Di Gianmarco Landi
Donald Trump ci ha sempre detto che al
termine di questo ‘reality’ politico lui avrebbe conseguito una Big
Victory, cioè una grande vittoria, e non si sarebbe mai accontentato di
una semplice vittoria. In effetti la serie di sconfitte collezionate da
Trump a causa del sopraggiunto contesto di ‘pandemia covid’, iniziate
con l’accettazione delle modalità di voto postale sin da giugno 2020,
hanno instradato gli americani verso una via lastricata di truffe ed
inganni che già si sapevano essere a vantaggio dei Democratici, quindi
il reality sui destini del Mondo ora può concludersi solo in due modi,
l’uno esattamente antitetico all’altro. Il primo è quello di riconoscere che i democratici hanno vinto,
nonostante la vergogna dell’Obamagate, l’intelligenza illecita con un
nemico letale per gli USA (partito comunista cinese), e una montagna di
brogli elettorali mediante milioni e milioni di volti falsi, la cui
accettazione di principio in Occidente porterebbe alla fine conclamata
della Democrazia, aprendo così l’Umanità verso una Dis-umanità dettata
dall’incedere di una dittatura ‘sanitaria’ globale che ci porterebbe nel
Transumanesimo e nella narrativa distopica di Aldous Huxley o George
Orwell. Il secondo modo, quello che secondo me si verificherà, è invece quello di un finale con l’avvento di una improvvisa americanata.
L’americanata è il finale del cinema da botteghino al termine del quale
i pop corn vengono digeriti e non ti salgono su dallo stomaco insieme
alla Coca Cola. L’americanata è quello che esige il Popolo Sovrano in
una Democrazia edificata su di una comunità di valori sviluppati da
radici classiche e giudaico cristiane, cioè l’esito di una storia di
lotta sofferente al cui termine vincono gli onesti, i leali e i buoni
quando tutti gli inganni e le malefatte dei cattivi vengono fuori e le
circostanze premiano i meritevoli. L’americanata è una maniera
inesorabile e perentoria di stabilire chi ha ragione e chi ha torto per
una evidenza naturale ineludibile, tanto da assumere valenza spirituale
quasi divina. In Europa siamo abituati a sorridere sulle americanate,
ridacchiando della semplicità al finale del film da botteghino con cui
la gran parte degli autori americani esemplifica la complessità dello
stare al Mondo, come se la verità si potesse ricercare soprattutto
separando il grano dalla pula. Ma forse ad essere sbagliati non sono
loro, siamo noi europei continentali, che non solo abbiamo perso
centralità politica nel Mondo da oltre un secolo, ma abbiamo avuto
bisogno del sacrificio di tanti giovani americani, seppelliti sotto
croci bianche a decine di migliaia qui in Italia, per impedire che
l’Antico Continente 75 anni fa non diventasse un gigantesco campo di
concentramento per esperimenti genetici nazisti o sado-satanisti.Perciò
questo articolo voglio iniziarlo sviluppando il mio ragionamento
partendo da una fonte ‘incredibile’, così svelandomi a tutti voi in
maniera ancora più coraggiosa e sui generis di quanto fatto in passato.
E’ giunto il momento di parlare a tutti voi di Q e soprattutto di Joe
M.Joe M è un personaggio anonimo sempre più protagonista nel web
americano e occidentale, ed essendo una fonte anonima e dal sapore
letterario, come Zorro o la Primula rossa, se io fossi un giornalista
ortodosso e benpensante, non dovrei prenderlo minimamente in
considerazione per capire i destini del Mondo che, apparentemente,
stabiliscono i colletti bianchi e non i supereroi in anonimo. Ma chi ha
imparato a conoscermi avrà capito che io non sono quello che dovrei
essere per il Ministero del buon pensiero, ma quello che ho il coraggio
di essere, e perciò farò partire questo mio importantissimo articolo
proprio dalle parole che Joe M ha sviscerato ieri, per il fine di
spiegarvi con estrema lucidità logica, come andrà a finire questa
storia delle presidenziali USA 2020. Vi dirò tantissimo su Joe M solo
alla fine dello scritto, ben sapendo che l’immagine con cui lui ha
scelto di proporsi anni fa, è quella di un eroe-antieroe allergico al
grande pubblico, cioè l’esatto opposto di quello che lui sarebbe secondo
me, senza questa maschera da eroe-antieroe della Marvel. Sono certo di
potervi stupire, impressionare e sconvolgere svelandovi il fascino e il
mistero che si cela dietro a questo personaggio del web e dei social,
forse il numero 1° di Q, anche se non il mio preferito personale. Io
ritengo che Joe M sia appartenente ad una famiglia importantissima nella
storia americana e nel Mondo, e ci sono molti indizi che mi inducono a
pensarlo. Il mio scopo non è quello di convincere voi, perché non vendo
