giovedì 8 agosto 2019

SENTI, NON PENSARE

 
"Senti: i miei pensieri, l'essenza dell'io, gli organi interni — me."

Una tecnica semplice e molto bella. Come prima cosa non devi pensare, bensì sentire. Si tratta di due dimensioni diverse. E noi siamo diventati così fissati mentalmente che perfino quando diciamo di sentire, di fatto pensiamo. Qual è la differenza? Se senti, ti sentirai centrato vicino al cuore; se dici: "Ti amo", quel sentimento d'amore fluirà dal tuo cuore. Se ami qualcuno, prova a sentire se il tuo amore proviene dalla testa, oppure dal cuore. Quando senti profondamente, sei senza testa. In quel momento non può esserci: il cuore diventa tutto il tuo essere. Ma poiché il pensiero si è dimostrato tanto valido per la sopravvivenza, abbiamo arrestato e chiuso tutte le altre dimensioni del nostro essere: non siamo altro che menti, e il corpo non è altro che la situazione che permette alla mente di esistere. Dunque, cerca di sentire: dovrai lavorarci sopra, perché questa facoltà, questa qualità, è rimasta rattrappita. Devi fare qualcosa per riaprirla. Praticando questa tecnica, la prima difficoltà sarà dovuta al fatto che non sai cosa sia sentire. Per svilupparlo, quando tocchi qualcuno, chiudi gli occhi e non pensare, senti. Se dici: "Sento la tua mano nella mia", quello sarà in realtà un pensiero, come pure se dici: "Stai esprimendo il tuo amore col tuo tocco". Solo se dici: "Sento il calore", non si tratterà di un pensiero. Sentire è questo: un calore che scorre dalla mia mano alla tua. Le nostre energie vitali si incontrano e quel punto d'incontro è diventato caldo. Questo è sentire la sensazione, la cosa reale. Ma noi ci rapportiamo continuamente alla testa, è diventata un'abitudine, è frutto di un intenso addestramento. Quindi, dovrai riaprire il tuo cuore. Cerca di vivere attraverso il sentire. Provaci quando non sei immerso nel mondo degli affari, perché sul lavoro sarà più difficile farlo. Quando giochi coi tuoi bambini, la testa non è necessaria. Provaci quando sei con tua moglie, oppure quando sei seduto semplicemente su una sedia, senza far nulla, e senti il materiale di cui è fatta. Si è levata una brezza, ti accarezza, come ti senti? Dalla cucina vengono degli odori, come ti senti? Non pensare... l'intera esistenza converge su dite, da ogni parte essa viene a te per incontrarti, entra in te attraverso i sensi, ma tu sei rinserrato nella mente, e i tuoi sensi si atrofizzano. Se non puoi sentire il mondo esterno, sarà difficile percepire quello interiore, perché è molto più sottile. Se non riesci a sentire i suoni, sarà difficile sentire il suono senza suono interiore. Dunque, cresci in sensibilità: toccando, ascoltando, mangiando, lascia che i tuoi sensi si aprano sempre di più. Quando il sentire sarà sceso in profondità, questa tecnica potrà fare miracoli. "Senti: i miei pensieri... ", chiudi gli occhi e senti il flusso dei pensieri, senti la loro presenza: si tratta di strati e strati sovrapposti. Ma prova a sentire: sono veramente tuoi? Più sentirai e più ti renderai conto che sono tutti presi in prestito dall'esterno, sono giunti a te ma non ti appartengono. Nessun pensiero è tuo, si tratta solo di polvere accumulata. Solo il silenzio interiore ti appartiene: nessuno te lo ha dato, sei nato con esso, e morirai con esso. Radicandoti nel sentire e osservando i pensieri, la sensazione di "mio" scomparirà. Questa tecnica parte dalla radice: se riesci a spezzare alla radice quella sensazione di possesso, di "mio", essa non sussisterà più. E i pensieri sono la radice di ogni possesso: quando arrivi a vedere che nessun pensiero è tuo, quel "mio" connesso al pensiero si rivelerà illusorio. Allora potrai scendere più in profondità: quel senso dell'io, dov'è? Cosa vuol dire "io"? Io è la parola comunemente più usata. Ben radicato nelle sensazioni, tagliati fuori i pensieri, incontra l'io e a quel punto vedrai che "io" non esiste: era solo una parola utile, resta un espediente linguistico, necessario ma senza una sua realtà. Quando quel senso dell'io scomparirà, ritroverai la tua purezza originale, la tua assoluta freschezza. Avrai toccato lo strato più profondo dell'essere. Allora e solo allora potrai conoscere gli organi interni, attraverso i quali si può sentire il proprio essere: la consapevolezza, l'intelligenza, questi sono gli organi interni. Attraverso di loro io sono cosciente del mio essere, della mia esistenza. E a quel punto potrai vedere la vita attraverso di loro; alla loro luce il sé viene rivelato: non è più un io, è cosmico, non ha confini, non è più un'onda, è l'oceano stesso della vita.

Osho: Il sentiero dell'essere

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