Shiva disse: "O radiosa, questa esperienza può affiorare tra due respiri. Dopo che il respiro è entrato e poco prima che risalga, il beneficio."
Sii consapevole tra questi due punti... e accadrà. Quando
inspiri, osserva. Per un attimo infinitesimale non c'è respiro. Poi il respiro
fuoriesce e allora, per un istante, si arresta. Poi di nuovo il respiro entra.
Prima che il respiro entri, o prima che esca, vi è una frazione minima di tempo
in cui non stai respirando. In quell'istante può accadere l'evento
trascendente, perché quando non respiri, non sei nel mondo. Lo si deve
comprendere profondamente: quando non stai respirando, sei morto; esisti,
questo è vero, ma come fossi morto. Quell'istante è di così breve durata che
non lo si nota mai. Per il Tantra ogni respiro che fuoriesce è una morte, e
ogni nuovo respiro è una rinascita. Perciò, con ogni respiro muori e rinasci.
L'intervallo tra i due è di durata molto breve, ma un'acuta, sincera
osservazione e un'attenzione cosciente te lo faranno percepire. Se riesci a
percepirlo, dice Shiva, ecco il beneficio! In quel caso non dovrai fare
nient'altro: la beatitudine ti avvolge, hai compreso, hai colto l'eterno. Non
occorre educare il respiro. Lascia che scorra liberamente. È sufficiente una
tecnica così semplice per conoscere la Verità? Sembra semplice! Conoscere la
verità, significa conoscere ciò che non è nato e che non muore mai, conoscere
quell'elemento eterno che esiste sempre. Comunemente si conosce il respiro che
esce e che entra, mai l'intervallo tra i due. Prova. All'improvviso
comprenderai come sia possibile: esiste già. Non devi aggiungere nulla a ciò
che sei: tutto è già presente, tranne una certa consapevolezza. Per praticare
questa tecnica, come prima cosa diventa consapevole del respiro che entra.
Osservalo. Dimentica ogni altra cosa, osserva solo il respiro che entra.
Sentilo, quando tocca le tue narici. Poi lascialo discendere e muoviti con lui
in piena coscienza. Non perderlo, mentre discende. Ricordati solo di non
precederlo e di non restare indietro. Devi solo accompagnarlo. Respiro e
coscienza devono diventare un tutt'uno. Quando il respiro entra in te, anche tu
dovresti entrare dentro di te, solo così sarà possibile cogliere il punto di
arresto tra due respiri. No, non sarà facile! Fu Buddha, in particolar modo, ad
usare questo metodo, pertanto nel mondo lo si conosce come un metodo buddhista:
Buddha si realizzò grazie a questa tecnica, ma egli dice: "Sii consapevole
del tuo respiro mentre entra, e mentre esce." Non menzionò mai
l'intervallo, perché non ce n'è bisogno. Egli sentì che, se ti preoccupi
dell'intervallo tra i due respiri, tale preoccupazione può disturbare la
consapevolezza. Buddha parlava a uomini comuni, e perfino quell'accenno avrebbe
potuto creare in loro il desiderio di conseguire quell'intervallo. Quel
desiderio sarebbe diventato un ostacolo per la consapevolezza, perché, se si
desidera conseguirlo, ci si sposterà dal presente. L'interesse per
quell'intervallo ti spingerà nel futuro, ecco perché la tecnica di Buddha è
parziale. Ma l'altra parte segue automaticamente. Se continui a praticare la
coscienza del respiro, un giorno, senza saperlo, giungerai all'intervallo.
Allorché la tua consapevolezza diventerà acuta, profonda, intensa, all'improvviso
diventerà inevitabile percepire l'intervallo in cui non esiste respiro alcuno.
In quell'arresto, "il beneficio." Provala! È una delle tecniche di
meditazione più semplici che esistano: semplice rispetto alle altre, non voglio
dire che per te sia facile! Le altre tecniche saranno più difficili. Per
questo, viene menzionata come prima tecnica.
Osho: Il sentiero del reale
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