pentole, non vendo libri, non ho abbonamenti da farvi sottoscrivere né
cerco voti, bensì inseguire l’obiettivo di far esplodere l’essenza
umanistica in chi mi legge in modo che costui in autonomia possa
decidere se rompere gli schemi illogici dominanti nelle narrazioni
false della Storia e del Mainstream, e intraprendere il cammino lungo
una strada molto poco battuta. Come ha spiegato il massimo esegeta
italiano dei drops di Q, Akim Volpato, con questi drops (gocce di
informazione e disinformazione) l’organizzazione di intelligence
militare americana fondata da Jonh Fitzgerald Kennedy nei primi anni 60,
denominata giustappunto Q (massimo grado di sicurezza), ha spiegato ai
suoi seguaci sin dal 2018 non solo cosa avrebbe fatto Trump alcuni
giorni prima che lui lo facesse rendendolo palese anche ai colletti
bianchi, ma ha sempre spiegato che ci sarebbe un Piano attraverso il
quale Trump avrebbe sbaragliato le élite del Nuovo Ordine Mondiale al
termine del suo primo quadriennio. Secondo i vari personaggi di Q, il
Presidente USA sarebbe stato coadiuvato nei suoi uffici da altissime
informazioni e tecnologie militari ignote alla CIA, alla FBI e all’NSA,
che ancora nel 2018 erano totalmente in mano ad Obama e Hillary, cioè al
Deep State, quindi erano leve di potere della Cabala molto potenti, ma
non quanto quelle di cui poteva disporre Trump. La Cabala è
un’alleanza di potere tra pochissime famiglie di ricchissimi trilionari
di origine khazara e perciò solo apparentemente ebraiche o cristiane
(sono anche detti Aristocrazia Nera o Massoneria Aristocratica), e
l’ordine dei gesuiti, l’organizzazione cattolica più potente
che ci sia. I gesuiti sono stati in grado di influenzare il Papa
manovrando come pedine tutti i Re e i governanti a proprio piacimento
per quasi 4 secoli, cominciando con il Re Sole in Francia. In seno alla
Chiesa Cattolica fu istituita nei secoli una regola non scritta violata
con l’elezioni del gesuita Bergoglio: nessun gesuita sarebbe potuto
diventare Papa perché i gesuiti non sono pastori spirituali né si
occupano di guidare anime, ma sono raffinatissimi uomini di potere con
un dovere di obbedienza assoluta alla gerarchia dell’Ordine e al Papa
(con quale priorità non si è mai ben capito).
Ora cerchiamo di capire cosa ci sta dicendo Joe M e cosa sta
effettivamente succedendo a Washington in questi giorni. Dopo la
giornata della Befana e l’ordalia di situazioni ed eventi di Capitol
Hill, con dolorose morti, decine di feriti ma anche pantomime mediatiche
varie, ci stiamo approssimando all’inaugurazione presidenziale del 20
gennaio, cioè alla cerimonia che suggellerebbe il passaggio di consegne
del comandante in capo in carica fino alle ore 12.00 (18:00 italiane)
del 20 gennaio 2021, Donald Trump, e il comandate in capo entrante, Joe
Biden presidente eletto ai sensi della procedura di proclamazione dei
risultati del collegio elettorale del 6 gennaio. La giornata della
Befana è stata determinata alla luce della decisione di Pence, il
Presidente del Congresso in Seduta Comune, di non considerare i voti dei
Parlamenti Statali negli stati controversi, che avrebbero premiato
Trump, ma solo i voti dei grandi elettori sortiti dalle urne che il
Presidente USA aveva sempre disconosciuto e contestato, addirittura sin
dalla notte tra il 3 e 4 novembre, a scrutini interrotti proprio negli
stati controversi, dichiarando che le urne di questi stati erano state
inficiate da voti postali illegali e imbrogli informatici orchestrati
da più potenze straniere, addirittura ostili agli Stati Uniti come la
Cina, per il fine di rubare il potere di determinare le elezioni al
Popolo Usa e così mortificare la Costituzione degli Stati Uniti. Trump
non ha mai fatto un minimo passo indietro rispetto a queste chiare e
pesantissime accuse, e fare come se esse non esistessero o che siano lo
sproloquio di un pazzo, è indice di magistrale idiozia e ignoranza delle
leve di potere che lui ha in mano.
Biden però oggi sembra
aver vinto, perché le certificazioni elettorali statali, quella
congressuale della Befana e tutti i pronunciamenti giudiziari,
finanche quello della Corte Suprema quantunque sulla legittimità e non
nel merito dei brogli, su cui la Corte Suprema entrerà per la prima
volta il 23 gennaio, sono dalla parte dei Democratici, forti inoltre
della maggioranza congressuale nei due rami e del duo Biden e Harris
alla Casa Bianca. Quello che sembra però non è, ed è solo l’apparenza a
dover essere ribaltata. Siamo sull’orlo di un precipizio? Cosa ci sta
dicendo Joe M? No, sull’orlo del precipizio sono solo i vertici Dem e
una massa di repubblicani corrotti.
