  Michael Brunner Motivazione ha così sintetizzato i motivi della nascita di MFG e i suoi obiettivi: “Dall’inizio delle misure contro il coronavirus  nel marzo 2020, c’è stata una rapida progressione dell’erosione dello Stato di diritto. I diritti fondamentali sono stati limitati in modo illegale e incostituzionale, come la Corte costituzionale ha ora stabilito in 25 casi. Allo stesso tempo, in particolare le piccole e medie imprese sono portate alla bancarotta e i posti di lavoro sono stati  distrutti. Ci siamo alzati in piedi  contro queste tendenze distruttive ” E il vicepresidente del partito il medico e ricercatore Christian Fiala ha aggiunto: “Fin da subito i dati disponibili mostravano chiaramente che i pericoli del coronavirus venivano notevolmente esagerati. Ciò è stato poi confermato da numerosi studi nazionali e internazionali. Di conseguenza, molte delle misure adottate erano e sono eccessive, sbagliate e hanno causato  più danni alla salute, psicologici e sociali di quelli che si volevano evitare.”

Probabilmente questa è la via giusta e di certo non soltanto in Austria,  per canalizzare una avversione alla dittatura sanitaria assai vasta, ma che non ha trovato la minima sponda negli schieramenti politici tradizionali, ormai completamente subalterni ai soggetti economici globalisti  e alle loro distopie. Quello austriaco è insomma un esempio da imitare per dare voce a gente che si sente isolata, senza voce ed è anche probabilmente il modo più concreto per smuovere il milieu politico da una vergognosa subalternità. Certo in Italia sarà difficile poter fare la medesima operazione vista la disillusione consecutiva nella credibilità dei partiti venuti prima dai Cinque stelle, e poi dalla Lega. 

https://ilsimplicissimus2.com/2021/04/23/nasce-in-austria-il-primo-partito-anti-covid/