"Considera lo spazio sconfinato come il tuo stesso
corpo di beatitudine."
Una tecnica legata alla precedente. Meditando in cima a una
collina, con uno spazio sconfinato di fronte a te, puoi considerarlo ricolmo
del tuo corpo di beatitudine. Tu possiedi sette corpi, e il corpo di
beatitudine è il settimo. Quindi più a fondo entri dentro di te, più ti
sentirai beato. Ti avvicini al corpo di beatitudine che circonda l'anima
essenziale. Seduto su di una collina, mentre guardi il cielo sconfinato,
percepisci quell'intero spazio come fosse ricolmo del tuo corpo di beatitudine.
Senti che esso si è espanso fino a colmare l'intero spazio. Prima sarà meglio
sentire che l'intero spazio è colmo di silenzio, non di beatitudine: la natura
ti aiuterà perché in essa perfino i rumori sono silenti, non creano disturbo;
ascoltandoli il tuo silenzio diventerà più profondo. Quando il silenzio sarà
sceso a una profondità abissale avrai un
primo bagliore di beatitudine. Proprio come, con l'aumentare della tensione,
hai dei bagliori di infelicità, con l'approfondirsi del silenzio sorgeranno in
te intuizioni di beatitudine. Allora potrai immaginare che l'intero spazio si
colma di quella beatitudine. Con ogni tecnica che pratichi, ricorda: all'inizio
devi operare con qualcosa che conosci. Può darsi che la tua conoscenza non sia
completa, ma almeno un barlume è necessario, altrimenti non puoi sentire, non
puoi immaginare. Ricorda questa legge essenziale: inizia sempre con qualcosa
che puoi sentire, perché solo in questo caso l'ignoto può entrare, per suo
tramite.
Osho: Il sentiero dell'essere
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