Quello che sembra reale, sicuro e
certo, in realtà non lo è mai stato, e presto vedrete che la
soverchiante forza dei media e dei social media che ottunde le capacità
di comprensione diffusa, sarà schiacciata da una qualche americanata
che ci lascerà senza fiato. Il tagliando del Make American Great Again
(fai l’America Grande di Nuovo) non può non essere che un susseguirsi di
americanate in grado di ridare un senso più profondo all’Occidente, con
buona pace di certa intellighenzia che non ha mai letto o capito
Tocquiville. La base filosofica degli Stati Uniti è stata data con Locke
non con Hobbes, quindi il Diritto Naturale non sarà mai cedevole al
Diritto Positivo. Lo ha spiegato Trump in chiusura del suo ultimo
videodiscorso quando ha detto “il benessere e la salvaguardia del Popolo, viene prima di quella dei politici“,
ma molto meglio di lui, con chiaro afflato lockiano ce lo spiegano i
patrioti americani con le prime righe in premessa alla Carta del 1776:
“Filadelfia,
4 luglio 1776Quando nel corso di eventi umani, sorge la necessità che
un popolo sciolga i legami politici che lo hanno stretto a un altro
popolo e assuma tra le potenze della Terra lo stato di potenza uguale a
cui le Leggi della Natura e del Dio della Natura gli danno diritto,
un conveniente riguardo alle opinioni dell’umanità richiede che quel
popolo dichiari le ragioni per cui è costretto alla secessione.Noi
riteniamo che sono per sé stesse evidenti queste verità: che tutti gli
uomini sono creati eguali; che essi sono dal Creatore dotati di certi
inalienabili diritti, che tra questi diritti sono la Vita, la Libertà, e
il perseguimento della Felicità; che per garantire questi
diritti sono istituiti tra gli uomini governi che derivano i loro giusti
poteri dal consenso dei governati; che ogni qualvolta una qualsiasi
forma di governo tende a negare questi fini, il popolo ha diritto di
mutarla o abolirla e di istituire un nuovo governo fondato su tali
principi e di organizzarne i poteri nella forma che sembri al popolo meglio atta a procurare la sua Sicurezza e la sua Felicità.Certamente,
prudenza vorrà che i governi di antica data non siano cambiati per
ragioni futili e peregrine; e in conseguenza l’esperienza di sempre ha
dimostrato che gli uomini sono disposti a sopportare gli effetti d’un
malgoverno finché siano sopportabili, piuttosto che farsi giustizia
abolendo le forme cui sono abituati. Ma quando una lunga serie di abusi e
di malversazioni, volti invariabilmente a perseguire lo stesso
obiettivo, rivela il disegno di ridurre gli uomini all’assolutismo,
allora è loro diritto, è loro dovere rovesciare un siffatto governo e provvedere nuove garanzie alla loro sicurezza per l’avvenire….”.Su
queste basi filosofiche, morali e di diritto, si basa l’iniziativa di
Trump per rovesciare il palco di Joe Biden e Kamala Harris, operazione
la cui fase finale è stata scatenata con precisione ad orologio a
partire dal 6 di gennaio, giorno del Congresso ma anche in cui si è
rivelato il ruolo dell’Italia nei brogli a favore dei Democratici, con
il coinvolgimento di alcuni dirigenti della Leonardo SPA. Gli italiani
artefici dell’Italian job, hanno testimoniato e comprovato
oggettivamente la chiusura del cerchio mortale per i DEM, mediante un
satellite italiano che ha allacciato i pastrocchi degli hacker di
Francoforte già arrestati con una violenta sparatoria, alle macchine di
voto della Dominion in America, marchingegni di Soros ampiamenti
conosciuti e lasciati usare proprio con lo scopo di pizzicare i Dem con
le mani sporche di sangue elettorale. Proprio dall’Italia, quindi, è
partita la poderosa controffensiva di Trump, che lascia intuire agli
occhi più avveduti la possibilità che mai gli uffici di intelligence
della Presidenza americana abbiano perso il controllo degli eventi,
accettando gli abusi per il fine ultimo di accumularli e punirli in
maniera tanto inesorabile quanto divina. Ad esempio, ho sempre avuto il
dubbio che Barr, i giudici della Corte Suprema o Pence non fossero dei
traditori, e ci ho scommesso sopra ad istinto, ma ora ne sono sempre più
certo, perché penso che Trump abbia avuto in pugno la situazione con
abilità da prestigiatore. Nemmeno il 6 di gennaio Trump ha perso il
controllo, quando il pifferaio magico Mike Pence ha suonato il suo
strumento in un teatrino politico globale, per condurre i topi
dell’America in una trappola, per un affogamento politico di proporzioni
bibliche, anche riuscendo ad indurre media e Social media all’errore e
all’autodistruzione con le proprie mani. L’operazione che mi accingo a
raccontarvi è stata chiaramente preparata nei minimi dettagli, come la
sceneggiatura di un film chiuso con finale ad americanata, e potrete
rendervi conto della linearità logica con cui i mezzi, un calvario di
sacrifici necessari, siano congrui ai fini, cioè distruggere la
tirannide globale e abbattere qualsiasi forma di schiavitù finanziaria o
sanitaria degli esseri umani.
