"Dimora in un luogo infinitamente vasto, libero da
alberi, colline, abitazioni. E allora arriva la fine della pressione
mentale."
Come prima cosa devi ricordare che l'essere solo è
l'essenza, la natura fondamentale del tuo essere. Nel ventre di tua madre eri
solo, e gli psicologi affermano che l'aspirazione per il nirvana,
l'illuminazione, il paradiso, è di fatto un ricordo profondamente impresso
dell'esperienza nel ventre materno. In esso hai conosciuto la totale solitudine
e la beatitudine che essa rappresenta. Solo, eri il padrone, la pace era
intrinseca, esisteva solo silenzio: eri profondamente immerso in te stesso.
Questa realtà essenziale dev'essere ricatturata, in profonda solitudine. Di
fatto, quando Buddha dice di aver conseguito il nirvana ha solo conseguito
questa solitudine, questa realtà essenziale. Quando ti muovi verso la
solitudine, ti sposti verso la natura: se sei veramente solo, se neppure pensi
agli altri esseri umani, sentirai il mondo della natura per la prima volta, ti
sintonizzerai con esso. E nella natura l'io non può esistere: se vai in una
foresta l'io scompare. Per questo tutte le religioni insistono molto perché,
almeno di tanto in tanto, ci si ritiri nel mondo della natura. Shiva parla di
una collina, da cui puoi vedere uno spazio sconfinato: se riesci a vedere a
distesa, l'io si dissolverà, perché per esistere ha bisogno di limiti, di
confini. Più i confini sono limitati, più salda sarà la presenza dell'io. Anche
la sola presenza di una abitazione permetterà alla mente di pensare: subito i
tuoi occhi inizieranno a cercare la presenza di altri esseri viventi. Anche gli
alberi possono diventare elementi di disturbo: un uomo solitario potrà parlare
con loro e creare in questo modo una relazione, e così non essere più solo. Non
sarà facile, la mente ti seguirà anche lì come un'ombra, e ti perseguiterà.
Sarà una lunga lotta in cui dovrai richiamarti continuamente alla coscienza,
all'essere un testimone, a non cadere vittima della mente. Se persisti, verrà
un momento in cui la mente ti lascerà, con tutte le sue pressioni. Ti sentirai
sollevato: allora non avrai preoccupazioni, pensieri, ansie, sarai tornato di
nuovo nel ventre dell'esistenza. Fluttuerai libero da preoccupazioni. E un
profondo silenzio esploderà dentro di te. Ricorda: questo non è uno stile di
vita. Non sto dicendo di lasciare il mondo e ritirarti in eremitaggio
sull'Himalaya, niente affatto. Ma a volte ritirati, rilassati, sii inutile, sii
solo, esisti come una roccia, sii indipendente, libero dal mondo, parte della
natura. E ne uscirai ringiovanito, rinato. Quindi torna in società, tra la
folla, e cerca di portare con te quella bellezza, quel silenzio che ti era
accaduto in solitudine. Portalo con te, non perderne il contatto. Muoviti in
mezzo alla folla, ma non diventarne parte. Lascia che essa esista all'esterno:
solo quando riuscirai a essere solo tra la folla avrai conseguito la vera
solitudine. Verrà un momento in cui quella fonte originale rimarrà sempre
fresca e nessuno potrà più contaminarla. Allora non sarà più necessario andare
da nessuna parte. Allora sarà diventata una cristallizzazione.
Osho: Il sentiero dell'essere
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