lunedì 6 maggio 2019

USCIRE DAL CERCHIO

  Zentangle art, zentangle gems and droplets, colour pencils. Viktoriya Crichton.
Mi sento sempre indegno d'amore e per questo la mia porta è sempre chiusa. Ora il mio cuore sta soffrendo, ma ho dimenticato dov'è la porta.

Questo è uno dei crimini commessi contro tutti coloro che appartengono a una società umana: ti hanno condizionato, ti hanno detto e ripetuto che sei indegno.

Per via di questo condizionamento, la maggior parte dell’umanità ha rinunciato all’avventura, al pellegrinaggio verso le stelle: sono convinti di non valere abbastanza. I genitori dicevano: “Sei indegno”. Gli insegnanti dicevano: “Non vali nulla”. I preti dicevano: “Non sei all’altezza”. Da ogni parte è stata forzata su di te l’idea di essere indegno. Naturalmente hai finito con l’accettarla.

Ma quando l'accetti, ti chiudi. Non riesci a credere di avere le ali, non riesci a credere che il cielo appartiene tutto a te, che devi solo spiegare le ali per possedere il cielo e tutte le stelle.

Qui non si tratta di aver dimenticato di aprire qualche porta. Non possiedi alcuna porta, e nemmeno muri. Quest’indegnità è solo un concetto, un’idea, ma tu ne sei stato ipnotizzato.

Sin dagli albori dell’umanità, tutte le culture, tutte le società hanno usato l’ipnosi per distruggere gli individui – la loro libertà e unicità, il loro genio – perché i poteri costituiti non hanno bisogno di geni, di individui unici, di persone che amano la libertà. Ciò che occorre loro sono degli schiavi, e l’unico modo di creare schiavi a livello psicologico è quello di condizionare la mente all’idea che sei indegno, che non ti meriti nulla. Sei già in debito per ciò che hai ricevuto e che non ti meritavi.

L’ipnotismo è un semplice processo di continua ripetizione. Se ripeti continuamente la stessa idea, essa prende radici dentro di te, e diventa una spessa muraglia, per quanto invisibile. Ma in realtà non ci sono né porte né finestre; non c’è neanche il muro.

George Gurdjieff ha parlato della sua infanzia…. Era nato nel Caucaso, una delle zone più primitive della terra, rimasta ancora allo stadio in cui l’umanità viveva di caccia; la coltura dei campi non era ancora iniziata. La gente del Caucaso viveva di caccia, e qualsiasi società che vive di caccia dev’essere una società nomade. Non può creare case, città, perché con gli animali non ci sono sicurezze: oggi sono qui, domani non ci sono più. Tu li uccidi, e proprio per questo motivo fuggono; l’alternativa è essere uccisi o fuggire.

Gurdjieff fu allevato da una società nomade, quindi era come se provenisse da un altro pianeta – conosceva cose che noi abbiamo dimenticato. Ad esempio egli ricorda come nella sua infanzia i nomadi ipnotizzassero i bambini, perché non potevano portarli con sé durante la caccia. Li lasciavano da qualche parte, sotto un albero, in un posto sicuro. Ma che garanzia c’era che i bambini rimanessero fermi nello stesso posto? Usavano questa strategia, l’ipnosi, l’avevano usata per secoli.

Fin da quando il bambino era molto piccolo, lo mettevano a sedere sotto un albero. Tracciavano un cerchio intorno a lui con un bastoncino e poi gli dicevano: “Non puoi uscire dal cerchio; se esci, morirai”.

Questi bambini ci credevano, proprio come fai tu. Perché sei cristiano? Perché è quello che ti hanno detto i tuoi genitori. Perché sei indù? Perché sei giainista? Perché sei musulmano? Perché te lo hanno detto i genitori.

I bambini credevano che uscendo dal cerchio sarebbero morti, crescevano con questo condizionamento. Tu potevi cercare di persuaderli: “Se vieni qui, ti darò una caramella”. Ma loro non potevano farlo, perché c’era la morte ad aspettarli… E, se ci provavano, sentivano come se un muro invisibile li bloccasse, li respingesse all’interno del cerchio. Il muro esisteva solo nella loro mente; non c’era alcun muro, non c’era proprio nulla. Ma, a meno che la persona che li aveva messi nel cerchio non fosse venuta a cancellarlo, e a tirarli fuori, il bambino sarebbe rimasto all’interno.

Il bambino cresce, ma l’idea rimane nell’inconscio. Anche da vecchio, se suo padre gli traccia intorno un cerchio, non può uscirne. Non si tratta solo del bambino, anche il vecchio continua a portarsi dietro nell’inconscio la sua infanzia. E non si tratta di un bambino soltanto. L’intero gruppo di nomadi mette i bambini all’ombra di un albero, dove rimangono per tutto il giorno. Quando i genitori tornano, il condizionamento è diventato così forte che, qualsiasi cosa accada, il bambino non uscirà dal cerchio.

La società ha tracciato intorno a te cerchi dello stesso tipo. Certo, sono più sottili: la tua religione è un cerchio molto raffinato, la tua chiesa, il tuo tempio, la tua sacra scrittura sono solo cerchi ipnotici.

È necessario comprendere che viviamo circondati da tanti cerchi che sono presenti solo all’interno della mente. Non hanno esistenza reale, ma operano come se fossero reali.

Il tuo essere indegno è solo un condizionamento. Nessuno è indegno; l’esistenza non produce persone che non valgono nulla, perché non le manca l’intelligenza. Se l’esistenza dovesse produrre tante persone indegne, la responsabilità sarebbe sua. Allora si dovrebbe concludere che l’esistenza non è intelligente, che è un fenomeno accidentale, solo materiale e privo di intelligenza e che non possiede alcuna consapevolezza. Questo è proprio il nostro sforzo: dimostrare che l’esistenza è intelligente, che è straordinariamente consapevole.

Questa è la stessa esistenza che ha creato dei Buddha: non può creare persone indegne. Non sei indegno, quindi qui non si tratta di trovare una porta; devi solo comprendere che quest’indegnità è un’idea falsa che ti è stata imposta da coloro che vogliono che tu rimanga schiavo per tutta la vita.

Puoi abbandonare quest’idea in questo preciso momento. L’esistenza ti dà lo stesso sole che dà a Gautama il Buddha, la stessa luna che dà a Zarathustra, lo stesso vento di Mahavira, la stessa pioggia di Gesù. Non fa differenze, non conosce discriminazioni. Per l’esistenza, Gautama il Buddha, Zarathustra, Lao Tzu, Bodhidharma, Kabir, Nanak e tu siete identici. L’unica differenza è che Gautama il Buddha non ha accettato l’idea di essere indegno, l’ha rifiutata.

Abbandona l’idea dell’indegnità – è solo un’idea. Quando l’abbandoni, ti ritrovi sotto un cielo aperto. Non è una questione di porte; tutto è aperto, tutte le direzioni sono disponibili. Il semplice fatto che esisti è prova sufficiente che l’esistenza ha bisogno di te, ti ama, ti nutre e ti rispetta.

Questa idea d’indegnità è stata creata dai parassiti sociali. Lasciala perdere. Sii grato all’esistenza, perché essa crea solo persone degne, non crea nulla che non abbia valore. Crea solo persone che sono necessarie.

Il mio accento è sul fatto che ogni sannyasin abbia rispetto per se stesso e si senta grato all’esistenza perché gli è stato chiesto di essere qui in questo preciso punto del tempo e dello spazio.

Osho, Beyond Psychology



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