La fredda cronaca degli ultimi giorni ci porta al dichiarato stato di emergenza per il Distretto di Columbia (https://www.whitehouse.gov/briefings-statements/president-donald-j-trump-approves-district-columbia-emergency-declaration/)
attraverso cui il presidente ha autorizzato la FEMA, cioè l’ente
federale per la gestione delle emergenze nazionali, a coordinare tutte
le azioni volte ad affrontare i pericoli di una qualsiasi calamità a
danno del Popolo americano. La FEMA fondamentalmente è assimilabile alla
nostra Protezione Civile, quindi è un mezzo che di per sé non è buono
né cattivo, poiché è il fine con cui agisce che rende questo mezzo
malvagio o benevolo. La FEMA ha la possibilità tecnica di concentrare e
gestire una massa di persone in un campo di concentramento, e tutti
coloro i quali pensavano che fosse stata rafforzata da Obama non per
poter salvare masse di persone dagli uragani, ma per segregare fino a 30
milioni di americani in ottica di dittatura sanitaria, si ritrovano in
una situazione di godimento assoluto, perché ad essere segregati nei
palazzi del potere di Washington, potranno essere le élite di Obama e
del Nuovo Ordine Mondiale. La FEMA, a differenza della nostra Protezione
Civile italiana usata per indurci a cedere al Great Reset dolcemente
sfruttando il virus cinese, può mobilitare risorse umane ma anche
militari in quanto direttamente collegata al Dipartimento per la
sicurezza interna (Homeland Security). Il presidente per legge
(Stafford Act) può ordinare a qualsiasi agenzia federale di utilizzare
le proprie risorse per aiutare il governo statale negli sforzi di
assistenza di emergenza, coinvolgendo e utilizzando soldati.
Improvvisamente la casa dei politici è finita nelle mani del Presidente e
dell’Esercito da lui comandato, poiché se è vero che in prima istanza è
il governatore statale a dover richiedere l’assistenza della FEMA, è
anche vero che una volta dichiarata l’emergenza le redini sono nelle
uniche mani del Comandate in Capo. La quantità spropositata di
militari che in questi giorni confluisce nella capitale degli USA, è una
esibizione di muscoli che stanno intimorendo i Dem, sempre più
sull’orlo di una crisi di nervi, ed infatti hanno chiesto loro 4 giorni
fa di posticipare i meeting per raccordarsi sulla cerimonia del 20
gennaio oggi. La celebrazione di Biden adesso siamo noi, i trumpiani,
che non vediamo l’ora si faccia. A Washington, città che porta il nome
di un generale firmatario della Carta del 1776, sono arrivati blindati,
droni, cecchini, posti di blocco, recinzioni alte due metri con filo
spinato ritorto verso l’interno dei luoghi presidiati dai militari e non
verso l’esterno, in una cornice di coprifuoco totale già molti giorni
prima del giorno 20, portando sgomento negli stessi cittadini americani
e panico nelle fila dei Dem. Pelosi e compagnia bella sanno molto bene
che i tafferugli e i morti che ci sono ‘scappati’ la Befana sono stati
realizzato dalle sedizione di loro membri Antifà, quindi il giorno in
cui il loro successo deve trovare l’apoteosi, chi è che dovrebbe
scatenare cotante violenze, e perché Trump ci terrebbe così tanto a
proteggere la celebrazione del colossale torto da lui subito?
l’Esercito e i suoi potenti mezzi a cosa serviranno? Serviranno a
proteggere i palazzi del potere dal Popolo americano inferocito per le
declassificazioni degli scheletri nell’armadio Dem, oppure a proteggere
il Popolo dai politici strumentalizzati dalla Cina e dalle èlite
bancarie, segregandoli in massa in alcuni Km quadri per poi spegnere la
luce?
Da tutto il paese stanno convergendo anche corpi della Guardia
Nazionale, persino dal governatorato di Puerto Rico. Guido Lombardi mi
ha fatto osservare che ogni stato federato ha il proprio corpo della
Guardia Nazionale e tutti i 54 corpi (ci sono 4 territori oltre ai 50
Stati) rispondono al governatore del rispettivo stato (o territorio), ma
a differenza delle varie forze armate, la Guardia Nazionale è composta
da riservisti e agisce sotto il controllo dei vari governatori, i quali
possono mobilitarla all’interno dello stato in casi di calamità ed
emergenze, ma la National Guard di ciascuno Stato può essere
impiegata in servizio federale per respingere un’invasione o reprimere
rivolte. Può svolgere servizio di polizia/ordine pubblico federale se
gli USA o parte di loro vengono invasi o sono in pericolo di invasione
per opera di una nazione straniera. Per questo motivo chi in questi
giorni fa riferimento all’Insurrection Act con cui Trump può attuare un
dispiegamento di truppe della Guardia Nazionale e dei militari federali
sul territorio, espone una possibilità concreta che Trump
ha e che può giocarsi da istrionico gigante quale lui è, pronto a
prendersi un posto da gigante della Storia. L’americanata, cioè l’happy
end che tutti i suoi sostenitori si aspettano sin dal 2016,quando in
moltissime manifestazioni lo slogan ‘HILLARY in THE PRISON’, surclassava
pure gli slogan ‘MAKE AMERICA GREAT AGAIN’ e ‘AMERICA FIRST’, non è
solo nelle sue corde, è proprio Donald Trump in carne ed ossa!
Pensateci bene: è possibile che Trump, un uomo che ha nel colpo di
scena il suo tratto distintivo, non ci regali questo colpo di scena che
sintetizza plasticamente i due super slogan, Make America Great Again, e Hillary in the Prison ?
Trump prima di diventare Presidente irrompeva negli incontri di
Wrestling, rompendo il politicamente corretto perché lui era un esterno
del pubblico, partecipando fisicamente alle risse a scapito dei cattivi
per riequilibrare gli esiti della competizione, e dal 2004 al 2014 si è
imposto in TV con il reality show Apprentice, in veste di personaggio
molto generoso quando si trattava di premiare i bravi lavoratori
ossequiosi dell’etica americana, ma anche uno spietato ‘punisher’ dei
cattivi lavoratori, specie se falsi, corrotti o malvagi. Le persone che
si erano comportate male venivano licenziate in TV così dando esempio
ad una generazione di giovani americani che il bene e il male non sono
tutto uno, ma si distinguono e si devono separare nella sorte buona e
cattiva, anche ricorrendo ad una spada da cavaliere o da San Michele
Arcangelo, se occorresse.
Perciò mi aspetto che l’America
rimanga fedele a sé stessa, e ci dia un esempio di Democrazia, di
Civiltà, e di come il Sogno americano al termine di questa storia possa
uscirne più forte e potente di prima. Deve per forza essere così!
Io
sono cresciuto da adolescente con i miti americani di Top Gun, Rambo,
Rocky Balboa e dei personaggi dei film d’azione con Nicolas Cage e Bruce
Willis, e perciò l’americanata in finale di reality politico è
assolutamente certa, perché a condurre il gioco non è stata la
marionetta di una élite di burattinai banchieri di Ginevra, ma chi crede
nell’America First e ne è un esempio palese.
Alle mie lettrici, che essendo donne hanno intuito femminile, chiedo
se è possibile che Trump non abbia le palle per fare la cosa giusta.
Il Sogno Americano esiste nel Make America Great Again e viceversa, e
come possa esserci un Trump in futuro se lui non dimostrasse al Sogno
Americano di esserci ora. Non è possibile nemmeno pensarlo! Sarebbe come
immaginare di vedere Pretty Woman e Julia Roberts che alla fine non si
ritrova Richard Gere sotto la finestra, con un mazzo di fiori e la
favola che Lei aveva chiesto a lui? Julia Roberts, la sua favola se
l’era conquistata nel film, non certo dopo il sesso che da prostituta
aveva potuto offrire, un aspetto incidentale e marginale, ma dopo aver
curato l’anima inquieta di un finanziere, e averlo portato sulla strada
giusta del sostegno all’economia reale, e non della finanza d’assalto,
della speculazione e della sopraffazione degli esseri umani più deboli
perché meno intelligenti. Secondo voi sarebbe possibile? Ed ancora,
sarebbe un sogno americano quello in cui ‘Una donna in carriera’ con
Melany Griffith, alla fine non fa carriera, e continua ad essere una
lavoratrice sfruttata e maltrattata da Sigourny Wevaer? Tess McGill era
una giovane segretaria che viveva alla periferia di New York, con il
sogno di sfondare nell’alta finanza, ma una serie di vicende la videro
patire e soffrire il ruolo di sottoposta oppressa. Tess confidò a Parker
(Sigourny Wevaer) una propria brillante idea di progetto per le Trask Industries, ma Parker
la raggira con inganno dissuadendola, per appropriarsi del progetto.
Quando Parker si frattura una gamba e resta costretta a letto per due
settimane, Tess scopre del furto e decide di riappropriarsi del suo
merito, ma sul finire della film sembra che Parker riesca prevalere
imponendosi con arroganza. Tess sembrava destinata alla sconfitta, ed
essere ancora costretta per anni a compiere mansioni umili per capi che
la maltrattavano e il suo riscatto, sembrava non potesse mai arrivare.
Ma alla fine del film ecco l’americanata, e tutti poterono riconoscere
il merito a Tess, con un compiacimento che echeggiava nel nostro Io
profondo, che comprende cosa è giusto e cosa è sbagliato in forza di un
Diritto Naturale. Così come non compiacersi della morale profonda nel
film il Diavolo Veste Prada, che termina con una portentosa americanata
che schiaccia il satanismo. Andy (Anne Hathaway) è una giovane laureata
che si accinge ad affrontare la vita, quando allo scopo di fare
esperienza si imbatte in Miranda Prestley (Meryl Streep), emblema del
mondo apparente e patinato, che può portare enormi e comodi vantaggi, il
motivo per il quale Andy accetta le angherie del suo capo, una
‘diavolessa’ che piano piano snatura i principi e le certezze della
ragazza, travolgendola in un mondo accattivante, specie quando un
affascinante ma vacuo giornalista freelance la seduce a Parigi,
portandola al punto più basso della storia, quando dovrà lasciare il suo
fidanzato, un cuoco italiano. Andy però capisce il precipizio verso
cui si è avviata, rendendosi conto che non è che stesse vivendo tanto
bene, proprio come l’infelice e arcigna Miranda Prestley, quello che
anche lei sarebbe diventate se non ci fosse stata l’americanata
finale. Di fronte alla possibilità di vedersi dipinta come una
possibile “nuova Miranda”, per il torto che aveva fatto alla sua collega
Emiliy, oltre che a suo Padre e al suo ragazzo cornificato, Andy
capisce che la strada intrapresa era lontana dal mondo che nel profondo
suo ‘Io’ le apparteneva, quindi sfida il Diavolo fino a quel momento
vincente, ed esce dall’auto girando le spalle a Miranda, che la chiama
al telefono per recuperarla, ma no ce la fa, perché Andy è più forte,
vede il numero e getta via il cellulare. Tornata a New York, Andy poi
recupera il rapporto con il fidanzato, e viene assunta come giornalista
per un piccolo giornale occupandosi di dire anche a pochi lettori
quello che è vero, in verità anche grazie alle referenze della sua ex
diabolico capo. Nell’ultima scena il clou dell’americanata, Andy
rincontra Miranda per caso proprio davanti all’edificio della rivista
multinazionale e le rivolge un sorriso salutandola, ma Miranda la
guarda ed entra in auto fingendo l’indifferenza di chi è stato
sconfitto. Solo una volta dentro l’auto, lontano da occhi indiscreti,
Miranda si lascerà scappare un sorriso, il segno eccezionale che
testimoniava di esser stata sorpresa. Nel Diavolo veste Prada pare quasi
che il Diavolo abbia fatto un suo onesto lavoro, e che alla fine fosse
sorpreso, stizzito ma compiaciuto di fronte ad una superiore
manifestazione divina.
Chiunque creda nell’essere umano, sa che
presto ci sarà un’americanata nei prossimi giorni, e che Biden non
vincerà. Per tutti gli altri, comunque vada, ci sarà una vita funestata
da Miranda Prestley a cui loro non sono riusciti a sfuggire, e che
ovviamente li guarderà con schifo, per maltrattarli e non rispettarli,
senza minimamente riservare loro un qualche sorriso di compiacimento,
che pure il Diavolo ha quando incontra il Divino.
Gli esiti della
Democrazia Americana stanno girando contro il Diavolo, e i segnali di
ciò sono palesi con le ‘combinazioni’ fortuite di un crollo fisico dei
due pilastri della Cabala: i khazari e il Vaticano preda totale dei
gesuiti.L’altro ieri è morto il barone Benjamin de Rothschild, il numero
1° della holding a capo dell’impero finanziario più forte del Mondo. A
molti sfugge cosa significhi questa notizia, cioè la morte di un pezzo
grosso della Cabala che controlla tutte le top bank continentali e
quindi le banche Centrali, BCE inclusa. La costruzione dell’impero
Rothschild iniziò quando i due fratelli Nathan (da Londra) e James (da
Parigi) giocarono con il Mondo scatenando le guerre napoleoniche. Non
sono sicuro che costui sia effettivamente morto, poiché gente di quel livello ha la forza di sparire e inscenare la propria morte,
tuttavia il segnale nella situazione politica attuale è sempre quello
di un cedimento strutturale del Nuovo Ordine Mondiale.FONTE: Muore a 57 anni banchiere Benjamin de Rothschild – SWI swissinfo.ch
Identica
situazione si scorge nel Vaticano gesuita, che sembra pagare alcune
insolenze papali, tra cui lo schiaffo alla cristiana cinese che a
Capodanno si aggrappò alla mano del Pontefice esortandolo con una
energica presa a proteggere i cristiani cinesi sotto la dittatura
comunista, venendo schiaffeggiata sulla mano, oppure lo ‘schiaffo
morale’ rifilato a Mike Pompeo, che Bergoglio si rifiutò di incontrare
ad ottobre. Dalla Cina è arrivato il Covid 19 e potrebbe essere la fine
del potentato gesuita in Vaticano, poiché molti potenti arcivescovi
stanno cadendo come mosche. Ne sono morti 9 solo questa settimana, la
maggior parte dei quali in Svizzera, molti dei quali sopra i 70 anni ma
uno, un pupillo di Bergoglio, intorno ai 50. Che sfortuna!?FONTE: https://www.catholicnewsagency.com/news/nine-catholic-bishops-with-covid-19-die-in-a-single-week-36233
Il
Vaticano 7 giorni fa era stato funestato da un black out misterioso, e
qualcuno ha pure sentito degli spari, ma quello di molto ‘sfortunato’
che risulta essere accaduto, è che il giorno seguente sarebbe deceduto
il medico personale ed amico di Bergoglio, per Covid19.
Cosa sta succedendo? Sta succedendo forse un regolamento di conti di portata biblica?
Ognuno
si faccia la propria idea, certo è che la mole di documenti desecretati
da Trump sono destinati a sconvolgere il Mondo, qualsiasi cosa deciderà
di fare Biden e la sua armata brancaleone, senza alcun più favore delle
stelle. Biden sfiderà Trump e il botteghino americano privando
l’America della sua americanata? No, non è possibile. Tra Trump e Biden
chi è lo stallone italoamericano che finora ha incassato pugni
dall’inizio alla fine, ma è rimasto in piedi all’ultimo round contro il
pugile comunista che avrebbe dovuto spezzarlo in due?
Il finale da
botteghino, cioè l’Americanata, per me è l’essenza stessa dell’America, e
comunque i Dem decidano, presentarsi a Washington per reclamare la loro
legittima refurtiva, oppure chinare il capo al cospetto del Sogno
americano, sarà impossibile fermare una inondazione di sdegno popolare
che arriverà con la furia degli eroi della Marvel su di una Democrazia
lacerata dalla corruzione e non da una divisione che non ci sarebbe più,
facendo sguainare la spada all’arbitro supremo che ha fondato gli Stati
Uniti: l’Esercito americano.
Trump non avrebbe potuto fare
altrimenti rispetto a quello che può fare stando dalla parte del Popolo,
della Legge e dell’Esercito, e non avrebbe mai potuto agire prima per
bonificare la palude, poiché la maggioranza 2/3 al Senato per cacciarlo
con il pretesto Russiagate, era fattibile se avesse alzato troppo il
capo uno o due anni fa. Come possono comportarsi i media e i social
media per inquinare la verità e tapparci la bocca, lo sappiamo adesso, e
come si sono comportati 94 senatori su 100 lo abbiamo visto il 6 di
gennaio. Ma l’impeachment oggi non è possibile e la situazione si è
ribaltata con un’americanata in arrivo, perché il 100% dei Dem insieme
all’80% dei Repubblicani sono tutti politici ‘dead man walking’, cioè
fottuti politicamente, perchè ‘l’impeachment’ lo subiranno tutti i
congressman, i lobbisti delle multinazionali degenerate e i giudici di
Washington, se non si metteranno in linea con i principi di una Nazione
improntata al riconoscimento di Dio e non a quello di Satana.
In
conclusione vi parlerò di Joe M, e sono certo che quantunque sia un
argomento per lettori, manderò in solluchero soprattutto le mie
lettrici, che al termine dell’articolo inizieranno a farsi un’idea su
chi sia quest’uomo tenebroso accanto a Trump, e sulle cui parole ho
ispirato questo lungo articolo.
La foto con cui Joe M si pone è esteticamente assai sgradevole
(un teschio) ed è quella di un personaggio di fantasia su cui si può
fissare la mente di un uomo nato intorno agli anni 60, e che ha grandi
torti da vendicare. La foto è quella del Punisher (il Punitore) e
si tratta di un antieroe immaginario che compare nei fumetti
pubblicati dalla Marvel insieme all’Uomo Ragno e Capitan America. The
Punisher fece la sua prima apparizione grazie alla penna di Conway, il
creatore dell’Uomo Ragno. La natura brutale e la volontà di uccidere
del Punitore lo resero un’anomalia nei fumetti americani, quando
alla fine degli anni ’80, il Punitore faceva parte di un’ondata di
antieroi psicologicamente particolari essendo stati turbati da un trauma
infantile. Apparve per la prima volta inThe Amazing Spider-Man (1974),
e il Punitore era inizialmente un antagonista dell’eroe riconosciuto e
accettato dal pubblico, l’Uomo Ragno. Il personaggio è descritto come
un vendicativo con sete di sangue che sfoga volendo uccidere i cattivi,
qualcosa che la maggior parte dei supereroi dell’epoca si astiene dal
fare, nel senso che tutti si limitavano a consegnarli alla Giustizia o
metterli semplicemente in una rete. The Punisher no, ed ha dei limiti
umani e dei superpoteri molto umani, perché è un abile tiratore ma
soprattutto un abilissimo stratega, con un temperamento feroce in segno
di notevole frustrazione per l’uccisione dei suoi familiari operata dai
cattivi quando lui era molto piccolo. L’uomo è assai complesso,
tenebroso ma affascinante, perché impegnato in un’ampia ricerca
all’interno della sua anima su quale sia la cosa giusta da fare, e
sebbene non abbia scrupoli nell’uccidere, e dovesse essere destinato ad
un ruolo di secondo piano dall’autore, consegue popolarità imprevista.
Pur rimanendo eroe di secondo livello al grande pubblico, diviene una
leggenda tra gli appassionati del genere. The Punisher lavora
nell’ombra, come se fosse inesistente, ma accompagnando eroi molto più
popolari di lui, come l’Uomo Ragno e Capitan America, fa spiccare la
sua profondità d’animo e diviene protagonista assoluto in una dimensione
psicologica con la sua forza d’animo complessa, che giustifica tutta la
brutalità che lui dosa in ragione degli eventi da lui subiti durante
l’infanzia. Questo è il personaggio con cui Joe M si presenta,
spiegando a tutti noi la situazione di trappola totale in cui sono
finiti i Dem: cosa faranno, penseranno che Q è un bluff, come abbiamo
dato ad intendere finora, o realtà? Cosa faranno, cederanno
consegnandosi ai muscoli di Capitan America a cui riconoscere la
Presidenza, oppure andranno andranno a Washington il 20 con il rischio
di finire nella rete che l’Uomo Ragno ha approntato per tutti loro a
Washington seguendo la strategia di Q Joe M alias the Punisher (il
punitore)?La curiosità su chi possa essere Joe M della organizzazione Q,
è enorme, e chissà se sarà mai soddisfatta.
Q è stata
fondata da John Fitzgerald kennedy per combattere la Cabala, perché il
grande Presidente dei Democratici negli anni ’60 si rendeva conto che
la segretezza con cui operavano i suoi nemici, era la loro più grande
forza, e per questo creò questo corpo di intelligence protetto da un
livello di segretezza estrema, indipendente da FBI e CIA. La Cabala
comprese che questo Kennedy era un uomo fuori dal comune e quindi molto
pericoloso in ragione di uno slancio cristiano contagioso, e perciò lo
uccise spappolandogli il cervello in una strada di Dallas nel novembre
del 1963, infliggendo ai suoi figli una frustrazione che nessuno di noi
potrà evidentemente immaginare, atteso che nessuno di noi ha per fortuna
visto la propria madre disperata mentre cerca di recuperare materia
cerebrale del marito che scivola via dal cofano dell’auto presidenziale.
Il fratello di J.F. Kennedy, Robert Kennedy, ci provò a seguire le orme
del fratello nel 1968, ma evidentemente era diventato un problema di
consapevolezza famigliare, perché dopo aver vinto le primarie ed essersi
avviato a diventare Presidente, fu anche lui ucciso dalla Cabala con
un’esecuzione a bruciapelo in un contesto politico. Sul finire degli
anni 90, il giovane John John figlio di JFK e nipote di Robert avrebbe
dovuto sfidare Hillary a New York per arrivare in Senato e provare una
carriera politica significativa, che si era prefissato di
portare avanti avendo in mente le riforme finanziarie che aveva in mente
il padre, cioè l’emissione della moneta a credito e la fine della
schiavitù degli esseri umani. Pensate che tra i suoi amici
Jonh Jonh aveva anche l’erede dei Rothschild in America, un ragazzo di
cui si narrano le doti di grande intelligenza, sicuramente di famiglia,
ma che sembrava la classica pecora nera, poiché era orientato a voler
cambiare il Mondo avendo le stesse idee di John John. Purtroppo nel
1999 l’aereo privato del rampollo Kennedy si inabissò con la moglie e
cognata, e quattro giorni dopo a 30 metri di profondità un solo corpo fu
trovato, stranamente ben attaccato al Piper, che si è poi presunto
essere quello del figlio appena trentottenne dell’ex presidente USA
ammazzato a Dallas. Pochi mesi dopo, anche il rampollo dei Rothschild,
la pecora nera o bianca qualsivoglia, morì nel corso di una festa
newyorchese, ufficialmente per un’overdose di droga, anche se alcuni
asserirono che non fosse il genere di vizi di quel giovane ragazzo
venuto fuori dalla famiglia più ricca e potente del Mondo. Tuttavia nel
2001 le Twin Tower crollarono e con esse i server e i piani tecnici per
impostare Gesara, cioè l’emissione della moneta a credito, come avrebbe
voluto realizzare John John, anche per portare avanti il testimone di
suo padre John Fitzgerald Kennedy, con il favore di tutti gli uomini
liberi e forti che credono nell’Umanità a prescindere dal loro cognome,
dal loro ceto, dal colore della loro pelle e dalla loro nazionalità. In
quegli anni c’era però anche un outsider, un altro rampante newyorchese
sbruffoncello e molto poco temuto dalle èlite, anche se stoffa ne aveva
perchè era riuscito a farsi rispettare tirando su grattacieli a
Manhattan, senza che qualcuno lo avesse autorizzato. Il ragazzo aveva
un cognome molto meno blasonato rispetto a quello dei Kennedy o dei
Rothschid, e di lui il Presidente antièlite anni 80 di nome Ronad
Reagan disse che un giorno sarebbe diventato un Presidente modello
Capitan America. Questo giovane uomo si chiamava Donald Trump. In
conclusione lasciatemi finire con la madre di tutte le americanate: chi,
se non un editore appassionato di fumetti avrebbe potuto pensare di
accompagnare Capitan America avendo capito l’importanza di agire in
anonimato e con una meticolosa e complessa strategia che la Cabala non
avrebbe saputo leggere? Chi, se non un uomo maturo nel cuore di un
bambino chiuso della sua stanza negli anni 70, mentre mitigava la sua
frustrazione esistenziale sognando di far intrappolare tutti i cattivi
nella rete dell’Uomo Ragno o far prendere a cazzotti da capitan
America? Oh si, solo The Punisher, alias Q-Joe M, alias… avrebbe potuto
sognarlo. Come disse un matto di nome Enzo Ferrari, se puoi sognare una simile cosa, allora puoi anche farla. E’ di tutta evidenza che qualcuno l’ha sognata questa strategia, e io ho una mia idea ben precisa su chi possa essere stato.
https://www.databaseitalia.it/the-big-victory-la-madre-di-tutte-le-americanate/
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